Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Ponte alle Grazie (2014)

Guardando piu’ da vicino la creazione della nuova governance europea, non si puo’ fare a meno di notare qualcosa di inusuale, e cioe’ che alcuni dei principali strumenti di gestione della crisi sono stati posti in essere al di fuori dell’ordinamento dell’UE.
Piuttosto che ricorrere alle norme contenute nei trattati fondamentali, si e’ deciso di realizzare una serie di accordi utilizzando il metodo intergovernativo piuttosto che un atto normativo europeo, vale a dire istituendo accordi internazionali al di fuori del diritto dell’Unione; il riferimento e’ in primo luogo al MES, impropriamente definito «fondo salva-stati», e al Fiscal Compact.
Siamo cosi’ di fronte a una sorta di doppia governance europea: quella prevista dai trattati fondamentali dell’Unione – Trattato sull’Unione Europea (TUE) e Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) –, che incarnano il paradigma della crescita, e quella dei nuovi accordi intergovernativi, che introducono regole di gestione della crisi non incluse nel tradizionale quadro normativo […]
La nuova governance, in corso di evoluzione, si articola in sette assi principali di intervento: – il semestre europeo, il quale si concretizza in una serie di raccomandazioni elaborate dalla Commissione Europea, approvate dal Consiglio UE e avallate dal Consiglio Europeo, di cui gli stati devono tenere conto quando dispongono le politiche di bilancio relative all’anno successivo; – il patto Euro Plus, che consiste in un accordo firmato da ventitre paesi aderenti che si impegnano a realizzare determinate riforme in alcuni settori (competitivita’, occupazione, sostenibilita’ delle finanze pubbliche e maggiore stabilita’ finanziaria); – il Fiscal Compact; – le modifiche al patto di stabilita’, in parte gia’ introdotte nel cosiddetto six pack, un pacchetto di sei atti legislativi (cinque regolamenti e una direttiva) che mira a una piu’ rigorosa applicazione del Patto di Stabilita’ e di Crescita (PSC); e nel cosiddetto two pack, composto da due regolamenti e orientato a completare il ciclo di sorveglianza di bilancio; – la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (gia’ applicata in base a due regolamenti del six pack); – i meccanismi per la stabilita’ finanziaria della zona euro, fra cui il MES; – il patto per la crescita (growth pact).
Il panorama degli interventi appare complesso e disarticolato, soprattutto se si pensa al fatto che tre diversi accordi coinvolgono un numero differente di paesi (ventitre il patto Euro Plus, diciassette il MES e venticinque il Fiscal Compact); il che fa pensare che sia stata realizzata una sorta di «integrazione differenziata». Come dire: a ciascuno la sua Europa […]
Se siete un po’ confusi per via dei nomi e delle sigle sappiate che e’ soltanto perche’ siete stati attenti. Hanno utilizzato quasi la stessa denominazione per tre strumenti che si differenziano tra loro per variabili non certo trascurabili: Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSM), affidato alla Commissione e al Consiglio; Dispositivo Europeo per la Stabilita’ Finanziaria (EFSF), gestito con la creazione di una societa’ lussemburghese; Meccanismo Europeo di Stabilita’ affidato a una organizzazione internazionale.

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/

Societa’/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Alle vere e ataviche carenze italiane potrebbe porre rimedio un gigantesco investimento che incrementi proprio la pubblica amministrazione, ma questo e’ l’esatto contrario di cio’ che «chiede l’Europa».
E’ lamento quotidiano, e ben fondato e largamente condiviso, che da noi manchi adeguato e sufficiente personale in tanti settori vitali: magistratura (giudici e cancellieri: il commissario UE alla giustizia ce lo rimproverava cifre alla mano esattamente il 9 luglio scorso), ispettori del lavoro (le morti bianche sono il nostro flagello quotidiano), scuola (abbiamo ancora le vergognose classi-pollaio di gelminiana memoria particolarmente pericolose sotto ogni rispetto), guardie carcerarie (le vicende e i pestaggi recenti sono una macchia), sistema sanitario nazionale (il lamento in proposito fu molto forte quando l’epidemia sembro’ soverchiante).
E si potrebbe seguitare.
Ci ordinano contemporaneamente di ridurre la spesa pubblica, di far funzionare il nostro paese (e di saldare prima o poi il debito).
Arduo: «ne’ pentere e volere insieme puossi / per la contradizion che nol consente» (Inferno, XXVII, 119-120)

