Economia di mercato/Magatti

Chiara Giaccardi, Mauro Magatti – Supersocieta’ – il Mulino (2022)

Le grandi corporations digitali – a cominciare da Google, Facebook, Amazon, Apple – sono state capaci, nella prima decade degli anni 2000, di imporre un diritto proprietario sui dati personali raccolti dai loro utenti, creando un modello di business radicalmente nuovo.
Cio’ ha dato luogo a un’enorme asimmetria informativa che ha consentito a pochi centri di potere – per lo piu’ privati, ma in prospettiva anche pubblici – di appropriarsi di una quantita’ di conoscenza senza precedenti e di utilizzarla per estrarre valore.
Massimizzando il proprio vantaggio tecnico – anche per l’assenza di una legislazione regolativa – le grandi tech companies (specie Google e Facebook) hanno decuplicato i guadagni, sfruttando il fatto che fosse l’individuo connesso a fornire la materia prima, sotto forma di dati attitudinali e comportamentali.
Per rendersi conto della questione basta chiedersi come sia possibile che Google – una delle cinque societa’ piu’ capitalizzate al mondo – non faccia pagare nulla ai suoi utenti. E la risposta sta nel fatto che, come si dice, «se il servizio e’ gratis, il bene sei tu»

Info:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/siamo-entrati-nella-supersociet-diventeremo-stupidi-o-pi-liberi
https://www.bioeticanews.it/il-libro-supersocieta-di-c-giaccardi-e-m-magatti/
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/liberta-nella-supersocieta/
https://www.c3dem.it/supersocieta-un-libro-di-magatti-e-giaccardi/
https://www.recensionedilibri.it/2022/06/16/giaccardi-magatti-supersocieta-ha-ancora-senso-scommettere-sulla-liberta/
https://ildomaniditalia.eu/la-super-societa-e-la-scommessa-sulla-liberta-in-un-saggio-di-chiara-giaccardi-e-mauro-magatti-recensione-sullosservatore-romano/

Capitalismo/Wagenknecht

Sahra Wagenknecht – Contro la sinistra neoliberale – Fazi (2022)

Con il coronavirus Jeff Bezos, il capo di Amazon, ha fatto bingo: solamente nel secondo trimestre del 2020 il fatturato della sua azienda e’ schizzato verso l’alto, guadagnando quasi il 40% in piu’ rispetto all’anno precedente, per un incasso stimabile attorno a 90 miliardi di dollari.
Il negozio digitale piu’ grande del mondo e’ riuscito addirittura a raddoppiare l’incasso. Da quando in molti paesi la chiusura del commercio locale al dettaglio ha riversato sulla sua piattaforma la maggior parte degli acquisti per Natale (una fetta estremamente redditizia delle transazioni), quel processo non si e’ piu’ fermato. Il sito non aveva ancora mai visto una crescita simile di profitti e di potere come quella avvenuta nel 2020. Bezos stesso si e’ arricchito di parecchi miliardi di dollari dall’inizio della crisi.
Una cosa analoga e’ capitata anche ai proprietari di Google, Apple, Facebook e Microsoft, le altre quattro megaaziende digitali della Silicon Valley. I profitti spuntano da tutte le parti e aumentano le riserve finanziarie che si possono utilizzare per progetti di espansione e per acquisizioni di altre aziende.
Le cause sono sotto gli occhi di tutti: non c’e’ lavoro da casa senza videoconferenza, didattica a distanza senza programmi adatti. Zoom, Microsoft Teams o Google Classroom rendono possibile tutto cio’. Se non si e’ potuta fare la vacanza tanto agognata o magari e’ subentrata la disoccupazione parziale, e’ rimasto comunque piu’ tempo per scaricarsi dei film da Netflix o da Amazon Prime, per vedersi dei video su YouTube o per scorrere le notifiche dell’account su Facebook. Secondo un rapporto della Bank of America, solamente nel periodo tra marzo e l’estate del 2020 la quantita’ di dati digitali e’ cresciuta quasi del 50%.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/

