Populismo/Pettifor

Ann Pettifor – Il Green New Deal. Cos’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

A partire dagli anni Sessanta, la deregolamentazione finanziaria ripristino’ l’autorita’ privata sia sul sistema finanziario internazionale che sulle economie nazionali.
Da allora, gli Stati nazionali e i loro governi sono stati gradualmente privati del potere di controllare gli investimenti (sia pubblici che privati), i tassi di cambio e i tassi di interesse, che e’ passato nelle mani di investitori e speculatori invisibili che non devono rendere conto a nessuno e che sono liberi di muovere i propri capitali da un paese all’altro senza pressoche’ alcun vincolo, indipendentemente dal loro impatto sulle valute o sui tassi di interesse dei paesi in questione.
Alan Greenspan aveva ragione. Il mondo e’ nuovamente governato dai mercati.
C’e’ da meravigliarsi che in paesi tanto diversi e lontani tra di loro come il Brasile e la Turchia, la Gran Bretagna e le Filippine, la Russia e gli Stati Uniti, gli elettori si siano affidati a degli “uomini forti” per “proteggere” il loro lavoro, le loro case e i loro bambini dalle “forze del mercato”?

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor

 

Economia di mercato/Lazzarato

Maurizio Lazzarato – La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista – Derive Approdi (2012)

Da quando e’ scoppiata, la «crisi dei debiti sovrani» fornisce uno spettacolo esilarante del proprio funzionamento.
Le regole economiche di «razionalita’» che i «mercati», le agenzie di rating e gli esperti impongono agli Stati per uscire dalla crisi del debito pubblico sono le stesse che hanno prodotto le crisi del debito privato (d’altra parte all’origine della prima).
Le banche, i fondi pensione e gli investitori istituzionali esigono dagli Stati il riordino dei bilanci pubblici, quando ancora detengono miliardi di titoli spazzatura, che sono il risultato di una politica di sostituzione di salari e reddito con un sistema di credito.
Le agenzie di rating, dopo aver dato un giudizio di triplice A a titoli che oggi non valgono piu’ niente […] hanno la pretesa, contro qualunque buon senso, di detenere il giusto giudizio e la buona misura economica.
Gli esperti (professori di economia, consulenti, banchieri, funzionari di Stato ecc.) – la cui cecita’ sui disastri che la presunta autoregolazione dei mercati e della concorrenza ha prodotto sulla societa’ e sul pianeta, e’ direttamente proporzionale alla loro servitu’ intellettuale – sono stati catapultati dentro governi «tecnici», che ricordano irresistibilmente i «comitati d’affari della borghesia»
Piu’ che di «governi tecnici» si tratta di «tecniche di governo» autoritarie e repressive che segnano una rottura persino con il «liberalismo» classico.
Ma al colmo del ridicolo stanno probabilmente i media.
L’«informazione» dei telegiornali e i talk-show ci spiegano che «la crisi e’ colpa vostra, perche’ andate troppo presto in pensione, perche’ spendete troppo in cure mediche, perche’ non lavorate cosi’ a lungo e cosi’ bene come si dovrebbe, perche’ non siete abbastanza flessibili, perche’ consumate troppo. Insomma, avete la colpa di vivere ben al di sopra dei vostri mezzi».
La pubblicita’, invece, che viene regolarmente a chiudere il becco ai discorsi colpevolizzanti di economisti, esperti, giornalisti e uomini politici, afferma esattamente il contrario: «Siete del tutto
innocenti, non avete alcuna responsabilita’! Nessun
errore e nessuna colpa macchia la vostra anima. Tutti, senza eccezione, meritate i paradisi della nostra merce.
E’ un vostro dovere consumare in modo compulsivo»

Info:
https://www.deriveapprodi.com/prodotto/la-fabbrica-delluomo-indebitato/
https://www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/maurizio-lazzarato-la-fabbrica-dell%E2%80%99uomo-indebitato
https://www.perunaltracitta.org/2015/06/06/la-fabbrica-delluomo-indebitato/

 

Capitalismo/D’Eramo

Marco D’Eramo – Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi – Feltrinelli (2020)

