Societa’/Montanari

Tomaso Montanari – Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’e’ – Chiarelettere (2020)

L’aggettivo «sostenibile» impedisce di denunciare la truffa della parola «sviluppo» utilizzata per giustificare lo sfruttamento di popoli e risorse situati su territori lontani, in nome di una cultura superiore, piu’ «sviluppata».
Sviluppo non significava aumento della nostra capacita’ di ascoltare e comprendere gli altri, qualunque lingua essi adoperassero, utilizzando insieme cervello e cuore: significava solo aumento della produzione e consumo di merci, aumento della ricchezza di chi produceva e induceva a consumare merci sempre piu’ inutili, sacrificando (per una merce inutile ma fonte di maggior ricchezza) il produttore a un bene che veniva distrutto (un bosco antico per qualche tonnellata di legname, una citta’ storica per una marea di turisti, un paesaggio di struggente bellezza per una selva di palazzoni o una marea di villette).
Questo sviluppo, da un obiettivo e’ diventato una religione, una credenza cui tutti si inchinano obbedienti […]
Il concetto di sviluppo sostenibile e’ servito, certo, a introdurre le fonti di energia rinnovabile, a recuperare con la raccolta differenziata parte dei materiali che prima erano avviati agli inceneritori, a ridurre il consumo di plastica: tutte cose necessarie.
Ma e’ servito anche a far credere che cio’ fosse sufficiente: e questa e’ una menzogna che puo’ esserci fatale, perche’, se non mettiamo radicalmente in discussione l’idea stessa dello sviluppo – cioe’ di una produzione lanciata in una crescita infinita –, quelle misure saranno forse capaci di rallentare il collasso finale, non certo di evitarlo

Info:
https://www.carmillaonline.com/2020/02/25/dalla-parte-del-torto/
https://www.forchecaudine.com/dalla-parte-del-torto-a-proposito-dellultimo-libro-di-tomaso-montanari/
https://www.pressenza.com/it/2020/08/la-sinistra-che-non-ce-dalla-parte-del-torto-di-tomaso-montanari/
https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2020/01/23/dalla-parte-del-torto-per-la-sinistra-che-non-ce/

Stato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

La distruzione dei diritti dei lavoratori non e’ solo una «questione di classe».
In una prospettiva piu’ ampia non bisogna trascurare che tale processo mette a rischio la tenuta dei sistemi democratici. Non e’ un caso che la difesa del lavoro abbia ricevuto specifica garanzia costituzionale […]
In modo piu’ o meno esplicito, in ambito costituzionale europeo i diritti sociali hanno assunto un ruolo di primo piano nella promozione di una societa’ piu’ egualitaria e democratica. Cio’ nella consapevolezza che il dislivello tra le due classi dominanti puo’ essere ripianato solo attraverso l’intervento dello Stato, che si impegna a limitare gli abusi di potere e a garantire la giustizia sociale.
In questo percorso, il diritto del lavoro assume una vera e propria funzione redistributiva, rappresentando nella realta’ di tutti i giorni il principale strumento a disposizione delle masse per ottenere una piu’ equa spartizione della ricchezza […]
Con la costituzionalizzazione della difesa del lavoro – accanto alla liberta’ di impresa – le democrazie europee occidentali hanno fatto si’ che lo Stato assumesse il compito di garantire la convivenza tra liberismo classico e socialismo, ovvero tra capitalismo e democrazia.
L’essenza di questo compromesso e’ il riconoscimento della conflittualita’ e del ruolo fondamentale della mano forte dello Stato nel ripianare lo squilibrio di potere contrattuale sbilanciato in favore di chi detiene i mezzi di produzione

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Societa’/Patel

Raj Patel, Jason W. Moore – Una storia del mondo a buon mercato. Guida radicale agli inganni del capitalismo – Feltrinelli (2018)