Green New Deal/Bremmer

Ian Bremmer – Il potere della crisi. Come tre minacce e la nostra risposta cambieranno il mondo – Egea (2022)

Nel mondo imprenditoriale alcune tra le piu’ grandi aziende del mondo si sono assunte degli impegni climatici.
Amazon promette di raggiungere la neutralita’ carbonica entro il 2040. Apple si e’ impegnata a diventare climaticamente neutrale lungo l’intera filiera commerciale e produttiva entro il 2030, e tutti i suoi fornitori dovranno impegnarsi a diventare «rinnovabili al 100 per cento per la produzione Apple» nei prossimi dieci anni. Microsoft ha promesso di raggiungere un’impronta carbonica negativa entro il 2030 e affermato che entro il 2050 avra’ rimosso dall’ambiente una quantita’ di carbonio pari alle emissioni prodotte sin dalla sua nascita. Google si è impegnata ad ampliare lo status di neutralita’ carbonica per includere anche la sua catena di approvvigionamento.
Nel settembre 2020 la Business Roundtable, un gruppo di pressione che rappresenta oltre duecento grandi imprese statunitensi, non solo ha appoggiato un piano per tagliare le emissioni statunitensi di gas serra dell’80 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2050, in linea con l’Accordo di Parigi, ma si e’ anche detta a favore della creazione di un mercato per lo scambio delle emissioni di carbonio, un meccanismo che punta a contenere le emissioni carboniose costringendo chi le produce a pagare un prezzo.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-potere-della-crisi-dal-nuovo-libro-di-ian-bremmer/
https://www.agi.it/cultura/news/2022-07-17/libri-bremmer-potere-crisi-scelte-future-17449689/
https://www.viasarfatti25.unibocconi.it/notizia.php?idArt=24613
https://www.linkiesta.it/2022/07/ian-bremmer-il-potere-della-crisi-estratto/
https://fuoricollana.it/il-potere-della-crisi-la-crisi-del-potere/3/
https://www.repubblica.it/cultura/2022/09/28/news/ian_bremmer_politilogo_ucraina_russia_putin-367707969/

Capitalismo/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano. Manifesto per un ottimismo radicale – il Saggiatore (2019)

Stampando denaro si puo’ riuscire a mantenere artificialmente in vita un’economia a tempo indefinito.
Il problema e’ che non si puo’ riuscire a mantenere artificialmente in vita un’ideologia […]
Piu’ la gente la confronta con la sua vita quotidiana, piu’ l’ideologia neoliberista appare come una bugia. Invece che sul libero scambio, fa sempre piu’ affidamento su una concorrenza forzata: fra bambini in eta’ scolare, fra universita’, fra citta’, fra lavoratori, fra inquilini, fra tassisti; e lo scopo della concorrenza e’ sempre costringere il cittadino comune a fare di piu’ in cambio di meno.
Invece di un mercato libero pieno di imprenditori, il mondo delle imprese ora e’ dominato da monopoli di proporzioni impensabili all’epoca del capitalismo di Stato: Google, Facebook, Apple, Amazon, Alibaba, Tencent e simili (sempre strutturati in modo che il management abbia piu’ potere rispetto agli investitori comuni, e sempre pronti a distruggere o acquisire potenziali concorrenti) […]
In barba alla mobilita’ sociale, l’accesso a uno stipendio a sei cifre – attraverso le migliori universita’ e qualifiche professionali – e’ diventato, in molti paesi, un fatto ereditario.
I barrow boys, i nuovi arrivati che fecero fortuna nei mercati finanziari della Londra degli anni ottanta partendo dal nulla, sono stati sostituiti dai figli e dalle figlie dei milionari.
Perfino la recitazione, il giornalismo e la professione legale, vocazioni che un tempo rappresentavano una via d’uscita dal proletariato per i ragazzi intelligenti, sono diventati monopolio dei figli dei ricchi, educati nelle scuole private.

