Europa/Schiavone

Aldo Schiavone – Sinistra! Un manifesto – Einaudi (2023)

Non c’e’ un solo grande problema nel mondo contemporaneo – ambiente, energia, salute, emigrazioni, diseguaglianze – che possa essere risolto dalla volonta’ di un solo Stato, che non richieda un approccio e una soluzione almeno continentali.
Se e’ cosi’, se non vogliamo, come gia’ adesso sta accadendo, che siano altri poteri, diversi da quello politico, a dare sempre risposte che poi ci vengono imposte, l’unica possibilita’ e’ di costruire, passo dopo passo, una capacita’ di intervento, di discussione e di governo altrettanto globali, che riescano a porsi sullo stesso piano delle forze che dovrebbero regolare. Qualcosa e’ stato fatto nella giusta direzione negli ultimi anni: per esempio sui problemi della tutela dell’ambiente, o su quello di una comune imposizione fiscale per le grandi multinazionali. Ma e’ ancora poco, sebbene promettente.
Dobbiamo insistere, allargare, migliorare, organizzare, alzare il livello delle proposte e delle finalita’. Cominciando proprio dall’Europa […]
Privi di un’Europa forte e integrata siamo tutti piu’ a rischio, ancor meno padroni del nostro destino, meno in grado di costruire quell’Occidente plurale senza il quale ognuna delle forme attraverso cui si sta definendo la mondializzazione del pianeta potrebbe seguire un percorso piu’ sbilanciato, meno sicuro e produttivo […]
La sinistra dovrebbe far diventare senso comune una simile valutazione. Fare della vocazione europea la sua bandiera. Ma non per difendere – come troppe volte ha fatto – l’Europa com’e’: una costruzione incompiuta. Bensi’ perche’ essa possa riprendere subito la strada della sua unificazione; perche’ la forza costituente dell’Unione riprenda il suo slancio, e questo obiettivo diventi la prima missione dell’Italia.

Info:
https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/02/14/news/schiavone_la_sinistra_il_passato_e_il_presente-11341021/
https://www.infinitimondi.eu/2023/03/08/tre-libri-recenti-3-sinistra-un-manifesto-di-aldo-schiavone-einaudi-2023-una-bolognina-trentanni-dopo-recensione-di-gianfranco-nappi/
https://www.marx21.it/cultura/un-manifesto-per-la-sinistra-una-lettura-critica-dellultimo-libro-di-aldo-schiavone/

Stato/Bauman

Zygmunt Bauman – Oltre le nazioni. L’Europa tra sovranita’ e solidarieta’ – Laterza (2019)

La nozione di sovranita’ dello Stato territoriale risale al 1555, quando, in occasione della dieta convocata ad Augusta da principi dinastici che cercavano disperatamente una via d’uscita, o almeno un qualche sollievo, dai lunghi, cruenti e devastanti conflitti di religione che dilaniavano l’Europa cristiana, fu coniato il principio cuius regio, eius religio, secondo cui e’ colui che governa a decidere la religione dei propri sudditi.
La sovranita’ del principe […] comportava il suo diritto illimitato di proclamare e applicare leggi vincolanti per chiunque si trovasse nei territori soggetti alla sua potesta’ (variamente descritta in termini di influenza, egemonia o dominio) […]
Il trattato di Augusta si puo’ leggere come atto di fondazione del fenomeno moderno della sovranita’ statale, ma contemporaneamente e necessariamente e’ considerato la fonte testuale della moderna nozione di confini di Stato […]
Questa formula era inavvertitamente destinata, attraverso un semplice espediente – la sostituzione di religio con natio –, a fornire la cornice mentale o il cliche’ utilizzati di li’ a poco per creare e far funzionare l’ordine politico (secolare) della nascente Europa moderna: il modello cioe’ dello Stato-nazione, in base al quale la nazione si avvaleva della sovranita’ statale per separare «noi» da «loro» e riservare a se stessa il diritto inalienabile e indivisibile di definire un ordine vincolante per tutto il paese, mentre lo Stato rivendicava la disciplina dei suoi sudditi appellandosi alla comunanza di storia, destino e benessere della nazione, in base al presupposto e/o postulato secondo cui nazione e Stato, i due elementi costitutivi del modello, coincidevano con un determinato territorio.

