Capitalismo/Brancaccio

Emiliano Brancaccio – Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico – Piemme (2022)

Sarebbero duemila in tutto il mondo i fortunati che hanno oltrepassato il miliardo di dollari di patrimonio.
E’ una ristretta cerchia di grandi proprietari che nel 2020, complessivamente, e’ arrivata a detenere una ricchezza di 10.000 miliardi di dollari.
Il dato proviene dalla banca svizzera UBS, che ogni anno pubblica un rapporto sui patrimoni dei grandi ricchi […]
Il rapporto insiste sul fatto che la crisi pandemica ha avuto effetti contrastanti sulle diverse classi sociali: un aumento della disoccupazione e della poverta’ tra i comuni mortali, a fronte di un ulteriore incremento del 7 per cento delle ricchezze in capo ai miliardari. Stando al rapporto UBS, non si era mai registrata una forbice sociale cosi’ ampia […]
Osservando i modi prevalenti in cui questi grandi ricchi impiegano i loro denari, si scopre che investono in larga parte in immobili: appartamenti, ville, palazzi, terreni edificabili. Cio’ significa che una quota rilevante dei loro redditi viene dalla solita, comoda, rendita immobiliare […]
Per giunta, a guardar bene i dati, si scopre che una parte sempre piu’ rilevante di queste grandi ricchezze proviene da lasciti ereditari. Ossia, tra i miliardari e’ sempre piu’ alta la percentuale di rampolli di famiglia, a loro volta figli e nipoti di miliardari.
Come si spiega la tendenza all’aumento degli ereditieri?
Il motivo risiede in un’evidenza segnalata dall’economista Thomas Piketty: da circa quattro decadi, in media, il tasso di rendimento del capitale e’ piu’ alto del tasso di crescita del reddito che viene prodotto ogni anno. Cio’ significa che il reddito che si riesce a creare durante un’intera vita di lavoro cresce meno rapidamente del capitale, incluso il capitale ereditato […]
Sebbene si fatichi ad ammetterlo, l’odierno capitalismo sembra somigliare sempre di piu’ all’ancien regime aristocratico. O peggio, a una sua degenerazione oligarchica.

Info:
https://www.emilianobrancaccio.it/2022/01/03/democrazia-sotto-assedio/
https://www.ilponterivista.com/blog/2021/06/24/democrazia-sotto-assedio/
https://www.micromega.net/brancaccio-capitalismo/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22123-sandor-kopacsi-su-democrazia-sotto-assedio-di-brancaccio.html
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/democrazia-sotto-assedio-29606

Capitalismo/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La nave di Teseo (2021)

Consideriamo ora un fatto di fondamentale importanza.
Il fatto che, dopo il 1980, siano stati rimessi in discussione lo Stato sociale e l’imposta progressiva non ha trovato eco solo nei dibattiti. Ha trovato il modo di materializzarsi anche in un complesso di regole e di trattati internazionali tesi a rendere il cambiamento il piu’ irreversibile possibile.
Il cuore di queste nuove norme e’ la libera circolazione dei capitali, senza alcuna contropartita in termini di regolamentazione o di fiscalita’ comune.
Riassumendo, gli Stati hanno adottato un sistema giuridico in cui gli attori economici possono acquisire un sacro, o quasi, diritto di arricchirsi, grazie alle infrastrutture pubbliche e alle pubbliche istituzioni di un paese (sistema scolastico, sanitario ecc.), per poi spostare i loro attivi, con un tratto di penna o un clic del mouse, in un’altra giurisdizione, senza che non sia stato previsto nulla per rintracciare le ricchezze in questione e metterle a contributo in modo equo e coerente con il resto del sistema fiscale.
Si tratta de facto di una nuova forma di potere censitario: gli Stati firmatari di tali trattati, a partire dal momento in cui rifiutano di attenersi a quanto deciso dai governi precedenti, possono spiegare in totale buona fede ai cittadini che e’ impossibile mettere a contributo i primi beneficiari della fuga di capitali (miliardari, multinazionali, alti redditi) e che di conseguenza essi devono appellarsi ancora una volta alle classi popolari e medie che hanno avuto il buon gusto di rimanere saggiamente radicate al loro paese.
La logica e’ inoppugnabile.
La reazione delle classi subalterne lo e’ altrettanto: completamente pervase da un senso di abbandono e di odio per la globalizzazione