Tanto per cominciare: tutta la controrivoluzione neolib e’ stata combattuta per rendere lo stato piu’ frugale, per “affamare la bestia”.
Il risultato pero’ e’ stupefacente: dopo cinquant’anni di neoliberismo sfrenato, il risultato e’ che lo stato e’ piu’ importante che mai.
Come scriveva l’“Economist” nel suo dossier, “le prime dieci societa’ petrolifere e di gas del mondo, misurate per le loro riserve, sono tutte di proprieta’ degli stati”.
Societa’ statali che si comportano come ditte private, ma le cui leve di comando sono pur sempre in mano alla politica.
Ed e’ agli stati che la finanza deve ricorrere per imporre le “riforme strutturali” richieste dai creditori ai paesi debitori, cioe’ per imporre privazioni ai propri cittadini. Sono gli stati, non i mercati, che gestiscono le recessioni, le pandemie, le crisi sociali […]
Non solo: nell’era che piu’ osanna alla liberta’ degli scambi, all’abolizione delle frontiere, guarda un po’ chi si rivedono? Le guerre commerciali tra stati.
Cosa e’, se non una guerra commerciale, nel piu’ puro spirito mercantilista, il braccio di ferro dei dazi e delle tariffe protezionistiche tra Stati Uniti e Cina scatenato negli ultimi anni?

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2020/11/recensione-marco-deramo-dominio/
https://www.internazionale.it/opinione/giuliano-milani/2020/11/10/marco-d-eramo-dominio
https://sbilanciamoci.info/i-meccanismi-del-dominio/
https://www.sinistrainrete.info/societa/17891-marco-d-eramo-la-bolla-dell-overtourism-si-e-sgonfiata-ma-tornera-presto-a-crescere.html

Stato/Fazi

Thomas Fazi, William Mitchell – Sovranita’ o barbarie. Il ritorno della questione nazionale – Meltemi (2018)

 

Risulta evidente quanto sia ingannevole – e del tutto funzionale alla riproduzione dello status quo – l’idea che oggi saremmo in una fase in cui “i mercati” sovrastano e indeboliscono gli Stati e in cui le grandi imprese multinazionali e la finanza internazionale sarebbero in grado di ricattare gli Stati e di imporre a questi i loro diktat (narrazione indirettamente avallata dalle sterili critiche mosse da sinistra allo “strapotere della finanza”, assunto come un dato oggettivo).
Come dimostra l’esempio dell’Unione europea e in particolare dell’eurozona, nella misura in cui i mercati (in particolare quelli finanziari) sono oggi apparentemente in grado di ricattare interi paesi, e’ solo perche’ gli Stati hanno scelto di creare un’architettura istituzionale che gli permette di farlo.
Tanto per fare un esempio, se oggi i mercati sono in grado di ingerire cosi’ pesantemente nei processi democratici dei paesi dell’unione monetaria – per mezzo del famigerato “spread”, delle agenzie di rating, ecc., come in Italia sappiamo fin troppo bene – e’ unicamente dovuto al fatto che gli Stati hanno rinunciato al potere di emissione della moneta, sottomettendosi volontariamente alla “dittatura dei mercati”.
Lo stesso dicasi della consuetudine delle multinazionali di utilizzare la minaccia delle delocalizzazioni per ottenere trattamenti di favore (soprattutto di carattere fiscale) da parte degli Stati, reso possibile dalla scelta dei governi di liberalizzare completamente il mercato delle merci e dei capitali.
In entrambi i casi non sono i mercati a ricattare gli Stati ma le oligarchie nazionali a ricattare surrettiziamente i lavoratori e le classi popolari degli Stati in questione con la complicita’ delle oligarchie internazionali […]
Il punto ormai dovrebbe essere chiaro: non sono gli Stati a dipendere dai mercati ma, viceversa, sono questi ultimi a dipendere dagli Stati […]
La tendenza della sinistra a invertire i termini della questione ha rappresentato un abbaglio di portata storica, in quanto gli ha impedito (e continua ad impedirgli) di vedere che la via per costruire un’alternativa radicale al neoliberismo e’, allo stato attuale, una sola: una rifunzionalizzazione dello Stato affinche’ esso diventi uno strumento strategico di realizzazione delle ambizioni e dei bisogni della maggioranza e non solo di una ristretta oligarchia, che nel contesto europeo presuppone, ovviamente, un recupero di quegli elementi di sovranita’ ceduti all’Unione europea.