Info:
https://www.mangialibri.com/oltre-le-nazioni
https://pickline.it/2021/11/28/oltre-le-nazioni-di-zigmunt-bauman/
https://www.democraziaedirittisociali.it/wp-content/uploads/2019/11/Cosmo_Bauman.pdf

Economia di mercato/Fazi

Thomas Fazi – Una civilta’ possibile. La lezione dimenticata di Federico Caffe’ – Meltemi (2022)

Secondo il vecchio paradigma liberista (“neoclassico” in gergo economico), i mercati fondamentalmente si autoregolano e dunque l’economia, se lasciata a se stessa, con la minor interferenza possibile da parte dei governi, e’ in grado di generare automaticamente stabilita’ e piena occupazione (purche’ i lavoratori siano flessibili nelle loro richieste salariali); per Keynes, al contrario, il capitalismo e’ intrinsecamente instabile e strutturalmente incapace di assicurare la piena occupazione e un’equa distribuzione di reddito e di ricchezza, e se lo si lascia fare – come auspicato dai teorici liberisti del laissez faire (letteralmente “lasciate fare” in francese) – tende inevitabilmente a generare crisi finanziarie ed economiche.
E’ dunque compito dello Stato intervenire nell’economia – attraverso la politica monetaria, fiscale e di bilancio (e, all’occorrenza, la spesa in disavanzo, secondo la logica per cui e’ la spesa a generare la capacita’ di risparmio e non viceversa), e altre forme di regolazione pubblica, anche sostitutive dell’attivita’ economica privata – per sopperire ai problemi generati dal mercato, in primis la disoccupazione, e assicurare cosi’ il benessere collettivo e livelli adeguati di domanda aggregata, mitigando oltretutto gli effetti negativi delle recessioni e delle depressioni economiche.
A questo proposito, molti hanno parlato dello Stato come “datore di lavoro di ultima istanza”.

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-il-manifesto-25-giugno-2022-federico-caffe-leresia-economica-del-benessere-su-una-civilta-possibile-di-thomas-fazi-meltemi.pdf
https://www.micromega.net/invece-dellagenda-draghi/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-capital-5-maggio-2022-rileggendo-federico-caffe-su-una-civilta-possibile-di-t.-fazi-meltemi.pdf
https://www.flaneri.com/2023/01/09/civilta-possibile-fazi/

Stato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

La distruzione dei diritti dei lavoratori non e’ solo una «questione di classe».
In una prospettiva piu’ ampia non bisogna trascurare che tale processo mette a rischio la tenuta dei sistemi democratici. Non e’ un caso che la difesa del lavoro abbia ricevuto specifica garanzia costituzionale […]
In modo piu’ o meno esplicito, in ambito costituzionale europeo i diritti sociali hanno assunto un ruolo di primo piano nella promozione di una societa’ piu’ egualitaria e democratica. Cio’ nella consapevolezza che il dislivello tra le due classi dominanti puo’ essere ripianato solo attraverso l’intervento dello Stato, che si impegna a limitare gli abusi di potere e a garantire la giustizia sociale.
In questo percorso, il diritto del lavoro assume una vera e propria funzione redistributiva, rappresentando nella realta’ di tutti i giorni il principale strumento a disposizione delle masse per ottenere una piu’ equa spartizione della ricchezza […]
Con la costituzionalizzazione della difesa del lavoro – accanto alla liberta’ di impresa – le democrazie europee occidentali hanno fatto si’ che lo Stato assumesse il compito di garantire la convivenza tra liberismo classico e socialismo, ovvero tra capitalismo e democrazia.
L’essenza di questo compromesso e’ il riconoscimento della conflittualita’ e del ruolo fondamentale della mano forte dello Stato nel ripianare lo squilibrio di potere contrattuale sbilanciato in favore di chi detiene i mezzi di produzione

