Stato/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Il capitalismo finanziarizzato ha rivisto ancora una volta il rapporto tra economia e politica.
In questo regime, le banche centrali e le istituzioni finanziarie internazionali hanno sostituito gli Stati come arbitri di un’economia sempre piu’ globalizzata.
Attualmente sono loro, e non gli Stati, a stabilire molte delle regole piu’ importanti che governano le relazioni essenziali della societa’ capitalista: tra lavoro e capitale, tra cittadini e Stati, tra centro e periferia e tra debitori e creditori. Nel capitalismo finanziarizzato, quest’ultima relazione e’ cruciale e influenza tutte le altre.
E’ soprattutto attraverso il debito che il capitale cannibalizza il lavoro, disciplina gli Stati, trasferisce valore dalla periferia al centro e spilla ricchezza dalla societa’ e dalla natura. Il fluire del debito attraverso Stati, regioni, comunita’, famiglie e imprese ha determinato un drammatico cambiamento nel rapporto tra economia e sistema politico.
Il regime precedente aveva autorizzato gli Stati a subordinare gli interessi a breve termine delle imprese private all’obiettivo a lungo termine di un’accumulazione sostenuta. Al contrario, l’attuale consente al capitale finanziario di disciplinare gli Stati e le popolazioni nell’interesse immediato degli investitori privati.
L’effetto e’ un peculiare uno-due. Da un lato, le istituzioni statali che prima rispondevano (in qualche modo) ai cittadini sono sempre piu’ incapaci di risolvere i problemi di questi ultimi o di rispondere alle loro esigenze. Dall’altro, le banche centrali e le istituzioni finanziarie internazionali che hanno indebolito le capacita’ degli Stati sono diventate «politicamente indipendenti». Non dovendo rispondere ai cittadini, sono libere di agire per conto di investitori e creditori.
Nel frattempo, la portata dei problemi piu’ urgenti, come il riscaldamento globale, supera il raggio d’azione e la capacita’ di intervento dei poteri pubblici. Questi ultimi, in ogni caso, non hanno la forza di opporsi alle imprese transnazionali e ai flussi finanziari globali, che sfuggono al controllo di enti politici legati a territori delimitati. Il risultato generale e’ la crescente incapacita’ dei poteri pubblici di tenere a freno i poteri privati.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
https://jacobinitalia.it/#facebook

Capitalismo/Mattei

Ugo Mattei – Il diritto di essere contro. Dissenso e resistenza nella societa’ del controllo – Piemme (2022)

(Si noti che il PNRR ha una parte di fondo perduto largamente pubblicizzata per mostrare al popolo credulone che stanno arrivando, grazie a Draghi e al suo ipocrita keynesismo del whatever it takes, un mucchio di soldi in regalo dall’Europa. In realta’,)….. i paesi ricchi, cosiddetti donatori, fingono di preoccuparsi generosamente di quelli poveri, ma i soldi che regalano sono condizionati non solo a nuove “riforme”, ma anche all’essere spesi per acquistare beni e servizi dai paesi donatori (un modello simile all’acquisto di azioni proprie).
Si tratta della piu’ classica trappola della dipendenza postcoloniale, per cui i paesi CFA devono necessariamente importare dalla Francia, quelli ex colonie britanniche dall’Inghilterra e quelli che prendono soldi da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale devono spenderli presso i paesi ricchi che controllano le istituzioni eredi di Bretton Woods […]
In tal modo il grande capitale finanziario, da Vanguard a Goldman Sachs a BlackRock, che detiene le azioni di Big Pharma, potra’ mantenere sostenuti i suoi osceni profitti.
Il legame tra finanziarizzazione del debito e intensita’ della prassi vaccinale e’ il modello sperimentato della GAVI Alliance, promossa dalla Fondazione Bill e Melinda Gates (cui partecipa anche il Ministero dell’Economia italiano) che, utilizzando la confusione tipicamente neoliberale tra filantropia e investimenti privati, costituisce la piu’ imponente strutturazione finanziaria dell’emergenza sanitaria permanente a livello globale. GAVI e’ infatti in campo, a fianco dell’OMS, per “proteggerci”, in modo economicamente sostenibile (ossia neoliberale, concetto ora costituzionalizzato), non solo in questa emergenza sanitaria legata al Covid, ma anche in quelle che verranno […]
Un oligopolio finanziario globale di poche corporation controlla, con complessi sistemi di scatole cinesi, praticamente ogni potere globale estraendo immensi profitti. Esso, di conseguenza, controlla in larga misura i sistemi legislativi delle cosiddette “democrazie occidentali” attraverso un sistema di porte girevoli e di cattura. Ne risulta una “corruzione sistemica” che finisce per determinare in modo non trascurabile, attraverso un pervasivo controllo dei mass media, gran parte dell’opinione pubblica, costruendo un regime di conoscenza con diretto impatto sul personale giudiziario. Larga parte dei magistrati, per opportunismo o mancanza di senso critico, si adegua, pur di fronte allo scempio palese di principi che pur continua a professare.

