Economia di mercato/ Pettifor

Ann Pettifor – Il Green New Deal. Coe’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

Nel corso dei secoli le societa’ avanzate hanno sviluppato dei sistemi monetari per consentirci di «fare cio’ che possiamo fare» (Keynes).
Il denaro e’ ed e’ sempre stato una forma di tecnologia sociale, che consente a individui, imprese e governi di fare affari, commerciare ed eseguire le transazioni in modo regolare ed efficiente, sia in patria che all’estero.
Come abbiamo detto, il sistema monetario di una societa’, come il suo sistema fognario, e’ un grande bene pubblico.
Tuttavia, abbiamo anche detto che la storia dei sistemi monetari e’ la storia della lotta per il controllo del sistema, tra coloro che vorrebbero esercitare un’autorita’ privata su di esso e coloro che invece preferirebbero un’autorita’ pubblica e democratica.
Negli anni Sessanta e Settanta, i governi occidentali cedettero il controllo effettivo del sistema a un’autorita’ privata: “il mercato”. O, per essere piu’ precisi, a una serie di attori privati operanti nei mercati finanziari.
Questi ultimi sono dominati dalle borse di Wall Street, della City e di Francoforte.

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

L’idea, cioe’, che il “pubblico” sia intrinsecamente altro dal “privato”; dunque, anche dalla semplice addizione di tanti “privati”.
«Privato» e’ – letteralmente – chi manca di una parte, chi e’ privo di una componente costitutiva: nel nostro caso, della dimensione politica dell’esistenza.
«Privato» e’ colui che pensa esclusivamente a se stesso, rifiutando di considerarsi parte di una relazione.
E’ l’idiotes degli antichi Greci: l’individuo che, disinteressandosi della citta’ (della polis), si occupa solo dell’idios: del proprio, del particolare, del singolare.
L’interesse per la polis e’, all’opposto, tratto caratteristico del polites, del cittadino; del civis (da cui: citta’), diranno poi i Romani.
Di colui, cioe’, che si preoccupa di dare una dimensione anche collettiva alla propria esistenza e che, cosi’ facendo, realizza in senso pieno la propria umana natura di zoon politikon: di animale politico, secondo un altro basilare insegnamento aristotelico.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Economia di mercato/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Popolo potere e profitti. Un capitalismo progressista in un’epoca di malcontento – Einaudi (2020)

Occorre ribadire che i mercati da soli non riusciranno a procurare una prosperita’ condivisa e sostenibile.
I mercati svolgono un ruolo impagabile in ogni economia ben funzionante, tuttavia spesso non riescono a raggiungere risultati equi ed efficienti, producendo troppo di alcune cose (inquinamento) e troppo poco di altre (ricerca pura indipendente, o di base).
E, come ha mostrato la crisi finanziaria del 2008, i mercati di per se’ non sono stabili. Gia’ oltre ottant’anni fa, John Maynard Keynes spiegava perche’ le economie di mercato sono spesso caratterizzate da una persistente disoccupazione e ci insegnava come un governo potesse mantenere il sistema economico a un livello di piena occupazione o quasi.
Anche quando esistono profonde discrepanze tra i ritorni sociali di un’attivita’ – vantaggi per la societa’ – e i ritorni privati della medesima attivita’ – vantaggi per un singolo individuo o una compagnia –, i mercati da soli non risolveranno il problema […]
Per un’economia e una societa’ che funzionino meglio, con cittadini che si sentano piu’ prosperi e sicuri, un governo deve infatti spendere denaro, per esempio offrendo una migliore assicurazione contro la disoccupazione e finanziando la ricerca di base; e deve sviluppare regolamentazioni per impedire alle persone di danneggiarsi reciprocamente.
Le economie capitalistiche, quindi, hanno sempre contato su una mescolanza di mercato privato e settore pubblico; la questione non e’ se scegliere i mercati o il settore pubblico, ma come combinarli nel migliore dei modi.

Info:
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/capitalismo-progressista-un-ossimoro
https://www.italypost.it/popolo-potere-profitti-joseph-stiglitz/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/neoliberismo-stiglitz-per-superarlo-serve-un-capitalismo-progressista-che-recida-legami-tra-potere-economico-e-politica/5257897/

Economia di mercato/Jacobs

Michael Jacobs, Mariana Mazzucato – Ripensare il capitalismo – Laterza (2017)

Un ripensamento del capitalismo in questi termini poggia su tre intuizioni fondamentali […]
La prima e’ che abbiamo bisogno di una descrizione piu’ ricca dei mercati e delle imprese al loro interno […]
I mercati vanno concepiti come risultati di interazioni tra operatori economici e istituzioni, sia pubbliche che private. Questi risultati dipenderanno dalla natura degli operatori (per esempio le varie strutture di gestione delle imprese), dalle loro dotazioni e motivazioni, dai vincoli imposti dal corpus legislativo e normativo e dai contesti culturali e dalla natura specifica delle transazioni che vi si svolgono […]
Negli ultimi trent’anni, la visione ortodossa che sostiene che la massimizzazione del valore per l’azionista produce la maggiore crescita economica possibile ha assunto un ruolo dominante nella teoria e nella pratica dell’attività imprenditoriale, in particolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna […]
In Germania, in Scandinavia e in Giappone, per esempio, le aziende sono strutturate, sia con riguardo al diritto societario sia con riguardo alla cultura aziendale, come istituzioni che rendono conto a un più vasto numero di stakeholders (dipendenti compresi), con la produzione e la redditivita’ di lungo termine quale missione primaria. Sono capitaliste anch’esse, ma si comportano in modo diverso […]
La seconda intuizione fondamentale e’ che la forza trainante della crescita economica e dello sviluppo sono gli investimenti, sia pubblici che privati, nell’innovazione tecnologica e organizzativa.
La diffusione di queste innovazioni nell’economia influenza non soltanto i modelli di produzione, ma anche i modelli di distribuzione e di consumo. Negli ultimi duecento anni e’ stata la fonte primaria di miglioramenti della produttivita’, e dei conseguenti aumenti del tenore di vita […]
Il riconoscimento del ruolo del settore pubblico nel processo di innovazione e’ strettamente attinente alla terza intuizione fondamentale, e cioe’ che la creazione di valore economico e’ un processo collettivo. Le imprese non creano ricchezza da sole: nessuna azienda oggi puo’ operare senza i servizi fondamentali forniti dallo Stato: scuole e università, servizi sanitari e sociali, case popolari, previdenza sociale, polizia e difesa, infrastrutture fondamentali come i sistemi di trasporto, le reti energetiche e idriche e i sistemi di smaltimento dei rifiuti. Questi servizi, il livello di risorse di cui dispongono e il tipo di investimenti che vengono effettuati in essi, sono cruciali per la produttivita’ delle imprese private.
Non e’ vero che il settore privato «crea ricchezza» mentre i servizi pubblici finanziati dai contribuenti la «consumano». Lo Stato non si limita a «regolare» l’attivita’ economica privata: il Pil e’ coprodotto.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/ripensare-capitalismo-mazzucato-jacobs/
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12017-lorenzo-cattani-note-su-ripensare-il-capitalismo-di-m-mazzucato-e-m-jacobs.html
https://www.anobii.com/books/Ripensare_il_capitalismo/9788858127445/0151bee1e81a684e52
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127445