Affinche’ il profitto governasse la vita, doveva accadere una significativa transizione di stato intellettuale: la separazione concettuale tra Natura e Societa’ […]
E’ importante chiarire che questo e’ sempre stato opera di alcuni umani, quelli incaricati di conquistare e commercializzare un mondo che valuta solo i dollari.
Potremo anche essere tutti sulla stessa barca quando si arriva al cambiamento climatico, pero’ solo certuni ne sono al timone. Questa precisazione e’ importante per due grosse ragioni.
Primo, ci aiuta ad attribuire la responsabilita’ e a individuare le classi e i rapporti che ci guadagnano da questa separazione.
Secondo e piu’ significativo, la “separazione dalla natura” degli umani ha preso corpo attorno a un’esclusione realmente immensa.
L’ascesa del capitalismo non ci ha regalato solo l’idea che la societa’ fosse relativamente indipendente dalla rete della vita ma anche che quasi tutte le donne, le Popolazioni indigene, gli schiavi e i popoli colonizzati di qualsiasi terra non fossero totalmente umani e pertanto non fossero membri in pieno della societa’.
Non erano umani, o lo erano appena appena.
Facevano parte della Natura ed erano trattati come emarginati dalla societa’, erano deprezzati, resi economici.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/una-storia-del-mondo-a-buon-mercato/
https://www.perunaltracitta.org/2019/04/15/una-storia-del-mondo-a-buon-mercato/?print=pdf
https://www.unilibro.it/libro/patel-raj-moore-jason-w-/storia-mondo-buon-mercato-guida-radicale-inganni-capitalismo/9788807173417

Societa’/Shafik

Minouche Shafik – Quello che ci unisce.Un nuovo contratto sociale per il XXI secolo- Mondadori (2021)

[L’]investimento globale nell’istruzione ha dato ottimi frutti.
In termini economici, possiamo calcolare il tasso di rendimento dell’istruzione dividendo i vantaggi che produce – misurati sotto forma di stipendi piu elevati, meno i costi di erogazione dell’istruzione – per il numero di anni di istruzione ricevuta, ottenendo un tasso percentuale annuo simile al rendimento di un conto di deposito bancario o di una partecipazione azionaria.
Sulla base di 1120 anni di dati relativi a 139 paesi, gli economisti hanno calcolato che ogni anno di istruzione supplementare ha generato in media un ritorno economico privato – cioe’ per l’individuo che ha ricevuto l’istruzione – di circa il 10 per cento.
Questa cifra e’ nettamente superiore al rendimento medio annuo dell’8 per cento che si registra sul mercato azionario statunitense dal 1957, quando fu creato l’indice S&P 500.
Questi rendimenti, inoltre, sono sottostimati, perche’ tengono conto soltanto dei redditi attesi piu’ elevati degli individui e non misurano i benefici sociali di piu’ vasta portata, che possono essere enormi. Per esempio, nel Regno Unito, ogni sterlina investita nell’istruzione universitaria genera 7 sterline per l’individuo (rendimento privato), ma 25 sterline per lo Stato (rendimento sociale) sotto forma di gettito fiscale piu’ elevato, spese previdenziali piu’ contenute e minore criminalita’.

Info:
https://www.avvenire.it/economiacivile/pagine/shafik-diseguaglianze-e-parita-di-genere
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Il Covid-19 e’ anche una divisione di classe.
Nel 2019, l’Ufficio delle statistiche sul lavoro ha diffuso un rapporto che quantificava la flessibilita’ lavorativa degli americani.
Tra i cittadini con laurea triennale o titolo di studio superiore, quasi la meta’ riferiva di lavorare da casa almeno ogni tanto. Tra chi aveva solo il diploma liceale, meno del 10 per cento aveva mai lavorato da casa, per scendere al 3 tra chi non aveva finito le superiori.
Allora non sorprende che, quando s’e’ abbattuto il Covid-19 e sono partiti i lockdown, sono stati quelli che non potevano lavorare da casa i piu’ danneggiati. Soltanto il 13 per cento dei membri delle famiglie che guadagnavano piu’ di 100.000 dollari e’ stato licenziato o messo in aspettativa, rispetto al 39 per cento di quelle con meno di 40.000 dollari di reddito.
Nel mondo, con la ripresa dell’economia, chi ha la laurea o una preparazione avanzata se la cavera’ probabilmente meglio di chi non le ha, e le grandi imprese andranno meglio di quelle a conduzione familiare.
Il divario tra le elite con un titolo di studio e gli altri si ampliera’.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Societa’/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

