Societa’/Mattei

Ugo Mattei – Il diritto di essere contro. Dissenso e resistenza nella societa’ del controllo – Piemme (2022)

Per un ragazzo nato a inizio secolo, che non fosse cresciuto in un ambiente familiare resistente, il fascismo costituiva un ordinario arredo del mondo, proprio come il neoliberismo lo e’ oggi per i nostri millennial.
Esso aveva i suoi riti, le sue forme, i suoi linguaggi, conferiva i suoi vantaggi di carriera agli osservanti, pareva naturale, immutabile, ovvio, eterno presente.
Le metastasi del fascismo, tuttavia, proprio come quelle del neoliberismo oggi, si moltiplicavano implacabilmente. Prima invisibili ai piu’ che irridevano o negavano le diagnosi precoci, per infine accorgersene quando fu troppo tardi, perche’ esse avevano ormai invaso lo scheletro dello stato (prima di tutto la burocrazia, l’esercito, la scuola e la magistratura) e della societa’ civile.
Cosi’ il fascismo attecchi’ in Italia su un humus sociale rassegnato e opportunista, non cosi’ diverso, mutatis mutandis, da quello che ha spalancato le porte al neoliberismo dopo la caduta del Muro di Berlino accettandone riti, miti, linguaggi e mentalita’ competitiva e consumistica del pensiero unico.
Il fascismo, come il neoliberismo, procedeva implacabile sviluppandosi nelle sue oscene disuguaglianze di classe, nel suo atteggiamento di forza coi deboli e debolezza coi poteri forti internazionali, nel suo divenire sempre piu’ oppressivo, autocratico, corrotto e assassino in un processo di disfacimento di ogni decenza politica e costituzionale.

Societa’/Mattei

Ugo Mattei – Il diritto di essere contro. Dissenso e resistenza nella societa’ del controllo – Piemme (2022)

In Italia, il “governo dei migliori” fu invocato soprattutto da destra negli anni Settanta, come formula gradita da Confindustria per superare politiche di spesa pubblica considerate clientelari.
Il ragionamento e’ semplice: in democrazia il politico risponde al popolo destinatario dei benefici della spesa pubblica.
Il governo tecnico serve per isolare la risposta istituzionale dalla domanda sociale, perche’ quest’ultima e’ da considerarsi capricciosa e contingente. La risposta istituzionale non puo’ dunque rispondere a tali capricci.
Non serve osservare che il compito della politica dovrebbe essere proprio quello di operare mediazioni alte e valutazioni strutturali, assumendosi le responsabilita’ nella scelta di quali domande sociali ascoltare e quali respingere.
Per i teorici dei governi tecnici, imbevuti di retorica “meritocratica”, esiste una verita’ tecnica generale e immutabile, che i governi tecnici seguiranno nell’interesse di tutti […]
Chi invoca i governi tecnici considera la democrazia e l’espressione della volonta’ popolare un fastidioso intoppo per il buon governo […] Sia come sia, nel corso della cosiddetta Prima Repubblica non si era mai realizzato un governo tecnico, strutturazione del potere che invece e’ diventata la cifra, realizzata, sperata o minacciata, della Seconda […]
Insomma, per i governi tecnici la politica democratica e’ il problema, e la techne economica, quella neoliberale […] e’ la soluzione.
Il governo tecnico condivide tratti evidenti con le dittature in quanto, come queste, non tollera dissensi e procede spedito senza chiedere il permesso a nessuno.
In parlamento ci si presenta solo per imporre la fiducia, perche’ il vero “dante causa” non e’ il popolo, ma il capitale. Non solo il dissenso individuale non e’ tollerato, ma anche quello collettivo che si manifesta in qualsiasi proposta politica che sia “contro”

Info:
https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__diritto-essere-contro-ugo-mattei-libro.php
https://officinebrand.it/offpost/il-diritto-di-essere-contro-ugo-mattei-a-bussoleno-presenta-il-nuovo-libro/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/24874-davide-miccione-il-diritto-di-non-essere-a-favore.html?highlight=WyJ1Z28iLCJtYXR0ZWkiLCJtYXR0ZWknIiwidWdvIG1hdHRlaSJd

Capitalismo/Lind

Michael Lind – La nuova lotta di classe. Elite dominanti, popolo dominato e il futuro della democrazia – Luiss (2021)

