Capitalismo/Kurz

Il capitale mondo. Globalizzazione e limiti interni del moderno sistema produttore di merce – Robert Kurz – Meltemi (2022)

Nel suo sviluppo l’esportazione di capitale tradizionale rispettava qualcosa come un principio di costruzione modulare.
Ad esempio, quando Volkswagen, negli anni Settanta, esportava i suoi capitali negli USA o in Brasile, lo faceva costituendo in questi paesi una struttura aziendale per la produzione di automobili pressoche’ identica a quella originaria. Si trattava di investimenti per l’espansione aziendale nel contesto di un’espansione globale del capitale […]
Analogamente le multinazionali costruivano all’estero societa’ affiliate, che erano copie o cloni della societa’-madre, con le relative divisioni aziendali (dalla produzione all’amministrazione).
L’esportazione di capitale si traduceva quindi nell’espansione meccanica di questa o quella compagnia. Presso la societa’-madre restava solo la centrale di comando superiore, che aveva il compito di compendiare al suo interno tutto questo agglomerato di elementi aziendali indistinguibili.
Il nuovo processo della globalizzazione, a partire dagli anni Ottanta, ha superato questa forma primordiale dell’organizzazione multinazionale sotto molteplici aspetti. All’espansione meccanica, secondo il principio dell’architettura modulare, e’ subentrata un’esportazione di capitale completamente nuova.
Nella crisi della terza rivoluzione industriale il fattore piu’ importante non e’ l’espansione delle capacita’ aziendali verso altri paesi; al contrario, l’esportazione di capitale avviene nel contesto di una contrazione dell’accumulazione globale […]
In questo contesto la cosa piu’ importante, nell’ottica del singolo capitale aziendale, consiste nello sbarazzarsi di ogni zavorra, nel ridurre quanto piu’ possibile i costi, nell’eliminare ulteriormente la forza-lavoro […]
Naturalmente gioca un ruolo, come mai in passato, la vocazione a essere globalmente presenti, cosi’ da assorbire un po’ dappertutto potere di acquisto (dove ce n’e’ ancora) mediante la produzione locale diretta; un impulso che si fa ancor piu’ prepotente in seguito al progressivo inaridimento dei mercati interni.
Esso pero’ viene di gran lunga sovrastato dalla necessita’ di trovare strade del tutto nuove per la riduzione dei costi cosi’ da sopportare i colpi della concorrenza distruttrice.
Pertanto l’esportazione di capitale (sul piano dell’economia reale) ha adesso soprattutto lo scopo di alleggerire i costi delle capacita’ produttive gia’ esistenti e di produrre a costi sempre piu’ bassi.
In conclusione: l’esportazione di capitale si e’ trasformata in una funzione della razionalizzazione aziendale. Non si tratta più di investimenti finalizzati all’espansione dell’impresa bensi’ di investimenti per la razionalizzazione, collegati alla chiusura di attivita’ aziendali e ai licenziamenti di massa.

Info:
https://sinistrainrete.info/marxismo/22910-massimo-maggini-introduzione-a-il-capitale-mondo.html
https://anatradivaucanson.it/introduzioni/introduzione-a-il-capitale-mondo
https://www.ambienteweb.org/2022/05/21/sinistrainrete-joe-galaxy-il-capitale-mondo-sguardo-su-globalizzazione-complottismi-e-dintorni/
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe

Green New Deal/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

I valori dell’Illuminismo che accompagnarono la rivoluzione industriale in Europa furono in larga misura responsabili dello scarso rispetto della natura dell’Occidente, nei due secoli passati; le risorse naturali diventarono un mezzo da adattare ai fini della crescita della ricchezza, materie prime da sfruttare per il ciclo della produzione e del consumo, in una visione della scienza che proseguiva lo spirito faustiano di dominio dell’uomo sulla natura.
La nuova era che si apre oggi con la grande trasformazione energetica inverte questa prospettiva, apre una nuova traiettoria scientifica e una ricollocazione dell’umanita’ nel pianeta.
L’energia rinnovabile autoprodotta localmente dai consumatori in piccoli impianti si sostituisce alle grandi centrali di combustibili fossili; l’eccesso non si spreca, puo’ essere rivenduto in rete, grazie al connubio con le tecniche digitali […]
In direzione opposta alla rivoluzione industriale, questa trasformazione e’ parte del processo che frammenta le grandi concentrazioni industriali in una moltitudine di centri produttivi; la filiera industriale si delocalizza e si decompone in mille segmenti nell’era post-fordista.
L’energia elettrica e’ prodotta localmente, sui tetti delle case, sui pannelli dei capannoni industriali, nelle distese di pale eoliche.
La maggior parte delle grandi aziende di servizi di pubblica utilita’ che hanno prosperato nel monopolio della produzione nel secolo scorso ne soffre […]
Il tema della protezione del pianeta e’ passato, cosi’, dall’attenzione degli ambientalisti a quella dei capi di governo, dei ministri delle Finanze e dell’industria: implica decisioni industriali strategiche, coinvolge il mondo della finanza e della politica.
Si trasforma da problema morale a obiettivo economico-politico. Diventa dominio degli economisti