Fra il declino demografico e le sfide dell’inclusione, queste ultime sono certamente da preferire.
L’immigrazione, stiamone certi, continuera’; la sola domanda da porsi e’ se l’integrazione culturale potra’ avere successo […]
Aumentare le persone corrisponde ad aumentare il potere.
Oggi come oggi la popolazione dell’Asia e’ cinque volte piu’ numerosa di quelle degli Stati Uniti e della UE assieme, e le potenze asiatiche controllano anche le tecnologie piu’ innovative.
Le societa’ occidentali non potranno dunque che continuare a veder scemare il proprio vantaggio economico rispetto all’Asia, a meno che non riacquistino popolazione – e la cosa piu’ probabile e’ che vi riescano proprio grazie agli asiatici […]
L’India ha gia’ il maggior numero di emigrati che vivono all’estero conservando la cittadinanza del paese d’origine (oltre 17 milioni), ben piu’ del Messico (sotto i 12 milioni) e della Cina (sotto gli 11) […]
La guerra per i talenti nei settori della medicina, della tecnologia e in altri ancora ha attirato milioni di famiglie del subcontinente indiano in Gran Bretagna e in Nordamerica, dove la conoscenza dell’inglese ha garantito loro un notevole vantaggio nel processo di integrazione rispetto a migranti di altre nazionalita’ […]
Attualmente ben 3,1 milioni di lavoratori stranieri ad alta qualificazione presenti nei paesi OCSE sono nati in India, un numero piu’ alto dei corrispettivi lavoratori cinesi, che si fermano a 2,2 milioni.
E, a causa del crollo economico che sta per seguire il Covid-19 e i sinistri tassi d’inquinamento del paese, gli indiani sono piu’ motivati che mai a lasciare la patria

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/
https://www.mangialibri.com/il-movimento-del-mondo
https://www.shipmag.it/invito-alla-lettura-il-movimento-del-mondo-di-parag-khanna/

 

Economia di mercato/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La nave di Teseo (2021)

Bisogna anche evitare di idealizzare il periodo delle Trente Glorieuses (1950-1980), come se fosse ammantato di tutte le virtu’ del Nord del mondo, a differenza di un Sud martoriato dalle guerre d’indipendenza e da lotte durissime nel suo tentativo di stabilire un principio di sovranita’, in una situazione di grande poverta’ e di estrema pressione demografica.
Lo Stato sociale delle Trente Glorieuses, oltre a essere intenzionalmente social-patriarcale, era innanzitutto uno Stato sociale nazionale, nel senso che si e’ perlopiu’ sviluppato negli Stati-nazione del Nord del mondo, con sistemi di tutela sociale e interventi in ambito scolastico e nelle infrastrutture concepiti per avvantaggiare le popolazioni nazionali, senza troppo considerare la componente internazionale e coloniale che aveva consentito l’arricchimento dell’Occidente (passato recente, che tuttavia si vorrebbe prontamente dimenticare) ne’ lo sviluppo del resto del pianeta.
Le popolazioni del Sud del mondo erano eventualmente coinvolte per sopperire al bisogno di manodopera del Nord, ma sempre prevedendo di rispedirle al luogo d’origine una volta finito il lavoro e senza l’idea di un modello di sviluppo coordinato e di nuove forme di circolazione e di regolazione che avrebbe comportato

Info:
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Pensate a una cosa come Internet, la cui storia e’ molto interessante.
Quello che era nato in ambito militare si e’ trasformato in un sistema creativo artistico e paritetico che favoriva ogni tipo di innovazione, alimentato da individui creativi spesso in partnership o in conversazione l’uno con l’altro.
A quel tempo, Internet sembrava potesse essere il veicolo per un vero avanzamento sociale, per la comunicazione sociale, la produzione sociale, in qualche caso addirittura per la rivoluzione sociale.
Nel giro di pochi anni, pero’, quel processo e’ stato monopolizzato e sempre piu’ gestito come un modello di business. Il modello di business capitalista ha preso il sopravvento e cosi’ ci siamo ritrovati i vari Facebook, Google, Amazon, che sostanzialmente monopolizzano tutti gli aspetti qualitativi della vita quotidiana e inducono ogni tipo e forma di consumismo, che mi sembra del tutto privo di anima.

Societa’/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La nave di Teseo (2021)

