Green New Deal/Khanna

Parag Khanna – Connectography. Le mappe del futuro ordine mondiale – Fazi (2016)

L’abitudine di attribuire il consumo d’acqua e le emissioni di gas serra a singoli paesi anziche’ ai diversi comparti industriali e’ un esempio lampante di come il supply chain world distorca la geografia […]
Se anche le supply chain non possono essere identificate con singole entita’ ne’ con luoghi specifici, esse possiedono comunque un’impronta ecologica.
Le maggiori flotte aeree del mondo figurerebbero tra i cinque maggiori produttori globali di gas serra se fossero prese come un singolo paese.
Solo 90 aziende – delle quali soltanto un terzo di proprieta’ pubblica – sono responsabili dei due terzi delle emissioni annuali di gas serra dovute ad attivita’ industriali: fra esse si contano Chevron, Exxon, Shell e BP nel comparto dell’energia, o Walmart e Ikea in quello della distribuzione.
Non meno del 40 per cento delle emissioni “cinesi” e’ attribuibile a imprese occidentali che hanno delocalizzato le loro fabbriche in Cina.
I negoziati sul clima si basano sulla valutazione delle emissioni inquinanti per ciascuno Stato anziche’ sulla distribuzione di tecnologie ad alta efficienza energetica attraverso le supply chain. Ed e’ questa la ragione per cui essi falliscono regolarmente.
Le organizzazioni internazionali e i governi democratici stanno fortunatamente puntando l’attenzione sul modo in cui usare il proprio ruolo e il proprio ascendente nelle supply chain per promuovere la sostenibilita’.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/connectography-parag-khanna-connettivita/
https://www.anobii.com/books/Connectography/9788893250566/011e9f0a9e3362e2e0
https://www.intrattenimento.eu/recensioni/connectography-recensione-parag-khanna/

GreenNewDeal/Chomsky

Noam Chomski – Crisi di civilta’. Pandemia e capitalismo – Ponte alle Grazie (2020)

Il governo e’ il problema, non la soluzione […]
Vale la pena soffermarci un momento sul significato di quel precetto. In pratica, significa che il governo non e’ la soluzione quando e’ in gioco il benessere della popolazione, mentre invece e’ certamente la soluzione quando il problema coinvolge la ricchezza privata e il potere delle grosse societa’.
Gli esempi sono innumerevoli, da Reagan in poi, e non c’e’ bisogno di elencarli.
Il mantra del «governo malvagio» e’ affine a quello del tanto decantato «libero mercato», che viene puntualmente distorto per adeguarlo alle pretese del capitale. Le dottrine neoliberiste sono penetrate anche nel settore imprenditoriale privato.
Il modello aziendale esige «efficienza», ossia la massimizzazione del profitto, e al diavolo le conseguenze.
Per quanto riguarda la sanita’ privata, cio’ implica non avere nessuna capacita’ di scorta: appena quel tanto che basta per tirare avanti in condizioni normali, e anche in quel caso giusto l’essenziale, con costi ingenti per i pazienti ma con il bilancio in ordine (e lauti compensi per il management).
E se accade qualcosa di inaspettato, che sfortuna! […]
Le multinazionali dei carburanti fossili sono sul mercato per massimizzare i profitti, non per fare in modo che la societa’ umana sopravviva, un fatto di secondaria importanza. Cercano costantemente nuovi giacimenti petroliferi da sfruttare. Non sprecano certo le loro risorse in energie sostenibili e anzi demoliscono i progetti di energia sostenibile, per quanto redditizi, perche’ possono fare piu’ soldi accelerando la distruzione di massa

Info:
https://www.illibraio.it/news/ebook-e-digitale/chomsky-virus-ebook-1380886/
https://ilmanifesto.it/lo-stato-di-gravita-permanente-secondo-noam-chomsky/

Societa’/Pettifor

Ann Pettifor – Il Green New Deal. Cos’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