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Stato/Ganser

Daniele Ganser – Le guerre illegali della Nato – Fazi (2022)

Gli USA sono diventati davvero un’oligarchia.
Oggi negli Stati Uniti vivono circa 300 milioni di persone. E’ difficile quantificare il numero degli oligarchi, ovvero da chi sia costituita l’elite che guida il paese e la sua politica, e nella ricerca storica e’ una questione controversa.
Io parto dalla considerazione che sia appena l’1 per cento della popolazione, cioe’ circa tre milioni di individui, che si distinguono dagli altri perche’ sono molto ricchi, o molto influenti, o entrambe le cose.
Questa percentuale infima governa l’impero americano […] A questa elite appartengono naturalmente tutti i presidenti statunitensi dal 1945 a oggi […]
Oltre ai presidenti rientrano nell’elite, ossia in quel potente 1 per cento, anche i membri dell’influente National Security Council (NSC, Consiglio per la Sicurezza Nazionale), fondato nel 1947 in contemporanea con la Central Intelligence Agency (CIA), l’agenzia di servizi segreti per le operazioni all’estero. L’NSC si incontra a intervalli regolari nella Situation Room, situata nei sotterranei della Casa Bianca, per mettere a punto la politica estera statunitense. Dato che l’impero USA e’ quasi sempre in guerra, l’NSC va considerato il centro strategico dell’impegno bellico americano […]
Oltre a quest’ultimo, fa parte dell’influente elite americana anche il Congresso degli Stati Uniti, che controlla e ratifica regolarmente le azioni dell’NSC.
Il Parlamento americano si compone di due camere, il Senato, che ha 100 seggi, e la Camera dei rappresentanti, con 435 deputati: insieme, questi 535 individui formano il Congresso. Il Parlamento dovrebbe in realta’ rappresentare il popolo, ma il Congresso degli Stati Uniti rappresenta soprattutto l’elite facoltosa e i suoi interessi […]
Il Senato degli Stati Uniti non e’ un consiglio degli anziani o dei saggi, ma un “consiglio dei ricchi”.
I deputati della Camera dei rappresentanti sono un po’ piu’ poveri, ma nel Congresso i milionari sono complessivamente la maggioranza

Info:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/12/le-guerre-illegali-della-nato-una-lucida-analisi-dei-13-conflitti-che-hanno-ignorato-il-divieto-onu/6900061/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/01/ganser-corriere-della-sera.pdf
https://www.lafionda.org/2023/01/10/la-nato-contro-la-pace-e-il-diritto/

Economia di mercato/Hickel

Jason Hickel – The divide. Guida per risolvere la disuguaglianza globale – il Saggiatore (2018)

Le multinazionali citano in giudizio uno stato a causa delle leggi nazionali che limitano i loro «profitti futuri attesi», anche quando tali leggi hanno lo scopo di tutelare i diritti umani, la salute pubblica o l’ambiente.
Vale la pena di fermarci a riflettere sulle implicazioni di questo sistema.
Di norma, gli stati godono dell’«immunita’ sovrana», cioe’ non possono essere citati in giudizio. Ma questo principio viene sospeso nel caso di controversie tra investitori e stati.
Il concetto di «protezione degli investitori» conferisce di fatto alle grandi aziende il potere di eludere il normale ordinamento giudiziario e di neutralizzare le leggi di nazioni sovrane. In altre parole, sono le grandi aziende che possono regolamentare gli stati democratici, anziche’ il contrario. E’ un assalto frontale alle nozioni di sovranita’ e democrazia, condotto ancora una volta, paradossalmente, in nome della libertà […]
L’aspetto forse piu’ inquietante di questi nuovi meccanismi di risoluzione delle controversie tra investitore e stato, tuttavia, e’ che sono intrinsecamente asimmetrici. Gli investitori possono citare in giudizio uno stato, ma agli stati non e’ riconosciuto il diritto corrispondente di citare in giudizio gli investitori esteri.
Il massimo che uno stato puo’ sperare di ottenere in sede di composizione e’ l’annullamento della causa: non puo’ richiedere il risarcimento dei danni da parte delle multinazionali straniere.
In sostanza, il sistema conferisce a grandi aziende private non democratiche nuovi poteri e liberta’ speciali, mentre erode quelli degli stati sovrani democratici […]
Come se non bastasse, gli stessi procedimenti di risoluzione delle controversie sono antidemocratici. Si svolgono in tribunali segreti, privi della trasparenza e delle garanzie costituzionali che caratterizzano i normali tribunali di diritto pubblico. In questi procedimenti i giudici sono legali di imprese private esperti in diritto societario, non funzionari nominati dallo Stato.