Info:
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_05_30-manifesto-Mason-1.pdf
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_10_01-Avvenire-Mason.pdf
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_07_01-Fatto_Quotidiano-Mason-1.pdf

Societa’/Giacomini

Giacomini Gabriele, Alex Buriani – Il governo delle piattaforme. I media digitali visti dagli italiani – Giacomini Gabriele, Alex Buriani – Meltemi (2022)

La storia di Internet e delle tecnologie digitali ha vissuto finora due epoche.
Nella prima, il digitale era prevalentemente pubblico.
Il settore dell’informatica […] e’ nato in istituti di ricerca statali e nell’ambito di una fitta rete pubblico-privata, con il robusto sostegno di programmi di ricerca e appalti governativi. Si pensi al ruolo della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di tecnologie per uso militare, nella “costruzione” di Internet.
Quest’ultima nasce dalla preoccupazione che le reti di comunicazione potessero collassare in seguito a un attacco militare: si penso’, quindi, a un sistema di comunicazioni decentralizzato, quindi meno vulnerabile. Negli anni DARPA creo’, insieme alle Poste britanniche, una rete di stazioni dislocate sia sulla costa occidentale sia su quella orientale degli Stati Uniti. Inoltre, fu sui computer del CERN di Ginevra (Organizzazione europea per la ricerca nucleare finanziata dai governi europei) che Tim Berners-Lee e Robert Cailliau implementarono il primo “http”, protocollo fondamentale per il trasferimento di ipertesti.
Infrastruttura e linguaggio di Internet nacquero, insomma, quasi interamente nel “ventre pubblico”.
Percorsi simili hanno avuto il GPS, Siri, lo schermo a cristalli liquidi, quello multitouch, il microprocessore, le batterie al litio, il micro hard disk, per fare alcuni esempi.
Sulla base di queste innovazioni e’ emersa, grossomodo negli ultimi trent’anni, la seconda epoca digitale, che vede come protagoniste Google, Apple, Amazon, Microsoft, Facebook, aziende che non a caso sono cresciute negli Stati Uniti, ovvero laddove, nella prima fase, e’ stata maggiore la spinta dello Stato (in particolare nel settore militare). Questa seconda epoca non e’ piu’ a trazione pubblica, bensi’ privata […]
L’innovazione e’ un processo nel quale il capitale privato e’ disposto a investire solo in una fase “finale”, o meglio quando sono visibili le potenzialita’ delle tecnologie in termini di ritorni finanziari.
Si spiega, in questo modo, il fatto che la gran parte delle grandi piattaforme, che ora dominano al vertice i mercati azionari, emergono dopo che lo Stato americano ha scelto di investire in determinati settori, implementando politiche industriali importanti, e basano il loro business su opportunita’ tecnologiche e di mercato associate all’intensita’ degli investimenti pubblici antecedenti.
La “capitalizzazione” privata degli investimenti pubblici nel settore digitale corrisponde, storicamente, all’ondata neoliberista.

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/roberto-manzocco-il-sole-24-ore-4-giugno-2023-italiani-preoccupati-per-il-diritto-alloblio-su-il-governo-delle-piattaforme-di-g.-giacomuni-e-a.-buriani-meltemi.pdf
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/05/finalmente-un-libro-non-apocalittico-su-internet-ecco-il-governo-delle-piattaforme/6955609/
https://www.carmillaonline.com/2023/01/18/il-governo-delle-piattaforme-digitali/
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-governo-delle-piattaforme-di-gabriele-giacomini-e-alex-buriani/

Societa’/Mattei

Ugo Mattei – Il diritto di essere contro. Dissenso e resistenza nella societa’ del controllo – Ugo Mattei – Piemme (2022)

