Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Il mercato unico deve sopravvivere a tutti i costi, e per garantirlo e’ necessario attuare riforme neoliberiste.
Se i popoli non sono d’accordo, allora bisogna convincere i loro rappresentanti politici ad agire sempre e comunque nell’interesse del mercato.
In questo passaggio e’ possibile scorgere la profonda distanza che intercorre tra le costituzioni democratiche degli Stati membri e quella che appare come una sofisticata forma di autoritarismo europeo.
I sistemi democratici interni agli Stati sono progettati in modo tale che il popolo possa decidere se far prevalere un’ideologia, ovvero un programma, rispetto a un’altra, mediante un parlamento rappresentativo non originariamente schierato. L’UE ha invece un’indiscussa anima neoliberista, ed e’ per questo che, in tal senso, il suo rapporto con la democrazia s’inceppa nella sovrapposizione tra ideologia politica e ragion d’essere delle sue istituzioni rappresentative

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Europa/Habermas

Jürgen Habermas, Wolfgang Streeck – Oltre l’austerità. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

L’unione monetaria costituisce un progetto non europeista, in quanto costringe forzatamente in un quadro istituzionale rigido economie fondate su significative differenze, nella struttura e nel funzionamento, che affondano in diversita’ tra «le strutture sociali e i modi di vita collettivi, sviluppatesi nel corso di un lungo periodo, politicamente condizionate e soprattutto niente affatto migliorabili in tempi brevi» […]
Appare «un programma di omologazione forzata dei modelli di vita e i modelli economici dei popoli europei, che li mette gli uni contro gli altri e li divide politicamente in Stati di prima e seconda classe».
Non solo, quindi, lo scenario politico-sociale piu’ probabile di questa costruzione sara’ sempre piu’ quello di un conflitto permanente tra gli Stati, «sia sulla quota di sovranita’ cui dovrebbero rinunciare i paesi meridionali che sull’entita’ della compensazione da parte di quelli del Nord, che risulterebbero in ogni caso sbilanciate in favore degli uni o degli altri»

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html

Europa/Chomsky

Noam Comsky – Lotta o declino. Perché dobbiamo ribellarci contro i padroni dell’umanità – Ponte alle grazie (2021)

La percezione tra gli inglesi, anche nella sinistra, e’ che la Brexit li liberera’ dalle politiche reazionarie di Bruxelles, ma e’ una convinzione errata.
In primo luogo, perche’ e’ stato proprio il Regno Unito uno dei fautori di quelle politiche, non e’ stata l’UE a imporgliele. Sono stati gli inglesi a promuoverle e portarle avanti.
In secondo luogo, perche’ quanto e’ accaduto nel paese, prima con Margaret Thatcher e poi con Tony Blair e David Cameron, non e’ stato provocato dalle politiche dell’Unione europea ma e’ venuto dall’interno.
Di conseguenza, separarsi dall’UE e dalla burocrazia di Bruxelles non risolvera’ i problemi interni. Anzi, potrebbe aggravarli; potrebbe lasciare il Regno Unito, ancora piu’ di adesso, in balia dell’influenza statunitense.
Quanto all’ascesa dei partiti di destra in Europa, e’ molto preoccupante.
L’Europa e’ sempre stata molto piu’ razzista degli Stati Uniti, a mio parere. Finora il razzismo non si e’ palesato perche’ i popoli erano piu’ omogenei, ma via via che l’assetto demografico cambia, il razzismo viene allo scoperto.
L’ascesa dei partiti di destra e’ il risultato delle cattive scelte dei partiti centristi, compresi i socialdemocratici, i quali hanno avallato politiche economiche e sociali che si sono rivelate devastanti. Le misure di austerita’ imposte dalla troika sono state deleterie, e tutto lascia pensare che siano state progettate apposta per minare lo stato sociale. Come ho gia’ detto, scopo dell’austerita’ non era lo sviluppo economico; al contrario, essa e’ nociva allo sviluppo. Il vero obiettivo era lo smantellamento dei programmi di welfare state: pensioni, condizioni di lavoro dignitose, norme sui diritti dei lavoratori e cosi’ via.