Info:
https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__diritto-essere-contro-ugo-mattei-libro.php
https://officinebrand.it/offpost/il-diritto-di-essere-contro-ugo-mattei-a-bussoleno-presenta-il-nuovo-libro/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/24874-davide-miccione-il-diritto-di-non-essere-a-favore.html?highlight=WyJ1Z28iLCJtYXR0ZWkiLCJtYXR0ZWknIiwidWdvIG1hdHRlaSJd

Economia di mercato/Kurz

Robert Kurz – Il capitale mondo. Globalizzazione e limiti interni del moderno sisitema produttore di merce – Meltemi (2022)

Il fenomeno della multinazionalizzazione dell’economia ha conosciuto uno sviluppo spettacolare: negli anni Settanta il numero delle compagnie multinazionali ammontava a qualche centinaio mentre oggi sono più di 40.000.
E il volume d’affari complessivo delle 200 maggiori imprese globali contribuisce per piu’ di un quarto all’attivita’ economica mondiale. Queste 200 imprese danno lavoro a solo 18,8 milioni di individui cioe’ a meno dello 0,75% della forza-lavoro globale.
Il volume d’affari di General Motors oltrepassa il PIL danese, quello di Ford supera il PIL sudafricano, quello di Toyota, infine, batte il PIL norvegese.
Gia’ solo sul piano quantitativo l’effetto e’ impressionante e questo sviluppo non si e’ certo arrestato dalla meta’ degli anni Novanta. Oggi si contano piu’ di 60.000 multinazionali e si valuta che il numero delle societa’ affiliate all’estero sia superiore a 500.000.
Al presente sono circa 50 milioni le persone che lavorano direttamente nelle imprese multinazionali e si ritiene che il lavoro di almeno altri 100 milioni di individui sia legato indirettamente alla loro produzione.

Info:
https://sinistrainrete.info/marxismo/22910-massimo-maggini-introduzione-a-il-capitale-mondo.html
https://anatradivaucanson.it/introduzioni/introduzione-a-il-capitale-mondo
https://www.ambienteweb.org/2022/05/21/sinistrainrete-joe-galaxy-il-capitale-mondo-sguardo-su-globalizzazione-complottismi-e-dintorni/
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano – Ponte alle Grazie (2017)

Guardando la televisione ci si rende conto che si spendono centinaia di milioni di dollari per plasmare consumatori disinformati che fanno scelte irrazionali: questa e’ la pubblicita’ […]
E’ ridicolo, se non tragico, pensare che le attivita’ sregolate di chi ci ha portato alla crisi attuale possano farci superare quella crisi, visto che costoro sono esonerati dal rischio di un’azione politica.
La formula magica di mangiare un pelo del cane che ti morde per guarire dall’idrofobia non e’ nulla al confronto di quella per cui ci si convince che i detentori di potere e privilegi porranno rimedio al degrado da essi stessi generato.
Fino a quando la politica rimarra’ un’ombra proiettata sulla societa’ dai grandi interessi economici, l’attenuarsi di quell’ombra non cambiera’ la materia da cui proviene.
L’unico rimedio e’ un’azione politica nuova fondata sugli interessi e le realta’ sociali.