Chiunque fosse online e’ stato abituato a una logica completamente diversa da quella del diritto […]
[I] giuristi parlano di soft law, ma a ben vedere questa e’ la stessa logica della condizionalita’, che con il diritto nulla ha a che spartire. Prendere o lasciare!
Online tutto e’ governato dalla logica di rapporti di fatto in condizioni asimmetriche di potere, logica che viene perfettamente interiorizzata dai suoi utenti.
La logica della condizionalita’ online non si ferma qui.
Voglio utilizzare una piattaforma come Facebook o un sistema di messaggistica come WhatsApp? Voglio vedere un film su YouTube? Voglio usare un navigatore stradale Google? Voglio fare una conference call su Zoom? Devo accettare tutte le condizioni della piattaforma con un click. Non accetto? Sono escluso da quel servizio.
E’ la logica del potere padronale di fatto traslata ai padroni della piattaforma […]
Su internet ogni utente e’ come un veicolo targato. Ogni dispositivo ha una sua matricola e ogni visita di un sito fatta da quel dispositivo e’ registrata in modo indelebile.
Questa condizione, che e’ la vera struttura portante del cosiddetto capitalismo della sorveglianza, non puo’ essere in alcun modo sottovalutata […]
L’utente base, ossia il cittadino progressivamente spogliato dei diritti e ridotto a consumatore (e infine merce) dando i propri dati, non solo diviene obiettivo di sofisticate campagne di manipolazione (dette marketing) volte a condizionarne le scelte future: il consumatore online e’ anche sempre sorvegliato e monitorato. Ogni suo spostamento, sia esso la visita a una libreria virtuale in cui egli svelera’ i suoi interessi culturali, a un’agenzia di viaggi per i sogni vacanzieri, o a un sito pornografico tramite il quale le fantasie sessuali divengono commercializzabili, produce dati indelebili riferibili al “numero di targa” del suo computer o del suo cellulare.
Nel mondo online del prendere o lasciare e della sorveglianza permanente, il diritto e’ semplicemente inutile, reso obsoleto dalla tecnologia digitale.

Info:
https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__diritto-essere-contro-ugo-mattei-libro.php
https://officinebrand.it/offpost/il-diritto-di-essere-contro-ugo-mattei-a-bussoleno-presenta-il-nuovo-libro/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/24874-davide-miccione-il-diritto-di-non-essere-a-favore.html?highlight=WyJ1Z28iLCJtYXR0ZWkiLCJtYXR0ZWknIiwidWdvIG1hdHRlaSJd

Economia di mercato/Giacomini

Gabriele Giacomini, Alex Buriani – Il governo delle piattaforme. I media digitali visti dagli italiani – Meltemi (2022)

Le protagoniste di questa fase economica e industriale non sono piu’ le vecchie compagnie automobilistiche, o quelle dell’energia, come e’ stato per molti decenni in passato, ma sono le piattaforme digitali.
Le cosiddette Gafam, le cinque maggiori multinazionali dell’ICT occidentali: Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft.
La scelta dell’acronimo non è anodina. Diventa, anzi, un indicatore dell’orientamento teorico di coloro che scrivono.
Parlare di GAFAM, per indicare le cinque societa’ quotate in borsa con la piu’ alta capitalizzazione azionaria, mette in risalto tanto l’aspetto economico che quello tecnologico, e porta il dibattito in seno all’Unione Europea, dove la sigla è preferita all’americana espressione “The Big Five” […]
Seguendo il branding dei giganti del settore. Si parla allora di AMAMA per indicare Apple, Microsoft, Amazon, Meta (ex-Facebook) e Alphabet (ex-Google) […]
Per chi, invece, scommette sull’emergenza dei giganti cinesi e russi per debellare gli oligopoli digitali americani, ci sono gli acronimi delle grandi multinazionali cinesi BATX (Baidu, Alibaba, Tencent e Xiaomi) o russe VYTO (VKontakte, Yandex, Telegram e Odnoklassniki), senza mai dimenticare di stabilire delle comode tabelle di equivalenza dove Yandex e Baidu sono versioni locali di Google, Alibaba e’ “l’Amazon di Hangzhou”, VKontakte “il Facebook degli Urali” e via di seguito.
Cio’ che importa, al di la’ della forma finale dell’acronimo, e’ piuttosto la sua collocazione nella grande dinamica economica e sociale della Quarta rivoluzione industriale.
Quali sono i criteri di inclusione che permettono a un’azienda di aspirare al ruolo di “gigante della tecnologia”? Il numero dei suoi effettivi, il suo fatturato, i profitti, l’egemonia di mercato […]
Per quanto riguarda il fatturato, la crescita delle Gafam e delle altre imprese digitali procede a ritmi oltre dieci volte superiori rispetto a quelli della grande manifattura (+118,3% nel 2015-2019 rispetto al +10% delle multinazionali manifatturiere). La pandemia ha accelerato ulteriormente il processo di crescita delle WebSoft: soltanto nella prima meta’ del 2020, il fatturato e’ aumentato del +17%, rispetto alla contrazione del -11% della grande manifattura.
Il podio del 2019 vede Amazon, che ha registrato un fatturato di 249,7 miliardi di euro, al primo posto. Al secondo troviamo Alphabet (la holding di Google) con 144,1 miliardi, infine Microsoft con 112 miliardi. Seguono due aziende cinesi (JD e Alibaba) e poi Facebook, con 62,9 miliardi […]
A fine 2019, la vetta del podio della capitalizzazione e’ di Microsoft, con 1.072 miliardi di euro, segue Google con 822 miliardi di euro, terza Amazon con 816 miliardi di euro. Quarta Facebook con 521 miliardi di euro. Inoltre, nei primi nove mesi del 2020, i giganti del WebSoft hanno incrementato il proprio valore di borsa del +30,4%; nello stesso periodo la capitalizzazione delle multinazionali della manifattura si e’ ridotta del -6%.