Info:
http://www.lanavediteseo.eu/item/una-breve-storia-delluguaglianza/
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Europa/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La Nave diTeseo (2021)

Il fatto che piu’ colpisce e’ la persistenza di un’iperconcentrazione della proprieta’.
In Europa emerge certo la comparsa sul lungo periodo di una “classe media patrimoniale”.
Nel 1913 il 40% della popolazione compreso tra il 50% piu’ povero e il 10% piu’ ricco possiede solo poco piu’ del 10% del totale delle proprieta’, e nel 2020 ne possiede il 40%, specie sotto forma di beni immobili.
Resta pero’ il fatto che nell’Europa del 2020 il 50% piu’ povero continua a non possedere nulla di tangibile (il 5% del totale), mentre il 10% piu’ ricco ne possiede il 55%.
In altre parole, i primi detengono un patrimonio medio che e’ 500 volte inferiore a quello dei secondi (la loro quota nel totale e’ piu’ di dieci volte inferiore, mentre sono cinque volte piu’ numerosi).

Info:
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza

https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/
http://www.lanavediteseo.eu/item/una-breve-storia-delluguaglianza/

Europa/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La Nave di Teseo (2021)

[In Europa] se si esamina la differenza tra i fondi pubblici ricevuti (per esempio come fondi regionali d’investimento) e i contributi versati sul bilancio dell’Unione europea, si osserva che paesi come la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca o la Slovacchia hanno ricevuto, tra il 2010 e il 2018, trasferimenti pubblici netti compresi tra il 2 e il 4% del loro PIL.
Il problema e’ che i flussi privati in uscita sotto forma di profitti, dividendi e altri redditi da proprieta’, sono stati due volte piu’ elevati nel corso del medesimo periodo: tra il 4 e l’8% del loro PIL.
A Est del continente si fa notare non senza ragione che gli investitori occidentali (tedeschi e francesi in particolare) si sono serviti dei nuovi Stati membri come di un margine di manovra a buon mercato in virtu’ del quale hanno realizzato immensi profitti, condannando i paesi stessi a una subalternita’ economica permanente.
Dal canto loro, Germania e Francia preferiscono tacere sui flussi privati in uscita: li si preferisce vedere come la naturale controparte degli investimenti realizzati, e si privilegia il fatto di guardare unicamente i flussi pubblici in entrata

Info:
http://www.lanavediteseo.eu/item/una-breve-storia-delluguaglianza/
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Stato/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze – La Nave di Teseo (2020)

Tra le critiche tradizionalmente rivolte dai regimi comunisti (soprattutto russi e cinesi) alle istituzioni parlamentari occidentali, due meritano un’attenzione particolare.
La prima e’ che la parita’ dei diritti politici e’ un’illusione, dal momento che i mezzi d’informazione sono prigionieri del potere economico, che in questo modo puo’ assumere il controllo ideologico delle menti, consentendo il persistere delle disuguaglianze.
La seconda e’ strettamente legata alla prima: l’uguaglianza politica rimane teorica, se il finanziamento dei partiti politici consente ai piu’ ricchi di esercitare la loro influenza sui programmi e sulle politiche adottate.
Il timore di un sostanziale controllo del processo politico da parte dei piu’ ricchi si e’ presentato in modo particolarmente accentuato negli Stati Uniti a partire dal decennio 1990-2000, quando la Corte suprema ha in pratica quasi cassato le limitazioni all’impiego del denaro privato in politica.