Info:
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%201.pdf
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%203.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/energia-la-grande-trasformazione-di-valeria-termini/

Societa’/Schiavone

Aldo Schiavone – Sinistra! Un manifesto – Einaudi (2023)

Dobbiamo aver la pazienza di tornare indietro, almeno sino all’ultimo decennio del secolo scorso. Quando due eventi, entrambi di enorme portata, cambiarono la forma del mondo in cui eravamo fino ad allora vissuti.
Da un lato, il pieno esplodere della terza rivoluzione tecnologica nella storia umana, dopo quella agricola e quella industriale, e il connesso mutamento nella forma capitalistica che avvolge da allora il pianeta.
Dall’altro, il crollo inaspettato dell’Unione Sovietica, con la fine mondiale del comunismo […]
La connessione fra i due episodi non e’ solo temporale. Fra loro c’e’ un legame molto stretto […]
L’effetto congiunto dei due fatti, ciascuno per suo conto grandioso, e’ stato devastante per la cultura e per le politiche della sinistra: di tutte le sinistre nelle loro varie forme storiche, e nell’intero Occidente.
Ogni sconfitta subita in questi anni, dagli Stati Uniti alla Francia, alla Gran Bretagna, alla Svezia, e’ legata in modo piu’ o meno stretto a questo passaggio d’epoca.
E tanto piu’ […] e’ stato cosi’ per la sinistra italiana, che da allora ha smesso non solo di pensare, ma anche semplicemente di guardarsi intorno, a cominciare dal proprio Paese e dai suoi mutamenti […]
L’intera storia della sinistra – non solo italiana – in tutte le sue varianti si e’ sempre costruita intorno a una connessione primaria. Essa infatti si e’ collocata sin dalla sua nascita a ridosso di una specie di coincidenza di opposti – di contraddizione originaria – che aveva preso corpo nell’Europa immediatamente successiva alla Rivoluzione francese e a quella industriale, e che aveva dato una nuova forma alla politica nell’intero continente […]
Mi riferisco alla cooperazione antagonistica tra capitale e lavoro; tra borghesia delle imprese (e delle professioni, sia tecniche, sia umanistiche, piu’ o meno collegate a quel modo di produrre) e masse operaie concentrate nel sistema delle grandi fabbriche e dei loro recenti macchinari: una combinazione e insieme una polarita’ subito diventate determinanti in tutto l’Occidente […]
La voce del nuovo soggetto politico era quella di una delle due parti in causa: del lavoro materiale produttore di ricchezza, che proclamava la sua assoluta centralita’ nel mondo moderno, in lotta di fronte alla potenza storicamente schiacciante del capitale, che pretendeva invece di sottometterlo completamente alle uniche ragioni del profitto e delle merci […]
Il codice genetico della sinistra veniva a identificarsi cosi’ – e lo sarebbe stato per sempre fino a ieri – con la lotta di classe: un fenomeno, quest’ultimo, tipico della modernita’ occidentale – e soprattutto europea –, ma solo di questa.

Info:
https://www.genteeterritorio.it/una-sinistra-nuova-riflessioni-sul-libro-di-aldo-schiavone/
https://www.infinitimondi.eu/2023/03/08/tre-libri-recenti-3-sinistra-un-manifesto-di-aldo-schiavone-einaudi-2023-una-bolognina-trentanni-dopo-recensione-di-gianfranco-nappi/
https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/02/14/news/schiavone_la_sinistra_il_passato_e_il_presente-11341021/
https://www.repubblica.it/cultura/2023/02/07/news/aldo_schiavone_politologo_nuovo_libro_sinistra_ordine_mondiale_progressisti-386900578/

 