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858147405
https://www.marx21.it/cultura/la-democrazia-dei-signori-luciano-canfora/
https://www.pulplibri.it/luciano-canfora-la-vittoria-delle-oligarchie-la-reale-natura-della-nostra-democrazia/

Geoeconomia/Brancaccio

Emiliano Brancaccio – Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico – Piemme (2022)

Gli Stati Uniti si stanno adattando con estrema difficolta’ a una rilevante perdita di peso nell’economia mondiale.
Il PIL americano e’ passato da quasi il 40 per cento alla fine degli anni ’50 a circa il 25 per cento del totale mondiale di oggi, e continua a calare.
Questo declino relativo, oltretutto, avviene in concomitanza con un sistematico deficit verso l’estero, con gli americani che continuano ad acquistare piu’ beni e servizi dall’estero di quanti ne riescano a vendere, nonostante la discesa tendenziale del dollaro.
Queste tendenze sconvolgono gli equilibri, non solo internazionali ma anche interni. Il declino infatti limita la crescita economica, distrugge pezzi di piccola borghesia, accentua la disuguaglianza sociale interna e pregiudica il movimento da una classe all’altra, ormai bloccato da anni.

Info:
https://www.emilianobrancaccio.it/2022/01/03/democrazia-sotto-assedio/
https://www.ilponterivista.com/blog/2021/06/24/democrazia-sotto-assedio/
https://www.micromega.net/brancaccio-capitalismo/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22123-sandor-kopacsi-su-democrazia-sotto-assedio-di-brancaccio.html
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/democrazia-sotto-assedio-29606
https://www.sinistrainrete.info/teoria/23943-monica-quirico-democrazia-sotto-assedio.html

Europa/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

Di chi e’ la colpa di quello che assomiglia a tutti gli effetti a uno scontro di civilta’ che si snoda lungo le strade delle citta’ europee?
La mancata integrazione degli immigrati e al tempo stesso lo sciovinismo di molti cittadini europei, che non accettano come loro eguali le persone provenienti dalle ex colonie – e, a dire il vero, provenienti da qualsiasi altro luogo al mondo –, si dividono equamente le responsabilita’.
In un caso e nell’altro, la soluzione migliore per integrare i milioni di migranti attualmente presenti sul suolo del continente sembra essere l’attivita’ di agenzie di polizia che reclutino uomini e donne con un background etnico capaci di comprendere le sfumature culturali dei vari gruppi in gioco e di proteggerli l’uno dall’altro.
L’altra ovvia misura, che da tempo attende di essere realizzata, e’ la creazione di programmi massivi di apprendimento linguistico che rendano gli immigrati capaci di diventare funzionalmente autosufficienti e idonei all’ingresso nella vita lavorativa.

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/
https://www.mangialibri.com/il-movimento-del-mondo
https://www.shipmag.it/invito-alla-lettura-il-movimento-del-mondo-di-parag-khanna/

Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Il mercato unico deve sopravvivere a tutti i costi, e per garantirlo e’ necessario attuare riforme neoliberiste.
Se i popoli non sono d’accordo, allora bisogna convincere i loro rappresentanti politici ad agire sempre e comunque nell’interesse del mercato.
In questo passaggio e’ possibile scorgere la profonda distanza che intercorre tra le costituzioni democratiche degli Stati membri e quella che appare come una sofisticata forma di autoritarismo europeo.
I sistemi democratici interni agli Stati sono progettati in modo tale che il popolo possa decidere se far prevalere un’ideologia, ovvero un programma, rispetto a un’altra, mediante un parlamento rappresentativo non originariamente schierato. L’UE ha invece un’indiscussa anima neoliberista, ed e’ per questo che, in tal senso, il suo rapporto con la democrazia s’inceppa nella sovrapposizione tra ideologia politica e ragion d’essere delle sue istituzioni rappresentative

