Geoeconomia/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

L’ascesa di Bolsonaro e’ un’espressione politica della crisi del capitalismo e dello stato neoliberista; una crisi in cui il sistema non e’ in grado di continuare ad andare avanti nello stesso modo del passato.
La crisi, […] e’ “caratterizzata dalla messa in questione dell’essenza del modo capitalistico di produzione, ora egemonizzato dal capitale finanziario e dalle grandi imprese internazionali” che controllano la produzione globale […]
Il capitale, in altre parole, non puo’ garantire l’accumulazione illimitata di ricchezza e al contempo soddisfare i bisogni della maggioranza impoverita; non ha alcun programma per il popolo o per il paese.
Il governo Bolsonaro rappresenta un’alleanza precaria tra i finanzieri della Scuola di Chicago, i fondamentalisti cristiano-evangelici e i settori piu’ conservatori dell’esercito. Questi promuovono soluzioni cosiddette “di libero mercato” ai problemi, con il pesante appoggio della repressione di stato e della criminalizzazione delle proteste.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Stato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Il progetto neoliberista non avrebbe potuto sopravvivere senza uno stato forte.
Dal punto di vista ideologico questo e’ abbastanza complicato, perche’ la retorica del neoliberismo proclama: “Buttiamo fuori lo stato. Liberiamoci dello stato. Lo stato e’ un problema, percio’ dobbiamo liberarci degli interventi statali”.
Una frase famosa di Ronald Reagan e’ proprio: “Il governo non e’ la soluzione… Il governo e’ il problema”.
Lo stato pero’ non e’ scomparso.
La sua funzione e’ cambiata: dal sostenere le persone creando strutture di welfare, come assistenza sanitaria, istruzione e un’ampia gamma di servizi sociali, e’ passato a sostenere il capitale. Lo stato e’ diventato un agente attivo nel sostenere, o addirittura nel sovvenzionare, il capitale.
Dagli anni ottanta in poi abbiamo visto lo stato impegnarsi in operazioni di ogni tipo a sostegno del capitale […] Lo stato non sostiene piu’ i suoi cittadini ma sostiene le grandi imprese con tutti i mezzi possibili: facilitazioni fiscali, sussidi diretti, infrastrutture, deroghe ai vincoli di legge. Perche’ questo possa accadere e’ necessario uno stato forte.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Societa’/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Non voglio dire che una mossa di questo tipo sia inevitabile, ma dico che esistono segni premonitori che il progetto neoliberista sia in pericolo e stia perdendo legittimazione, e che quelli che perseguono il progetto neoliberista, all’interno della comunita’ degli affari, stiano cercando meccanismi di supporto popolare.
L’oligarchia globale al governo e’ estremamente concentrata e molto piccola. Dall’ultimo rapporto di Oxfam sulla distribuzione della ricchezza, per esempio, risulta che otto persone controllano una ricchezza pari a quella del 50 per cento piu’ povero della popolazione mondiale. Vent’anni fa, quel livello di ricchezza e di potere era appannaggio di 340 individui.
In un certo senso, il progetto neoliberista ha avuto fin troppo successo nel perseguire il suo obiettivo di una crescente concentrazione della ricchezza e del potere nella classe capitalista.
Come questa concentrazione della ricchezza venga giustificata e legittimata e come verra’ conservata sono le grandi domande con cui dobbiamo confrontarci.
Abbiamo intenzione di tollerare questa presunta alleanza fra economia neoliberista e forme politiche neofasciste?
Alleanze del genere stanno gia’ iniziando a emergere in tutto il mondo, in modi preoccupanti. Il fenomeno Bolsonaro in Brasile e’ reale. Vediamo Duterte nelle Filippine, Erdogan in Turchia, Orban in Ungheria e Modi in India. Consideriamo tutte queste persone e vediamo una situazione palesemente pericolosa.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Stato/Balibar

Etienne Balibar – Al cuore della crisi – Castelvecchi (2020)

Per un gran numero di cittadini, cosa che e’ diventata manifesta, c’era da una parte il fatto che […] i servizi pubblici non possono fare a meno di un’azione continua dello Stato pianificatore, costruttore, impiegante, finanziatore, correttore (perlomeno teoricamente) delle ineguaglianze sociali, che garantisca l’accesso universale al «bene comune» della salute.
Inoltre, solo lo Stato puo’ sostenere direttamente o indirettamente le attivita’ di ricerca e di sviluppo che non risultano immediatamente redditizie (come certi vaccini) ma che possono infine possedere un’importanza di vita o di morte.
Cio’ vuol dire anche che, per sostenere il servizio pubblico delle progressive tassazioni, occorrono norme sanitarie e farmaceutiche, ecc.
Tutto cio’ si rivela in manifesta opposizione con l’ideologia e le pratiche del neoliberalismo che dominano a tutt’oggi in Europa e nel mondo, che hanno indotto per certi versi a rivolgere la potenza dello Stato contro le sue stesse funzioni sociali, intraprendendo la distruzione del servizio pubblico dall’interno.