Info:
https://www.retemmt.it/sovranita-o-barbarie-intervista-a-        thomas-fazi/
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/europa/29438-sovranita-o-barbarie-il-ritorno-della-questione-nazionale
http://temi.repubblica.it/micromega-online/quando-sovranismo-fa-rima-con-socialismo/

 

Stato/D’Eramo

Marco D’Eramo – Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi – Feltrinelli (2020)

La prova che, contro tutti i loro altisonanti proclami, i neolib hanno bisogno di piu’ stato, la si ha durante le crisi, come – per restare vicini a noi – la grande recessione finanziaria del 2008 o la pandemia del 2020.
In questi frangenti, quando tutto il sistema del mercato sembra stia per andare in frantumi e l’intera economia mondiale per affondare, ecco che all’improvviso, di colpo, “i mercati” si fanno straordinariamente discreti e silenziosi, quasi inerti, passivi. E lo stato si fa carico di tutte le operazioni di salvataggio, e del loro finanziamento.
Successe dopo il 2008 con le manovre di quantitative easing varate da tutte le maggiori banche centrali: il quantitative easing e’ l’equivalente immateriale, finanziario, di quel che nei tempi andati era stampare carta moneta, senza alcun corrispettivo reale. Migliaia di miliardi di dollari, euro, yen, yuan furono rovesciati sui mercati, come volantini lanciati da un velivolo: e’ la famosa metafora del denaro buttato dall’elicottero […]
Lo stesso e’ avvenuto con la pandemia del 2020,
quando i mercati si sono ritirati sul balcone a guardare gli stati che si affannavano a evitare crisi sociali e s’indebitavano fino al collo per “permettere ai mercati di ripartire”.
Anche in questo caso decine di migliaia di miliardi sono state riversate sulle economie mondiali, per non far crollare tutto l’edificio. L’eleganza del sistema-elicottero sta nel fatto che, per correre al salvataggio delle imprese private, del sistema finanziario, delle banche e assicurazioni private, gli stati non solo si accollano debiti che poi debbono onorare, ma si privano delle risorse per onorarli, tagliando le tasse ai piu’ abbienti.
E qui vediamo la novita’ tutta moderna, rispetto a una storia millenaria: persino in epoca feudale, quando l’emergenza lo richiedeva o il regno doveva scendere in guerra, il sovrano procedeva a una tassazione straordinaria dei baroni (fu per porre un limite a questi prelievi forzati che i baroni inglesi costrinsero Giovanni Senza Terra a firmare nel 1215 la Magna Charta). Invece oggi nessuno ha mai richiesto di versare un contributo straordinario ai baroni attuali (il marchese di Boeing, l’arciduca di Facebook, il principe di Google, il langravio di Amazon). Anzi, ha alleviato il loro gia’ modestissimo carico fiscale.
E’ cosi’ che viene messo in pratica il precetto di Rahm Emanuel, e che “nessuna crisi seria va sprecata”, perche’ ogni crisi viene usata per rendere lo stato ancora piu’ “frugale”, per “affamare la belva”, proprio costringendola a addossarsi compiti e responsabilita’ per disastri di cui non e’ responsabile.
Vediamo qui quanto sia superficiale l’idea che l’accrescersi del potere delle corporation e delle multinazionali comporti necessariamente una riduzione del potere degli stati.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2020/11/recensione-marco-deramo-dominio/
https://www.internazionale.it/opinione/giuliano-milani/2020/11/10/marco-d-eramo-dominio
https://sbilanciamoci.info/i-meccanismi-del-dominio/
https://www.sinistrainrete.info/societa/17891-marco-d-eramo-la-bolla-dell-overtourism-si-e-sgonfiata-ma-tornera-presto-a-crescere.html

 

Economia di mercato/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano . il Saggiatore (2019)

Supponiamo che io vi dica che esiste una macchina in grado di dirigere un paese meglio del governo, di usare la logica meglio di qualsiasi altro essere umano e di funzionare in maniera autonoma.
Supponiamo che io vi chieda di affidare tutte le decisioni importanti della vostra vita a questa macchina.
Supponiamo che io vi dica che sareste piu’ felici se cambiaste i vostri comportamenti in maniera tale da anticipare le decisioni della macchina.
Vi mettereste a ridere, spero.
Adesso, pero’, provate a sostituire la parola macchina con «mercato».
Per trent’anni, milioni di persone hanno permesso alle forze di mercato di gestire le loro vite, modellare i loro comportamenti e annullare i loro diritti democratici.
C’e’ perfino una religione dedicata a venerare il potere e il controllo esercitati da questa macchina: si chiama scienza economica.
Elevando il mercato allo status di uno spirito guida autonomo e sovraumano, durante gli ultimi trent’anni, potremmo aver creato le condizioni per accettare un controllo delle macchine sugli esseri umani nei prossimi cento.