Info:
https://www.ponteallegrazie.it/libro/lotta-o-declino-noam-chomsky-9788833313702.html
https://www.ibs.it/lotta-o-declino-perche-dobbiamo-ebook-noam-chomsky-emran-feroz/e/9788833317083?gclid=Cj0KCQiA4b2MBhD2ARIsAIrcB-T6LTxkHyOZ7PhIqesdLQ8CpBrHiapLocGukQwOMx77OWBPG3WDuCsaAv64EALw_wcB

Europa/Collier

Paul Collier – Il futuro del capitalismo. Fronteggiare le nuove ansie – Laterza (2020)

Le grandi aziende si sono globalizzate, trasformandosi in reti giuridicamente complesse di consociate che hanno reciproci rapporti commerciali ma sono controllate da una societa’ madre.
Per questo tipo di imprese, il pagamento delle imposte e’ diventato un’attivita’ volontaria.
In Gran Bretagna, l’esempio piu’ efficace e’ quello della Starbucks: nonostante abbia venduto miliardi di tazze di caffe’, nel corso di un intero decennio la sua consociata britannica non ha praticamente fatto registrare profitti tassabili. E’ trapelato che un’altra consociata, con sede legale nelle Antille olandesi, stava facendo profitti notevolmente elevati nonostante non vendesse affatto caffe’; vendeva invece i diritti di utilizzazione del marchio «Starbucks» alla consociata britannica. La compagnia ha annunciato con tono indignato di aver versato tutte le imposte dovute nelle Antille olandesi, sebbene abbia omesso di ricordare che li’ l’aliquota fiscale era pari a zero […]
Alla globalizzazione delle imprese non ha corrisposto la globalizzazione degli strumenti di regolamentazione.
I poteri fiscali e di regolamentazione sono rimasti saldamente ancorati al livello nazionale […]
I nostri meccanismi sovrannazionali di coordinamento – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il Fondo Monetario Internazionale, l’Unione Europea, il G7 e il G20 – hanno perso la capacita’ di creare obbligazioni reciproche vincolanti sostenute sull’interesse individuale illuminato.
Ogni nazione preferisce gareggiare in una corsa alla deregolamentazione fiscale. Questa sconfitta della governance e’ stata l’aspetto peggiore della globalizzazione contemporanea.

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858131060
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.anobii.com/it/books/il-futuro-del-capitalismo/9788858131060/015fc8fc1b8b48e476/reviews

Stato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Il Trattato di Vestfalia del 1648 mise un po’ di ordine su questo caos in tutta Europa, ponendo fine al lungo periodo di guerre di religione, guerre tra etnie, guerre tra clan, guerre di tutti contro tutti.
Si fondava sostanzialmente sull’idea che dovesse esserci una cosa chiamata stato, uno stato nazione, all’interno del quale esisteva una forma di sovranita’. L’idea generale era che ogni stato dovesse rispettare quella sovranita’, l’integrita’ e i confini di ogni altro stato.
Non sempre e’ stato cosi’ nella storia successiva, ma si e’ trattato di un accordo importante. Ha chiarito e reso stabili le strutture territoriali del potere in Europa. E’ stato accompagnato dalla diffusione di una logica di potere politico ed economico contenuto e chiuso all’interno di una struttura territoriale stabile […]
Sono nate istituzioni statali con determinate strutture gerarchiche che esercitavano il controllo sulla popolazione all’interno dello stato […]
Esistono dunque due logiche del potere. Da un lato, una logica territoriale che e’ collegata allo stato e alle sue istituzioni; dall’altro una logica capitalista, che deriva dalla circolazione e dall’infinita accumulazione di capitale in gran parte attraverso le azioni di interessi privati […]
Questo potere si innesta in un contesto in cui agiscono anche le forme territoriali del potere. Spesso la relazione fra miliardari capitalisti e potere territoriale dello stato e’ problematica. I capitalisti piu’ potenti e le loro fazioni sovente cercano di fare dello stato un agente dei loro interessi; il potere dello stato pero’ e’ piu’ complicato, perche’ lo stato deve rispondere ai desideri e ai bisogni di una popolazione molto varia di cittadini ed e’ possibile che i miliardari non siano poi cosi’ amati da quella popolazione.
Il grande interrogativo riguarda la legittimazione di chi ha il potere nello stato […] Le forme monetarie del potere non sono stazionarie o statiche, ma costantemente in movimento. Una delle questioni piu’ difficili per uno stato e’ prevenire, controllare o addirittura contenere quel movimento perpetuo. Le forme del potere dello stato, piu’ statiche e vincolate in senso spaziale, sono messe continuamente alla prova dal movimento del capitale.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

