La chimica nella sua forma scientifica e’ diventata parte di noi: ampi settori delle nostre vite sono caratterizzati dalla gestione delle nostre emozioni attraverso le medicine, dalle pillole per dormire agli antidepressivi fino ai narcotici piu’ pesanti. Non siamo solo controllati da poteri sociali impenetrabili, ma le nostre stesse emozioni vengono «date in appalto» alla sollecitazione chimica.
I compiti di questo intervento chimico sono duplici e contraddittori: usiamo delle medicine per tenere sotto controllo le sollecitazioni esterne (shock, angosce, ecc.), per renderci meno sensibili ad esse, e per generare un’eccitazione artificiale se siamo depressi e privi di desiderio.
Le medicine vengono dunque impiegate per far fronte alle due contrapposte minacce delle nostre vite quotidiane, la sovreccitazione e la depressione, ed e’ fondamentale osservare in che modo l’uso di queste medicine si relazioni con la nostra vita privata e pubblica: nei paesi sviluppati dell’Occidente, le nostre vite pubbliche sono sempre piu’ manchevoli di eccitamento collettivo (ad esempio quello portato da un genuino impegno politico), mentre le medicine sostituiscono questa mancanza con forme di eccitamento privato (o, piuttosto, intimo); operano una sorta di eutanasia sulla vita pubblica ed eccitano artificialmente quella privata.
Info:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2019/03/16/zizek-e-la-discrezione-non-oppressiva_d6041a60-8893-4969-9332-a8cd1bf07ba9.html
https://ilmanifesto.it/il-gusto-del-paradosso-e-della-liberta/