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/roberto-manzocco-il-sole-24-ore-4-giugno-2023-italiani-preoccupati-per-il-diritto-alloblio-su-il-governo-delle-piattaforme-di-g.-giacomuni-e-a.-buriani-meltemi.pdf
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/05/finalmente-un-libro-non-apocalittico-su-internet-ecco-il-governo-delle-piattaforme/6955609/
https://www.carmillaonline.com/2023/01/18/il-governo-delle-piattaforme-digitali/
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-governo-delle-piattaforme-di-gabriele-giacomini-e-alex-buriani/

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Pensate a una cosa come Internet, la cui storia e’ molto interessante.
Quello che era nato in ambito militare si e’ trasformato in un sistema creativo artistico e paritetico che favoriva ogni tipo di innovazione, alimentato da individui creativi spesso in partnership o in conversazione l’uno con l’altro.
A quel tempo, Internet sembrava potesse essere il veicolo per un vero avanzamento sociale, per la comunicazione sociale, la produzione sociale, in qualche caso addirittura per la rivoluzione sociale.
Nel giro di pochi anni, pero’, quel processo e’ stato monopolizzato e sempre piu’ gestito come un modello di business. Il modello di business capitalista ha preso il sopravvento e cosi’ ci siamo ritrovati i vari Facebook, Google, Amazon, che sostanzialmente monopolizzano tutti gli aspetti qualitativi della vita quotidiana e inducono ogni tipo e forma di consumismo, che mi sembra del tutto privo di anima.

Capitalismo/Magatti

Mauro Magatti – Cambio di paradigma. Uscire dalla crisi pensando il futuro – Feltrinelli (2017)

Basti pensare al piu’ importante motore di ricerca del mondo, Google, il filtro e il catalizzatore delle nostre idee e desideri, la nostra porta sul mondo.
Quando digitiamo il nome di un pro
dotto o una localita’, quello che ci compare in cima alla schermata e’ spesso un indirizzo sponsorizzato che ha interesse a parlarci sulla base di un’informazione profumatamente pagata.
Lo stesso motore di ricerca, d’altra parte, nel darci le informazioni che cerchiamo fa riferimento al nostro profilo, costruito attraverso un algoritmo basato su tutte le ricerche che abbiamo fatto in precedenza.
Cio’ porta a suggerimenti ritagliati sulla nostra storia che tendono a confermarci in quello che siamo gia’.
Il punto fondamentale e’ che, nella societa’ digitale,i dati sono il nuovo petrolio.
E’ questo l’implicito del grande capitolo dei big data, punto cardine attorno al quale si stanno gia’ riorientando le strategie di marketing.
L’idea di fondo e’ che miliardi di individui lasciano miliardi di tracce che rappresentano gusti, desideri, scelte che interessano moltissimo 
alle aziende.
Raccolti e decifrati, questi dati permettono di sapere molte cose sui potenziali clienti. Ecco perche’ il data mining diventa oggi cosi’ fondamentale.