Info:
https://www.ibs.it/the-divide-guida-per-risolvere-libro-jason-hickel/e/9788842824961/recensioni
https://www.culturamente.it/libri/politica-economica-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/the-divide/

Stato/Reich

Robert B. Reich – Supercapitalismo. Come cambia l’economia globale e i rischi per la democrazia – Fazi (2008)

Molte battaglie che in superficie sembrano essere di carattere meramente politico sono in realta’ semplici questioni di concorrenza aziendale, alla cui base c’e’ il desiderio di maggior profitto.
Praticamente qualsiasi legge o norma apparentemente neutrale varata da un Governo va a vantaggio o a svantaggio di qualche azienda, perche’ rispettarla ha costi che possono modificare gli equilibri di potere tra le aziende.
Di conseguenza, a Washington e nelle altri capitali, sono sempre piu’ le aziende o le industrie, la cui posizione competitiva rischia di essere influenzata dalle scelte di un Governo, che chiedono di essere consultate sulle leggi in via di approvazione, piuttosto che i gruppi non aziendali come i sindacati, gli ambientalisti […]
Quelle battaglie che sembrano essere di carattere sociale o “culturale” spesso nascondono altri interessi.
Nell’ottobre del 2006, il Congresso approvo’ una legge che vietava ogni forma di gioco d’azzardo online.
Ufficialmente fu giustificata con la necessita’ di proteggere la gente da quella che e’ considerata un’attivita’ immorale che crea dipendenza. Ma in realta’ l’iniziativa fu capeggiata proprio dai casino’, piu’ di 900 negli Stati Uniti, che vedevano nella rapida crescita del gioco d’azzardo online una potenziale minaccia per i loro profitti ma che a loro volta volevano rimanere liberi da qualsiasi restrizione.
Piu’ e’ facile giocare online, ovviamente, e meno qualcuno sara’ invogliato a guidare per centinaia di chilometri fino al casino’ piu’ vicino […]
E’ improbabile che la legge abbia una reale influenza sulle abitudini al gioco degli americani. Era un sotterfugio. Il suo vero scopo era quello di aumentare i profitti di alcuni settori del gioco d’azzardo, a scapito di altri.

Info:
https://www.lastampa.it/economia/2008/07/05/news/il-supercapitalismo-1.37093927/
https://www.astrid-online.it/static/upload/protected/Reic/Reich_Gaggi_Corriere_22_6_08.pdf
https://espresso.repubblica.it/affari/2008/05/28/news/fra-supercapitalisti-e-nuovi-poveri-1.8591/
https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2008/08/21/news/cosi-il-supercapitalismo-sta-uccidendo-la-democrazia-1.33385408

