Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Elon Musk e’ l’uomo piu’ ricco del mondo con un patrimonio di 185 miliardi di dollari […]
Ha portato Tesla a valere oltre mille miliardi di dollari. Dunque, un genio.
In realta’ e’ stata la finanza a costruire questo miracolo di genialita’. Tesla, infatti, vende circa un milione di auto e vale, appunto, mille miliardi in Borsa, mentre Volkswagen, che di auto ne produce quasi 10 milioni, vale un decimo.
Qualcosa non torna. L’enigma si chiarisce tenendo presente che l’andamento del titolo Tesla e’ stato sapientemente pilotato dai grandi fondi, come Vanguard, che e’ il secondo azionista della societa’ di Musk.
Se serve, i fondi comprano il titolo e convincono gli investitori che esso salira’ ancora, spingendoli a comprare per accrescere la capitalizzazione. Una prassi, questa, che ha funzionato molto quando lo scoppio della pandemia ha provocato la crisi di numerosi titoli. Poi, magari, gli stessi fondi corroborano questa spinta con altri mezzi. Il titolo Tesla, ad esempio, si e’ impennato dopo l’annuncio di voler noleggiare auto elettriche da parte di Hertz (non a caso acquistata da un grande fondo pronto a comprare azioni Tesla). Mentre Elon Musk si prepara a sostenere la campagna.

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https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
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https://sbilanciamoci.info/i-fondi-dinvestimento-padroni-del-mondo/

Stato/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


A proposito di gas vale la pena ricordare che la scelta del governo italiano e’ stata, appunto, quella di accrescere la dipendenza dal gas naturale liquefatto.
Ma di chi sono i tre rigassificatori esistenti, a cui se ne aggiungeranno due?
Quello di Panigaglia, a La Spezia, e’ di proprieta’ della Snam, che possiede anche il 49% di quello di Livorno (l’altro 51% e’ diviso tra il 49% circa nelle mani di Igneo Infrastructure Partners, affiliato al fondo australiano First Sentier Investors, a sua volta partecipato da grandi fondi finanziari, e per il 2% nelle mani di Golar Lng, societa’ di capitale estero con sede alle Bermuda, dunque in un paradiso fiscale).
Il terzo rigassificatore, quello di Rovigo, sta per essere comprato da Black Rock, il super fondo che lo rileva da Exxon Mobil di cui e’ azionista di notevole peso.
In conclusione, la nuova dipendenza dal gas naturale liquefatto, scelta “strategica” italiana per garantirsi “la sicurezza energetica”, accrescera’ la sudditanza dai fondi finanziari e dai loro prezzi.
In barba alle bollette.
Anche il decreto energia, varato nel novembre 2023, definendo i rigassificatori strutture strategiche e ponendoli al di fuori di molti dei vincoli ambientali, ha contribuito a renderli un obiettivo assai ambito per i grandi fondi […]
Cosi’ da partenariati produttivi si e’ passati a convivenze finanziarie, dove le dinamiche dell’investimento a medio e lungo termine sono sostituite da una sorta di “trimestralizzazione” degli utili che devono remunerare in forma immediata gli azionisti. Tra cui lo Stato, che utilizza i dividendi solo per trovare le risorse necessarie a realizzare sempre piu’ difficili leggi di bilancio, a prescindere da qualsiasi altra idea di politica industriale o tariffaria.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)