Uno dei grandi miti delle scienze sociali occidentali e’ quello che vede nella nascita degli stati nazionali e nella loro organizzazione in un sistema interstatale due invenzioni europee.
In realta’, con l’eccezione di pochi stati creati dalle potenze coloniali europee (soprattutto Indonesia, Malaysia e Filippine), le principali formazioni politiche dell’Oriente asiatico (Giappone, Corea, Cina, Vietnam, Laos, Thailandia e Cambogia) erano gia’ degli stati nazionali quando ancora in Europa non esisteva alcuna struttura del genere.
Inoltre, essi erano stati tutti collegati fra loro, o direttamente o per il tramite della Cina, dai commerci e dalla diplomazia ed erano tenuti insieme da una condivisa comprensione dei principi, delle norme e delle regole che informavano le loro reciproche relazioni facendone un “mondo” fra altri “mondi”.
Come hanno mostrato studiosi giapponesi che si sono occupati della ricostruzione della rete di commerci tributari che si diramava dalla Cina, quel sistema era sufficientemente simile a quello interstatale europeo da rendere analiticamente fruttuoso il loro studio comparato […]
Quando si mettono a confronto le dinamiche dei due sistemi emergono immediatamente due differenze fondamentali. Primo, come argomentato in capitoli precedenti, la dinamica del sistema europeo era caratterizzata da una continua competizione militare fra le singole entita’ nazionali e da una tendenza all’espansione geografica sia del sistema nel suo complesso che del suo continuamente mutevole epicentro. In Europa i lunghi periodi di pace sono stati piu’ l’eccezione che la regola […]
In stridente contrasto con questo tipo di dinamica, il sistema di stati nazionali dell’Oriente asiatico si distingue per la pratica assenza sia di scontri militari interni al sistema stesso che di espansione geografica esterna […]
Questa scarsita’ di eventi bellici fra gli stati dell’Oriente asiatico si associa a una seconda differenza cruciale rispetto al sistema interstatale europeo: l’assenza fra gli stati dell’Oriente asiatico di ogni tendenza alla costruzione, in concorrenza fra loro, di imperi oltremare nonche’ di una corsa agli armamenti anche lontanamente paragonabile a quella che caratterizzava gli stati europei.
Anche fra gli stati asiatici c’era competizione […] Si trattava di un tipo di competizione, pero’, che indirizzava il percorso di sviluppo piu’ verso la costruzione dello stato e dell’economia nazionale che nella direzione opposta presa dallo sviluppo europeo[…] L’“estroversione” della lotta per il potere in Europa era una caratteristica fondamentale della specifica combinazione di capitalismo, militarismo e ambizione territoriale che e’ stata la forza propulsiva della globalizzazione del sistema statale europeo […] La dinamica opposta […] ha caratterizzato il sistema dell’Asia orientale – nella quale invece la crescente “introversione” della lotta per il potere generava una combinazione di forze economico-politiche non motivate a perseguire un’espansione territoriale senza limiti –