Lavoro/Schiavone

Aldo Schiavone – Sinistra! Un manifesto – Einaudi (2023)

Fra conquiste tecnologiche ed emancipazione dell’umano e’ esistito sempre […] un nesso strettissimo.
Senza macchine e senza tecnologia la divisione sociale del lavoro aveva assunto nel passato caratteri cosi’ oppressivi – per garantire la formazione e la sopravvivenza di civilta’ piu’ complesse ed evolute – da rendere indispensabile ricorrere largamente a masse di donne e di uomini ridotti a meri strumenti animati, esseri senza storia e senza futuro […]
Ed e’ per questo che la schiavitu’ e la piu’ completa subalternita’ femminile si presentavano in quei mondi come necessita’ sociali inderogabili, e venivano scambiate percio’ per leggi naturali.
Al contrario, il lavoro delle fabbriche inglesi e poi europee e americane gia’ piene di macchine dal tempo della rivoluzione industriale non aveva piu’ bisogno di schiavi […] Aveva bisogno piuttosto di operai liberi, in grado di vendere sul mercato la propria forza-lavoro, e insieme di partecipare ai consumi dell’intera societa’, per quanto schiacciati dallo sfruttamento capitalistico dell’epoca.
La tecnologia allora messa per la prima volta in campo spalancava la strada all’incontro storico fra capitale e lavoro: il motore dell’emancipazione delle classi popolari dell’Occidente, e poi delle prime conquiste verso la parita’ di genere

Info:
https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/02/14/news/schiavone_la_sinistra_il_passato_e_il_presente-11341021/
https://www.infinitimondi.eu/2023/03/08/tre-libri-recenti-3-sinistra-un-manifesto-di-aldo-schiavone-einaudi-2023-una-bolognina-trentanni-dopo-recensione-di-gianfranco-nappi/
https://www.marx21.it/cultura/un-manifesto-per-la-sinistra-una-lettura-critica-dellultimo-libro-di-aldo-schiavone/

Lavoro/Harari

Yuval Noah Harari – Homo Deus. Breve storia del futuro – Bompiani (2018)

Nel corso della storia il mercato del lavoro e’ stato suddiviso in tre ambiti principali: agricoltura, industria e servizi.
Fino al 1800 circa la grande maggioranza degli individui lavorava in agricoltura e soltanto una piccola minoranza era occupata nell’industria e nei servizi.
Durante la Rivoluzione industriale gli abitanti dei paesi sviluppati abbandonarono i campi e gli animali. La maggior parte comincio’ a lavorare nell’industria, mentre un numero crescente di persone trovava lavoro nei servizi.
Negli ultimi decenni i paesi sviluppati sono stati investiti da un’altra rivoluzione: dopo che il lavoro nelle fabbriche e’ evaporato, il settore dei servizi si e’ espanso. Nel 2010 solo il 2% degli americani lavorava nell’agricoltura e il 20% era occupato nell’industria, mentre il 78% era costituito da insegnanti, dottori, web designer e cosi’ via.
Quando algoritmi privi di mente saranno capaci di insegnare, diagnosticare malattie e progettare documenti digitali meglio degli umani, che cosa faremo? […]
Nel XIX secolo la Rivoluzione industriale pose le condizioni per la formazione di un vasto proletariato urbano, e il socialismo si diffuse perche’ nessun altro sistema di valori riusciva a rispondere alle inedite esigenze, speranze e paure di questa nuova classe operaia. Alla fine il liberalismo ha sconfitto il socialismo soltanto adottando le parti migliori del programma socialista.
Nel XXI secolo potremmo assistere alla creazione di una nuova massiccia classe di disoccupati: la gente deprivata di qualsiasi valore economico, politico e persino artistico, che non contribuisce in alcun modo alla prosperita’, al potere e alla gloria della societa’.
Questa “classe inutile” non sara’ semplicemente disoccupata – sara’ inoccupabile […]
Per esempio, esiste un 99% di probabilita’ che dal 2033 i venditori telefonici umani e gli agenti assicuratori perderanno i loro lavori a causa degli algoritmi. Esiste un 98% di probabilita’ che lo stesso accadra’ ai cronisti sportivi, al 97% dei cassieri e al 96% degli chef. Camerieri: 94%. Assistenti paralegali: 94%. Guide turistiche: 91%. Fornai: 89%. Autisti di autobus: 89%. Lavoratori edili: 88%. Assistenti veterinari: 86%. Guardie di sicurezza: 84%. Marinai: 83%. Baristi: 77%. Archivisti: 76%. Carpentieri: 72%. Guardie del corpo: 67%. E così via

