Populismo/Collier

Exodus. I tabu’ dell’immigrazione – Paul Collier – Laterza (2016)

Ogni esodo individuale e’ un trionfo dell’intelligenza, del coraggio e dell’ingegno umano sulle barriere burocratiche imposte dai ricchi impauriti.
In quest’ottica emotiva, qualsiasi politica migratoria che non sia quella delle porte aperte appare spregevole.
Eppure, quella stessa migrazione puo’ anche essere considerata un atto di egoismo: i lavoratori che voltano le spalle ai familiari a carico e gli intraprendenti che abbandonano i meno capaci al loro destino ignorano le proprie responsabilita’ nei confronti di chi vive una situazione ancor piu’ disperata della loro.
In quest’altra ottica emotiva, le politiche migratorie devono ricominciare a occuparsi degli effetti subiti da chi resta, che i migranti stessi trascurano.
La stessa migrazione puo’ persino essere considerata un atto di imperialismo alla rovescia: la vendetta delle antiche colonie. Nei paesi ospitanti, i migranti costruiscono colonie che assorbono risorse destinate ai ceti meno abbienti della popolazione locale, con cui entrano in competizione e di cui minano i valori.
In questa terza ottica emotiva, le politiche migratorie devono tutelare chi rimane a casa propria.
Le migrazioni scatenano reazioni emotive, ma se le scelte politiche fossero dettate dall’emotivita’ potrebbero prendere qualsiasi direzione.
Prima ancora di essere analizzati, i fenomeni migratori sono stati strumentalizzati dalla politica.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.theguardian.com/books/2013/sep/19/exodus-immigration-paul-collier-review
https://blogs.lse.ac.uk/lsereviewofbooks/2013/08/05/book-review-exodus-how-migration-is-changing-our-world/

Populismp/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà sull’orlo del collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)

Lo Stato, ritirandosi dalla fornitura di infrastrutture e servizi sociali, sta regredendo a cio’ che era all’inizio: una pura macchina militare e repressiva […]
Mentre ampie fasce della popolazione sprofondano nella poverta’ e lottano per sopravvivere in un’infrastruttura disastrata, il governo si concentra sull’espansione dei sistemi di sorveglianza, delle prigioni e degli apparati militari.
Una conseguenza e’ che la lealta’ dei cittadini nei confronti dello Stato, faticosamente costruita a partire dal XIX secolo, sta diminuendo. Con l’abbandono del compromesso storico tra capitale e lavoro, culminato nei welfare State dei Trente glorieuses, le possibilita’ di governare ancora il sistema nel quadro di una “democrazia controllata” si stanno riducendo.
I cittadini si allontanano dalla politica consolidata, le opzioni diventano piu’ radicali e il sistema ancora piu’ instabile […]
Quando la frustrazione e la rabbia dei cittadini superano una certa soglia, quando il «gregge confuso sfonda il suo recinto e diventa incontrollabile, la politica ha in linea di principio due opzioni: o fare concessioni reali al popolo, stabilire una maggiore giustizia sociale, educare; oppure proteggere gli interessi dei ricchi e dei potenti distraendo il gregge e presentandogli capri espiatori per canalizzare la rabbia.
La strategia del capro espiatorio funziona particolarmente bene in tempi di crisi perche’ cavalca l’insicurezza, la paura e la paranoia latente fornendole immagini concrete: il musulmano terrorista, l’immigrato criminale, il russo guerrafondaio, il cinese ingannevole, l’ebreo avido di denaro, l’europeo meridionale pigro, il tossicodipendente pericoloso, il parassita del welfare e cosi’ via.
L’elenco di questi cliche’ e’ quasi infinito e varia da Paese a Paese. I circoli politici interessati ci giocano virtuosamente per distrarre dalle questioni sistemiche e dai conflitti di distribuzione, mentre parte dei media si offrono come megafono.
In questo modo, a partire dagli anni Duemila, i demagoghi di destra sono riusciti in molte parti del mondo a incanalare la rabbia dei cittadini in nuove immagini di nemici e ad arrivare cosi’ al potere.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Geoeconomia/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