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Europa/Habermas

Jürgen Habermas, Wolfgang Streeck – Oltre l’austerità. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

L’unione monetaria costituisce un progetto non europeista, in quanto costringe forzatamente in un quadro istituzionale rigido economie fondate su significative differenze, nella struttura e nel funzionamento, che affondano in diversita’ tra «le strutture sociali e i modi di vita collettivi, sviluppatesi nel corso di un lungo periodo, politicamente condizionate e soprattutto niente affatto migliorabili in tempi brevi» […]
Appare «un programma di omologazione forzata dei modelli di vita e i modelli economici dei popoli europei, che li mette gli uni contro gli altri e li divide politicamente in Stati di prima e seconda classe».
Non solo, quindi, lo scenario politico-sociale piu’ probabile di questa costruzione sara’ sempre piu’ quello di un conflitto permanente tra gli Stati, «sia sulla quota di sovranita’ cui dovrebbero rinunciare i paesi meridionali che sull’entita’ della compensazione da parte di quelli del Nord, che risulterebbero in ogni caso sbilanciate in favore degli uni o degli altri»

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html

Europa/Collier

Paul Collier – Il futuro del capitalismo. Fronteggiare le nuove ansie – Laterza (2020)

Le grandi aziende si sono globalizzate, trasformandosi in reti giuridicamente complesse di consociate che hanno reciproci rapporti commerciali ma sono controllate da una societa’ madre.
Per questo tipo di imprese, il pagamento delle imposte e’ diventato un’attivita’ volontaria.
In Gran Bretagna, l’esempio piu’ efficace e’ quello della Starbucks: nonostante abbia venduto miliardi di tazze di caffe’, nel corso di un intero decennio la sua consociata britannica non ha praticamente fatto registrare profitti tassabili. E’ trapelato che un’altra consociata, con sede legale nelle Antille olandesi, stava facendo profitti notevolmente elevati nonostante non vendesse affatto caffe’; vendeva invece i diritti di utilizzazione del marchio «Starbucks» alla consociata britannica. La compagnia ha annunciato con tono indignato di aver versato tutte le imposte dovute nelle Antille olandesi, sebbene abbia omesso di ricordare che li’ l’aliquota fiscale era pari a zero […]
Alla globalizzazione delle imprese non ha corrisposto la globalizzazione degli strumenti di regolamentazione.
I poteri fiscali e di regolamentazione sono rimasti saldamente ancorati al livello nazionale […]
I nostri meccanismi sovrannazionali di coordinamento – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il Fondo Monetario Internazionale, l’Unione Europea, il G7 e il G20 – hanno perso la capacita’ di creare obbligazioni reciproche vincolanti sostenute sull’interesse individuale illuminato.
Ogni nazione preferisce gareggiare in una corsa alla deregolamentazione fiscale. Questa sconfitta della governance e’ stata l’aspetto peggiore della globalizzazione contemporanea.

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858131060
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.anobii.com/it/books/il-futuro-del-capitalismo/9788858131060/015fc8fc1b8b48e476/reviews

Europa/Brancaccio

Emiliano Brancaccio – Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico – Piemme (2022)

