Capitalismo/Severino

Il tramonto della politica – Emanuele Severino – Rizzoli (2018)

Si obietta spesso (lo si e’ obiettato anche a me) che il capitalismo ha una pluralita’ di forme: il capitalismo anglo-americano non e’ quello tedesco, non e’ quello giapponese, italiano eccetera.
Pero’ il comun denominatore di queste forme e’ il loro scopo: l’incremento all’infinito del profitto privato.
Certo, secondo la teoria marginalista lo scopo del ciclo economico e’ il consumo. Ma con questo si vuol dire forse che lo scopo del capitalismo e’ di dar da mangiare agli affamati e di vestire gli ignudi?
Se l’intrapresa capitalistica produce merci che sfamano e vestono e’ perche’ altrimenti resterebbero invendute. Si producono merci consumabili dagli acquirenti, e quindi vendibili, per incrementare il profitto privato.
Questo e’ lo scopo «naturale» del capitalismo.
Se all’intrapresa capitalistica si assegna uno scopo diverso, essa non e’ piu’ capitalistica.
E’ quanto sta accadendo. Si puo’ parlare di crisi del capitalismo quando si fa avanti una serie di forze che intendono imporre al capitalismo scopi diversi da quello che gli e’ proprio.
E queste forze si sono fatte innanzi. [Oltre alla democrazia] si pensi all’Islam, ai nazionalismi, alle varie forme di umanesimo.
Ma poi il conflitto esiste all’interno stesso del mondo capitalistico. Si chiama «concorrenza». Senza concorrenza non c’e’ capitalismo; ma essa conduce all’eliminazione dei concorrenti deboli e tende verso il monopolio planetario, ossia a un’economia che non e’ piu’ capitalistica. Non c’e’ bisogno della critica marxiana per scorgere – sia per questo motivo, sia per quanto avremo modo di rilevare – che il capitalismo e’ una gigantesca contraddizione. Non solo ha dei nemici, ma e’ nemico di se stesso.

Info:
https://www.researchgate.net/publication/362871888_Bruno_Cortesi_-_Emanuele_Severino_-_Il_tramonto_della_politica_-_recensione
https://emanueleseverino.com/2017/05/03/emanuele-severino-il-tramonto-della-politica-considerazioni-sul-futuro-del-mondo-rizzoli-2017-p-284/

Populismo/Crouch

Colin Crouch – Identita’ perdute. Globalizzazione e nazionalismo – Laterza (2019)

Il venir meno della certezza di una prosperita’ sempre crescente, l’incertezza della globalizzazione, l’immigrazione di massa e lo scontro con l’Islam radicale hanno messo a nudo i nervi scoperti della diffidenza verso gli stranieri, che siano alle porte della nazione o si tratti di paesi stranieri.
Evidentemente, la nazione fornisce a molte persone una fonte politicamente potente e storicamente radicata d’identita’ «solo qui».
Di recente e’ emerso qualcosa che somiglia a un movimento internazionale che collega i vari gruppi nazionalisti e conservatori, una sorta di «internazionale xenofoba» […]
C’e’ tuttavia qualcosa di distintamente ossessivo nell’idea di un’internazionale xenofoba. Questi gruppi sono preoccupati di porre l’accento sull’autonomia e la sovranita’ nazionale e non sulla cooperazione.
Nonostante la personale vicinanza di Trump e Putin, il primo ha dichiarato che le relazioni tra i loro paesi sono dopo molti anni ai loro minimi; e, nonostante il suo sostegno alla Brexit, Trump non esonera il Regno Unito dalle sanzioni commerciali che ha imposto ai paesi europei.
Anche se Orban e la Lega si considerano in qualche modo alleati, Orban catalizza il sostegno in Ungheria rifiutando le richieste dell’UE di aiutare l’Italia nell’affrontare la questione dei rifugiati, mentre la Lega critica l’UE per non aver fatto in modo che l’Ungheria e i suoi vicini offrissero quell’aiuto.
Entrambe le parti sfuggono all’evidente contraddizione implicita nel rivolgere le loro ire contro l’Unione Europea […]
L’internazionale xenofoba e’ il prodotto dei tentativi da parte di vari imprenditori politici di plasmare, politicizzare e brandire le identita’ sociali per riempire il vuoto lasciato dal declino di quelle che hanno forgiato la democrazia del XX secolo.
Cio’ puo’ essere fatto sia persuadendo gruppi di persone a ritenere la loro identita’ assolutamente prioritaria, sia imponendo la propria identita’ sugli altri, che vanno trattati come estranei, nemici dell’identita’ protetta. Nazione ed etnia sono le armi piu’ potenti dal punto di vista emotivo per questo scopo, e sono usate sia dai gruppi conservatori predominanti sia dagli aspiranti leader delle stesse minoranze etniche radicali.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/politica/14268-alessandro-visalli-colin-crouch-identita-perdute-globalizzazione-e-nazionalismo.html
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858134061