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747

 

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Sul nostro paese si sta giocando una partita di rilevanza internazionale.
Il quadro di riferimento, al di la’ delle prediche istituzionali e delle colate di retorica, e’ che l’UE puo’, a certe condizioni, continuare ad essere il giardino (culturale, tecnologico e finanziario) dell’«impero»: come la Grecia nell’ambito dell’impero romano ai tempi, tutt’altro che tranquilli, di Adriano o di Marco Aurelio.
Colossi decisivi quali il FMI (con epicentro in USA) e la comunque subalterna BCE sono i soggetti contraenti di questa intesa. Un’intesa del genere, ancorche’ sperequata, non comporta, per ora, rischi diretti, per il giardino europeo, sul piano militare: sempre che la politica imperiale non scelga di approdare ad un conflitto anche armato con Cina e Russia.
Con la presidenza Biden questo rischio sta diventando maggiore che sotto il suo predecessore

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858147405
https://www.marx21.it/cultura/la-democrazia-dei-signori-luciano-canfora/
https://www.pulplibri.it/luciano-canfora-la-vittoria-delle-oligarchie-la-reale-natura-della-nostra-democrazia/

 

Stato/Habermas

Jurgen Habermas, Wolfgang Streeck – Oltre l’austerita’. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

Ai tassi di inflazione crescente degli anni Settanta si sostituisce il progressivo indebitamento delle famiglie e dei bilanci pubblici.
Cresce parallelamente anche l’ineguaglianza quanto alla distribuzione del reddito, mentre le entrate statali diminuiscono per rapporto alla spesa pubblica.
Con l’aumento delle disuguaglianze sociali lo Stato tributario subisce in tale sviluppo una trasformazione: «Lo Stato democratico, governato e alimentato dai propri cittadini in quanto Stato tributario, si converte in Stato di debito democratico, nella misura in cui il suo sostentamento poco a poco non dipende piu’ dai cittadini contribuenti ma dai suoi creditori».
Dentro l’Unione economica e monetaria europea i limiti imposti dai “mercati” all’azione politica degli Stati mostrano il loro carattere perverso. La trasformazione dello Stato tributario in Stato di debito fa da sfondo al circolo vizioso con cui gli Stati salvano le banche insolventi, per finire a loro volta trascinate verso il fallimento da queste ultime, rimettendo di conseguenza il destino della popolazione nelle mani del regime finanziario imperante

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Nell’ultimo ventennio l’UE ha avuto, sempre piu’ chiaramente, una guida tedesca. Per svariate ragioni, non soltanto di concorrenza economica, cio’ ha suscitato nervosismo crescente al vertice dell’«impero».
Merkel era troppo, e giustamente da un punto di vista europeo, interessata alla collaborazione con la Russia: anche se ha dovuto anch’essa ingurgitare la farsa autolesionistica delle ‘sanzioni’.
I segnali dell’insofferenza statunitense verso la Germania, e quindi verso una UE a trazione tedesca, erano eloquenti: dalla guerra dei dazi all’attacco frontale a Volkswagen. Ma non vi erano alternative: non era facile impartire disposizioni per un cambio al vertice dell’UE. Intanto, comunque, l’operazione Brexit era un vigoroso ammonimento: indeboliva l’UE e rinsaldava il patto anglo-americano (cioe’ il vero «patto atlantico»). Macron non significava quasi nulla per gli USA. Lo hanno anche umiliato nella vicenda dei sottomarini per l’Australia, coinvolta nel progetto di accerchiamento militare della Cina […]
Comunque la Francia non e’ mai stata totalmente ‘atlantica’[…]
Dunque bisognava guardare all’Italia […]
Si avvicinava la scadenza elettorale di gran lunga piu’ importante: le elezioni generali in Germania. Era prevedibile che stesse finendo «l’era Merkel» e, con essa, la trazione tedesca dell’UE. Quanto, poi, alla Francia, buio pesto sull’esito delle presidenziali della primavera 2022. Di qui l’opportunita’ di intervenire in Italia con l’operazione Draghi […]
Sul piano istituzionale, il trapasso e’ ormai consolidato: il potere legislativo e’ stato trasferito dal Parlamento al governo. L’esecutivo e’ definitivamente diventato legislativo. La Costituzione non ha piu’ valore su questo cruciale terreno, come del resto su altri piani. La smodata prosecuzione dello «stato di emergenza» (unico caso in tutta la UE) e’ la cornice che propizia tale modifica strutturale della Costituzione. La drammatizzazione del problema sanitario con provvedimenti muscolari non e’ che un elemento del quadro […]
La sostanza e’ – stanti e operanti le attinenze cospicue – l’adesione alle due fedi (atlantistica e, in subordine, europeistica) che, uscita di scena Merkel, fanno dell’attuale premier italiano il nuovo perno di una UE rimessa in riga. («Erdogan dittatore» faceva intenzionale eco a «Putin assassino»: in compenso buoni rapporti con al-Sisi, nonostante Regeni e Zaki, ed elogi pubblici alla guardia costiera, criminale, libica.) Le elezioni politiche – quando pur ci saranno – dovranno necessariamente confermare questo riassetto