Info:
https://www.leggeredistopico.com/2022/06/08/recensione-homo-deus-breve-storia-del-futuro-di-yuval-noah-harari/
https://www.getstoryshots.com/it/books/homo-deus-summary/
https://claudiamorelli.it/innovazione-legale/recensione-homo-deus/

 

Societa’/Schwab

Klaus Schwab – La quarta rivoluzione industriale – Franco Angeli (2016)

La prima rivoluzione industriale si protrasse dal 1760 circa al 1840 circa. Innescato dalla costruzione di ferrovie e dall’invenzione della macchina a vapore, inauguro’ la produzione meccanica.
La seconda rivoluzione industriale, che ha iniziato nel tardo 19° secolo e fino all’inizio del 20° secolo, reso possibile la produzione di massa, favorito dall’avvento di energia elettrica e la catena di montaggio.
La terza rivoluzione industriale e’ iniziata negli anni ’60. Di solito e’ chiamato computer o rivoluzione digitale perche’ e’ stato catalizzato dallo sviluppo di semiconduttori, mainframe computing (anni ’60), personal computing (anni ’70 e ’80) e Internet (anni ’90).
Consapevole delle varie definizioni e argomentazioni accademiche usate per descrivere le prime tre rivoluzioni industriali, credo che oggi siamo all’inizio di una quarta rivoluzione industriale.
E’ iniziato all’inizio di questo secolo e si basa sulla rivoluzione digitale. E’ caratterizzato da un Internet molto piu’ onnipresente e mobile, da sensori piu’ piccoli e potenti che sono diventati piu’ economici e da intelligenza artificiale e apprendimento automatico.
Le tecnologie digitali che hanno al centro hardware, software e reti di computer non sono nuove, ma in una rottura con la terza rivoluzione industriale, stanno diventando piu’ sofisticate e integrate e, di conseguenza, stanno trasformando le societa’ e l’economia globale […]
La quarta rivoluzione industriale, tuttavia, non riguarda solo macchine e sistemi intelligenti e connessi.
Il suo ambito e’ molto piu’ ampio.
Si verificano simultaneamente ondate di ulteriori scoperte in settori che vanno dal sequenziamento genico alla nanotecnologia, dalle energie rinnovabili al calcolo quantistico. E’ la fusione di queste tecnologie e la loro interazione attraverso i domini fisico, digitale e biologico che rendono la quarta rivoluzione industriale fondamentalmente diversa dalle rivoluzioni precedenti […]
La quarta rivoluzione industriale ha reso possibili nuovi prodotti e servizi che aumentano praticamente a costo zero l’efficienza della nostra vita personale di consumatori. Ordinare un taxi, trovare un volo, acquistare un prodotto, effettuare un pagamento, ascoltare musica o guardare un film: tutte queste attivita’ possono ora essere svolte da remoto.
I vantaggi della tecnologia per tutti noi che consumiamo sono incontrovertibili. Internet, lo smartphone e le migliaia di app ci stanno rendendo la vita piu’ facile e, nel complesso, piu’ produttiva. Un dispositivo semplice come un tablet, che utilizziamo per leggere, navigare e comunicare, possiede la potenza di elaborazione equivalente di 5.000 computer desktop di 30 anni fa, mentre il costo di archiviazione delle informazioni si avvicina allo zero (archiviare 1 GB costa in media meno di $ 0,03 all’anno oggi, rispetto a piu’ di $ 10.000 di 20 anni fa).
Le sfide create dalla quarta rivoluzione industriale sembrano essere principalmente dal lato dell’offerta, nel mondo del lavoro e della produzione

Info:
https://www.salesforce.com/it/blog/2019/08/che-cosa-quarta-rivoluzione-industriale.html
https://www.uniba.it/it/docenti/ciuffreda-antonio/attivita-didattica/la-quarta-rivoluzione-industriale.pdf

Lavoro/Schwab

Klaus Schwab – La quarta rivoluzione industriale – Franco Angeli (2016)

