Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Sta modificandosi anche la natura delle banche centrali.
La Banca centrale europea, in particolare, e’ sempre piu’ responsabile della finanziarizzazione trionfante.
L’istituto di Francoforte, infatti, sembra non comprendere che la disponibilita’ di una liquidita’ enorme nelle mani di pochi fondi muta i tratti della politica monetaria. Con il progressivo aumento dei tassi la Bce riduce la liquidita’, che significa credito bancario, quindi un canale di finanziamento dell’economia reale.
Ridurla alzando i tassi non significa affatto abbattere la liquidita’ che incrementa la speculazione, perche’ ormai gran parte della speculazione si alimenta attraverso i fondi e attraverso quella che era definita shadow banking e che ora si chiama “intermediazione finanziaria non bancaria”
I grandi fondi sanno fare a meno delle banche centrali, mentre l’economia reale e i debiti pubblici sono strangolati dal rialzo dei tassi.

Info:
https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
https://valori.it/fondi-padroni-mondo-libro-alessandro-volpi/

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Elon Musk e’ l’uomo piu’ ricco del mondo con un patrimonio di 185 miliardi di dollari […]
Ha portato Tesla a valere oltre mille miliardi di dollari. Dunque, un genio.
In realta’ e’ stata la finanza a costruire questo miracolo di genialita’. Tesla, infatti, vende circa un milione di auto e vale, appunto, mille miliardi in Borsa, mentre Volkswagen, che di auto ne produce quasi 10 milioni, vale un decimo.
Qualcosa non torna. L’enigma si chiarisce tenendo presente che l’andamento del titolo Tesla e’ stato sapientemente pilotato dai grandi fondi, come Vanguard, che e’ il secondo azionista della societa’ di Musk.
Se serve, i fondi comprano il titolo e convincono gli investitori che esso salira’ ancora, spingendoli a comprare per accrescere la capitalizzazione. Una prassi, questa, che ha funzionato molto quando lo scoppio della pandemia ha provocato la crisi di numerosi titoli. Poi, magari, gli stessi fondi corroborano questa spinta con altri mezzi. Il titolo Tesla, ad esempio, si e’ impennato dopo l’annuncio di voler noleggiare auto elettriche da parte di Hertz (non a caso acquistata da un grande fondo pronto a comprare azioni Tesla). Mentre Elon Musk si prepara a sostenere la campagna.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)

[Lo] strumento utilizzato per realizzare la privatizzazione – e la conseguente finanziarizzazione con l’intervento decisivo dei grandi fondi finanziari – e’ stato e continua ad essere costituito dalle societa’ a cui sono stati affidati i servizi pubblici locali, le cosiddette multiutility.
Con questo termine decisamente smart si qualifica il risultato del processo di sostanziale accorpamento di monopoli naturali trasferiti dal pubblico al privato e soprattutto guidati da una logica finanziaria per cui l’obiettivo assolutamente prioritario sono i dividendi e i prezzi dei titoli, assai piu’ rilevanti rispetto alla qualita’ e al godimento universale di tali servizi.
Numerose di queste societa’, negli ultimi vent’anni, sono state quotate in Borsa e pesano ormai a tal punto da disporre di un proprio indice dedicato.
Le cento principali multiutility italiane hanno un valore pari all’8,5% del Pil nazionale, oltre 150 miliardi di euro, e tra il 2019 e il 2021 hanno visto crescere il valore della loro produzione del 18,6%. Di questo centinaio di societa’, la gran parte ha il monopolio del settore idrico e di quello dei “servizi ambientali”: coprono infatti la quasi totalita’ delle vendite di elettricita’, il 63% dei volumi del gas, il 67% dell’acqua e il 43% dei rifiuti urbani raccolti.
Una quindicina di multiutility supera il miliardo di euro di ricavi e praticamente tutte hanno beneficiato del forte rialzo del prezzo dell’energia. In estrema sintesi, negli ultimi vent’anni i servizi idrici, i trasporti, la distribuzione dell’energia, la gestione del ciclo dei rifiuti sono stati ceduti dalle amministrazioni locali a societa’ esterne, prima partecipate del tutto dalle amministrazioni stesse e poi sempre più caratterizzate dalla presenza di capitale privato […]
Il passaggio ulteriore e’ stato quello dell’approdo in Borsa, che ha definitivamente cambiato la natura delle medesime societa’ ponendole sotto l’insindacabile giudizio degli andamenti del mercato finanziario, facile preda della speculazione.
Le multiutility possono cosi’ pagare dividendi robusti ai propri azionisti perche’ il rendimento dei titoli e’ la preoccupazione principale di tali societa’, altamente finanziarizzate, dove spesso pubblico e privato convivono.
L’ossessiva ricerca dei dividendi tuttavia avviene, non di rado, a discapito dei servizi e persino dei conti stessi.