La particolarita’ delle oligarchie occidentali e’ che le loro istituzioni e leggi non sono mutate.
Formalmente, sono ancora delle democrazie liberali, dotate del suffragio universale, di Parlamenti e talvolta di presidenti eletti, nonche’ di una stampa libera.
A sparire sono stati invece i costumi democratici.
Le classi piu’ istruite si ritengono intrinsecamente superiori e le elite, come abbiamo detto, si rifiutano di rappresentare il popolo, al quale non resta che adottare dei comportamenti bollati come populismo.
Ovviamente, sarebbe un errore credere che un sistema del genere possa funzionare in maniera armonica. Il popolo rimane alfabetizzato e la base del suffragio universale, alla quale si sovrappone la nuova stratificazione educativa, e’ tuttora viva. Pertanto, la disfunzione oligarchica delle democrazie liberali necessita di essere regolata e controllata.
Che cosa significa questo? Semplicemente che, essendo le elezioni una procedura ancora in vigore, il popolo deve essere tenuto fuori dalla gestione economica e dalla distribuzione della ricchezza; in sostanza, deve essere ingannato.
Tutto questo richiede un impegno da parte della classe politica, ed e’ persino diventato il lavoro a cui essa riserva la priorita’.
Da qui l’isterizzazione dei problemi razziali o etnici e le chiacchiere inutili su temi seri quali l’ecologia, la condizione femminile e il riscaldamento globale.
Tutto questo ha delle ripercussioni, negative, sulla geopolitica, sulla diplomazia e sulla guerra. Completamente assorbiti dalla loro nuova professione – vincere le elezioni, che ormai non sono altro che delle rappresentazioni teatrali, le quali pero’, come il teatro vero, richiedono impegno e competenze specifiche –, i membri delle classi politiche occidentali non hanno piu’ il tempo di formarsi nella gestione delle relazioni internazionali.
Di conseguenza, si affacciano sulla scena mondiale senza avere gli erudimenti di base necessari. Peggio ancora, abituati a trionfare sui meno istruiti in patria, faticosamente ma il piu’ delle volte con successo (del resto, e’ il loro mestiere), e con cio’ credendosi confermati nella loro superiorita’ intrinseca, si ritrovano a fronteggiare degli avversari reali che difficilmente riescono a impressionare, e i quali, loro si’, hanno avuto il tempo di concepire il mondo senza dover spendere – questo bisogna riconoscerlo – tante energie per prepararsi alle elezioni russe o alle lotte di potere interne al Partito Comunista Cinese.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

Populismo/Parsi

Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2022)

Per molti aspetti, le democrazie contemporanee sono condannate a convivere con il populismo, che rappresenta anche una forma di mediazione tra l’elemento popolare della democrazia e l’elemento liberale, oltre che un vettore delle aspirazioni popolari.
La sua comparsa manifesta un segnale di malessere e insieme un richiamo all’ordine, che si palesa quando si diffonde la percezione che l’equilibrio tra elite e popolo si sia sbilanciato a sfavore del secondo, piu’ suscettibile quindi di apparire nei momenti di tensione, di crisi – vero e proprio indicatore di disagio del corpo sociale e politico – come tipicamente avviene quando si cerca nell’opzione tecnocratica la via d’uscita da una democrazia in affanno.
In tal modo si dimentica che il valore ultimo della democrazia, la sua superiorita’ morale, sta nel procedimento attraverso il quale si formulano le decisioni e le si giudicano e non nella «bonta’» delle decisioni stesse.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Societa’/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)

