Stato/Arrighi

Giovanni Arrighi – Il lungo XX secolo. Denaro, potere e le origini del nostro tempo – il Saggiatore (2014)

I dirigenti delle grandi imprese globali stanno cercando di mettere in pratica una teoria dell’organizzazione umana che modifichera’ profondamente il sistema di stati-nazione intorno al quale la societa’ si e’ organizzata per oltre 400 anni. Cio’ che in sostanza essi stanno chiedendo e’ il diritto di trascendere lo stato-nazione e di trasformarlo.

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_lungo_XX_secolo/9788842819035/01360d7a251c1223be
https://www.pandorarivista.it/articoli/egemonia-storia-capitalismo-recensione-a-il-lungo-xx-secolo-di-giovanni-arrighi/
http://tempofertile.blogspot.com/2015/03/giovanni-arrighi-il-lungo-xx-secolo.html

Capitalismo/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

I giganti del web come Facebook, Amazon e Google sono spesso ritratti dai loro dirigenti e dai loro difensori come “forze del bene” e per il progresso della societa’ piuttosto che come aziende orientate al profitto.
Sostenitori entusiasti hanno parlato di una crescente e rivoluzionaria “economia condivisa” o perfino di “socialismo digitale”, proponendo una rosea visione secondo la quale le piattaforme digitali “danno il potere” al popolo, dandoci libero accesso a un’ampia gamma di servizi, dalle reti sociali al posizionamento GPS al controllo della salute.
Silicon Valley e’ in netto e favorevole contrasto con Wall Street. Silicon Valley colma il divario di consumo offrendo servizi accessibili a tutti, quasi indipendentemente dal loro reddito: Wall Street intensifica la concentrazione del potere e della ricchezza nelle mani dell’1% della popolazione […]
Ma l’idea che tali servizi siano offerti a tutti gratuitamente per la buona volonta’ di Silicon Valley, con lo scopo di “dare il potere” al popolo e creare un mondo più aperto, e’ estremamente ingenua.
Un’analisi piu’ realistica dovrebbe iniziare dal comprendere come queste aziende funzionino e da dove traggano i loro profitti, con un occhio alla valutazione del loro impatto sociale globale in termini di creazione di valore e di estrazione di valore.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

Capitalismo/Chang

Ha-Joon Chang -Economia. Istruzioni per l’uso – il Saggiatore (2016)

Quando le societa’ transnazionali evadono le imposte operando sui prezzi di trasferimento, sfruttano (senza pagarli) fattori produttivi collettivi finanziati dal gettito fiscale: istruzione, ricerca e sviluppo.
In altre parole, l’economia del paese ospite sovvenziona tali societa’.

Info:
http://giustiziaintergenerazionale.it/tag/ha-joon-chang/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/critica-dell%E2%80%99espertocrazia-economica/?printpage=undefined

Economia di mercato/Chang

Ha.Joon Chang – Economia. Istruzioni per l’uso – il Saggiatore (2016)

I produttori piu’ importanti sono oggi le grandi corporation che danno lavoro a centinaia di migliaia e talvolta anche a milioni di lavoratori in decine di paesi.
Le 200 corporation piu’ grandi producono circa il 10 per cento dei beni e dei servizi mondiali. Si stima che il 30-50 per cento del commercio internazionale di beni industriali sia in realta’ costituito da scambi intraziendali o dal passaggio di input e output all’interno della stessa impresa multinazionale o transnazionale, con operazioni in piu’ paesi.
Il fatto che la fabbrica di motori Toyota a Chonburi, in Thailandia, «venda» i suoi prodotti agli impianti di assemblaggio Toyota in Giappone o in Pakistan puo’ essere considerato un export thailandese verso questi paesi, ma non si tratta di vere transazioni di mercato.
I prezzi dei prodotti scambiati in questo modo sono dettati dalle sedi centrali giapponesi, non dalla concorrenza di mercato.

Info:
http://giustiziaintergenerazionale.it/tag/ha-joon-chang/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/critica-dell%E2%80%99espertocrazia-economica/?printpage=undefined

Economia di mercato/Klein

Naomi Klein – No logo – BUR (2010)

Molte multinazionali cercano oggi di svincolarsi dai prodotti materiali per arrivare a un significato piu’ profondo del marchio, capace di trasmettere valori quali spirito d’individualita’, atleticita’, natura incontaminata e senso di appartenenza alla collettivita’.
Questo atteggiamento sprezzante nei confronti dei prodotti tangibili ha fatto si’ che il settore marketing, che si occupa appunto dell’identita’ del marchio, consideri il proprio lavoro come qualcosa che non ha nulla a che fare con la fabbrica e che addirittura entra in competizione con il processo produttivo