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Capitalismo/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze – LaNave di Teseo (2020)

Diversi studi e ricerche hanno documentato il ruolo centrale assunto dai socialdemocratici europei, e in particolare dai socialisti francesi, nell’impulso alla liberalizzazione dei flussi di capitale attuata, in Europa e nel mondo, a partire dalla fine degli anni ottanta del Novecento […]
Tuttavia, non sembra che i protagonisti dell’epoca avessero pienamente compreso le conseguenze a lungo termine di una liberalizzazione assoluta dei flussi di capitale […]
La liberalizzazione dei flussi di capitali genera difficolta’ quando non e’ accompagnata da accordi internazionali che consentano sia scambi automatici d’informazioni sull’identita’ dei titolari dei capitali stessi, sia l’attuazione di una politica coordinata ed equilibrata di regolamentazione e di tassazione adeguata degli utili, dei redditi e dei patrimoni interessati.
Il problema e’ che la libera circolazione delle merci e dei capitali, cosi’ come la si e’ attuata a livello mondiale a partire dagli anni ottanta del secolo scorso, sotto l’influenza sia degli Stati Uniti sia dell’Europa, e’ stata concepita a prescindere da qualsiasi obiettivo fiscale e sociale: come se la globalizzazione potesse fare a meno di un gettito fiscale, di investimenti nel campo dell’istruzione, di regole sociali e ambientali.
A quanto sembra, l’assunto implicito e’ che ogni Stato-nazione debba affrontare da solo questi temi, mentre i trattati internazionali avrebbero l’unica funzione di organizzare la libera circolazione, e d’impedire agli Stati di ostacolarla

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Lavoro/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze- La Nave di Teseo (2020)

Il caso della Germania e’ particolarmente interessante data l’importanza del suo modello sociale e industriale nella socialdemocrazia europea […]
Il dibattito parlamentare condusse all’approvazione dell’importante legge sulla cogestione del 1976 – rimasta fino a oggi sostanzialmente invariata –, che ha esteso a tutte le aziende con oltre 2000 dipendenti l’obbligo di riservare ai rappresentanti dei lavoratori meta’ dei seggi e dei diritti di voto (o un terzo, nelle aziende che contano tra 500 e 2000 dipendenti).
Seggi e diritti di voto sono assegnati ai rappresentanti dei lavoratori in quanto tali, indipendentemente dal fatto che detengano o meno quote societarie. Se vi e’ partecipazione azionaria dei dipendenti (a titolo individuale, o come delegati di un fondo pensione o di un’altra struttura collettiva), questa puo’ comportare il loro diritto a ulteriori seggi nei consigli di amministrazione, e al limite condizionare la stessa maggioranza. Lo stesso vale in caso di azionariato pubblico di minoranza(*) […]
La Legge fondamentale tedesca del 1949 adottera’ disposizioni simili, specificando che il diritto di proprieta’ e’ legittimo solo nella misura in cui contribuisce al benessere generale della comunita’.
Il testo menziona esplicitamente la socializzazione dei mezzi di produzione, in termini che estendono le opzioni possibili a misure come la cogestione.

(*) Nel caso della Svezia, la legge del 1974 (prorogata nel 1980 e nel 1987) prevede che un terzo dei seggi nei consigli di amministrazione di tutte le imprese con piu’ di 25 dipendenti sia riservato ai rappresentanti del personale.

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Stato/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze – La Nave di Teseo (2020)

E’ significativa la differenza tra le traiettorie seguite in Cina rispetto a quelle caratteristiche dei paesi occidentali dopo la meta’ degli anni zero del Duemila.
Mentre la Cina, a partire dal 2006, ha stabilizzato la quota (intorno al 30%) di capitale pubblico nel capitale nazionale, in Occidente la crisi finanziaria del biennio 2007-2008 (che ha avuto origine da un eccesso di deregolamentazione della finanza privata e ha prodotto ulteriori arricchimenti da parte dei privati) ha invece determinato un nuovo crollo della ricchezza pubblica […]
Dal momento in cui lo Stato eroga un certo numero di beni e servizi (specie nei settori dell’istruzione e della sanita’), non sarebbe anomalo ritenere che lo Stato debba possedere una parte del capitale produttivo che sia proporzionata alla percentuale di occupati nel settore pubblico del paese […]
Resta il fatto che questo ulteriore indebolimento della ricchezza pubblica in Occidente a seguito della crisi finanziaria ha qualcosa di paradossale.
La deregolamentazione dei mercati ha contribuito ad arricchire molti soggetti, mentre l’amministrazione pubblica si e’ indebitata per far fronte alla recessione e per salvare banche e imprese private: di fatto, i patrimoni privati hanno continuato a crescere indisturbati, e i piccoli e medi contribuenti devono pagare il conto per decenni a venire