Info:

https://www.ibs.it/al-cuore-della-crisi-ebook-etienne-balibar/e/9788832903683
http://www.castelvecchieditore.com/autori/etienne-balibar/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf

Capitalismo/Pennacchi

Laura Pennacchi – Democrazia economica. Dalla pandemia a un nuovo umanesimo – Castelvecchi (2021)

I Paesi occidentali – non ultima l’Italia – scontano gli esiti del depotenziamento e della dilapidazione di abilita’ delle pubbliche amministrazioni imposte per decenni dall’egemonia neoliberista: l’imponente arretramento dello Stato si e’ risolto in un prosciugamento delle sue energie.
Lo starving the beast di bushiana memoria – concretizzatosi in tagli delle tasse a vantaggio dei ricchi e ulteriore contrazione delle entrate pubbliche – ha talmente affamato le “bestie governative” da averle quasi tramortite.
Anche perche’ l’ostilita’ allo Stato e’ stata alimentata da anni di nefasta teorizzazione di matrice blairiana della superiorita’ delle pratiche di governance su quelle di government, esplicitamente indicate, e auspicate (si vedano i numerosissimi scritti di Sabino Cassese), come metodi di «amministrativizzazione» mediante «depoliticizzazione»

Info:
https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/101090
http://www.castelvecchieditore.com/2021/03/06/democrazia-economica-di-laura-pennacchi/

Europa/Habermas

Jurgen Habermas, Wolfgang Streeck – Oltre l’austerita’. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

L’aumento incontrollato e preoccupante del debito statale dei paesi del Sud Europa, al centro della polemica politica in quel momento, non potevano essere imputati in alcun modo a un «eccesso di democrazia»: ossia a una crescita incontrollata di richieste da parte della popolazione, che aveva prelevato per se’ troppe risorse negli ultimi decenni, attingendo ai fondi pubblici e vivendo al di sopra delle sue reali possibilita’ […]
Gli Stati venivano trasformati in soggetti collettivi dotati di responsabilita’ individuale e, come tali, messi gli uni contro gli altri, da una parte quelli spendaccioni, un po’ indolenti e corrotti del Sud Europa, dall’altra quelli del rigore virtuoso del Nord, di modo che alla fine la solidarieta’ di questi ultimi nei confronti dei primi doveva apparire anche come una punizione […]
La crisi del debito sovrano dei paesi europei andava letta, all’opposto, come l’esito ultimo della complessiva perdita di potere politico da parte della democrazia di massa, registratasi in tutti gli Stati occidentali negli ultimi decenni, e conseguente alla vittoria del neoliberismo nei confronti del capitalismo democratico del dopoguerra.
La crisi debitoria in corso non era stata, quindi, l’effetto di un eccesso di spesa, come volevano i teorici neoliberisti del common pool che si erano occupati del fallimento dello Stato fiscale, ma al contrario la conseguenza del fatto che i gruppi che avevano beneficiato maggiormente dell’economia capitalistica negli ultimi decenni avevano versato nelle casse dello Stato sempre meno, godendo di tagli fiscali, nonostante il loro reddito e il loro patrimonio fossero aumentati costantemente, a spese di coloro che avevano invece continuato a vivere di salario.
Il dibattito pubblico neonazionalista aveva fatto apparire il sovraindebitamento nazionale come un’accusa mossa contro i cittadini di un certo paese, che avevano fatto una vita comoda a spese dei cittadini di altri paesi.

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html

Capitalismo/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano – il Saggiatore (2019)

Stampando denaro si puo’ riuscire a mantenere artificialmente in vita un’economia a tempo indefinito.
Il problema e’ che non si puo’ riuscire a mantenere artificialmente in vita un’ideologia […]
Piu’ la gente la confronta con la sua vita quotidiana,
piu’ l’ideologia neoliberista appare come una bugia.
Invece che sul libero scambio, fa sempre piu’ affidamento su una concorrenza forzata: fra bambini in eta’ scolare, fra universita’, fra citta’, fra lavoratori, fra inquilini, fra tassisti; e lo scopo della concorrenza e’ sempre costringere il cittadino comune a fare di piu’ in cambio di meno.
Invece di un mercato libero pieno di imprenditori, il mondo delle imprese ora e’ dominato da monopoli di proporzioni impensabili all’epoca del capitalismo di Stato: Google, Facebook, Apple, Amazon, Alibaba, Tencent e simili (sempre strutturati in modo che il management abbia piu’ potere rispetto agli investitori comuni, e sempre pronti a distruggere o acquisire potenziali concorrenti).