Info:
http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/8738-le-dieci-leggi-del-potere
https://www.parliamodisocialismo.it/2021/12/08/le-dieci-leggi-del-potere-requiem-per-il-sogno-americano/
https://www.anobii.com/books/le-dieci-leggi-del-potere.-requiem-per-il-sogno-americano/9788833311272/0221bd0ebc7778df6c/reviews

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Così va il mondo – Piemme (2017)

“– Il 95% degli americani pensa che le corporation dovrebbero ridurre i loro profitti per offrire maggiori benefici a chi vi lavora e alle comunita’ all’interno delle quali gestiscono i loro affari.
Il 70% pensa che il business abbia troppo potere, e piu’ dell’80% reputa che i lavoratori non abbiano abbastanza voce in capitolo sulle politiche economiche del paese, che l’intero sistema economico sia iniquo e che fondamentalmente il governo non funzioni come dovrebbe poiche’ opera in favore dei ricchi.
– Le corporation – il piu’ vasto sistema di potere dell’Occidente – ottengono concessioni dai singoli stati, quindi esistono i meccanismi legali per revocare tali licenze e porle sotto il controllo dei lavoratori o della comunita’. Questo richiederebbe un ruolo veramente democratico dell’opinione pubblica ma si tratta di una cosa che non e’ mai avvenuta nell’ultimo secolo. In ogni caso i diritti delle corporation sono stati concessi a esse da tribunali e avvocati e non dai legislatori, di conseguenza quel sistema di potere potrebbe essere sgretolato molto rapidamente.
Naturalmente, il sistema, una volta istituito, non puo’ essere smantellato ricorrendo semplicemente a cavilli giuridici. Si devono costruire le alternative sia all’interno dell’economia esistente, sia nelle menti dei lavoratori e delle comunita’. La questione che viene posta va dritta al cuore dell’organizzazione socioeconomica, della natura del potere decisionale, del suo controllo, nonche’ dei diritti umani fondamentali.
– Dal momento che il governo e’ in una certa misura, o quantomeno potenzialmente, controllato dalla gente, anch’esso puo’ essere modificato.
– Circa due terzi di tutte le transazioni finanziarie dell’economia globalizzata avvengono in aree dominate dagli Stati Uniti, dal Giappone e dall’Europa. Queste sono tutte aree dove – almeno in linea di principio – esistono gia’ i meccanismi che potrebbero permettere al pubblico di controllare tali processi.
La gente ha bisogno di organizzazioni e movimenti per poter realizzare tutto questo.

Info:
https://www.lapoesiaelospirito.it/2017/09/15/noam-chomsky-cosi-va-il-mondo/
https://www.ibs.it/cosi-va-mondo-libro-vari/e/9788856626674

Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Il Novecento e’ stato il secolo del petrolio e del dollaro: entrambi hanno segnato il predominio degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale.
Il loro ruolo nel mondo ha corrisposto l’uno alla capacità delle multinazionali statunitensi di controllare la filiera petrolifera, per lo piu’ sostenute dal governo; l’altro alla guida valutaria americana, fondata a Bretton Woods nel 1944 intorno a regole globali costruite sulla centralita’ del dollaro. Entrambi sono stati alimentati da hard power (la forza militare) e soft power (l’egemonia del modello americano) degli Stati Uniti […]
Dopo i conflitti degli ultimi decenni, il petrolio ha iniziato a perdere terreno, via via affiancato dalle nuove fonti rese disponibili dall’innovazione tecnologica, efficienti, meno inquinanti ed economicamente convenienti; quanto al dollaro, si e’ iniziata a ridurre lentamente la sua centralita’ indiscussa e univoca a partire dalle transazioni commerciali, tra le quali i flussi di petrodollari avevano giocato un ruolo essenziale.
La grande crisi del nuovo millennio (2008-2009) con epicentro nei flussi finanziari in dollari, l’emergere di contrasti gestiti dalla presidenza americana in modo non cooperativo con potenze rivali – la Cina, fra tutte, che si pone al centro di un nuovo asse di sviluppo alternativo – e da ultimo ma di rilievo la riduzione del soft power statunitense fanno intravedere la possibilita’ di un futuro multipolare, rispecchiato anche nelle valute e nelle nuove risorse utilizzate