Info:
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/cambio-di-paradigma/
https://www.culturaesviluppo.it/wordpress/wp-content/uploads/2018/01/Magatti.pdf
https://www.corriere.it/cultura/17_ottobre_13/magatti-mauro-sociologo-insicurezza-risentimento-nuovo-paradigma-societa-feltrinelli-23fb8884-b044-11e7-9acf-3e6278e701f3.shtml?refresh_ce-cp

Capitalismo/D’Eramo

Marco D’Eramo – Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi – Feltrinelli (2020)

(I parte)

Non si sottolineera’ mai abbastanza quanto il nuovo panorama tecnologico sia definito dall’ideologia neolib.
A tal punto che a nessuna forza politica rilevante e’ venuto in mente non dico di proporre, ma neanche di aprire un dibattito pubblico sull’idea che internet debba essere pubblico.
Si e’ parlato tanto di “autostrada informatica”, pero’ le strade sono pubbliche, nessuno vorrebbe tornare ai balzelli e pedaggi a ogni incrocio. Eppure pare scontata l’idea che i grandi server, provider, operatori, motori, connettori siano tutti in mano ai privati, che costituiscano dei giganteschi oligopoli, abbiano anzi una struttura di tipo feudale: duca di Facebook, principe di Google, marchese di Alibaba, conte di Oracle…[…]
Se la rivoluzione informatica fornisce gli strumenti tecnologici di controllo a distanza, e’ la tecnologia del debito ad assicurarne la dimensione economica.
Per quanto possa apparire strano, e’ assai recente l’uso sistematico e codificato del debito – sia dei privati, sia degli stati – come strumento politico e sociale […]
E’ solo nel XX secolo che il debito assurge a vero e proprio strumento di controllo politico. Lo fa innanzitutto come controllo delle singole persone, delle loro famiglie, attraverso l’istituzione del mutuo. L’Ottocento non conosceva ancora il mutuo per l’acquisto della casa come strumento disciplinatore di intere popolazioni: chi si addossa un mutuo quindicennale o trentennale non e’ propenso a rivoltarsi, e per una duplice ragione: 1) il mutuo lo rende proprietario di casa, e quindi gli fa interiorizzare l’ideologia proprietaria; 2) il mutuo lo rende in un certo senso debitore di se stesso, prigioniero della sua (futura) proprieta’ per anni e decenni a venire […]
Mutuo e carte di credito spiegano almeno in parte l’incredibile espansione dei prestiti ai privati nel secondo dopoguerra […]
Il debito e’ diventato la condizione di vita di quasi tutte le famiglie dei paesi sviluppati. Ci si indebita per il mutuo della casa, per l’acquisto della macchina, per studiare all’universita’, per andare in vacanza, per una protesi dentale […]
Perciò “il debito e’ la tecnica piu’ adeguata per produrre l’homo oeconomicus neoliberale. Non solo lo studente considera se stesso un capitale umano che egli deve valorizzare per i suoi propri investimenti (i debiti che contrae per studiare), ma inoltre si sente obbligato ad agire, a pensare, a comportarsi come se fosse un’impresa individuale. Il debito impone a persone che non sono neanche entrate nel mercato del lavoro un addestramento ai comportamenti, alle regole di contabilita’, ai principi di organizzazione di solito messi
in atto in seno alle imprese.                        (continua)

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2020/11/recensione-marco-deramo-dominio/
https://www.internazionale.it/opinione/giuliano-milani/2020/11/10/marco-d-eramo-dominio
https://sbilanciamoci.info/i-meccanismi-del-dominio/
https://www.sinistrainrete.info/societa/17891-marco-d-eramo-la-bolla-dell-overtourism-si-e-sgonfiata-ma-tornera-presto-a-crescere.html