Capitalismo/Fagan

Pierluigi Fagan – Verso un mondo multipolare. Il gioco di tutti i giochi nell’era Trump – Fazi (2017)

La dinamica neoliberale di contrazione del potere d’acquisto dei salari per reggere la globalizzazione e, almeno in Europa, di crescita della disoccupazione oltre alle estensioni progressive dei limiti del lavoro, spostando l’eta’ pensionabile, che occludono il ricambio generazionale e le dissennate politiche di austerita’, deprivano i mercati della materia prima, la domanda, mentre continua a crescere l’offerta.
In piu’, i tassi demografici occidentali sono perlopiu’ in contrazione.
La deriva finanziaria di quella che era un’economia di produzione e scambio e’ altresi’ responsabile dell’aggravarsi delle diseguaglianze e dell’impoverimento delle classi medie i cui consumi non sono certo sostituiti da quelli dell’esigua classe dei ricchissimi, i quali oltretutto pagano le tasse offshore. Cioe’ non le pagano.
Tutto cio’ contrae anche la base imponibile con riflessi sui bilanci pubblici i quali, restringendo i servizi sociali, aumentano la spesa per le sempre piu’ limitate sostanze delle famiglie.
L’ipotesi di stagnazione o di crescita debole e l’assenza di inflazione minano alla base la possibilita’ di rientro dal debito, gia’ molto alto e in costante crescita.

Info:
https://pierluigifagan.wordpress.com/verso-un-mondo-multipolare-il-libro/
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/mondo-multipolare/28857-verso-un-mondo-multipolare-il-gioco-di-tutti-i-giochi-nellera-trump

Lavoro/Harvey

David Harvey – Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo – Feltrinelli (2014)

[Riguardo alla] relazione fra cambiamento tecnologico, futuro del lavoro e ruolo del lavoro in rapporto al capitale […] bisogna che il potere d’acquisto, delle “famiglie” cessi di dipendere dal volume,di lavoro che l’economia consuma. E’ necessario che la popolazione, anche se fornisce un numero decrescente di ore di lavoro, guadagni di che acquistare il volume crescente di ricchezza prodotta: la riduzione della durata del lavoro non deve comportare la diminuzione del potere d’acquisto […] Segmenti sempre piu’ ampi della popolazione mondiale saranno considerati ridondanti e inutili come lavoratori produttivi, dal punto di vista del capitale, e avranno grandi difficolta’ a sopravvivere, sia materialmente che psicologicamente.
Alienati da ogni prospettiva di un’esistenza dotata di significato nel regno del lavoro necessario come definito dal capitale, dovranno cercare altrove per costruirsi una vita dotata di significato. Dall’altra parte, la produzione aumentera’, ma da dove potra’ arrivare il corrispondente aumento della domanda?

Info:
https://www.anobii.com/books/Diciassette_contraddizioni_e_la_fine_del_capitalismo/9788807105098/01fd0894dd446aabd4
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/3569-david-harvey-qdiciassette-contraddizioni-e-la-fine-del-capitalismoq.html