Info:
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%201.pdf
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%203.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/energia-la-grande-trasformazione-di-valeria-termini/

Economia di mercato/Kurz

Robert Kurz – Il capitale mondo. Globalizzazione e limiti interni del moderno sisitema produttore di merce – Meltemi (2022)

Nel suo sviluppo l’esportazione di capitale tradizionale rispettava qualcosa come un principio di costruzione modulare.
Ad esempio, quando Volkswagen, negli anni Settanta, esportava i suoi capitali negli USA o in Brasile, lo faceva costituendo in questi paesi una struttura aziendale per la produzione di automobili pressoche’ identica a quella originaria. Si trattava di investimenti per l’espansione aziendale nel contesto di un’espansione globale del capitale […]
L’esportazione di capitale si traduceva quindi nell’espansione meccanica di questa o quella compagnia […]
Il nuovo processo della globalizzazione, a partire dagli anni Ottanta, ha superato questa forma primordiale […] l’esportazione di capitale si è trasformata in una funzione della razionalizzazione aziendale.
Non si tratta piu’ di investimenti finalizzati all’espansione dell’impresa bensi’ di investimenti per la razionalizzazione, collegati alla chiusura di attivita’ aziendali e ai licenziamenti di massa.
E’ una differenza decisiva rispetto alla vecchia esportazione di capitale secondo il principio dell’architettura modulare che poteva ancora avere luogo nel contesto di un’espansione globale del capitale. Ed e’ proprio in questa fondamentale funzione razionalizzatrice che consiste la sua nuova qualita’

Info:
https://sinistrainrete.info/marxismo/22910-massimo-maggini-introduzione-a-il-capitale-mondo.html
https://anatradivaucanson.it/introduzioni/introduzione-a-il-capitale-mondo
https://www.ambienteweb.org/2022/05/21/sinistrainrete-joe-galaxy-il-capitale-mondo-sguardo-su-globalizzazione-complottismi-e-dintorni/
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Così va il mondo – Piemme (2017)

Nessuna corporation vuole un libero mercato: quello che vogliono e’ il potere […]
Lo chiamano “libero scambio” ma il suo effetto concreto e’ di concentrare il potere. Le grandi multinazionali vogliono ridurre la liberta’ minando il funzionamento democratico degli stati in cui hanno sede e allo stesso tempo assicurarsi che il governo sia abbastanza forte da proteggerle e sostenerle.
Questa e’ l’essenza di quella che talvolta io definisco “dottrina di mercato realmente esistente”.
Se si esamina con attenzione l’intera storia del moderno sviluppo economico, scopriremo che, praticamente senza eccezioni, i fautori dei “liberi mercati” pretendono che questi siano applicati ai poveri e alle classi medie, ma non certo a loro stessi.
Il governo copre i costi delle corporation, le protegge dai rischi del mercato e lascia che intaschino i profitti

Info:
https://www.lapoesiaelospirito.it/2017/09/15/noam-chomsky-cosi-va-il-mondo/
https://www.ibs.it/cosi-va-mondo-libro-vari/e/9788856626674

Capitalismo/Pistor

Katharina Pistor – Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza – Luiss (2021)