La teoria implicita del neoliberismo tecnocratico e’ che, a questo punto, gli USA e le societa’ occidentali sono in pratica societa’ senza piu’ classi sociali, nelle quali le uniche barriere significative hanno a che vedere con la razza e il genere.
Le persone in cima alla piramide vi sono arrivate grazie al loro impegno, sulla base delle loro superiori competenze intellettuali o accademiche.
Molti di questi dirigenti d’azienda, finanzieri, avvocati, contabili, ingegneri, funzionari di fondazioni, elite mediatiche e accademici svolgono perlopiu’ lo stesso tipo di lavoro che i loro equivalenti svolgevano mezzo secolo fa, adeguato alle differenze tecnologiche e all’organizzazione industriale odierne.
Si da’ per scontato, pero’, che essi non siano soltanto dirigenti e professionisti vecchio stampo, bensi’ membri di una nuova “classe di creativi” e di una “elite digitale”, che siano i “thinkpreneur” e i “leader intellettuali” dell’“economia della conoscenza” e che vivano in “brain hubs” (volendo usare soltanto alcune delle molte parole lusinghiere entrate a far parte del lessico auto-idolatrante della superclasse).

Info:
https://open.luiss.it/2021/05/20/un-nuovo-compromesso-sociale-salvera-la-democrazia/
https://legrandcontinent.eu/it/2021/04/04/competenti-contro-deplorevoli-la-nuova-lotta-di-classe/
https://www.rivistailmulino.it/a/la-nuova-lotta-di-classe
https://www.centromachiavelli.com/2020/04/06/scalea-lind-guerra-di-classe/
https://www.ilfoglio.it/un-foglio-internazionale/2020/03/16/news/i-cittadini-dimenticati-contro-le-elite-metropolitane-la-nuova-lotta-di-classe-306549/

Economia di mercato/Fazi

Thomas Fazi – Una civiltà possibile. La lezione dimenticata di Federico Caffe’ – Meltemi (2022)

Gli anni Ottanta sono unanimemente riconosciuti come il decennio della grande controrivoluzione neoliberista, di cui si erano poste le fondamenta gia’ nel decennio precedente, come aveva intuito Caffe’, che un po’ in tutto l’Occidente avviarono lo smantellamento degli strumenti “keynesiani” di gestione dell’economia, la deregolamentazione dei mercati e della finanza, l’attacco al sindacato e alla contrattazione collettiva, nonche’ l’ascesa di un “nuovo spirito del capitalismo” fondato sull’elogio dell’individuo, del consumismo, della competitivita’, dell’autoimprenditorialita’, del profitto e della cultura d’impresa (fenomeno che nel contesto italiano prese il nome di “riflusso”).
Simboliche in tal senso furono l’elezione di Margaret Thatcher in Gran Bretagna nel 1979, che annuncio’ il nuovo vangelo dell’individualismo (“La societa’ non esiste”), e quella di Ronald Reagan negli Stati Uniti l’anno seguente, che sintetizzo’ il cambio di paradigma nella famosa affermazione: “Lo Stato non e’ la soluzione, ma il problema”. Sul fronte della teoria, si andava consolidando la visione neoliberista dell’economia e della societa’, che poneva al centro della politica economica la “politica dell’offerta”, che tendeva a far ricadere sulle “rigidita’” del sindacato e sulla contrattazione collettiva la responsabilita’ della disoccupazione.
Era il ritorno in grande del laissez-faire e di una politica economica fondamentalmente indirizzata al controllo dell’inflazione, all’equilibrio del bilancio e alla liberalizzazione dei mercati, con un accento particolarmente aggressivo nei confronti del mercato del lavoro

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-il-manifesto-25-giugno-2022-federico-caffe-leresia-economica-del-benessere-su-una-civilta-possibile-di-thomas-fazi-meltemi.pdf
https://www.micromega.net/invece-dellagenda-draghi/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-capital-5-maggio-2022-rileggendo-federico-caffe-su-una-civilta-possibile-di-t.-fazi-meltemi.pdf
https://www.flaneri.com/2023/01/09/civilta-possibile-fazi/

