Capitalismo/Galli

Carlo Galli – Democrazia, ultimo atto? – Einaudi (2023)

Quando il neoliberismo si affermo’, nel corso degli anni Ottanta, e quando trionfo’ nei Novanta, benche’ non fosse un regime economico e politico popolare, trovo’ il consenso di buona parte dei cittadini (tranne naturalmente di quelli sconfitti, i lavoratori dipendenti sindacalizzati), che credettero di ritrovare cosi’ liberta’, autoaffermazione e occasione di esprimere energia vitale.
Il neoliberismo cerca la propria legittimita’ non solo nel benessere, come avveniva nel regime capitalista della democrazia liberale e sociale, ma nell’entusiasmo, nell’euforia liberatoria, nel piacere attivo e propositivo – lontano dal grigiore conformistico delle societa’ amministrate.
Ogni essere umano puo’ essere imprenditore di se’ stesso, e, libero da lacci e lacciuoli, puo’ fare della propria vita una continua avventura, una scoperta entusiasmante, la proiezione di una piccola o grande volonta’ di potenza.
C’e’ qui un elemento narcisistico che viene soddisfatto attraverso la speranza nella vittoria: e la competizione ha come posta in palio l’appagamento dell’avidita’ personale («greed is good»), piu’ che l’ambizioso disegno di agire per un bene generale.
E’ chiaro quindi che la liberta’ – come attivita’ rivolta alla utilita’ e alla proprieta’ – prevale sull’uguaglianza […]
L’ideologia neoliberista incrociava sentimenti diffusi a livello di massa. Le difficolta’ in cui si inabisso’ il modello liberaldemocratico – stagnazione, inflazione, disoccupazione – avevano generato tenaci insofferenze verso le «mediazioni», e delegittimato partiti, sindacati, istituzioni, visti come impotenti davanti alla crisi, o complici e responsabili di essa […]
Questi risentimenti si accompagnarono a una entusiastica sensazione di liberta’.

Info:
https://www.doppiozero.com/democrazia-ultimo-atto
https://www.pandorarivista.it/event_listing/democrazia-ultimo-atto-con-carlo-galli-flavia-giacobbe-e-damiano-palano/
https://www.repubblica.it/cultura/2023/09/24/news/tramonto_democrazia_libro_di_carlo_galli-415666570/
https://www.youtube.com/watch?v=bMsOzzZ6B1o
https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2019/01/Carlo-Galli-la-crisi-della-democrazia-bdeb1652-b914-416a-871f-e0478803be64.html

Green New Deal/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Insieme, il riscaldamento globale e la deforestazione hanno reso inospitali gli habitat di innumerevoli specie, innescando migrazioni di massa, creando nuove stressanti prossimita’ tra organismi precedentemente distanti e favorendo nuove trasmissioni di agenti patogeni tra di essi.
Questa dinamica ha gia’ provocato una serie di epidemie virali, ciascuna delle quali passata dai pipistrelli all’uomo attraverso un «ospite amplificatore»: l’Hiv attraverso gli scimpanze’, il virus Nipah attraverso i maiali, la Sars attraverso gli zibetti, la Mers attraverso i cammelli e ora il Covid-19, forse trasmesso attraverso i pangolini.
Ne arriveranno altre.
Queste epidemie sono i sottoprodotti non accidentali di un ordine sociale che mette la natura alla merce’ del capitale.
Incentivati ad appropriarsi della ricchezza biofisica nel modo piu’ rapido ed economico possibile, senza alcun obbligo di riparazione o reintegrazione, i capitalisti ammassano profitti decimando le foreste pluviali e bombardando l’atmosfera con i gas serra.
Orientati verso l’accumulazione in ogni epoca, con il neoliberismo questi operatori hanno visto il proprio potere aumentare enormemente e hanno scatenato una cascata crescente di piaghe letali.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
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Capitalismo/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano. Manifesto per un ottimismo radicale – il Saggiatore (2019)