Info:
https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-futuro-migliore/
https://ilmanifesto.it/la-rivolta-dei-fiocchi-di-neve/
https://www.pulplibri.it/manifesto-ottimista-per-ripartire-oggi/

Economia di mercato/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Popolo potere e profitti. Un capitalismo progressista in un’epoca di malcontento – Einaudi (2020)

Occorre ribadire che i mercati da soli non riusciranno a procurare una prosperita’ condivisa e sostenibile.
I mercati svolgono un ruolo impagabile in ogni economia ben funzionante, tuttavia spesso non riescono a raggiungere risultati equi ed efficienti, producendo troppo di alcune cose (inquinamento) e troppo poco di altre (ricerca pura indipendente, o di base).
E, come ha mostrato la crisi finanziaria del 2008, i mercati di per se’ non sono stabili. Gia’ oltre ottant’anni fa, John Maynard Keynes spiegava perche’ le economie di mercato sono spesso caratterizzate da una persistente disoccupazione e ci insegnava come un governo potesse mantenere il sistema economico a un livello di piena occupazione o quasi.
Anche quando esistono profonde discrepanze tra i ritorni sociali di un’attivita’ – vantaggi per la societa’ – e i ritorni privati della medesima attivita’ – vantaggi per un singolo individuo o una compagnia –, i mercati da soli non risolveranno il problema […]
Per un’economia e una societa’ che funzionino meglio, con cittadini che si sentano piu’ prosperi e sicuri, un governo deve infatti spendere denaro, per esempio offrendo una migliore assicurazione contro la disoccupazione e finanziando la ricerca di base; e deve sviluppare regolamentazioni per impedire alle persone di danneggiarsi reciprocamente.
Le economie capitalistiche, quindi, hanno sempre contato su una mescolanza di mercato privato e settore pubblico; la questione non e’ se scegliere i mercati o il settore pubblico, ma come combinarli nel migliore dei modi.

Info:
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/capitalismo-progressista-un-ossimoro
https://www.italypost.it/popolo-potere-profitti-joseph-stiglitz/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/neoliberismo-stiglitz-per-superarlo-serve-un-capitalismo-progressista-che-recida-legami-tra-potere-economico-e-politica/5257897/

Europa/Marsili

Lorenzo Marsili, Yanis Varoufakis – Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo – Laterza (2017)

Nel 1998 i capi di Stato e di governo dell’Eurozona si incontrano ad Amsterdam per definire lo Statuto e la composizione della Banca centrale europea […]
Viene deciso che l’azione principale della BCE deve essere diretta esclusivamente alla lotta all’inflazione, mentre la sua capacita’ di intervento a sostegno dell’economia e dei bilanci nazionali viene fortemente limitata.
Anzi, viene esplicitamente vietata, perche’ bisogna lasciare gli Stati in balia dei mercati e dei loro umori: perche’ i mercati la sanno piu’ lunga, mentre dell’intervento pubblico non ci si puo’ fidare […]
Alla Banca centrale europea viene chiesto di tenere a bada l’inflazione, senza curarsi delle ricadute che le sue politiche potrebbero avere sull’occupazione.
Tutte scelte, queste, perfettamente in linea con un fondamentalismo di mercato che vede nell’inflazione il nemico da combattere (perche’ l’inflazione svaluta il valore del capitale) e nell’occupazione una variabile destinata ad aggiustarsi da se’ attraverso l’abbassamento del costo del lavoro.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858128282
https://www.sns.it/it/evento/terzo-spazio
https://www.estetica-mente.com/recensioni/libri/lorenzo-marsili-yanis-varoufakis-terzo-spazio-oltre-establishment-populismo/73210/
http://www.mangialibri.com/libri/il-terzo-spazio