Capitalismo/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Elemento fondamentale della propaganda neoliberista e’ l’idea che i capitalisti vogliano il ritorno al libero mercato.
In verita’ e’ esattamente il contrario.
Il capitale si nutre di un sofisticato e programmato uso delle leggi per introdurre, sia negli ordinamenti interni che in quelli internazionali, principi e vincoli che mirano a compromettere l’equilibrio costituzionale dello Stato sociale, al fine di favorire la salvaguardia del sistema capitalista a ogni costo.
Cio’ sta avvenendo con un ribaltamento di prospettiva.
I diritti sociali sono nati per assicurare un benessere superiore alle masse rispetto a un sistema improntato sulle mere liberta’ individuali, che non teneva conto del dislivello di forze tra lavoratori deboli e capitalisti forti. L’obiettivo che oggi si pone la comunita’ internazionale, salvaguardare sempre e comunque il capitalismo cosi’ com’e’.
Ecco perché l’attacco contro i lavoratori e lo Stato sociale non assume le sembianze di uno scontro diretto (anche se nella sostanza lo e’), ma passa attraverso la politica della salvaguardia dell’interesse «superiore» dei mercati

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Capitalismo/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Dopo la fase di crescita economica del secondo dopoguerra, il mondo inizia a sperimentare quella che lo studioso Andre Gunder Frank definisce «economia del debito», ossia un sistema economico alimentato da un susseguirsi di recessioni, sempre piu’ intense, a cui si e’ fatto fronte con politiche restrittive, in primo luogo con lo smantellamento del welfare pubblico e con la drastica riduzione della spesa pubblica.
Questi interventi furono adottati in Occidente indipendentemente dal colore politico della maggioranza allora al governo in Francia, in Portogallo, in Spagna, in Grecia e in Italia; stessa cosa avvenne in Gran Bretagna. Nonche’ nei Paesi dell’Est e del Sud del mondo sotto diretto intervento del Fondo Monetario Internazionale.
Austerita’, privatizzazioni e liberalizzazioni sono stati i tre Washington Consensus per tutti gli anni Ottanta e Novanta, rientrando in tale espressione le direttive di politica economica imposte ai Paesi in via di sviluppo che si sono trovati ad affrontare una crisi economica.
Margaret Thatcher e Ronald Reagan sono stati considerati i principali fautori dell’avvento del neoliberismo.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Economia di mercato/Fazi

Thomas Fazi – Una civilta’ possibile. La lezione dimenticata di Federico Caffe’ – Meltemi (2022)

Secondo il vecchio paradigma liberista (“neoclassico” in gergo economico), i mercati fondamentalmente si autoregolano e dunque l’economia, se lasciata a se stessa, con la minor interferenza possibile da parte dei governi, e’ in grado di generare automaticamente stabilita’ e piena occupazione (purche’ i lavoratori siano flessibili nelle loro richieste salariali); per Keynes, al contrario, il capitalismo e’ intrinsecamente instabile e strutturalmente incapace di assicurare la piena occupazione e un’equa distribuzione di reddito e di ricchezza, e se lo si lascia fare – come auspicato dai teorici liberisti del laissez faire (letteralmente “lasciate fare” in francese) – tende inevitabilmente a generare crisi finanziarie ed economiche.
E’ dunque compito dello Stato intervenire nell’economia – attraverso la politica monetaria, fiscale e di bilancio (e, all’occorrenza, la spesa in disavanzo, secondo la logica per cui e’ la spesa a generare la capacita’ di risparmio e non viceversa), e altre forme di regolazione pubblica, anche sostitutive dell’attivita’ economica privata – per sopperire ai problemi generati dal mercato, in primis la disoccupazione, e assicurare cosi’ il benessere collettivo e livelli adeguati di domanda aggregata, mitigando oltretutto gli effetti negativi delle recessioni e delle depressioni economiche.
A questo proposito, molti hanno parlato dello Stato come “datore di lavoro di ultima istanza”.

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-il-manifesto-25-giugno-2022-federico-caffe-leresia-economica-del-benessere-su-una-civilta-possibile-di-thomas-fazi-meltemi.pdf
https://www.micromega.net/invece-dellagenda-draghi/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-capital-5-maggio-2022-rileggendo-federico-caffe-su-una-civilta-possibile-di-t.-fazi-meltemi.pdf
https://www.flaneri.com/2023/01/09/civilta-possibile-fazi/

Capitalismo/Harvey

David Harvey – L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza – David Harvey – Feltrinelli (2011)

