Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

L’idea, cioe’, che il “pubblico” sia intrinsecamente altro dal “privato”; dunque, anche dalla semplice addizione di tanti “privati”.
«Privato» e’ – letteralmente – chi manca di una parte, chi e’ privo di una componente costitutiva: nel nostro caso, della dimensione politica dell’esistenza.
«Privato» e’ colui che pensa esclusivamente a se stesso, rifiutando di considerarsi parte di una relazione.
E’ l’idiotes degli antichi Greci: l’individuo che, disinteressandosi della citta’ (della polis), si occupa solo dell’idios: del proprio, del particolare, del singolare.
L’interesse per la polis e’, all’opposto, tratto caratteristico del polites, del cittadino; del civis (da cui: citta’), diranno poi i Romani.
Di colui, cioe’, che si preoccupa di dare una dimensione anche collettiva alla propria esistenza e che, cosi’ facendo, realizza in senso pieno la propria umana natura di zoon politikon: di animale politico, secondo un altro basilare insegnamento aristotelico.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta- Einaudi (2020)

La democrazia diretta ci affascina perche’ promette di realizzare l’ideale dell’autogoverno.
In realta’, espone ciascun cittadino al rischio del dominio di una maggioranza avversa – maggioranza che, oltretutto, ha diritto di imporsi semplicemente in quanto tale, a prescindere da ogni considerazione sul merito delle questioni, secondo una logica di puro decisionismo.
La democrazia della maggioranza, o democrazia maggioritaria, e’ una maschera sotto cui si cela il volto della dittatura della maggioranza, con la sua attitudine alla sopraffazione […]
Democrazia e’ discussione, non decisione.
Democratico e’ chi si confronta apertamente con gli altri: a partire dalle proprie convinzioni, ma alla ricerca di un compromesso.
La mera conta dei voti non produce decisioni democratiche, ma imposizioni di parte. Riducendo la politica a matematica, la democrazia diretta ci espone al rischio del dominio di una maggioranza avversa.
L’esatto opposto dell’autogoverno.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

L’avvento, con la democrazia rappresentativa, del suffragio universale reca con se’ una complicazione, legata alla nascita dei partiti di massa che organizzano la partecipazione politica di un corpo elettorale divenuto amplissimo.
I partiti […] si trasformano in forze politiche strutturate su relazioni impersonali tra funzionari e iscritti, in cui gli eletti sono piu’ agevolmente in rapporto con i dirigenti di partito che con gli elettori.
Di qui, fin dalla prima meta’ del Novecento, la polemica contro le forze partitiche di massa, considerate, anziche’ strumenti di democrazia, macchine elettorali al servizio di singoli individui – i funzionari – tra loro in competizione per l’accaparramento delle cariche pubbliche, mentre gli elettori rimangono relegati in posizione di sudditanza […]
Da un lato, i partiti come causa della degenerazione del sistema politico: ipertrofici, autoreferenziali, bulimici di potere. Responsabili di aver «colonizzato» le istituzioni e di essersi «infiltrati» nella societa’ civile,  «usurpando» funzioni a loro esclusivo vantaggio. Dall’altro lato, i cittadini e i gruppi associativi: gli unici in grado di rimettere in moto il sistema politico, altrimenti irrimediabilmente ingolfato. A condizione di poter realmente «scegliere» e «decidere», attraverso un sistema elettorale maggioritario incentrato sull’«investitura popolare» del capo del governo e tramite adeguati strumenti di democrazia diretta (referendum abrogativo, deliberativo, propositivo ed elezioni primarie).

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta -Einaudi (2020)

Politico – in senso proprio – e’ l’atteggiamento di chi, di fronte a un problema, si interroga alla ricerca della soluzione piu’ idonea per la collettività in se’, non della soluzione migliore per lui e per tutti coloro che condividono i suoi interessi o ideali.
E’ per questo che, come riteneva Rousseau, la volonta’ della maggioranza non realizza inevitabilmente l’interesse generale, ma puo’, al contrario, giungere a negarlo. Il risultato della somma degli egoismi e’ un egoismo di piu’ grande dimensione: non la solidarieta’ necessaria a dare coesione alla societa’ […]
Democrazia e’, anzitutto, discussione. Non scelta.
Piu’ del risultato, conta il procedimento.
La decisione e’, idealmente, risorsa cui ricorrere in ultima istanza, quando ogni altra soluzione rivolta alla creazione del consenso risulta non ulteriormente praticabile.
Democratico e’ l’atteggiamento di chi si confronta apertamente con gli altri: a partire dalle proprie convinzioni, naturalmente, ma con attitudine d’animo rivolta alla ricerca di un compromesso capace di riconoscere il valore delle convinzioni altrui, di coniugare assieme la parte con il tutto […]
Mentre la democrazia diretta, intendendo la «politica come guerra», innesca un gioco «a somma nulla», in cui «chi vince, vince tutto; chi perde, perde tutto», la democrazia rappresentativa, concependo la «politica come trattativa», produce invece un gioco «a somma positiva», in cui, grazie alla mediazione, tutti riescono a ottenere qualcosa. La mera conta dei voti non produce, in definitiva, decisioni democratiche, ma imposizioni di parte.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

