Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)
Il prezzo e’ diventato l’indicatore del valore: se una merce e’ comprata e venduta sul mercato, deve avere un valore.
Cosi’, invece di una teoria del valore che determina il prezzo, abbiamo una teoria del prezzo che determina il valore […] L’idea che il prezzo determini il valore e che i mercati siano i più bravi a determinare i prezzi ha ogni specie di nefaste conseguenze.
Per riassumere, ve ne sono quattro principali.
Primo, questa teoria incoraggia coloro che estraggono valore nella finanza e in altri settori dell’economia […]
Nell’attuale modo di pensare, il trading finanziario, i prestiti rapaci, le bolle dei prezzi immobiliari aggiungono tutti valore per definizione, perche’ il prezzo determina il valore: se c’e’ un affare da concludere, c’e’ valore […]
Il pensiero che il valore e’ eguale al prezzo incoraggia le societa’ a mettere al primo posto i mercati finanziari e gli azionisti, e dare il minimo possibile agli altri portatori di interessi.
Si ignora cosi’ la realta’ della creazione di valore – come processo collettivo […]
Secondo, il convenzionale discorso svaluta e impaurisce gli effettivi e i potenziali creatori di valore che sono fuori dal settore privato. Non e’ facile sentirsi bene quando ti viene costantemente detto che sei spazzatura e/o parte del problema. Questa e’ spesso la situazione per la gente che lavora nel settore pubblico, siano infermiere, impiegati o insegnanti […]
Terzo, questo racconto del mercato confonde i politici.
In generale, i politici di tutte gli schieramenti vogliono aiutare le loro comunita’ e il loro paese, e pensano che il modo di farlo e’ di avere maggior fiducia nei meccanismi del mercato, riducendo la politica solo a una questione di rabberciamenti marginali.
La cosa importante e’ di essere considerato progressista, ma anche “business-friendly”, favorevole all’impresa […] Non avendo una chiara visione del processo collettivo della creazione di valore, il settore pubblico viene cosi’ “catturato” – incantato da storie sulla creazione di ricchezza che hanno portato a politiche fiscali regressive che aumentano l’ineguaglianza […]
Quarto e ultimo punto, la confusione tra profitti e rendite e’ evidente nei modi in cui misuriamo la crescita stessa: il PIL. Infatti, e’ qui che il confine della produzione viene a perseguitarci di nuovo: se qualsiasi cosa che ha un prezzo e’ valore, allora la contabilita’ nazionale, per il modo in cui e’ calcolata, non sara’ capace di distinguere la creazione di valore dalla estrazione di valore e dunque politiche che hanno per obiettivo la prima possono semplicemente portare alla seconda. Questo e’ vero non solo per l’ambiente, dove porre rimedio all’inquinamento aumentera’ certamente il PIL (per il pagamento dei servizi di pulizia), mentre un ambiente piu’ pulito non lo farebbe necessariamente (in realta’, se porta a produrre meno cose, potrebbe diminuire il PIL), ma anche, come abbiamo visto, per il mondo della finanza.
Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/