Quali nuove opportunita’ potrebbero esistere per le donne in un mercato del lavoro trasformato dalla quarta rivoluzione industriale?
Sebbene sia difficile mappare le competenze e le abilita’ attese in settori non ancora creati, possiamo ragionevolmente presumere che aumentera’ la domanda di competenze che consentano ai lavoratori di progettare, costruire e lavorare insieme a sistemi tecnologici, o in aree che colmano le lacune lasciate da questi innovazioni tecnologiche.
Poiche’ gli uomini tendono ancora a dominare le professioni di informatica, matematica e ingegneria, una maggiore domanda di competenze tecniche specializzate puo’ esacerbare le disuguaglianze di genere.
Tuttavia, puo’ crescere la domanda per ruoli che le macchine non possono soddisfare e che si basano su caratteristiche e capacita’ intrinsecamente umane come l’empatia e la compassione. Le donne sono prevalenti in molte di queste occupazioni, inclusi psicologi, terapisti, allenatori, organizzatori di eventi, infermieri e altri fornitori di assistenza sanitaria

Info:
https://www.salesforce.com/it/blog/2019/08/che-cosa-quarta-rivoluzione-industriale.html
https://www.uniba.it/it/docenti/ciuffreda-antonio/attivita-didattica/la-quarta-rivoluzione-industriale.pdf

Green New Deal/Rifkin

Jeremy Rifkin – Un Green New Deal globale – Mondadori (2019)

Nel XIX secolo la stampa azionata a vapore e il telegrafo, l’abbondanza di carbone e le locomotive sulle reti ferroviarie nazionali si fusero in una piattaforma tecnologica polifunzionale per permettere la gestione, l’alimentazione e la movimentazione della societa’, dando nascita alla prima rivoluzione industriale.
Nel XX secolo l’elettricita’ centralizzata, il telefono, la radio e la televisione, il petrolio a basso costo e i veicoli a combustione interna su reti stradali nazionali contribuirono insieme a creare un’infrastruttura per la seconda rivoluzione industriale.
Ora siamo nel mezzo di una terza rivoluzione industriale.
L’internet delle comunicazioni sta convergendo con un internet dell’energia rinnovabile, a elettricita’ di origine solare ed eolica, e un internet della mobilita’ e della logistica costituito da veicoli autonomi elettrici e a idrogeno, a energia verde, in cima a una piattaforma internet delle cose (IDC) che, incorporata in edifici commerciali, residenziali e industriali, trasformera’ la societa’ e l’economia del XXI secolo.

Info:
https://www.vita.it/it/article/2019/10/15/jeremy-rifkin-un-green-new-deal-globale-per-dare-forza-alleconomia-soc/152979/
https://www.piegodilibri.it/recensioni/un-green-new-deal-globale-jeremy-rifkin/
https://www.techeconomy2030.it/2020/04/24/3-lezioni-dal-libro-di-jeremy-rifkin-un-green-new-deal-globale/

Economia di mercato/Polanyi

Karl Polanyi – Per un nuovo Occidente. Scritti 1919-1958 – il Saggiatore (2013)

La rivoluzione industriale fu uno spartiacque nella storia dell’umanita’.
Tre forze, la tecnologia, l’organizzazione economica e la scienza (esattamente in questa sequenza), ognuna con radici separate e autonome, si collegarono, all’inizio in modo discreto, per poi formare, non piu’ di cent’anni fa, un vortice sociale, il quale continua ancora ad avvolgere con un impeto irresistibile milioni e milioni di persone.
Prima vi furono i macchinari; poi segui’ il processo teso alla deliberata organizzazione dei mercati; la scienza – circa un secolo dopo, ma con un effetto esplosivo – si uni’ per ultima.
Tutte queste forze guadagnarono a 
quel punto velocita’: la tecnologia e la scienza formarono un’alleanza, l’organizzazione economica sfrutto’ le proprie opportunita’, elevando il principio dell’efficienza della produzione – tanto attraverso il mercato, quanto attraverso la pianificazione – a livelli vertiginosi.
La cultura occidentale e’ cio’ che la scienza, la tecnologia e l’organizzazione economica, rafforzandosi l’una con l’altra, senza freni e senza limiti, stanno facendo della vita umana.
Subordinare tali forze (la scienza e la tecnologia, cosi’ come l’organizzazione economica) alla volonta’ di un progresso che sia umano e alla realizzazione di una personalita’ che sia libera, costituisce ormai una necessita’ per la sopravvivenza.
Spetta all’Occidente disciplinare le proprie creature.

Info:
https://www.ilsaggiatore.com/libro/per-un-nuovo-occidente/
https://pierluigifagan.wordpress.com/2013/06/21/per-un-nuovo-occidente-recensione-di-pier-luigi-fagan/