Quando la frustrazione e la rabbia dei cittadini superano una certa soglia, quando il «gregge confuso» (Walter Lippmann) sfonda il suo recinto e diventa incontrollabile, la politica ha in linea di principio due opzioni: o fare concessioni reali al popolo, stabilire una maggiore giustizia sociale, educare; oppure proteggere gli interessi dei ricchi e dei potenti distraendo il gregge e presentandogli capri espiatori per canalizzare la rabbia.
La strategia del capro espiatorio funziona particolarmente bene in tempi di crisi perche’ cavalca l’insicurezza, la paura e la paranoia latente fornendole immagini concrete: il musulmano terrorista, l’immigrato criminale, il russo guerrafondaio, il cinese ingannevole, l’ebreo avido di denaro, l’europeo meridionale pigro, il tossicodipendente pericoloso, il parassita del welfare e cosiì via.
L’elenco di questi cliche’ e’ quasi infinito e varia da Paese a Paese. I circoli politici interessati ci giocano virtuosamente per distrarre dalle questioni sistemiche e dai conflitti di distribuzione, mentre parte dei media si offrono come megafono.
In questo modo, a partire dagli anni Duemila, i demagoghi di destra sono riusciti in molte parti del mondo a incanalare la rabbia dei cittadini in nuove immagini di nemici e ad arrivare cosi’ al potere: che si tratti del fascista Jair Bolsonaro in Brasile, di Donald Trump negli Stati Uniti, di Narendra Modi in India o di Giorgia Meloni in Italia.
Come gia’ accaduto in Europa negli anni Venti e Trenta, sta diventando evidente che parti del grande capitale finanziano le reti e i partiti di estrema destra perche’ vedono in essi l’ultimo baluardo per difendere i propri privilegi.
Le conseguenze sono fatali perche’ lo spostamento a destra esaspera ulteriormente tutte le dinamiche di crisi globale: il rischio di guerre, la divisione sociale e lo sconvolgimento delle basi naturali della vita.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Laterza (2021)

Le analogie concettuali tra il fondamentalismo del mercato tipico del neoliberismo e il populismo di destra sono numerose.
Ci sono almeno quattro aspetti che li accomunano:
il primo e’ la visione duale della societa’, che per il populismo e’ divisa in popolo ed elite o in «noi» e «altri», mentre per il neoliberismo e’ fatta di «mercato» e «non-mercato» (lo Stato, la burocrazia, la pianificazione economica).
Il secondo e’ l’omogeneita’ delle due parti, la prima delle quali assume valori esclusivamente positivi, la seconda esclusivamente negativi: «buono» e «cattivo», «onesto» e «disonesto» sono tra le coppie di aggettivi preferite dai populisti; «libero», «naturale», «efficiente» sono invece i termini che i teorici neoliberali associano al mercato, contro la «costrizione», il «dogmatismo», l’«inefficienza» delle forze avverse.
Il terzo aspetto e’ l’antagonismo tra volonta’ del popolo e volonta’ delle elite, da una parte, e tra «libero mercato» e «socialismo», dall’altra.
Il quarto e’ la polisemia e vaghezza concettuale dei termini di riferimento: «il popolo» per il primo, «il mercato» per il secondo.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_DOMANI.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
https://www.osservatore.ch/il-nuovo-vento-conservatore-e-la-destra-antidemocratica_66328.html

Populismo/Benerjee

Una buona economia per i tempi difficili – Benerjee A, Duflo E. – Laterza (2020)

L’allarmismo razzista, alimentato dalla paura di un mescolamento delle razze e dal mito della purezza, non si cura dei fatti.
Un’indagine condotta presso un campione di 22.500 autoctoni in sei paesi dove l’immigrazione rappresenta una questione politica di primo piano (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia) ha rivelato l’esistenza di percezioni enormemente errate riguardo al numero e alla provenienza degli immigrati.
Per esempio, in Italia, la percentuale effettiva degli immigrati sul totale della popolazione e’ del 10 per cento, ma la percezione media e’ che sia il 26 per cento.
I partecipanti al sondaggio sovrastimano drasticamente la quota di immigrati musulmani, e anche la quota di immigrati provenienti da Medio Oriente e Nordafrica […]
I politici gettano benzina sul fuoco di queste paure distorcendo i fatti. Durante la campagna elettorale per le presidenziali francesi del 2017, Marine Le Pen ha affermato piu’ volte che il 99 per cento degli immigrati era composto da maschi adulti (in realta’ la percentuale era il 58 per cento) e che il 95 per cento dei migranti che si erano stabiliti in Francia erano «a carico della nazione», perche’ non lavoravano (in realta’, il 55 per cento lavorava).