Info:
https://www.anobii.com/books/No_Logo/9788884900074/017732114b39814fc1
http://www.musil.it/letture/NoLogo/NoLogo-recensione.htm

 

Stato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Lo stato innovatore – Laterza (2014)

Considerando che le imprese moderne spesso sono organizzazioni globali che fanno affari con molteplici governi che rispondono alle esigenze di altrettanti Stati sviluppisti, e’ praticamente impossibile stabilire se le imprese attive in un certo paese ricambino adeguatamente il supporto all’innovazione fornito dalle autorita’ locali.
A causa dei movimenti di capitali (delle imprese) non e’ detto che il paese che piu’ si impegna per finanziare l’innovazione sia anche quello che ne ricava i maggiori benefici economici, per esempio in termini di creazione di posti di lavoro e introiti fiscali.
Presumere che il sistema di tassazione sia in grado di intercettare adeguatamente la giusta quota del reddito prodotto dagli investimenti pubblici e’ tanto discutibile quanto ingenuo.

Info:
https://www.anobii.com/books/Lo_Stato_innovatore/9788858113332/01b596b6e85e38699c
https://www.pandorarivista.it/articoli/lo-stato-innovatore-di-mariana-mazzucato/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/lo-stato-innovatore/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858113332

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – Breve storia del neoliberismo – il Saggiatore (2007)

Sorge […] la questione, molto dibattuta, se questa nuova configurazione di classe [capitalista] debba essere considerata transnazionale o se possa ancora essere intesa come un’entità che rientra nei confini dello stato-nazione […]
Per semplificare le cose, [se] ha ancora senso parlare di interessi della classe capitalista statunitense o britannica o coreana, perche’ interessi aziendali come quelli di Murdoch, di Carlos Slim o del Salim Group traggono vantaggio da specifici apparati statali che al tempo stesso appoggiano. Tuttavia ciascuno di loro puo’ esercitare – e in genere di fatto lo esercita – un potere di classe in più di uno stato simultaneamente […]
Questi individui possiedono inoltre, grazie a organizzazioni come il World Economic Forum di Davos, gli strumenti per scambiarsi idee, associarsi, consultarsi con i leader politici. Esercitano un’immensa influenza sugli affari globali e possiedono una liberta’ d’azione che a nessun cittadino comune e’ concessa.

Info:
https://www.anobii.com/books/Breve_storia_del_neoliberismo/9788842813767/018355f59cc01714a4
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12763-jason-hickel-breve-storia-del-neoliberismo-con-alcuni-antidoti.html

Capitalismo/Jha

Prem Shankar Jha – Il cals prossimo venturo. Il capitalismo contemporaneo e la crisi delle nazioni – Neri Pozza (2015)

L’ascesa delle grandi aziende transnazionali [TNC] ha anche trasformato il commercio mondiale.
Un terzo di quello che viene ancora classificato come commercio internazionale e’ di fatto costituito da transazioni tra societa’ appartenenti alla stessa TNC operanti in paesi diversi. Un altro terzo del commercio internazionale corrisponde alle attivita’ «indipendenti» delle singole affiliate, quali subappalti, concessioni in licenza, franchising e formazione di alleanze strategiche, che non prevedono la partecipazione azionaria della multinazionale capogruppo.
Le TNC controllano cosi’ i due terzi del commercio internazionale.

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_caos_prossimo_venturo/9788854501614/0116bf78de66ec23c1
http://tempofertile.blogspot.com/2017/06/prem-shankar-yha-il-caos-prossimo.html

Stato/Harvey

David Harvey – Breve storia del neoliberismo – il Saggiatore (2007)