[Lo] strumento utilizzato per realizzare la privatizzazione – e la conseguente finanziarizzazione con l’intervento decisivo dei grandi fondi finanziari – e’ stato e continua ad essere costituito dalle societa’ a cui sono stati affidati i servizi pubblici locali, le cosiddette multiutility.
Con questo termine decisamente smart si qualifica il risultato del processo di sostanziale accorpamento di monopoli naturali trasferiti dal pubblico al privato e soprattutto guidati da una logica finanziaria per cui l’obiettivo assolutamente prioritario sono i dividendi e i prezzi dei titoli, assai piu’ rilevanti rispetto alla qualita’ e al godimento universale di tali servizi.
Numerose di queste societa’, negli ultimi vent’anni, sono state quotate in Borsa e pesano ormai a tal punto da disporre di un proprio indice dedicato.
Le cento principali multiutility italiane hanno un valore pari all’8,5% del Pil nazionale, oltre 150 miliardi di euro, e tra il 2019 e il 2021 hanno visto crescere il valore della loro produzione del 18,6%. Di questo centinaio di societa’, la gran parte ha il monopolio del settore idrico e di quello dei “servizi ambientali”: coprono infatti la quasi totalita’ delle vendite di elettricita’, il 63% dei volumi del gas, il 67% dell’acqua e il 43% dei rifiuti urbani raccolti.
Una quindicina di multiutility supera il miliardo di euro di ricavi e praticamente tutte hanno beneficiato del forte rialzo del prezzo dell’energia. In estrema sintesi, negli ultimi vent’anni i servizi idrici, i trasporti, la distribuzione dell’energia, la gestione del ciclo dei rifiuti sono stati ceduti dalle amministrazioni locali a societa’ esterne, prima partecipate del tutto dalle amministrazioni stesse e poi sempre più caratterizzate dalla presenza di capitale privato […]
Il passaggio ulteriore e’ stato quello dell’approdo in Borsa, che ha definitivamente cambiato la natura delle medesime societa’ ponendole sotto l’insindacabile giudizio degli andamenti del mercato finanziario, facile preda della speculazione.
Le multiutility possono cosi’ pagare dividendi robusti ai propri azionisti perche’ il rendimento dei titoli e’ la preoccupazione principale di tali societa’, altamente finanziarizzate, dove spesso pubblico e privato convivono.
L’ossessiva ricerca dei dividendi tuttavia avviene, non di rado, a discapito dei servizi e persino dei conti stessi.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Appare indispensabile, in assenza di risorse, “spostare” i servizi prima coperti dallo Stato attraverso la spesa pubblica verso il settore privato: in parole semplici, i cittadini e le cittadine dovranno dotarsi di assicurazioni private che coprano i servizi non piu’ garantiti dallo Stato stesso […]
Le dimensioni di questo fenomeno di spostamento verso il privato e le sue polizze finanziarie sono ormai assai chiare nel campo pensionistico in misura ancora maggiore rispetto a quello sanitario.
Nel giugno 2023 e’ stata presentata la relazione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione che contiene vari elementi interessanti a riguardo. In primo luogo emerge che i titolari di una pensione integrativa sono 9,2 milioni, quindi una parte rilevantissima della popolazione italiana, con una prevalenza degli uomini rispetto alle donne. Il patrimonio complessivo gestito da tali fondi, che sono poco piu’ di 300, ammonta a quasi 206 miliardi di euro; dunque una cifra davvero consistente.
Uno degli aspetti piu’ significativi e’ costituito dalla destinazione di tali risorse che, come e’ ben chiaro, sono indirizzate in parte molto limitata all’economia del nostro paese. Si dirigono verso il debito pubblico italiano infatti solo 26 miliardi di euro, che rappresentano una porzione decisamente contenuta degli impieghi complessivi verso i titoli di Stato e verso le obbligazioni. In altre parole i fondi pensione italiani comprano, in stragrande maggioranza, titoli del debito di altri paesi e obbligazioni estere, non di rado messe in circolazione dai grandi fondi finanziari internazionali […]
Il futuro pensionato che ormai si trova coinvolto nel sistema dei fondi pensione sia per propria scelta, dettata non di rado dalla scarsa consistenza dei suoi contributi stipendiali, sia per effetto del “silenzio assenso” previsto dai contratti nazionali di categoria sta diventando, a tutti gli effetti, un soggetto finanziarizzato, legato assai poco all’economia del proprio paese e dipendente dagli andamenti dei mercati speculativi che non sempre peraltro vanno bene.

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