Gli economisti hanno finalmente capito che il capitale non e’ una cosa ma una qualita’, anche se molti ancora non lo sanno.
In un recente libro intitolato Capitalismo senza capitale, Haskel e Westlake sostengono che oggi il valore di mercato delle principali corporation non e’ determinato dalle risorse fisiche che possiedono per produrre merci, ma da risorse intangibili – copyright, brevetti e marchi di fabbrica di loro proprieta’ – e dal branding e dai processi di business che hanno sviluppato. […]
Misurare e valutare le risorse intangibili e’ diventato piu’ importante da quando il canonico capitale “reale” fatto di terra, fabbriche, macchinari e altre risorse tangibili ha cominciato a declinare.
Le prove a disposizione ci suggeriscono che tra il 1995 e il 2003 solo l’8 per cento della crescita economica degli Stati Uniti e’ stata dovuta agli investimenti sul capitale tradizionale, mentre gli investimenti sulle risorse intangibili sono passati dal solo 4 per cento di fine anni Settanta a piu’ del 10 per cento nel 2006.
Negli Usa e in Gran Bretagna, anche se in misura inferiore rispetto alle altre economie leader, gli investimenti nei beni intangibili oggi superano quelli in beni tangibili.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-codice-del-capitale-di-katharina-pistor/
https://www.laciviltacattolica.it/recensione/il-codice-del-capitale/
https://www.affaritaliani.it/milano/il-codice-del-capitale-come-il-diritto-crea-ricchezza-disuguaglianze-730254.html
https://www.economiaepolitica.it/in-punta-di-teoria/il-diritto-al-servizio-del-capitale-note-a-margine-di-un-libro-di-katharina-pistor/

Economia di mercato/Hickel

Jason Hickel – The divide. Guida per risolvere la disuguaglianza globale – il Saggiatore (2018)

La tendenza recente piu’ inquietante e’ probabilmente il fatto che il land grabbing oggi viene fatto anche in nome della causa piu’ progressista del secolo: la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Nel 2005 le Nazioni Unite e la Banca mondiale iniziarono a elaborare una nuova strategia volta a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, nota con l’acronimo Redd (che sta per Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation, Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado delle foreste).
La strategia Redd permette alle imprese dei paesi ricchi di acquistare crediti di emissioni per aggirare i limiti da cui sono gravati, e utilizza il ricavato per proteggere le foreste nei paesi in via di sviluppo ed evitare che vengano abbattute a fini commerciali.
In sostanza, l’innovazione di questa strategia sta nel riconoscere che il nostro attuale modello economico attribuisce valore alle foreste soltanto quando gli alberi vengono abbattuti e trasformati in merce; […] ma quando vengono distrutte rilasciano nell’atmosfera enormi quantita’ di questo gas: la deforestazione e’ responsabile del 20 per cento delle emissioni mondiali di gas serra.
La strategia Redd tenta di rimediare a questo segnale di prezzo errato consentendo ai proprietari delle foreste di realizzare profitti non abbattendo gli alberi, riconoscendo che la foresta fornisce un importante «servizio ambientale» a tutta l’umanita’ e che di conseguenza bisogna attribuirle un valore economico […]
La strategia Redd sta anche incoraggiando una nuova ondata di accaparramenti di terre: multinazionali e stati si precipitano ad acquistare foreste nei paesi in via di sviluppo al fine di incassare compensazioni, una pratica ormai nota come carbon colonialism.
Alcuni sfruttano le lacune presenti nella strategia Redd, che in pratica consentono l’abbattimento delle foreste originarie purche’ ne vengano piantate di nuove altrove, anche se le nuove foreste sono in realta’ piantagioni […]
l’intera idea alla base dei crediti di emissioni e’ quella di consentire a chi inquina di evitare di ridurre le proprie emissioni pagando.

Info:
https://www.ibs.it/the-divide-guida-per-risolvere-libro-jason-hickel/e/9788842824961/recensioni
https://www.culturamente.it/libri/politica-economica-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/the-divide/