Il problema e’ che nella sua struttura, potremmo dire nella sua genetica, l’Unione non ha ancora “mutualizzato” quasi nulla. Se ci pensiamo bene, l’Unione non ha pienamente mutualizzato nemmeno la Banca Centrale Europea.
In realta’, la BCE e’ organo di quello che si chiama SEBC, Sistema Europeo delle Banche Centrali, ovvero un sistema di banche centrali nazionali che restano tutte in piedi e operative, secondo procedure per molti versi ancora diversificate tra paese e paese […]
L’Unione non ha pienamente mutualizzato nemmeno la moneta unica.
Per verificarlo, ognuno puo’ prelevare una qualsiasi banconota dal proprio portafoglio. Osservando il codice della banconota si puo’ notare che comincia con una lettera. Senza farla complicata, possiamo affermare che, sia per le vecchie che per le nuove stampe, quella lettera indica la banca centrale nazionale che ha emesso la banconota: S sta per Banca d’Italia, X sta per Bundesbank, U per Banque de France, e così via.
Ebbene, di quella piccola sigla nazionale sulle banconote si discusse animatamente, nei giorni della nascita dell’euro […]
Spinsero per la sua introduzione soprattutto i paesi del Nord, che con l’inserimento di quella piccola sigla ottennero un risultato non trascurabile. In caso di tracollo del progetto europeo, sarebbe stato possibile riassegnare precisamente ogni credito e debito a ciascuna singola nazione emittente. Persino le mere banconote, che sono davvero poca cosa, sarebbero state riassegnate alle rispettive nazioni emittenti. Cosi’, almeno inizialmente, l’eventuale fallimento della moneta unica non avrebbe nemmeno richiesto una sua frettolosa sostituzione con le vecchie valute nazionali.
Il risultato e’ che oggi ci ritroviamo, senza saperlo, con euro italiani, euro tedeschi ed euro francesi, che circolano come se fossero un tutt’uno ma che esattamente la stessa cosa non sono.
Questa purtroppo e’ la storia dell’unione monetaria europea, fin dalle sue origini. Una storia in cui la mutualizzazione e’ andata avanti a passi microscopici e disordinati, con frequenti battute d’arresto e improvvisi arretramenti. Cio’ vale anche per il celebrato Recovery Plan europeo.
L’enormita’ della crisi pandemica avrebbe richiesto un progetto definitivo di mutualizzazione del debito europeo. Non e’ andata cosi’. Per adesso, il debito comune resta un’innovazione circoscritta, nel tempo e anche nelle dimensioni. E’ la riprova che nel Nord e nel Centro Europa i nemici della mutualizzazione dispongono ancora di un notevole potere di interdizione. Nel processo di integrazione capitalistica europea, le fratture tra nazioni restano ancora profondissime.

Info:
https://www.emilianobrancaccio.it/2022/01/03/democrazia-sotto-assedio/
https://www.ilponterivista.com/blog/2021/06/24/democrazia-sotto-assedio/
https://www.micromega.net/brancaccio-capitalismo/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22123-sandor-kopacsi-su-democrazia-sotto-assedio-di-brancaccio.html
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/democrazia-sotto-assedio-29606