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Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Appare indispensabile, in assenza di risorse, “spostare” i servizi prima coperti dallo Stato attraverso la spesa pubblica verso il settore privato: in parole semplici, i cittadini e le cittadine dovranno dotarsi di assicurazioni private che coprano i servizi non piu’ garantiti dallo Stato stesso […]
Le dimensioni di questo fenomeno di spostamento verso il privato e le sue polizze finanziarie sono ormai assai chiare nel campo pensionistico in misura ancora maggiore rispetto a quello sanitario.
Nel giugno 2023 e’ stata presentata la relazione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione che contiene vari elementi interessanti a riguardo. In primo luogo emerge che i titolari di una pensione integrativa sono 9,2 milioni, quindi una parte rilevantissima della popolazione italiana, con una prevalenza degli uomini rispetto alle donne. Il patrimonio complessivo gestito da tali fondi, che sono poco piu’ di 300, ammonta a quasi 206 miliardi di euro; dunque una cifra davvero consistente.
Uno degli aspetti piu’ significativi e’ costituito dalla destinazione di tali risorse che, come e’ ben chiaro, sono indirizzate in parte molto limitata all’economia del nostro paese. Si dirigono verso il debito pubblico italiano infatti solo 26 miliardi di euro, che rappresentano una porzione decisamente contenuta degli impieghi complessivi verso i titoli di Stato e verso le obbligazioni. In altre parole i fondi pensione italiani comprano, in stragrande maggioranza, titoli del debito di altri paesi e obbligazioni estere, non di rado messe in circolazione dai grandi fondi finanziari internazionali […]
Il futuro pensionato che ormai si trova coinvolto nel sistema dei fondi pensione sia per propria scelta, dettata non di rado dalla scarsa consistenza dei suoi contributi stipendiali, sia per effetto del “silenzio assenso” previsto dai contratti nazionali di categoria sta diventando, a tutti gli effetti, un soggetto finanziarizzato, legato assai poco all’economia del proprio paese e dipendente dagli andamenti dei mercati speculativi che non sempre peraltro vanno bene.

Info:
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Economia di mercato/Fraser

Capitalismo. Una conversazione con Rahel Jaeggi – Nancy Fraser – Meltemi (2019)

Ironia della sorte, lo stato e’ stato utilizzato in questo regime per costruire strutture di governance transnazionali che incoraggiassero il capitale a disciplinare i cittadini e le istituzioni di cui il potere pubblico dovrebbe essere responsabile!
Organizzazioni come il FMI, l’OMC e il TRIPS (regime di proprieta’ intellettuale legato al commercio) ora stabiliscono molte delle regole guida, globalizzando e liberalizzando l’economia mondiale negli interessi del capitale.
Inoltre, il debito ricopre un ruolo importante nella governance del capitalismo finanziarizzato. In questo regime, e’ in gran parte attraverso il debito che il capitale espropria le popolazioni nel centro e nella periferia e impone ai cittadini misure di austerita’, indipendentemente dalle preferenze politiche da loro espresse attraverso le elezioni […]
A queste [organizzazioni] dovremmo aggiungere le banche centrali e le agenzie di rating delle obbligazioni.
Nessuna di queste istituzioni e’ politicamente responsabile. Eppure tutte sono attivamente impegnate nel costruire regole autorevoli su vasta scala. Le regole che hanno stabilito consolidano le peculiari interpretazioni neoliberali della proprieta’ privata e del libero mercato, che ora sono dominanti in vari ambiti di interazione sociale in tutto il mondo.
Portati a un livello superiore, e in grado di scavalcare le leggi nazionali, essi stabiliscono stretti vincoli su cio’ che gli stati possono o non possono fare in relazione a questioni come i diritti dei lavoratori e le protezioni ambientali; e questi vincoli non possono essere cambiati dall’azione politica a livello statale.

Info:
https://kriticaeconomica.com/letture-kritiche/finalmente-siamo-tornati-a-parlare-di-capitalismo-nancy-fraser/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazio-jaeggi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
http://www.linterferenza.info/contributi/nancy-fraser-capitalismo-conversazione-rahel-jaeggi/
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-si-infiltra-nelle-nostre-vite-quotidiane/

Finanziarizzazione/Chomsky

Noam Chomsky – Così va il mondo. – Piemme (2018)