Info:
https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/democrazia-signori-luciano-canfora-laterza-ygcgot2n
https://left.it/2022/03/06/luciano-canfora-la-sinistra-e-il-popolo-tradito/
https://www.pandorarivista.it/podcast/luciano-canfora-democrazia-e-oligarchia/
https://www.vocerepubblicana.it/2022/01/28/la-democrazia-dei-signori-e-lo-stato-sociale/
https://forumcorriere.corriere.it/leggere-e-scrivere/2022/01/27/la-democrazia-dei-signori-1/

Economia di mercato/Barba

Aldo Barba, Massimo Pivetti – La scomparsa della sinistra in Europa – Meltemi (2016)

Mentre tutte le economie possono riuscire a crescere simultaneamente attraverso l’espansione dei loro mercati interni, una crescita simultanea di tutte attraverso le esportazioni nette di beni e servizi e’ inconcepibile: alle esportazioni nette delle une corrispondono necessariamente importazioni nette da parte delle altre.
La via tedesca al sostegno dell’occupazione non e’ percorribile dall’insieme dei Paesi capitalisti.
Ci troviamo pertanto in Europa di fronte al seguente paradosso: in un’unione di mezzo miliardo di persone, il ruolo di guida viene lasciato a una nazione che alla sua totale inadeguatezza storico-culturale a svolgerlo, somma il fatto che, pur essendo divenuta a seguito della riunificazione la maggiore nazione europea, non cresce e non trascina la crescita degli altri attraverso l’espansione continua del proprio cospicuo mercato interno, ma si adopra invece con ogni mezzo per vendere agli altri i volumi crescenti di produzione che la sua atavica parsimonia non le consente di assorbire.
Il grado di successo di questa strategia di crescita dipende crucialmente dalla misura in cui essa non sia perseguita anche dai suoi partner commerciali.
Non appena la flessibilita’ del mercato del lavoro e l’austerita’ hanno incominciato ad essere imitate da tutti in Europa e la domanda proveniente dai Paesi in via di sviluppo ha rallentato, la contrazione dei livelli di vita per la maggioranza della popolazione e’ diventato un disastro continentale, destinato a coinvolgere presto o tardi la stessa “nazione guida”.

Info:
https://appelloalpopolo.it/?p=26090
https://www.sinistrainrete.info/politica-economica/11279-aldo-barba-e-massimo-pivetti-la-scomparsa-della-sinistra-in-europa.html
http://mondifantastici.blogspot.com/2018/04/la-scomparsa-della-sinistra-in-europa.html