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/una-buona-economia-per-tempi-difficili-di-abhijit-v-banerjee-e-esther-duflo/
https://www.lindiceonline.com/osservatorio/abhijit-v-banerje-ed-esther-duflo-buona-economia-tempi-difficili/
https://www.doppiozero.com/una-buona-economia-per-questi-tempi-difficili

Geoeconomia/Parsi

Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2022)

L’ordine internazionale liberale, come il Titanic, non era e non e’ un vascello inaffondabile ed e’ stato dirottato dall’imperizia di chi ne e’ al comando […] verso una rotta diversa e molto piu’ pericolosa di quella progettata, sulla quale si staglia inquietante un iceberg che presenta quattro facce, tutte diversamente minacciose, nessuna delle quali puo’ essere sottovalutata:
a) la prima e’ rappresentata da un fenomeno consueto e ricorrente in politica internazionale, ovvero una nuova distribuzione della potenza nel sistema associata alla divergenza delle rispettive politiche, che modifica le relazioni tra USA, Russia e Cina, mentre sullo sfondo si stagliano la fragilita’ e la debolezza dell’Europa;
b) la seconda e’ offerta [dalla] polverizzazione e privatizzazione della minaccia, che consente a gruppi terroristici piu’ o meno organizzati e ramificati di mettere in campo capacita’ distruttive considerevoli e altamente destabilizzanti […] che rischia letteralmente di travolgerci;
c) la terza e’ invece qualcosa del tutto inedito e consiste nella contestazione dello stesso ordine internazionale liberale, nei suoi principi e nelle sue istituzioni, da parte della superpotenza che ne e’ stata e ne resta la maggiore beneficiaria, cioe’ gli Stati Uniti […]
d) la quarta, infine, e’ la deriva delle democrazie occidentali che sembrano incapaci di mantenere la propria rotta, strette tra i mentori di un populismo identitario e sovranista e i cantori dell’oligarchia apolide e tecnocratica: due visioni opposte, che mitizzano o negano il ruolo del popolo, mentre quest’ultimo sembra ormai essere semplicemente scomparso dall’orizzonte politico, economico e culturale delle democrazie liberali evolute.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Capitalismo/Serughetti

La società esiste – Giorgia Serughetti – Laterza (2023)


La fenditura verticale della societa’ genera, piuttosto, quelle forme di rivolta del «popolo» contro l’elite a cui in tutto il mondo occidentale danno voce i populismi.
Il desiderio di rivolta non nasce solo dall’acuirsi delle diseguaglianze, ma anche da quella «tracotanza» dei «vincitori», e dal sentimento di «umiliazione e risentimento» dei «perdenti», che Michael Sandel indica come l’esito politicamente piu’ funesto dell’etica meritocratica, di quella che chiama la «tirannia del merito»: la tracotanza meritocratica riflette la tendenza dei vincitori a godere troppo del proprio successo, dimenticandosi della fortuna e della buona sorte che li ha aiutati nel proprio cammino.
Quanti stanno ai vertici si compiacciono di essersi meritati il proprio destino, cosi’ come sono convinti che quanti stanno in basso si sono meritati il loro […]
La retorica del «se vuoi, allora puoi» diventa particolarmente tossica in condizioni di diseguaglianza dilagante e di mobilita’ sociale bloccata […]
Se la prima frattura e’ di carattere verticale, la seconda possiamo disegnarla in senso orizzontale: e’ quella che separa il «centro» dalla «periferia», dove le due nozioni assumono una valenza non solo geografica, ma anche sociopolitica e culturale […]
«Cio’ che rende periferica una parte della Francia, dell’America, della Gran Bretagna o dell’Italia», scrive il geografo Christophe Guilluy, «e’ innanzitutto il profilo sociale dei suoi abitanti, non la collocazione geografica».
Il «nuovo mondo emerso delle periferie» non riguarda soltanto le persone povere o migranti, ne’ solo i «segmenti marginali degli operai e dei contadini», ma anche «i dipendenti, i lavoratori manuali, i piccoli colletti bianchi, i giovani, i pensionati, gli abitanti delle zone rurali e di quelle urbane. Se li sommiamo l’uno all’altro, ci ritroviamo davanti l’intero insieme sociale».