Stampando denaro si puo’ riuscire a mantenere artificialmente in vita un’economia a tempo indefinito.
Il problema e’ che non si puo’ riuscire a mantenere artificialmente in vita un’ideologia […]
Piu’ la gente la confronta con la sua vita quotidiana, piu’ l’ideologia neoliberista appare come una bugia. Invece che sul libero scambio, fa sempre piu’ affidamento su una concorrenza forzata: fra bambini in eta’ scolare, fra universita’, fra citta’, fra lavoratori, fra inquilini, fra tassisti; e lo scopo della concorrenza e’ sempre costringere il cittadino comune a fare di piu’ in cambio di meno.
Invece di un mercato libero pieno di imprenditori, il mondo delle imprese ora e’ dominato da monopoli di proporzioni impensabili all’epoca del capitalismo di Stato: Google, Facebook, Apple, Amazon, Alibaba, Tencent e simili (sempre strutturati in modo che il management abbia piu’ potere rispetto agli investitori comuni, e sempre pronti a distruggere o acquisire potenziali concorrenti) […]
In barba alla mobilita’ sociale, l’accesso a uno stipendio a sei cifre – attraverso le migliori universita’ e qualifiche professionali – e’ diventato, in molti paesi, un fatto ereditario.
I barrow boys, i nuovi arrivati che fecero fortuna nei mercati finanziari della Londra degli anni ottanta partendo dal nulla, sono stati sostituiti dai figli e dalle figlie dei milionari.
Perfino la recitazione, il giornalismo e la professione legale, vocazioni che un tempo rappresentavano una via d’uscita dal proletariato per i ragazzi intelligenti, sono diventati monopolio dei figli dei ricchi, educati nelle scuole private.

Info:
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Economia di mercato/Undiemi

Lidia Undiemi – Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Ponte alle Grazie (2014)

Nel discutere di neoliberismo, bisogna anche chiarire qual e’ il ruolo degli stati dominanti in questo quadro politico globale, che vede quelli piu’ deboli soggetti al dominio delle organizzazioni internazionali.
L’FMI rappresenta l’egemonia statunitense, e il potere che i mercati assumono tramite esso e’ espressione dell’idea di Stato e di modello economico che le forze politiche americane hanno deciso di far prevalere nel proprio territorio e di esportare nel resto del mondo.
Alla stessa maniera, l’organizzazione speculare, il MES, e’ stata realizzata in maniera tale che il piu’ forte, ossia la Germania con la diretta collaborazione dell’FMI, potesse imporre ai PIGS il prezzo del riequilibrio finanziario internazionale, vale a dire i salvataggi delle banche verso le quali quelle tedesche vantavano dei crediti; queste ultime, a loro volta, erano rimaste coinvolte nella grande crisi del 2007 in quanto avevano investito il proprio surplus commerciale (guarda caso) sui titoli subprime statunitensi, nonche’ nei paesi periferici dell’area euro, gonfiando la bolla del debito privato.
L’attuale struttura della globalizzazione economica e finanziaria presuppone, quindi, che dietro l’affermazione del potere del capitale ci sia pur sempre la legittimazione da parte di uno o piu’ stati forti che seguono una determinata linea di politica economica costruita sulla possibilita’ di esercitare pressioni su quelli piu’ deboli […]
La supremazia delle politiche neoliberiste sull’economia generale si regge sulla capacita’ degli americani di finanziare il proprio disavanzo di conto corrente senza i limiti a cui devono invece sottostare i paesi che non emettono moneta di riserva mondiale.
In questo senso, l’economia del debito fondata sul ruolo centrale degli Stati Uniti nel mondo rappresenta il sistema economico-giuridico attraverso cui i costi del sovraconsumo americano, ovvero il deficit pubblico, vengono scaricati sul resto del mondo. Potremmo chiamarla «la tassa dell’Impero».
Nonostante la stabilita’ del dollaro, la decadenza dell’industria americana, ossia dell’economia reale, e l’alto livello dei consumi interni hanno determinato l’aggravarsi del deficit della bilancia commerciale, finanziato dall’afflusso di capitali dall’estero.
Secondo l’FMI infatti dal 1988 gli Stati Uniti hanno assorbito circa la meta’ della domanda mondiale totale […] Il risultato di tutto questo e’ un indebitamento interno colossale e disavanzi record nella bilancia commerciale […]
Il declino del dollaro avrebbe risvolti enormi sul piano della governance globale improntata sull’economia del debito e sulle funzioni di governo dell’FMI, al punto che tale organizzazione internazionale potrebbe essere messa all’angolo nella gestione delle crisi internazionali; cio’ comporterebbe necessariamente un indebolimento del potere politico ed economico che gli Stati Uniti – e conseguentemente le lobby americane – esercitano nel resto del mondo.