Lavoro/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

La legalita’ e’ come la liberta’: puo’ rappresentare il bene ma anche il male della societa’.
Dipende dalla qualita’, ovvero dallo scopo, delle leggi che il cittadino e’ tenuto a rispettare.
In un sistema democratico fortemente incardinato sul principio di legalita’, in cui la gestione della conflittualita’ e’ sempre piu’ regolamentata dalle norme statali, queste sono in grado di influenzare con maggiore rapidita’ i rapporti di forza tra capitale e lavoro.
Nel mondo del lavoro si sta gradualmente passando dagli anni dell’ingiusta assenza di regole in difesa dei lavoratori agli anni dell’ingiusta proliferazione normativa in favore del capitale.
Questo fa si’ – come emerso in modo evidente all’alba delle politiche neoliberiste con gli scontri tra il governo Thatcher e i minatori inglesi – che i lavoratori debbano confrontarsi con due grossi centri di potere, che sono appunto i governanti e i capitalisti. In tale contesto, la legalita’ rischia di divenire per i deboli piu’ un mezzo di sopraffazione che uno strumento di tutela.
E’ necessario chiedersi che tipo di affezione alla legalita’ ci si puo’ aspettare da un giovane precario soggetto a sfruttamento «a norma di legge».
Allo stesso modo, c’e’ da chiedersi che idea di legalita’ possa avere un lavoratore supertassato e con sempre meno servizi pubblici a disposizione, quando viene a conoscenza del fatto che le multinazionali riescono a pagare molte meno tasse di lui. Tale ragionamento puo’ essere esteso anche all’imprenditore locale, imbrigliato in un complesso sistema di burocrazia e tassazione.
Se il costo sociale della «legalita’ ingiusta» diviene troppo alto, bisogna aspettarsi che la collettivita’ tenda verso la disaffezione allo Stato e a tutto cio’ che esso rappresenta.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Stato/Boltanski

Luc Boltanski, Arnaud Esquerre – Arricchimento. Una critica della merce – Il Mulino (2019)

In una societa’ commerciale di ispirazione liberale la proprieta’ non ha un carattere fisso.
Nessun bene materiale e’ indisponibile, a eccezione di alcuni oggetti di proprieta’ dello Stato, e in particolare gli oggetti d’arte o le antichita’ conservate nei musei.
Una societa’ di questo tipo e’ stata chiamata, soprattutto negli anni Sessanta, societa’ dei consumi – una definizione che di solito ha un’accezione negativa – insistendo sul fatto che le persone, messe di fronte a una moltitudine di oggetti diversi, potevano comprarli, sulla base della loro disponibilita’ economica.
Ma vorremmo far notare che una societa’ del genere e’ anche diventata sempre di piu’ una societa’ di commercio, poiche’ si suppone che gli attori siano in grado di negoziare e siano spinti a diventare loro stessi dei venditori […]
Ricordiamo che chiameremo merce qualunque cosa che passa di mano in quanto associata a un prezzo […]
Una cosa, qualunque essa sia, si trasforma in merce quando in una situazione di scambio le viene attribuito un prezzo.
Questa situazione non si verifica sempre per qualunque cosa […]
Questa modifica della struttura dei prezzi relativi e dei metaprezzi e’ una delle espressioni, forse la principale, della relazione fra capitalismo e Stato: da una parte lo Stato, per rendere la realta’ prevedibile, deve cercare di mantenere i prezzi relativi delle diverse cose e ridurre il divario fra i metaprezzi e i prezzi; dall’altra il capitalismo, attirato dalla volonta’ di massimizzare i profitti, porta a modificare in continuazione la relazione fra i prezzi relativi e ad aumentare la differenza fra i metaprezzi e i prezzi.
In questo caso siamo in una situazione opposta rispetto alla concezione della teoria economica dei prezzi «naturali», dei «giusti» prezzi o dei prezzi «veri» che, come osserva Foucault, essendo «conformi ai meccanismi naturali del mercato, finiscono col costituire una misura di verita’ che permettera’ di discernere, tra le pratiche di governo, quelle che sono giuste da quelle che invece sono sbagliate» […]
La logica del capitalismo induce a modificare in continuazione il rapporto fra i prezzi relativi delle diverse cose. Una dinamica che lo Stato cerca di far diminuire o di ridurre, senza pero’ essere in grado di bloccarla del tutto.
Questa dinamica e’ piu’ o meno evidente e intensa a seconda dei momenti storici.
Ma perche’ queste modifiche sono importanti? Per il semplice fatto che cambiano la struttura della realta’. E la cambiano non solo perche’ rendono alcune cose abbordabili e altre no, ma soprattutto a causa delle relazioni fra le cose e il loro prezzo-