Il socialismo mira a gestire e a regolare democraticamente il capitalismo in modo da placarne gli eccessi e ridistribuirne i benefici per il bene comune; il suo obiettivo e’ distribuire la ricchezza per mezzo di un’imposizione fiscale progressiva, mentre le necessita’ di base – come l’istruzione, la sanita’ e persino l’abitazione – vengono soddisfatte dallo Stato al di fuori del sistema di mercato.
Molte delle conquiste fondamentali del socialismo distributivo nel periodo successivo al 1945, in Europa e non solo, sono diventate cosi’ profondamente radicate nella societa’ da essere immuni dall’assalto neoliberista.
Persino negli Stati Uniti, la previdenza sociale e Medicare sono programmi estremamente popolari, che le forze di destra trovano quasi impossibile scalzare.
I seguaci della Thatcher, in Gran Bretagna, non sono riusciti a intaccare il servizio sanitario nazionale se non in misura marginale.
Nei paesi scandinavi e nella maggior parte dell’Europa occidentale le prestazioni sociali sembrano un fondamento incrollabile dell’ordine sociale.
In un sistema socialista la produzione di eccedenza viene gestita attraverso l’intervento attivo nel mercato o la nazionalizzazione dei cosiddetti “vertici” dell’economia (energia, trasporti, acciaio, persino automobili).
La geografia del flusso di capitale viene controllata dall’intervento pubblico, anche laddove gli scambi internazionali prosperano tranquillamente attraverso gli accordi commerciali.
I diritti dei lavoratori, nel posto di lavoro come nel mercato, vengono rinforzati.
Questi ultimi elementi di socialismo sono stati smantellati un po’ ovunque a partire dagli anni ottanta; in effetti, la rivoluzione neoliberista e’ riuscita a privatizzare la produzione dell’eccedenza, liberando i produttori capitalisti da molti vincoli (anche quelli geografici) e indebolendo nel processo il carattere redistributivo in senso progressivo delle funzioni statali.
Si e’ prodotto cosi’ un rapido aumento della disuguaglianza sociale.

Info:
https://www.ibs.it/enigma-del-capitale-prezzo-della-libro-david-harvey/e/9788807104701
https://ilcristo.it/index.php/antropologia/economia/32-harvey-lenigma-del-capitale
http://www.spazioterzomondo.com/2012/05/recensione-david-harvey-l%E2%80%99enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-feltrinelli/

Societa’/Pennacchi

Laura Pennacchi – Democrazia economica -Castelvecchi (2021)

Cosi’ si e’ lasciato solo a soggetti religiosi – come Papa Francesco, il Papa che ha definito il neoliberismo «l’economia che uccide», che denunzia il male che provochiamo alla «nostra sorella Terra», che grida «non reddito ma lavoro per tutti» – di mostrare una persistente forte sensibilità al binomio lavoro/persona, tornando a ribadire con veemenza che il diritto al lavoro e’ primario, superiore alla stesso diritto di proprieta’, e che il rapporto che ha per oggetto una prestazione di lavoro non tocca solo l’avere ma l’“essere” del lavoratore, chiedendo di non ridurre la persona umana a puro elemento dei fenomeni economici e riaffermando la natura di relazione tra soggetti del rapporto lavorativo, soggetti «titolari di una “dignita’” e non solo di un “prezzo”» (com’e’, invece, nella concezione mercificata del lavoro).

Info:
https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/101090
http://www.castelvecchieditore.com/2021/03/06/democrazia-economica-di-laura-pennacchi/

Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

In pratica, l’esperienza ellenica dimostra come, una volta commissariato, il Paese in difficolta’ sia sottoposto alle direttive e al controllo del MES e delle istituzioni europee per un periodo di tempo indeterminato, che puo’ durare decenni, anche in ragione del fatto che, una volta dentro a questo sistema di credito-debito, in caso di ulteriore necessita’ di liquidita’ il Paese deve o puo’ ricorrere a fondi europei che seguono la stessa logica.
Questa forma di concretizzazione politica del neoliberismo postula dunque la sostituzione dei governi, espressione di competizioni politiche cosi’ come previsto dalle costituzioni dei singoli Stati, con un governo ultra statale e ultra decennale privo di legittimazione democratica.
Al governo nazionale sottoposto al commissariamento non resta che attuare riforme prestabilite e calate dall’alto.
Non vi e’ alcun dubbio che si tratti di una sostituzione vera e propria. Per comprenderlo basta leggere i memorandum d’intesa, che contengono appunto prescrizioni dettagliatissime su come dirigere un Paese, ovvero su quali riforme attuare negli svariati campi della sua vita sociale e politica: pensioni, lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, attivita’ produttive, servizi pubblici, privatizzazioni, welfare e tanto altro.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/