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Populismo/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie dusuguaglianze – La Nave di Teseo (2020)

A causa della sua posizione geografica, l’Italia si e’ trovata a dover accogliere sulle sue coste gran parte dei rifugiati arrivati dal Mediterraneo, provenienti dalla Siria, dal Medio Oriente e dall’Africa, attraverso la Libia.
Ma gli altri paesi europei – sempre pronti a dare lezioni di generosita’ al mondo intero, e in particolare all’Italia – nella maggior parte dei casi hanno rifiutato la ripartizione dei flussi di rifugiati, come avrebbe suggerito qualsiasi considerazione umanitaria e razionale.
L’atteggiamento della Francia, di fatto, e’ stato particolarmente ipocrita: i poliziotti francesi sono stati immediatamente schierati alla frontiera italiana per respingere con durezza i migranti; con il risultato che, a partire dal 2015, il paese ha accolto un numero di rifugiati dieci volte inferiore rispetto alla Germania.
Nell’autunno 2018 il governo francese ha poi deciso di chiudere i propri porti alle navi delle organizzazioni umanitarie respinte dall’Italia, rifiutando persino di concedere la bandiera alla nave della ONG SOS Mediterranee condannata cosi’ a restare ormeggiata mentre il bilancio degli annegati in mare diventa sempre piu’ tragico.
Salvini ha avuto buon gioco nel denunciare l’atteggiamento francese, e in particolare quello del giovane presidente Macron, eletto nel 2017, che agli occhi del leghista rappresenta la perfetta incarnazione dell’ipocrisia delle elite europee di fronte alla questione dei migranti.
Tutto cio’ gli ha permesso di giustificare di fronte all’opinione pubblica italiana la durezza della propria politica contro i rifugiati […]
Il caso italiano illustra come il senso di delusione verso l’Unione Europea – che unisce anche Lega e M5S – possa rivelarsi un formidabile collante per la costituzione di coalizioni social-nativiste. Cio’ che rende la Lega e il suo capo Salvini cosi’ pericolosi e’ proprio la capacita’ di unire la dimensione nativista a quella sociale, la questione migratoria al tema del debito pubblico e alla finanza internazionale: il tutto compattato nella denuncia dell’ipocrisia delle elite.
Il medesimo collante in futuro potrebbe essere funzionale alla formazione di coalizioni social-nativiste anche in altri paesi, inclusa la Francia, dove la delusione nei confronti dell’Europa e’ molto forte tra gli elettori LFI e RN.
Il fatto che la costruzione europea sia stata spesso strumentalizzata a fini politici, come si e’ potuto vedere nelle vicende che hanno portato alla crisi dei Gilet Gialli nel 2017-2019 (con la soppressione dell’ISF in nome della concorrenza europea e la conseguente copertura finanziaria tramite l’aumento della tassa sulla CO2 che di fatto colpisce chi si deve recare al lavoro utilizzando la propria automobile), purtroppo rendono concreta questa deriva. Tanto per fare un esempio, nel caso in cui il polo nativista accettasse – per mero opportunismo politico – di attenuare la violenza della sua propaganda contro i migranti, concentrandosi maggiormente sulle questioni sociali e sul braccio di ferro con le istituzioni europee, non e’ affatto escluso che una coalizione social-nativista (come quella proposta da Lega e M5S) possa un giorno arrivare al governo anche in Francia.