Info:
https://ilmanifesto.it/la-trappola-narrativa-che-da-valore-alle-merci/
http://materialismostorico.blogspot.com/2020/04/arricchimento-bolstanski-esquerre-e-la.html
http://www.vita.it/it/article/2019/11/06/il-capitalismo-che-ci-ha-rubato-le-parole-ora-ci-ruba-anche-le-storie/153188/

Societa’/Lind

Michael Lind – La nuova lotta di classe. Elite dominanti, popolo dominato e il futuro della democrazia – Luiss (2021)

Nel Diciannovesimo secolo e ai primi del Ventesimo, cinque principali scuole di pensiero studiarono il futuro della societa’ industriale: liberalismo, produzionismo, socialismo, corporatismo e pluralismo […]
Il liberalismo economico identifica la liberta’ umana con le transazioni commerciali nei mercati, mentre lo Stato si limita a far rispettare gli accordi e in qualche caso fornisce reti di sicurezza per una protezione sociale minima […]
In modi diversi, produzionismo, socialismo, corporatismo e pluralismo hanno respinto l’ideale liberale secondo cui l’economia dovrebbe essere governata sulla base della massima flessibilita’ per le imprese in un libero mercato della manodopera e degli altri input produttivi.
Il produzionismo e’ l’idea secondo cui l’economia dovrebbe essere organizzata dallo Stato per massimizzare il numero delle aziende agricole a conduzione familiare e indipendente, degli artigiani e dei piccoli negozianti nella societa’ […]
I socialisti di varie correnti – utopistica, cristiana e marxista – criticarono il capitalismo e la proprieta’ privata e proposero la proprieta’ pubblica dell’industria e delle infrastrutture […]
Una quarta corrente filosofica, contraria tanto al liberalismo del libero mercato quanto al socialismo statale, prefiguro’ una societa’ armonica di “corporazioni” controllate dallo Stato ma perlopiu’ autogovernate, termine con il quale si alludeva a interi settori economici e non soltanto a singole aziende; qualcosa di simile, in pratica, alle gilde medievali […]
Nei primi anni del Novecento, la scuola di pensiero dell’“efficienza nazionale” ebbe nel Regno Unito affinita’ con il pluralismo e, nelle sue versioni piu’ militaristiche, con il corporatismo statale […] Credevano che la riforma sociale e il riarmo fossero necessari per mantenere lo status della Gran Bretagna nel mondo, messo a rischio a quel tempo dall’ascesa della Germania imperiale. I ragionamenti come quelli della scuola di pensiero dell’efficienza nazionale alla fine prevalsero in molte democrazie occidentali […]
Il sistema che si affermo’ negli Stati Uniti dagli anni Quaranta divenne noto con il nome di “liberalismo dei gruppi di interesse”, un sistema pluralista nel quale le politiche pubbliche erano espressione dei negoziati tra gruppi di interesse economici, ciascuno con i propri mediatori, piuttosto che di un mandarinato tecnocratico di tuttologi ed esperti altruisti isolati dalle pressioni popolari, o della “mano invisibile” del libero mercato.
Nell’ambito della cultura e della societa’ civile, compresi i mass media e l’istruzione, come pure in economia e in politica, alla meta’ del Ventesimo secolo si ando’ consolidando negli Stati Uniti e in altre democrazie occidentali un sistema di pluralismo democratico che conferiva potere alla classe dei lavoratori. Il clero, i cittadini esaltati e i gruppi civici vigilarono sui mass media e sul sistema dell’istruzione per garantire che i valori tradizionali della maggioranza composta dalla classe dei lavoratori non fossero traditi.

Info:
https://open.luiss.it/2021/05/20/un-nuovo-compromesso-sociale-salvera-la-democrazia/
https://legrandcontinent.eu/it/2021/04/04/competenti-contro-deplorevoli-la-nuova-lotta-di-classe/
https://www.rivistailmulino.it/a/la-nuova-lotta-di-classe
https://www.centromachiavelli.com/2020/04/06/scalea-lind-guerra-di-classe/
https://www.ilfoglio.it/un-foglio-internazionale/2020/03/16/news/i-cittadini-dimenticati-contro-le-elite-metropolitane-la-nuova-lotta-di-classe-306549/