Nel 1970 circa il 90% del capitale internazionale era destinato al commercio e a investimenti a lungo termine, mentre il restante 10% veniva investito in speculazioni.
Entro il 1990 questi dati si erano completamente invertiti: il 90% era destinato alla speculazione e il 10% al commercio e agli investimenti a lungo termine.
Non solo questo cambiamento radicale ha influenzato la natura del capitale finanziario, privo di ogni controllo, ma anche il volume di questo tipo di transazioni si e’ accresciuto a dismisura. Secondo una recente stima della Banca Mondiale, circa 14 trilioni di dollari vengono spostati nel mondo, e di questi un trilione si muove ogni giorno.
Questo enorme volume di capitali di natura principalmente speculativa crea pressioni che si traducono in politiche economiche deflazionistiche, perche’ quel che il capitale speculativo vuole e’ una crescita bassa e una bassa inflazione.
Questo sta spingendo gran parte del mondo verso un nuovo equilibrio economico fatto di bassa crescita e bassi salari. Cio’ rappresenta un attacco micidiale agli sforzi dei governi di stimolare l’economia.

Info:
https://www.lapoesiaelospirito.it/2017/09/15/noam-chomsky-cosi-va-il-mondo/
https://www.ibs.it/cosi-va-mondo-libro-vari/e/9788856626674

Finanziarizzazione/Stiglitz

Un’economia per l’uomo – Joseph Stiglitz – Castelvecchi (2016)

Ci sono due aspetti della crisi che non hanno attratto sufficientemente l’attenzione.
Il primo e’ la condotta moralmente deprecabile dimostrata da molti nel settore finanziario. Abbiamo ampie e documentate prove del fatto che ci si e’ approfittati dei meno scolarizzati e di quelli finanziariamente meno accorti, allo scopo di massimizzare i profitti.
Quando alle banche sono esplosi in mano gli ordigni che loro stesse avevano creato, il governo e’ intervenuto a salvarle, lasciando invece coloro che ne erano stati vittime in balia di se stessi […]
Il secondo aspetto e’ che molti operatori del settore finanziario ricevevano delle ricompense non proporzionali al loro contributo complessivo verso la società o verso le aziende per cui lavoravano.
Questa cosa venne alla ribalta nel periodo di poco successivo alla crisi, quando molte aziende continuarono a pagare “premi” di produttività laddove il profitto era palesemente in negativo, fino al punto da richiedere interventi di salvataggio da parte del governo e causare la perdita del posto di lavoro di molti dipendenti.
Un sistema economico dove alcuni (individui o aziende) prosperano in maniera eccezionale – con una correlazione non tanto al contributo effettivo apportato alla collettivita’ quanto piuttosto alla loro abilita’ di ricavare “guadagni” dallo stato di cose – non e’ un sistema economico giusto.

Economia di mercato/Padoa-Schioppa

Padoa-Schioppa E. – Antropocene – il Mulino (2021)

Se da una parte e’ necessario immaginare un mondo interconnesso, nel quale vi siano diverse istituzioni che cooperano per affrontare le crisi ambientali, dall’altra occorre dunque ripensare l’economia.
Nel XX secolo due modelli si sono sostanzialmente affrontati: il modello economico del socialismo reale e quello del liberismo, peraltro bilanciato efficacemente, specie dopo la Seconda guerra mondiale e sino agli anni ’70, con lo sviluppo delle forme di protezione dello stato sociale, dalla sanita’ alle pensioni alla scuola e alla protezione dalla disoccupazione, promosse essenzialmente con sistemi di tassazione ispirati al criterio della progressivita’.
Dopo il crollo delle economie a socialismo reale il modello liberista si e’ trasformato in un modello iperliberista (neoliberismo), nel quale le dimensioni della finanza sono enormemente aumentate superando di alcuni ordini di grandezza quelle dell’economia reale, e nel quale il dogma di una salvifica capacita’ del mercato di autocorreggere i propri errori non e’ mai stato messo seriamente in discussione […]
La predominanza dell’aspetto finanziario non solo ha generato una irrealistica aspettativa di crescita, basata sull’idea che l’economia potesse sfuggire ai vincoli fisici ed espandersi all’infinito, ma ha anche spinto il mondo dell’economia e della politica a guardare a breve termine, su un orizzonte temporale ristretto (quante volte e’ capitato che il giudizio dei mercati facesse licenziare un manager sulla base di un risultato trimestrale, ignorando una strategia pluriennale).
E questa visione a corto raggio di sicuro non aiuta ad affrontare i problemi ambientali dell’Antropocene.
Inoltre la finanziarizzazione esasperata dell’economia ha contribuito anche alla crescita delle diseguaglianze sociali.