Info:
https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-futuro-migliore/
https://ilmanifesto.it/la-rivolta-dei-fiocchi-di-neve/
https://www.pulplibri.it/manifesto-ottimista-per-ripartire-oggi/

Geoeconomia/Mason

Paul Mason – Postcapitalismo. Una guida al nostro futuro – il Saggiatore (2016)

Dobbiamo partire dal presupposto che il neoliberismo puo’ esistere solo grazie al fatto che alcuni paesi chiave non lo applicano.
La Germania, la Cina e il Giappone praticano quello che i detrattori definiscono «neomercantilismo»: manipolare gli scambi commerciali, gli investimenti e la valuta per accumulare grandi masse di liquidita’ altrui. Questi paesi in surplus erano visti come eco
nomicamente indolenti, ma nel mondo post crisi sono fra le poche economie rimaste in piedi […]
La principale unita’ di misura degli squilibri globali
e’ la bilancia delle partite correnti, cioe’ la differenza tra importazioni ed esportazioni di beni, servizi e investimenti.
Gli squilibri globali nella 
bilancia delle partite correnti sono cresciuti a ritmi regolari per tutti gli anni novanta; poi, dopo il 2000, sono decollati rapidamente, salendo dall’1 per cento del Pil mondiale al 3 nel 2006.
I principali paesi in deficit erano gli Stati Uniti e gran parte dell’Europa; i paesi in surplus la Cina, il Giappone, il resto dell’Asia, la Germania e i produttori di petrolio.

Info:
https://www.eunews.it/2017/05/13/il-postcapitalismo-secondo-paul-mason/85281
https://ilmanifesto.it/paul-mason-nelle-spire-del-postcapitalismo/
https://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2015/09/postcapitalismo/
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/postcapitalismo-di-paul-mason/

Stato/Barberis

Mauro Barberis – Come internet sta uccidendo la democrazia. Populismo digitale – Chiarelettere (2020)

Lo Stato nazionale, altro mantra della governabilita’, e’ per definizione inefficiente e corrotto: privatizziamo i servizi statali, possibilmente alle imprese multinazionali, ancor piu’ efficienti di quelle interne.
Il risultato del sogno neoliberista, fattosi incubo nel nuovo millennio, e’ che i servizi pubblici non ancora smantellati o resi inservibili oggi si pagano infinitamente di piu’.
Ma qui interessa solo lo svuotamento neoliberista della democrazia, chiamato spesso postdemocrazia dai politologi, ma anche 
«trasformazione dello Stato in un’azienda» dagli imbonitori televisivi.
Uno Stato che fornisce sempre meno servizi e sempre piu’ intrattenimento: la politica stessa, anzi, diviene un dipartimento dello spettacolo.

Info:
https://www.illibraio.it/libri/mauro-barberis-come-internet-sta-uccidendo-la-democrazia-9788832962741/
https://www.lankenauta.it/?p=18988

Economia di mercato/Gallegati

Mauro Gallegati – Acrescita. Per una nuova economia – Einaudi (2016)

Come da molto tempo si sa, la matematica ha stabilito l’inconsistenza logica del modello neoliberista.
Infatti, mentre la realta’ economica continua a rifiutarsi di obbedire alle stravaganti prescrizioni dell’economia teorica dominante, le politiche economiche prescritte dal pensiero unico continuano a flagellarci l’esistenza in nome del mercato.
Il modello neoliberista e’ morto, ma il suo fantasma, che continua ad aggirarsi per il mondo accademico e le istituzioni che contano, sparge danni e sofferenze tramite promesse senza fondamento (sembrerebbe che aggiungere il prefisso «neo» non sia sufficiente a rimediare alle contraddizioni logiche).
Possiamo certo fingere che cosi’ non sia, tanto l’economia sopravvive comunque, ma non rende piu’ tollerabile che il nostro vivere, e quello delle generazioni future, dipenda da speranze basate su teoremi indimostrabili, sul nulla cioe’.

Info:
https://www.decrescita.com/news/acrescita-la-decrescita-morta-lunga-vita-alla-decrescita/