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/

Stato/Wagenknecht

Sahra Wagenknecht – Contro la sinistra neoliberale – Fazi (2022)

Nel 2016 l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti e’ stata, non da ultimo, il frutto dei due mandati di Barack Obama, eletto con grandi speranze anche dai meno abbienti e dai meno istruiti, un presidente di cui, alla fine, e’ rimasto soprattutto il ricordo di aver salvato, a suon di miliardi di dollari dei contribuenti, banche corrotte che avevano giocato d’azzardo con i soldi dei risparmiatori, mentre milioni di cittadini con un mutuo sulle spalle perdevano la casa […]
Recitare la parte degli avvocati del popolo contro le elite corrotte, di quelli che restituiranno al popolo l’onore e la dignita’, calpestata da tutti i politici e soprattutto da quelli di sinistra, e’ una componente invariabile della narrazione di destra. Una narrazione che, pero’, e’ resa possibile solo dal fatto che ha un fondo di verita’: le democrazie occidentali non funzionano piu’.
Gli interessi di chi lavora e di chi possiede un livello di istruzione basso o medio, oltre agli appartenenti al ceto medio tradizionale, a rischio di discesa sociale, sono presi di mira ormai da decenni.
Le potenti lobby economiche esercitano molta piu’ influenza sulla politica rispetto ai normali cittadini.
I partiti e gli esponenti politici si possono comprare, in qualche Stato quasi alla luce del sole, in altri con maggiore discrezione.
Tuttavia, non esiste Stato occidentale in cui la politica rimanga insensibile di fronte a grandi donazioni o alla prospettiva di posizioni economiche remunerative […]
Nei paesi occidentali, la maggioranza della gente nutre ormai ben poca fiducia nelle istituzioni pubbliche.
Quanto sia grave la perdita di fiducia emerge da un sondaggio pubblicato a inizio 2020. Le rilevazioni sono state effettuate alla fine del 2019, dunque riflettono l’atmosfera alla vigilia della pandemia.
Gia’ allora, la maggioranza della popolazione nel mondo occidentale non aveva piu’ fiducia nello Stato, nell’economia e nei media, e non prevedeva nemmeno miglioramenti futuri.
In tutto cio’ occorre, non da ultimo, notare il contrasto con l’atmosfera che regna in molti paesi emergenti. Mentre in Cina l’82% e in India il 79% degli interpellati nutrono fiducia nelle sopracitate istituzioni, negli Stati Uniti la percentuale scende al 47, in Germania al 46 e nel Regno Unito al 42%.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/

Capitalismo/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano. Manifesto per un ottimismo radicale – il Saggiatore (2019)

Qualsiasi economia capitalista ha tre elementi costitutivi – terra, lavoro e capitale –, che producono denaro sotto forma di rendite, salari e profitti.
Iniziamo cercando di capire in che modo il neoliberismo ha cambiato la relazione fra queste cose.
Durante l’era del capitalismo di Stato (1945-1979), il mercato era subordinato allo Stato. Lavoro e capitale collaboravano tra loro. Quanto alla «rendita», veniva scoraggiata.
Quando gli economisti usano il termine «rendita» non intendono solo i soldi che frutta un terreno o una proprieta’, ma qualsiasi forma di denaro ricavata dall’accaparramento dell’offerta di qualcosa, che sia una miniera di cobalto, i diritti di pesca su un fiume o la capacita’ stessa di raccogliere capitale.
La rendita non crea ricchezza, si limita a distribuirla da chi produce ricchezza a chi possiede la proprieta’ affittabile, il rentier o redditiero […]
Nell’era neoliberista, al contrario, lo Stato e’ subordinato al mercato; anzi, lo scopo dello Stato e’ spazzare via ogni ostacolo al mercato e imporlo a forza in tutti gli aspetti della vita che rimangono non commerciali, dalla fornitura dell’acqua di rubinetto all’organizzazione di un appuntamento galante.
Il capitale attacca il lavoro, percio’ i profitti aumentano in rapporto al Pil, mentre la quota destinata ai salari diminuisce.
Contemporaneamente, la «rendita» diventa uno stile di vita: sempre piu’ profitti affluiscono nelle tasche di coloro che sono in grado di creare monopoli e fissare prezzi artificialmente alti, siano essi colossi del software come la Microsoft, giganti dei social media come Facebook, banche d’affari come la Lehman Brothers […]
Nella sua fase finale, il neoliberismo – che era nato come una battaglia in difesa dei valori del libero mercato – e’ diventato un mercato tutt’altro che libero, truccato a favore di monopolisti e speculatori, truccato per proteggere la ricchezza di quelli che gia’ ce l’hanno, truccato per produrre una forte disuguaglianza: una situazione garantita dal controllo che l’elite esercita sullo Stato.