Secondo la teoria, lo stato neoliberista dovrebbe favorire in modo precipuo il diritto individuale alla proprieta’ privata, il primato della legalita’, l’istituzione di mercati in grado di funzionare liberamente e il libero scambio […]
Il rispetto dei contratti e i diritti individuali alla liberta’ d’azione, di espressione e di scelta devono essere protetti.
Lo stato deve dunque utilizzare il suo monopolio degli strumenti di coercizione violenta per tutelare queste liberta’ a tutti i costi. Per estensione, la liberta’ delle imprese commerciali e delle grandi aziende (che dal punto di vista legale sono considerate come individui) di operare all’interno della struttura istituzionale di liberi mercati e libero scambio e’ considerata un bene fondamentale.
L’impresa privata e l’iniziativa imprenditoriale sono ritenute fondamentali per l’innovazione e la creazione di ricchezza.
I diritti di proprieta’ intellettuale sono tutelati (per esempio tramite brevetti) in modo da incoraggiare i cambiamenti tecnologici.
Il continuo aumento della produttivita’ dovrebbe dunque garantire a tutti un livello di vita più alto […]
Ma non tutto va per il meglio nello stato neoliberista, ed e’ per questo che esso appare come una forma politica transitoria o instabile. Al cuore del problema c’e’ una disparita’ rapidamente crescente tra gli scopi pubblici dichiarati del neoliberismo (il benessere di tutti) e i suoi risultati effettivi (la restaurazione del potere di classe).
Ma al di la’ di questo c’e’ un’intera serie di contraddizioni piu’ specifiche che e’ opportuno evidenziare.
1. Da una parte ci si aspetta che lo stato neoliberista rimanga in disparte, limitandosi a predisporre l’ambiente piu’ idoneo per le funzioni del mercato, ma dall’altra si vuole che sia interventista per creare un clima favorevole all’attivita’ economica e che si comporti come un’entita’ competitiva nelle politiche globali.
In quest’ultimo ruolo deve funzionare come un’azienda collettiva, e cio’ pone il problema di come garantirsi la fedelta’ dei cittadini. Il nazionalismo e’ una risposta ovvia, ma e’ profondamente antagonistico rispetto al programma neoliberista
2.L’autoritarismo nell’imposizione del mercato mal s’accorda con gli ideali di liberta’ individuali. Piu’ il neoliberismo volge il timone verso il primo, piu’ gli diventa difficile mantenere la sua legittimita’ rispetto ai secondi e piu’ e’ costretto a rivelare i propri toni antidemocratici.
A questa contraddizione si accompagna una crescente mancanza di simmetria nella relazione di potere tra grandi aziende e individui comuni
3. Anche se puo’ risultare cruciale per preservare l’integrita’ del sistema finanziario, l’individualismo irresponsabile e autocelebrativo di coloro che operano al suo interno produce volatilita’ speculativa, scandali finanziari e instabilita’ cronica
4. Si mettono al primo posto le virtu’ della competizione, ma la realta’ e’ il crescente consolidamento del potere oligopolistico, monopolistico e transnazionale all’interno di poche, grandi aziende multinazionali.
A livello popolare, la spinta verso la liberta’ di mercato e la trasformazione di ogni cosa in merce puo’ facilmente impazzire e produrre incoerenza sociale. La distruzione delle forme di solidarieta’ sociale e, come ha suggerito la Thatcher, anche dell’idea stessa di societa’ in quanto tale, lascia un vuoto crescente nell’ordine sociale. Diventa allora particolarmente difficile combattere l’anomia e controllare i comportamenti antisociali che ne conseguono, come criminalita’, pornografia o virtuale riduzione in schiavitu’ di altri.

Info:
https://www.anobii.com/books/Breve_storia_del_neoliberismo/9788842813767/018355f59cc01714a4
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12763-jason-hickel-breve-storia-del-neoliberismo-con-alcuni-antidoti.html

Capitalismo/Jha

Prem Shankar Jha – Il caos prossimo venturo. Il capitalismo contemporaneo e la crisi delle nazioni – Neri Pozza (2015)

Il potere politico delle grandi aziende transnazionali [TNC ] non deriva unicamente dalle cifre, ma dalla concentrazione del potere economico […] nelle mani di alcuni giganti commerciali. Alla fine del millennio, su un totale di 60.000 TNC, alle prime 100 corrispondevano 2100 miliardi di dollari di fatturato con una forza lavoro di 6 milioni di dipendenti […]
Se a queste aggiungiamo le diverse centinaia di colossi del settore bancario, i fondi pensionistici, i fondi comuni di investimento, gli hedge fund e le grandi compagnie assicuratrici, che fanno transitare ogni giorno migliaia di miliardi di dollari oltre i confini nazionali, e che detengono azioni in queste grandi aziende transnazionali per conto di centinaia di milioni di azionisti, possiamo cominciare a intravedere i contorni sia del potere che della vulnerabilita’ economica che guida l’attacco contro l’ordine westfaliano* […] Considerata la posta in gioco, non stupisce che la politica sia […] divenuta schiava dell’economia.
La forza che spinge verso la transnazionalizzazione della produzione e’ la competizione.
Le grandi aziende transnazionali pertanto hanno non solo l’esigenza di spostare la produzione nei luoghi in cui i salari sono piu’ bassi, ma devono anche assicurarsi che ci sia il minor numero di ostacoli possibile all’efficienza della produzione.

* Con il trattato di Vestfalia (1648) si inauguro’ un nuovo ordine internazionale, un sistema in cui gli Stati si riconoscono tra loro proprio e solo in quanto Stati, al di la’ della fede dei vari sovrani. Assume dunque importanza il concetto di sovranita’ dello Stato e nasce una comunita’ internazionale piu’ vicina a come la si intende oggi. (da Wikipedia)

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_caos_prossimo_venturo/9788854501614/0116bf78de66ec23c1
http://tempofertile.blogspot.com/2017/06/prem-shankar-yha-il-caos-prossimo.html