Finanziarizzazione/De Grossouvre

Henri De Grossouvre – Parigi, Berlino, Mosca. Geopolitica dell’indipendenza europea – Fazi (2004)

Lo sviluppo finanziario e borsistico ha prodotto conseguenze nefaste anche sulle imprese.
Gli azionisti, il cui potere si e’ accresciuto a discapito dei dirigenti d’impresa, esigono risultati a breve termine e impediscono loro di definire una strategia a lungo termine.
La pressione degli investitori in azioni, fondi di pensione e altri titoli ad alto rischio determinano un’insopprimibile volatilita’ sui mercati finanziari.
Secondo gli schemi della logica borsistica, un progetto societario sottintende sempre la possibilita’ di profitti in rialzo, dunque un migliore rendimento del titolo quotato.
La direzione d’impresa che detiene un pacchetto di opzioni non definisce dunque la sua strategia in rapporto al mercato, alla soddisfazione del consumatore, ma in rapporto all’evoluzione degli indici di borsa che influenzano il suo patrimonio.

Info:
http://www.archiviostorico.info/Rubriche/Librieriviste/recensioni/parigiberlinomosca.htm
http://www.caffeeuropa.it/pensareeuropa/259gollismo.html

Finanziarizzazione/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Le stock options, a differenza delle altre voci della retribuzione, dai tempi di Ronald Reagan sono tassate come capital gain e godono quindi di un’aliquota fiscale inferiore a quella che si applica sui redditi professionali.
In sostanza, la remunerazione della capacita’ di un manager e’ stata sganciata dal concetto di «lavoro » ed e’ stata agganciata all’idea di premio speculativo sul bilancio d’esercizio.
E’ ovvio che questa cultura ha indotto molti manager a spremere i dati, i quali – come e’ noto – sotto tortura dicono tutto quello che si vuole che dicano.
Cosi’, mentre prima i dirigenti gonfiavano al massimo le note spese o si avventuravano in spericolate operazioni di fusione e acquisizione per creare valore e trarne profitto, nel nuovo ciclo basta che le trimestrali da dare in pasto agli analisti finanziari soddisfino i criteri del mercato.
I buoni risultati vengono premiati con ottime quotazioni azionarie. E cosi’, quanto piu’ un manager e’ bravo a creare valore per gli azionisti tanto piu’ e’ in grado di guadagnare per se’.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Finanziarizzazione/Chang

Ha-Joon Chang – Economia. Istruzioni per l’uso . il Saggiatore (2016)

La nuova finanza non ha influenzato solo il settore finanziario. Ha profondamente modificato anche il modo in cui sono gestite le grandi aziende non finanziarie […]
Oltre ad accorciare l’orizzonte temporale delle grandi aziende, il nuovo sistema finanziario le ha anche rese piu’ «finanziarizzate», ossia piu’ dipendenti dalle loro attivita’ finanziarie.
Considerando i maggiori profitti derivati dalle operazioni finanziarie rispetto a quelle tradizionali, molte aziende hanno progressivamente trasferito risorse in questo settore. Tale spostamento degli obiettivi le ha allontanate da questioni quali la costruzione di capacita’ produttive di lungo periodo basate sulla tecnologia, coinvolgendole sempre piu’ in cio’ che era necessario per soddisfare la crescente pressione degli azionisti dall’orizzonte corto.

Info:
http://giustiziaintergenerazionale.it/tag/ha-joon-chang/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/critica-dell%E2%80%99espertocrazia-economica/?printpage=undefined

Finanziarizzazione/Crouch

Colin Crouch – Il potere dei giganti – Laterza (2014)

Gli ultimi trent’anni sono stati contraddistinti dalla diffusione di un alto livello di indebitamento tra persone con redditi limitati, la cui unica ricchezza era una casa impegnata a garanzia del debito.
L’aumento di valore delle case faceva si che la concessione di prestiti a queste categorie di persone non apparisse eccessivamente rischiosa; le banche cominciarono a sfruttare la possibilita’ di negoziare questi rischi sui mercati secondari, facendoli rientrare nel processo di ripartizione dei rischi […]. Tra questi rischi vi erano anche tranches di mutui privi di adeguata garanzia e debiti da carte di credito: questi titoli venivano impacchettati insieme a rischi meno elevati, creando nuovi titoli, scambiati a loro volta sui mercati secondari, confidando […] che gli acquirenti non si sarebbero presi la briga di analizzarne i contenuti.
In tal modo, mercati secondari gia’ di per se’ instabili hanno “contribuito” a sostenere elevati livelli di consumi, e con essi l’attivita’ economica generale, consentendo a coloro che avevano solo dei redditi modesti di spendere denaro che non possedevano.

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2013/09/colin-crouch-il-potere-dei-giganti.html
https://tramedoro.eu/?p=2447
https:/www.pandorarivista.it/articoli/disuguaglianze-intervista-colin-crouch/