Finanziarizzazione/Harvey

David Harvey – L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza – Feltrinelli (2011)

L’efficace politica di compressione dei salari attuata a partire dal 1980 ha permesso ai ricchi di diventare molto piu’ ricchi.
Ci dicono che questo e’ un bene, perche’ i ricchi investiranno in nuove attivita’ imprenditoriali (ma soltanto dopo aver ceduto all’impulso competitivo di indulgere in un consumo vistoso, naturalmente).
Si’, certo, i ricchi investono, ma non sempre direttamente nella produzione; la maggior parte di loro preferisce investire in attivita’ finanziarie.
Per esempio, acquistano azioni e i corsi azionari salgono; percio’, investono nei mercati azionari somme ancora maggiori, indipendentemente dai risultati effettivamente ottenuti dalle societa’ in cui investono […]
La tendenza a investire in attivita’ finanziarie si e’ diffusa a macchia d’olio. Secondo quanto emerso periodicamente dagli anni ottanta in poi, molte grandi imprese industriali realizzavano maggiori guadagni dalle operazioni finanziarie che dalla produzione vera e propria, in particolar modo nel settore dell’auto.
Le grandi case automobilistiche erano ormai gestite da contabili invece che da ingegneri, e le divisioni finanziarie che offrivano prestiti ai consumatori erano diventate altamente redditizie […]
Ma, cosa ancora piu’ importante, grazie alle transazioni interne ai grandi gruppi industriali che producevano parti e componenti per auto in ogni parte del mondo, era possibile manipolare i prezzi e i prospetti contabili, sfruttando le differenze valutarie, in modo da dichiarare utili nei paesi dove le aliquote fiscali erano piu’ basse e sfruttare le fluttuazioni valutarie per realizzare guadagni monetari.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2012/05/recensione-david-harvey-l%E2%80%99enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-feltrinelli/
http://contropiano.org/contropianoorg/aerosol/vetrina-pubblicazioni/2011/07/05/l-enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-02315
http://www.millepiani.org/recensioni/l-enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza

Europa/Marsili

Lorenzo Marsili, Yanis Varoufakis – Il terzo spazio. Oltre establishmant e populismo – Laterza (2017)

Il punto chiave: uscire dall’euro non ci fara’ uscire dal fondamentalismo di mercato […]
Si tratta, invece, di capire che il problema e’ piu’ grande dell’euro. Che il problema non e’ uno spazio geografico o un confine. Ma l’uscita da un immaginario distorto e corrotto e da un sistema economico iniquo e distruttivo.
Basti pensare come sia proprio negli Stati Uniti – paese con piena sovranita’ monetaria se mai ce ne fu uno – che si e’ sviluppato lo slogan del 99% e in cui tutto cio’ che rimproveriamo all’Unione e’ amplificato: un mercato finanziario ancora piu’ rapace e diseguaglianze ancora piu’ marcate, una classe politica ancora piu’ succube delle grandi lobby e una democrazia talmente corrotta da aver creato le condizioni per la vittoria di Donald Trump.
L’opposizione fra quanti sono a favore di una maggiore integrazione e quanti chiedono un’uscita dalla moneta unica e’ un’opposizione falsata e fuorviante.
Il punto non e’ cambiare la moneta, ma cambiare la politica.
E iniziare a uscire dal pantano non richiede un nuovo conio, ma un nuovo corso.
Si tratta di costruire le basi di quella che piu’ avanti chiameremo disobbedienza governativa, ossia la capacita’ della politica di innescare un vero conflitto con le strutture dell’Unione, senza escludere la possibilità di un’implosione dell’euro se il sistema continuera’ a barricarsi dietro a immobilismi e rigidita’, ma senza fare di questo il nostro obiettivo.
Perche’ il nostro obiettivo deve essere quello di restituire democrazia e sovranita’ popolare, eguaglianza e dignita’, alla grande maggioranza di cittadini che ne e’ privata tanto dall’Unione quanto dal proprio Stato nazionale.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858128282
https://www.sns.it/it/evento/terzo-spazio
https://www.estetica-mente.com/recensioni/libri/lorenzo-marsili-yanis-varoufakis-terzo-spazio-oltre-establishment-populismo/73210/
http://www.mangialibri.com/libri/il-terzo-spazio