Info:
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_05_30-manifesto-Mason-1.pdf
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_10_01-Avvenire-Mason.pdf
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_07_01-Fatto_Quotidiano-Mason-1.pdf

Europa/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

[L’]Unione europea, un tempo considerata l’emblema della «democrazia post-nazionale», si e’ affrettata a eseguire gli ordini dei banchieri e degli investitori, perdendo la sua pretesa di legittimita’ democratica agli occhi di molti.
In generale, il capitalismo finanziarizzato e’ l’era della «governance senza governo», cioe’ di un dominio senza la foglia di fico del consenso.
In questo regime, a fare la parte del leone nelle regole coercitive che oggi governano vasti settori dell’interazione sociale in tutto il mondo non sono gli Stati ma strutture di governance transnazionali come l’Unione europea, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il Nafta e il Trips.
Non dovendo rendere conto a nessuno e agendo prevalentemente nell’interesse del capitale, questi organismi stanno «costituzionalizzando» le nozioni neoliberiste di «libero commercio» e «proprieta’ intellettuale», inserendole a forza nel regime globale e impedendo a priori una legislazione democratica in materia di lavoro e di ambiente

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

A minacciare la nostra democrazia sarebbe il neoliberismo.
Il problema, tuttavia, ha radici piu’ profonde.
Il neoliberismo, dopo tutto, e’ una forma di capitalismo e l’attuale crisi democratica non e’ affatto la prima all’interno di questo sistema.
Ne’ e’ probabile che sia l’ultima, nel caso il capitalismo dovesse perdurare.
Al contrario, ogni fase importante dello sviluppo capitalistico ha dato origine a trambusti politici ed e’ stata da essi trasformata.
Il capitalismo mercantile e’ stato periodicamente scosso – e alla fine abbattuto – da una serie di rivolte di schiavi nelle aree periferiche e di rivoluzioni democratiche nei paesi del centro.
Il suo successore basato sul laissez-faire ha collezionato un secolo e mezzo di turbolenze politiche, tra cui molteplici rivoluzioni socialiste e fasciste, due guerre mondiali e innumerevoli rivolte anticoloniali, prima di cedere il passo, nel periodo interbellico e nel dopoguerra, al capitalismo regolato dallo Stato.
Quest’ultimo regime ha conosciuto a sua volta la sua dose di crisi politiche, trovandosi ad affrontare una massiccia ondata di ribellioni anticoloniali, la rivolta globale della Nuova Sinistra, una prolungata guerra fredda e una corsa agli armamenti nucleari prima di soccombere al rovesciamento neoliberista, che ha inaugurato la fase attuale del capitalismo globalizzante e finanziarizzato.
Un simile inquadramento storico consente di vedere l’attuale crisi democratica in una luce diversa.
I travagli politici del neoliberismo, per quanto acuti, rappresentano l’ultimo capitolo di una storia piu’ lunga, che riguarda le vicissitudini politiche del capitalismo come tale.
A essere incline alla crisi politica e a inibire la democrazia, piu’ che il neoliberismo, e’ il capitalismo stesso.

Info:
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Populismo/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano. Manifesto per un ottimismo radicale – il Saggiatore (2019)