Vedremo come la marcia verso l’uguaglianza abbia beneficiato, dalla fine del XVIII secolo, dello sviluppo di un certo numero di dispositivi istituzionali specifici, da studiare in quanto tali: l’uguaglianza giuridica; il suffragio universale e la democrazia parlamentare; l’istruzione gratuita e obbligatoria; l’assicurazione sanitaria universale; l’imposta progressiva sul reddito, sull’eredita’ e sulla proprieta’; la cogestione e il diritto sindacale; la liberta’ di stampa; il diritto internazionale; e via di seguito.
Tuttavia, ciascuno di questi dispositivi, lungi dall’aver raggiunto una forma compiuta e consensuale, e’ a suo modo fungibile con forme di compromesso precario, instabile, provvisorio, in perpetua ridefinizione, frutto di conflitti sociali e di mobilitazioni specifiche, di svolte lasciate a meta’ e di momenti storici particolari.
Ciascun dispositivo soffre di molteplici insufficienze e deve essere ripensato in continuazione, completato, rimpiazzato da altri.
L’uguaglianza giuridica esiste oggi un po’ ovunque, ma si tratta di un’uguaglianza giuridica solo formale, che non impedisce l’esistenza di discriminazioni profonde, a seconda delle origini o del genere; la democrazia rappresentativa non e’ che una delle forme imperfette della partecipazione politica; le disuguaglianze nell’accesso all’istruzione e alla salute restano abissali; l’imposta progressiva e la redistribuzione sono da ripensare interamente, sia su scala nazionale sia su scala internazionale; la divisione del potere nelle aziende e’ solo ai primi passi; la concentrazione della quasi totalita’ dei media nelle mani di pochi oligarchi puo’ essere difficilmente considerata la forma piu’ compiuta della liberta’ di stampa; il sistema giuridico internazionale, fondato sulla circolazione incontrollata dei capitali, priva di un obiettivo sociale o climatico, si traduce il piu’ delle volte in un neocolonialismo a beneficio dei piu’ ricchi ecc.

Info:
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Stato/Boltanski

Luc Boltanski, Arnaud Esquerre – Arricchimento. Una critica della merce – Il Mulino (2019)

In una societa’ commerciale di ispirazione liberale la proprieta’ non ha un carattere fisso.
Nessun bene materiale e’ indisponibile, a eccezione di alcuni oggetti di proprieta’ dello Stato, e in particolare gli oggetti d’arte o le antichita’ conservate nei musei.
Una societa’ di questo tipo e’ stata chiamata, soprattutto negli anni Sessanta, societa’ dei consumi – una definizione che di solito ha un’accezione negativa – insistendo sul fatto che le persone, messe di fronte a una moltitudine di oggetti diversi, potevano comprarli, sulla base della loro disponibilita’ economica.
Ma vorremmo far notare che una societa’ del genere e’ anche diventata sempre di piu’ una societa’ di commercio, poiche’ si suppone che gli attori siano in grado di negoziare e siano spinti a diventare loro stessi dei venditori […]
Ricordiamo che chiameremo merce qualunque cosa che passa di mano in quanto associata a un prezzo […]
Una cosa, qualunque essa sia, si trasforma in merce quando in una situazione di scambio le viene attribuito un prezzo.
Questa situazione non si verifica sempre per qualunque cosa […]
Questa modifica della struttura dei prezzi relativi e dei metaprezzi e’ una delle espressioni, forse la principale, della relazione fra capitalismo e Stato: da una parte lo Stato, per rendere la realta’ prevedibile, deve cercare di mantenere i prezzi relativi delle diverse cose e ridurre il divario fra i metaprezzi e i prezzi; dall’altra il capitalismo, attirato dalla volonta’ di massimizzare i profitti, porta a modificare in continuazione la relazione fra i prezzi relativi e ad aumentare la differenza fra i metaprezzi e i prezzi.
In questo caso siamo in una situazione opposta rispetto alla concezione della teoria economica dei prezzi «naturali», dei «giusti» prezzi o dei prezzi «veri» che, come osserva Foucault, essendo «conformi ai meccanismi naturali del mercato, finiscono col costituire una misura di verita’ che permettera’ di discernere, tra le pratiche di governo, quelle che sono giuste da quelle che invece sono sbagliate» […]
La logica del capitalismo induce a modificare in continuazione il rapporto fra i prezzi relativi delle diverse cose. Una dinamica che lo Stato cerca di far diminuire o di ridurre, senza pero’ essere in grado di bloccarla del tutto.
Questa dinamica e’ piu’ o meno evidente e intensa a seconda dei momenti storici.
Ma perche’ queste modifiche sono importanti? Per il semplice fatto che cambiano la struttura della realta’. E la cambiano non solo perche’ rendono alcune cose abbordabili e altre no, ma soprattutto a causa delle relazioni fra le cose e il loro prezzo-

Info:
https://ilmanifesto.it/la-trappola-narrativa-che-da-valore-alle-merci/
http://materialismostorico.blogspot.com/2020/04/arricchimento-bolstanski-esquerre-e-la.html
http://www.vita.it/it/article/2019/11/06/il-capitalismo-che-ci-ha-rubato-le-parole-ora-ci-ruba-anche-le-storie/153188/