L’internet delle cose e la robotizzazione di parte delle produzioni hanno ridato corpo all’idea che il lavoro possa cambiare natura fino a scomparire in un chimerico appalto alle macchine.
Sarebbe l’era del work without jobs, del lavoro senza posti di lavoro.
Benvenuti nell’era dell’ozio creativo, dove a lavorare saranno le macchine che pagheranno anche le tasse e consentiranno all’intera umanita’ di liberarsi dalla fatica, dagli impegni, dalla schiavitu’ del tempo, dalle metriche e dai loro ritmi ossessivi sulle catene di montaggio.
Per ora piu’ da salotto che da laboratorio. E, a dire il vero, e’ anche uno dei piu’ clamorosi tuffi nel passato. Perche’ e’ proprio la cultura della Grecia classica, nucleo base del pensiero occidentale moderno, ad aver teorizzato il disprezzo del lavoro manuale (e della fatica) da affidare agli schiavi per consentire ai cittadini l’esercizio della speculazione e del sapere, insomma il lavoro buono, quello intellettuale.
Info:
https://www.ilsole24ore.com/art/il-lavoro-lavoro-AEtnOaWD
https://www.ilriformista.it/il-lavoro-del-lavoro-dallo-smart-working-ai-rider-il-libro-guida-per-non-cadere-nella-trappola-tra-nostalgia-e-cambiamento-360872/