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Societa’/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze – La Nave di Teseo (2020)

In tutte le democrazie elettorali occidentali il sistema politico si configurava come un conflitto tra sinistra e destra di tipo classista, incentrato sul problema della redistribuzione.
I partiti socialdemocratici (intesi in senso ampio: dunque, il partito democratico negli Stati Uniti e le varie coalizioni di partiti socialdemocratici, laburisti, socialisti e comunisti in Europa) venivano votati dagli elettori socialmente piu’ svantaggiati, mentre i partiti di destra e di centrodestra (quali il partito repubblicano degli Stati Uniti e le varie coalizioni di partiti cristiano-democratici, conservatori e liberal-conservatori in Europa) raccoglievano i suffragi degli elettori socialmente piu’ avvantaggiati […]
Nel corso dell’ultimo mezzo secolo, in tutti i paesi analizzati il sistema politico sopra descritto si e’ progressivamente logorato. I nomi dei partiti in qualche caso sono rimasti gli stessi (cosi’ e’ accaduto negli Stati Uniti per i partiti democratico e repubblicano, evidentemente ritenuti inossidabili nonostante i numerosi cambi di identita’); in altri casi, si e’ avuto un accelerato rinnovamento delle sigle, come e’ avvenuto in Francia e in Italia negli ultimi decenni. Ad ogni modo, che il nome dei partiti sia rimasto lo stesso o meno, la struttura del conflitto politico nelle democrazie elettorali occidentali tra il 1990 e il 2020 non e’ confrontabile con quella del periodo 1950-1980. Nel dopoguerra, in tutti i paesi analizzati, la sinistra elettorale era il partito dei lavoratori; negli ultimi decenni e’ invece diventata – un po’ dovunque – il partito dei laureati, che raccoglie consensi tanto maggiori quanto piu’ e’ elevato il titolo di studio degli elettori; in questo modo, gli elettori meno istruiti – che
pure hanno ridotto di molto la loro partecipazione alle urne – hanno progressivamente smesso di votare a sinistra, determinando cosi’ un completo ribaltamento dell’effetto istruzione sul voto.
E quando si verifica un cambiamento cosi’ radicale, in tanti paesi diversi e con una dinamica che dura da piu’ di sei decenni, non puo’ trattarsi soltanto di un abbaglio […]
La disaffezione delle classi popolari si spiegano con il fatto che partiti e movimenti politici non hanno saputo rinnovare la propria piattaforma ideologica e programmatica in modo da adeguarla alle nuove sfide socioeconomiche emerse nel corso dell’ultimo mezzo secolo, riconducibili soprattutto alla diffusione dell’istruzione e alla globalizzazione economica.
Con l’accesso senza precedenti all’istruzione universitaria, la sinistra elettorale e’ diventata il partito dei laureati e di chi ha avuto successo negli studi (la “sinistra intellettuale benestante”), mentre la destra elettorale ha continuato a essere votata – anche se meno di un tempo – da chi possiede redditi e patrimoni elevati (la “destra mercantile”). In questo modo, le due compagini che si sono alternate al governo hanno iniziato ad adottare politiche sociali e fiscali non troppo dissimili.
Inoltre, con lo sviluppo di scambi commerciali, finanziari e culturali su scala globale, tutti i paesi sono stati condizionati da una concorrenza sociale e fiscale sempre piu’ agguerrita, a tutto vantaggio dei gruppi che dispongono del capitale umano, di competenze e/o finanziario piu’ elevato e strutturato. Per contro, i partiti socialdemocratici non hanno mai messo a punto un programma di redistribuzione che andasse al di la’ dei rispettivi confini nazionali. In un certo senso, non hanno mai tenuto conto della preoccupazione espressa da Hannah Arendt quando, nel 1951, osservava che la regolamentazione delle forze incontrollate dell’economia globale sarebbe stata possibile soltanto a patto di sviluppare nuove forme politiche transnazionali.
Invece, a partire dagli anni ottanta-novanta del secolo scorso, i partiti socialdemocratici hanno fortemente contribuito a promuovere la liberalizzazione dei flussi di capitale, senza scambio di informazioni e nella totale assenza di norme e tasse comuni (nemmeno tra Stati membri dell’Unione Europea).

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/