Per pigrizia intellettuale, oggi continuiamo a chiamare «partiti» entita’ che nulla piu’ hanno a che spartire con il dettato costituzionale.
Le forze politiche si sono tramutate in franchising di potentati personali o locali, essenzialmente rivolti all’occupazione del potere. Il piano ideale ha perduto significato; spesso sono vicende contingenti, prive di valore generale, a determinare le appartenenze. In molti si muovono, spensierati, tra una formazione e l’altra. Esponenti politici, anche di livello nazionale, si vendono all’asta. Ridicoli personaggi assurgono, per qualche tempo, a fulcro del sistema. Gli elettori sono cartolarizzati in pacchetti di voti compravendibili.
Ormai privo di punti di riferimento ideali, l’elettorato oscilla paurosamente, come una folla impazzita, all’inseguimento dell’imbonitore di turno. I consensi s’impennano e precipitano come sulle montagne russe. Vince chi la spara piu’ grossa. La credibilita’ delle proposte politichesi e’ tramutata in disvalore.
Nessuno piu’ prova a immaginare il futuro, a fissare lo sguardo sull’orizzonte: con il naso schiacciato sui sondaggi, sgomitano tutti per essere i primi a ripetere quel che gli elettori, abbandonati a se stessi, credono di voler sentirsi dire (cio’ che Rodota’ aveva efficacemente definito «sondocrazia»).
Da risorsa, i partiti sono divenuti una minaccia per la democrazia

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
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Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

La sfiducia nella classe politica – il disprezzo, in molti casi – sembra aver toccato l’apice.
Dai politici si e’ estesa ai partiti; da questi agli organi rappresentativi. Sino a dilagare, coinvolgendo le istituzioni costituzionali e, in generale, le strutture di governo della societa’.
Siamo al popolo contro le elite, secondo un’interpretazione di successo.
D’altronde, se la «casta» pensa solamente a se stessa, chi altri, se non il popolo, potrebbe pensare al popolo? […]
Che la classe dirigente – in senso ampio, non limitato all’ambito politico – abbia abdicato alla funzione di “dirigere” la societa’, avviluppandosi su se stessa nell’onanistica coltivazione dei propri interessi, e’ difficilmente contestabile.
Altrettanto difficilmente contestabile e’, tuttavia, che anche sul popolo gravino rilevanti responsabilita’.
Aver negato l’esistenza di problemi evidentissimi – la devastazione dell’ambiente, l’ingiustizia sociale, l’evasione fiscale, il debito pubblico, la criminalita’ organizzata –, accettando di buon grado, quasi reclamando, le blandizie di imbonitori interessati, il nuovismo di guasconi vanagloriosi, le invettive di intrattenitori irresponsabili, il cinismo di bravacci da tastiera: tutto cio’ lo rende egualmente colpevole.

Info:
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Stato/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

I sistemi elettorali sono mezzi. Di per se’, nulla dicono sui fini: dipende da come vengono utilizzati.
Cosi’ come il proporzionale puo’ generare partecipazione o degenerare in partitocrazia, allo stesso modo il sistema maggioritario puo’ assumere le caratteristiche della democrazia d’indirizzo o d’investitura.
Indirizzo e investitura producono entrambi una premiership personalizzata, ma altro e’ che la scelta del leader avvenga in esito alla costruzione dell’identita’ politica di un collettivo organizzato (modello dell’indirizzo), altro che l’identita’ del gruppo si esaurisca nella scelta del leader (modello dell’investitura).
In Italia e’ fin da subito la seconda prospettiva a prevalere […]
Gli effetti della trasformazione maggioritaria, amplificati dal sistema dei media, sono pervasivi.
Lo scontro tra i leader degli schieramenti contrapposti diventa il fulcro di campagne elettorali incentrate sulla personalita’ dei contendenti piu’ che sui programmi da realizzare.
L’aspetto, la storia, il privato dei candidati diventano decisivi elementi di valutazione della loro credibilita’.
Per chi si candida, l’avere un profilo pubblico, l’avere esperienza politica, diventa, improvvisamente, un handicap. L’esserne totalmente a digiuno un vantaggio. Chi ha saputo ben coltivare le proprie cose private si trasforma, per cio’ solo, nel piu’ appetibile dei candidati a occuparsi della cosa pubblica. L’importante e’ che si presenti bene.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
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