C’erano 2,4 miliardi di persone sul pianeta quando venne firmata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nel 1949: un quarto di loro viveva in paesi sviluppati e democratici, con elite sociali plasmate dalle tradizioni dell’Illuminismo.
Oggi ci sono 7,5 miliardi di persone nel mondo e la maggioranza di loro vive al di fuori di sistemi democratici stabili, in societa’ dove i diritti umani sono negati.
Peggio ancora, le ideologie ufficiali di questi Stati sono totalmente antiumanistiche, per esempio la miscela di confucianesimo e scienza contabile che viene spacciata per «marxismo» in Cina, lo sciovinismo indu’ del regime di Modi in India e il nazionalismo da Grande Russia che anima Putin […]
Non meno importante, c’e’ l’attacco all’umanesimo portato avanti negli ultimi quattro decenni in nome delle teorie economiche del libero mercato. Imponendoci nuove routine, costringendoci ad adottare nuovi comportamenti e valori unicamente per sopravvivere, riducendoci a entita’ economiche bidimensionali, il modello economico noto come neoliberismo ha spazzato via le nostre difese comportamentali e intellettuali contro le varie forme di antiumanesimo da cui siamo bersagliati in questo inizio di xxi secolo.
Il punto di svolta, che ha materializzato tutti questi pericoli e li ha accelerati, e’ stata la vittoria di Trump, e l’ondata mondiale di populismo di destra che ha contribuito a scatenare […]
Trump ha vinto, in altre parole, perche’ un gran numero di americani possedeva riserve non sfruttate e non avversate di razzismo, crudelta’ e misoginia. E identificare nel razzismo e nella misoginia i fattori chiave che hanno spinto gli elettori bianchi a votare Trump ci permette di capire cosa lega il loro progetto a quello di miliardari come Bannon, Mercer e i Koch […]
Ed e’ qui che iniziamo a comprendere la natura storica della vittoria di Trump.
Ognuna di queste ideologie – il neoliberismo nazionalista di Trump, il suprematismo bianco e la misoginia dei suoi sostenitori – si fonda su una tesi biologica riguardo alla natura umana: che i neri siano inferiori ai bianchi, che le donne siano nate per servire gli uomini e provvedere alla riproduzione, che tutti gli abitanti della terra siano geneticamente inclini a competere, a massimizzare la propria ricchezza e a pugnalarsi l’un l’altro alle spalle per riuscirci […]
Insomma, Trump rappresenta qualcosa di piu’ di una scalata al governo federale da parte di una fazione del capitale statunitense consacrata al protezionismo e all’antistatalismo. Rappresenta il trionfo di una teoria reazionaria della natura umana in cui la disuguaglianza – di razza, sesso e condizione economica – e’ determinata dai nostri geni.

Info:
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https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_10_01-Avvenire-Mason.pdf
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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo: Una conversazione con Rahel Jaeggi – Meltemi (2019)

Due diverse funzioni “allocative” di mercato specifiche del capitalismo: l’allocazione delle materie produttive e l’allocazione delle eccedenze […]
La prima idea e’ chiaramente racchiusa in una sorprendente frase di Piero Sraffa: il capitalismo e’ un sistema per “la produzione di merci per mezzo di merci”.
Questo sistema mercatizza tutti i principali materiali diretti alla produzione di merci, inclusi il credito, gli immobili, le materie prime, l’energia e i beni strumentali, come macchinari, impianti, attrezzature, tecnologie e cosi’ via […]
Il secondo punto […]: il capitalismo usa i meccanismi di mercato per determinare come il surplus della societa’ verra’ investito.
Non c’e’ nessun altro tipo di societa’, per quanto io ne sappia, in cui e’ lasciato alle “forze di mercato” decidere questioni cosi’ fondamentali su come le persone vogliono vivere […] delega alle forze di mercato delle piu’ importanti questioni umane, per esempio, in cosa le persone vogliono investire le proprie energie collettive, come vogliono bilanciare il “lavoro produttivo” con la vita familiare, il tempo libero e altre attivita’, quanto e cosa vogliono lasciare alle generazioni future.
Invece di essere trattati come argomenti di discussione e di processi decisionali collettivi, essi sono trasferiti a un apparato per stimarne il valore monetario […]
Il capitalismo fa affidamento sui poteri pubblici per stabilire e far rispettare le sue norme costitutive. Un’economia di mercato e’ inconcepibile, dopo tutto, in assenza di un quadro legale che sostenga l’impresa privata e lo scambio di mercato. La sua storia in primo piano dipende in modo cruciale dai poteri pubblici al fine di garantire i diritti di proprieta’, far rispettare i contratti, giudicare le controversie, sedare le ribellioni anticapitaliste  […]
Allo stesso modo, sono stati gli stati territoriali a mobilitare la “forza legittima” per reprimere la resistenza alle espropriazioni attraverso cui sono nati e sono stati sostenuti i rapporti di proprieta’ del capitalismo.
Infine, sono stati quegli stessi stati a nazionalizzare e assicurare il denaro.
Storicamente, potremmo dire, lo stato ha costituito “l’economia” capitalista.

Info:
https://kriticaeconomica.com/letture-kritiche/finalmente-siamo-tornati-a-parlare-di-capitalismo-nancy-fraser/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazio-jaeggi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
http://www.linterferenza.info/contributi/nancy-fraser-capitalismo-conversazione-rahel-jaeggi/
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-si-infiltra-nelle-nostre-vite-quotidiane/