I seguenti principi alla base del Green New Deal britannico sono quasi interamente condivisi dalla sua controparte americana.
Principio numero uno: un’economia di stato stazionario.
Un’economia capace di sostenere la vita sulla Terra sara’ un’economia di stato stazionario e non superera’ i seguenti nove limiti ecologici: l’esaurimento dell’ozono stratosferico; la perdita di integrita’ della biosfera (la perdita di biodiversita’ e l’estinzione delle specie viventi); l’inquinamento chimico e il rilascio di nuove entita’ nell’ecosistema; il cambiamento climatico; l’acidificazione dell’oceano; il consumo di acqua dolce e il ciclo idrologico globale; il cambiamento del sistema terrestre; i flussi di azoto e di fosforo verso la biosfera e gli oceani; l’immissione di aerosol nell’atmosfera […] Principio numero due: esigenze limitate, non desideri illimitati […]
Il Green New Deal, dunque, mira a soddisfare i bisogni dell’uomo, non i suoi desideri […]
Oltre alla salute, il GND definisce come essenziali le seguenti esigenze di base: cibo e acqua adeguati e nutrienti; un’abitazione sicura; ambienti fisici e di lavoro non pericolosi; la sicurezza infantile; relazioni primarie significative; la sicurezza fisica; la sicurezza economica; anticoncezionali e percorsi di gestazione sicuri; educazione di base […]
Principio numero tre: autosufficienza […]
Tutte le nazioni mireranno all’autosufficienza nella fornitura di bisogni, beni e servizi umani ai loro cittadini. Mentre le idee, la conoscenza, le invenzioni e l’arte saranno internazionali, le merci saranno “fatte in casa” […]
Principio numero quattro: un’economia mista […] Come in tempo di guerra, lo Stato e’ l’istituzione piu’ appropriata per finanziare, mobilitare e attuare l’enorme sforzo di trasformazione economica che abbiamo di fronte. Uno Stato con poteri regolatori e fiscali su diversi settori sara’ in grado di utilizzare questi poteri per porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili e garantire che i limiti planetari non vengano oltrepassati. La regolamentazione sara’ essenziale se vogliamo eliminare gli incentivi del mercato che favoriscono il deperimento dell’ecosistema […]
Principio numero cinque: un’economia ad alta intensita’ di lavoro […] Quelle attivita’ che non potranno essere alimentate dall’energia del sole saranno intraprese dall’energia umana: il lavoro. Da qui la promessa del Green New Deal statunitense di un “programma di lavoro garantito” per tutti e la promessa del GND britannico di mobilitare un “esercito del carbonio” per attuare la trasformazione.
Sia il settore pubblico che quello privato creeranno posti di lavoro altamente qualificati […] Durante la seconda guerra mondiale, milioni di donne entrarono a far parte della forza-lavoro. Allo stesso modo, milioni di disoccupati e sottoccupati saranno assorbiti nei settori necessari per la trasformazione dell’economia in un sistema di stato stazionario. Non ci sara’ spazio per discriminazioni fondate sul genere, sulla razza o sull’abilita’ fisica. La promessa del GND e’ quella di premiare la forza-lavoro con compiti che abbiano un’utilita’ reale e di dotarla di competenze, formazione e un’istruzione superiore […]
Principio numero sei: un coordinamento monetario e fiscale per un’economia di stato stazionario […]
La piena occupazione e’ fondamentale per il Green New Deal. Per ottenere la piena occupazione, le autorita’ monetarie forniranno, tramite la banca centrale, ai loro clienti “macro” – il governo, le banche e i fondi pensione – prestiti e depositi, proprio come le banche commerciali forniscono prestiti e depositi ai loro clienti “micro”: le famiglie e le imprese. Questo non significa che le banche centrali finanzieranno la spesa pubblica; tuttavia, la vendita di titoli di Stato in cambio di riserve della banca centrale contribuira’ a mantenere bassi i costi dei prestiti pubblici […]
Principio numero sette: abbandonare le illusioni sulla crescita infinita

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor

GreenNewDeal/Pettifor

Ann Pettifor – Il Green New Deal. Cos’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

Alexandria Ocasio-Cortez e il suo team hanno elaborato una propria versione del Green New Deal: un «piano per risolvere allo stesso tempo tre problemi critici: la minaccia rappresentata dal cambiamento climatico per la sicurezza, la poverta’ e le disuguaglianze sociali e di razza in America».
Uno dei pilastri del GND americano e’ il Job Guarantee, o Piano di lavoro garantito, che consiste nel dare «a ogni disoccupato americano che lo voglia, un lavoro nella costruzione di infrastrutture ad alta efficienza energetica» […]
Il Green New Deal e’, dunque, un piano.
Non e’ una idea, ne’ una proposta, ma un piano globale per arginare il crollo dei sistemi di supporto vitale della Terra.
E’ globale nella misura in cui coloro che l’hanno progettato comprendono che e’ la Terra nel complesso, in tutta la sua diversita’, che ha bisogno di un “new deal” […]
Il GND riconosce che in futuro dovremo ricavare energia solo da fonti rinnovabili. Dobbiamo anche espandere e sostenere gli ecosistemi che assorbono enormi quantita’ di anidride carbonica dall’aria e immagazzinano questo carbonio negli alberi, nei suoli e negli oceani.
Ma le societa’ devono anche porre fine alla loro dipendenza da un sistema economico globalizzato che alimenta il collasso climatico e incoraggia le emissioni tossiche; un sistema economico che genera al contempo squilibri ecologici e disuguaglianze insieme a ingiustizie economiche, politiche e sociali. Questo sistema e’ il capitalismo globalizzato e finanziarizzato […]
A condizione che siano gestiti dalla mano visibile dell’autorita’ pubblica, i sistemi monetari potrebbero contribuire a finanziare la costosa transizione radicale da un’economia basata sui combustibili fossili a un’economia basata sulle energie rinnovabili.
Esattamente come il sistema monetario ha contribuito, in passato, a finanziare le guerre o la ripresa dalle crisi finanziarie.

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor

Geoeconomia/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollato Boringhieri (2013)

Alcuni osservatori critici, tra cui geo-strateghi e analisti finanziari appartenenti a diverse scuole di pensiero, sostengono che il nuovo ciclo economico a cui si e’ dato il nome di green economy debba necessariamente passare attraverso una lunga e poderosa trasformazione del modello capitalistico a cui siamo stati abituati finora, realizzato sulla centralita’ dell’asse anglo-americano.
Il futuro sara’ policentrico, con molti fulcri, alcuni dei quali in Asia, Australia e Sud-America.
Cosi’, per la finanza, il passaggio sara’ complicato, ma non illogico. Paradossale, ma non incomprensibile.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati- boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html