Info:
https://disf.org/bibliografie-tematiche/9788815291820
https://www.letture.org/antropocene-una-nuova-epoca-per-la-terra-una-sfida-per-l-umanita-emilio-padoa-schioppa
https://pikaia.eu/storia-ecologica-europa-padoa-schioppa/

Societa’/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Non piu’ data per scontata, l’idea che la pianificazione pubblica sia di gran lunga inferiore alla competizione dei mercati incontra ormai una seria resistenza. Rispondendo al cambiamento climatico e alla pandemia di Covid-19, cosi’ come alle crescenti disuguaglianze di classe e alla dilagante ingiustizia razziale, i nuovi socialdemocratici si uniscono ai populisti e ai socialisti democratici nel tentativo di riabilitare il potere pubblico.
Alcuni, limitandosi al piano nazionale, si battono per un’azione di governo coraggiosa che protegga i cittadini dagli effetti devastanti – economici, ecologici, sociali e politici – della finanziarizzazione.
Gli attivisti dell’alter-globalizzazione e della giustizia ambientale, dal canto loro, immaginano nuovi poteri pubblici, di portata globale o transnazionale, con la forza e il raggio di azione necessari per tenere sotto controllo gli investitori e per superare le minacce transfrontaliere al benessere del pianeta.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
https://jacobinitalia.it/#facebook
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-cannibale/

Lavoro/Dardot

Dardot Pierre, Haud Gueguen, Christian Laval, Pierre Sauvetre – La scelta della guerra civile. Un’altra storia del neoliberalismo – Meltemi (2023)

Se l’indebolimento dei sindacati e’ stato storicamente il primo atto dell’offensiva neoliberale sul fronte del lavoro, la sua efficacia e la sua portata non possono essere colte senza tenere conto di quella che, a partire dagli anni Novanta, ne e’ stata una dimensione altrettanto centrale, ossia l’introduzione di un nuovo tipo di management, interamente basato sul requisito della prestazione economica e sulla messa in concorrenza degli individui tra loro, come se non fosse stato sufficiente indebolire le organizzazioni dei lavoratori, ma fosse bensi’ necessario andare oltre, smantellando la struttura collettiva del lavoro […]
Mentre nel modello tayloriano l’organizzazione scientifica del lavoro esigeva che i lavoratori applicassero il piu’ scrupolosamente possibile le regole prescritte dai dirigenti, il neomanagement si basa su un appello all’intelligenza, alla creativita’, all’autonomia e alla responsabilita’. Questo non significa che sia necessario prendere alla lettera le promesse di “realizzazione di se’”, visto che i nuovi metodi restano sottomessi alle sole esigenze del profitto.
Meglio ancora: se il neomanagement puo’ essere a buon diritto definito “post-taylorista” o “post-fordista”, e’ perche’ questa mobilitazione soggettiva, proprio come l’ossessione per le prestazioni quantificate e la competizione tra individui dalla quale si rivela essere inseparabile, fa parte di una mutazione economica molto piu’ ampia, che coinvolge le trasformazioni dei processi produttivi, la globalizzazione dei mercati e la finanziarizzazione dell’economia.
Nel quadro della “nuova divisione cognitiva del lavoro” su scala internazionale, l’innovazione tecnologica e la proprieta’ intellettuale sono i motori piu’ importanti della redditivita’ nelle economie piu’ sviluppate.
Allo stesso tempo, pero’, la pressione degli azionisti ha imposto una “governance dei numeri” che mira a misurare la performance economica di un’azienda in tempo reale, al fine di soddisfare le esigenze di redditivita’ degli azionisti.
Questo insieme di fattori ha dato origine alla nuova funzione dei manager, che consiste nel garantire che gli imperativi del “capitale” siano soddisfatti da coloro che lavorano sul campo, richiedendo loro di identificarsi pienamente con gli interessi dell’azienda […]
In linea con l’attacco ai sindacati, l’obiettivo di questa mutazione manageriale e’ quello di distruggere i sistemi di solidarieta’ (cooperazione, fiducia, ecc.) e costringere gli individui ad adattarsi a un ambiente instabile, in cui si tratta di prevalere sugli altri e di sottomettersi in tal modo a una sorta di divenire-guerriero.

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/massimiliano-guareschi-il-manifesto-12-febbraio-2024-quel-neoliberismo-autoritario-su-la-scelta-della-guerra-civile-aa.-vv.-meltemi.pdf
https://www.carmillaonline.com/2024/01/24/una-guerra-civile-strisciante-e-costante/
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/27174-christian-laval-haud-gueguen-pierre-dardot-pierre-sauvetre-la-scelta-della-guerra-civile.html
https://ilmanifesto.it/pierre-dardot-un-abbraccio-mortale-per-la-gauche
https://ilmanifesto.it/il-neoliberismo-autoritario
https://www.pandorarivista.it/articoli/per-una-prassi-istituente-recensione-a-del-comune-o-della-rivoluzione-nel-xxi-secolo/