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29695-patrizio-paolinelli-una-buona-societa-e-possibile.html
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-societa-esiste-di-giorgia-serughetti/

https://www.retisolidali.it/la-societa-esiste-serughetti-serve-una-nuova-grammatica-delle-lotte/
https://www.sololibri.net/La-societa-esiste-Giorgia-Serughetti.html
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/serughetti_fattoquot.pdf
https://www.doppiozero.com/la-verita-vi-prego-sulla-societa
https://eticaeconomia.it/la-societa-esiste/

Populismo/Piketty

Il socialismo del futuro – Thomas Piketty – Baldini+Castoldi (2024)

La strategia di Trump e’ quella classica: fa capire ai piccoli bianchi massacrati dalla globalizzazione che il loro nemico e’ il piccolo negro, l’immigrato, il messicano, il musulmano, e che tutto andra’ meglio se il grande miliardario bianco liberera’ il Paese dalla loro presenza.
Trump esaspera il conflitto razziale e identitario per evitare il conflitto di classe, di cui rischierebbe di fare le spese.
L’accento posto sulle fratture etniche ha svolto un ruolo centrale nell’intera storia degli Stati Uniti, e spiega in buona parte l’esilita’ della solidarieta’ e dello Stato sociale americano. Trump si limita a portare al parossismo la sua strategia, con – peraltro – alcune importanti novita’.
La prima. Fa leva su un’ideologia, quella della fortuna meritata, della sacralizzazione del mercato e della proprieta’ privata, che negli Stati Uniti, negli ultimi decenni, ha raggiunto livelli inediti, elevatissimi.
La seconda. La struttura del conflitto politico tende oggi a ramificarsi nel resto del mondo, specialmente in Europa. Un po’ ovunque, si vede crescere negli elettorati popolari un misto di tentazione xenofoba e di accettazione rassegnata delle leggi del capitalismo globalizzato. Dal momento che e’ illusorio aspettarsi grandi cose dalla regolazione della finanza e delle multinazionali, allora picchiamo duro sugli immigrati e sugli stranieri – se la cosa non ci fara’ forse del bene, ci fara’ comunque meno male.
Molti elettori di Trump o di Le Pen coltivano in fondo una convinzione assai semplice: e’ piu’ facile prendersela con gli immigrati che con il capitalismo finanziario, o immaginare un sistema economico diverso […]
La lezione principale, per l’Europa e il mondo, e’ chiara: e’ urgente riorientare la globalizzazione dalle fondamenta.
Le massime sfide del nostro tempo sono la crescita delle disuguaglianze e il riscaldamento climatico. Occorre metter mano a trattati internazionali che aiutino a rispondere a queste sfide e a promuovere un modello di sviluppo equo e duraturo. Si tratta di accordi di tipo nuovo, che possono contenere, se necessario, misure intese a facilitare gli scambi. Al cui centro, in ogni caso, non va posto il tema della liberalizzazione del commercio, la quale deve tornare a essere cio’ che non ha mai cessato di essere: uno strumento al servizio di obiettivi piu’ elevati.
In concreto, bisogna smettere di firmare accordi internazionali finalizzati alla riduzione dei diritti di dogana e di altre barriere commerciali senza includere nei trattati medesimi, fin dai primi capitoli, regole con tanto di stime, e regole vincolanti, tali da concorrere alla lotta contro il dumping fiscale e climatico: tipo tassi minimi comuni d’imposta sui profitti delle societa’ e target verificabili e sanzionabili di emissione di CO2. Non e’ piu’ possibile negoziare trattati di libero scambio in cambio di niente.

Info:
https://www.linkiesta.it/2023/05/thomas-piketty-ezra-klein-socialismo-partecipativo/
https://riccardosorrentino.blog.ilsole24ore.com/2021/08/27/piketty-un-sovranista-illiberale-sinistra/?refresh_ce=1

https://www.pandorarivista.it/articoli/capitale-e-ideologia-di-thomas-piketty/ 
https://www.micromega.net/piketty-stiglitz-capitalismo-socialismo
https://www.rivistailmulino.it/a/un-futuro-per-la-socialdemocrazia

https://lespresso.it/c/idee/2020/11/1/piketty-per-salvare-il-futuro-diamo-a-tutti-i-giovani-uneredita-di-cittadinanza/45519