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

In quasi tutte le ere la storia avanza lungo i sentieri battuti, e i cambiamenti sono difficili. Ma il nuovo coronavirus ha ribaltato la societa’.
La gente e’ disorientata.
Le cose stanno gia’ cambiando, e in un’atmosfera del genere ulteriori cambiamenti sono piu’ facili di prima.
Pensate solo ai cambiamenti che abbiamo accettato nella nostra esistenza a causa della pandemia. Abbiamo accettato di isolarci per lunghi periodi. Abbiamo lavorato, tenuto riunioni e discussioni intimamente personali parlando al portatile. Abbiamo seguito corsi in rete e ci siamo fatti visitare da dottori e terapisti usando la telemedicina.
In un mese le aziende hanno cambiato politiche che di solito ci sarebbero voluti anni per rivedere. Dalla sera alla mattina le citta’ hanno trasformato le strade in tante aree pedonali e i marciapiedi sono diventati bar all’aperto. L’atteggiamento verso le persone precedentemente ignorate o snobbate sta cambiando, come possiamo vedere nella formula di recente adozione “lavoratori essenziali”.
E i governi hanno aperto i cordoni della borsa a livelli un tempo inimmaginabili, che potrebbero portare a una molto maggiore disponibilita’ a investire in futuro.
Questi cambiamenti potrebbero essere l’inizio di qualcosa di nuovo oppure semplici contrattempi transitori.
Abbiamo tanti possibili futuri di fronte a noi. Potremmo decidere di rinchiuderci e scegliere il nazionalismo e il gretto interesse oppure vedere in questa pandemia globale un incitamento alla cooperazione e all’intervento globali. […]
Guardiamo l’Unione Europea. All’inizio la pandemia ha spinto i suoi membri alla chiusura. Hanno sigillato i confini, hanno fatto a gara per aggiudicarsi il materiale sanitario e si sono accusati a vicenda di venalita’ e malizia. La popolazione era fortemente contraria alla Ue nei paesi piu’ colpiti come l’Italia. Ma dopo lo choc iniziale gli europei hanno iniziato a riflettere su come gestire le ricadute del Covid-19, ammettendo che il virus stava sottoponendo a uno stress senza precedenti il continente, e in particolare i suoi membri piu’ deboli.
Grazie alla saggia guida delle maggiori potenze, Francia e Germania, nonche’ dei vertici della Ue, si e’ giunti nel luglio del 2020 a un accordo per emettere bond europei che consentiranno ai paesi piu’ poveri di accedere a fondi che sono in pratica garantiti dai piu’ ricchi. Potra’ anche sembrare un dettaglio tecnico, pero’ e’ un clamoroso passo in avanti verso un’Europa piu’ profondamente connessa. I leader europei hanno visto la direzione in cui li spingeva il Covid-19 e hanno reagito. Una pandemia che all’inizio separava le nazioni potrebbe dimostrarsi il catalizzatore di quell’unione piu’ coesa da tempo cercata.
Possiamo vedere in atto in tutto il mondo la medesima tensione tra integrazione e isolazionismo. La pandemia spinge i principali paesi a guardare esclusivamente a se stessi, ma i leader illuminati capiranno che l’unica vera soluzione a problemi come le pandemie – cosi’ come il cambiamento climatico e la cyberguerra – e’ guardare all’esterno, verso una cooperazione maggiore e migliore.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

Uno dei grandi miti delle scienze sociali occidentali e’ quello che vede nella nascita degli stati nazionali e nella loro organizzazione in un sistema interstatale due invenzioni europee.
In realta’, con l’eccezione di pochi stati creati dalle potenze coloniali europee (soprattutto Indonesia, Malaysia e Filippine), le principali formazioni politiche dell’Oriente asiatico (Giappone, Corea, Cina, Vietnam, Laos, Thailandia e Cambogia) erano gia’ degli stati nazionali quando ancora in Europa non esisteva alcuna struttura del genere.
Inoltre, essi erano stati tutti collegati fra loro, o direttamente o per il tramite della Cina, dai commerci e dalla diplomazia ed erano tenuti insieme da una condivisa comprensione dei principi, delle norme e delle regole che informavano le loro reciproche relazioni facendone un “mondo” fra altri “mondi”.
Come hanno mostrato studiosi giapponesi che si sono occupati della ricostruzione della rete di commerci tributari che si diramava dalla Cina, quel sistema era sufficientemente simile a quello interstatale europeo da rendere analiticamente fruttuoso il loro studio comparato […]
Quando si mettono a confronto le dinamiche dei due sistemi emergono immediatamente due differenze fondamentali. Primo, come argomentato in capitoli precedenti, la dinamica del sistema europeo era caratterizzata da una continua competizione militare fra le singole entita’ nazionali e da una tendenza all’espansione geografica sia del sistema nel suo complesso che del suo continuamente mutevole epicentro. In Europa i lunghi periodi di pace sono stati piu’ l’eccezione che la regola […]
In stridente contrasto con questo tipo di dinamica, il sistema di stati nazionali dell’Oriente asiatico si distingue per la pratica assenza sia di scontri militari interni al sistema stesso che di espansione geografica esterna […]
Questa scarsita’ di eventi bellici fra gli stati dell’Oriente asiatico si associa a una seconda differenza cruciale rispetto al sistema interstatale europeo: l’assenza fra gli stati dell’Oriente asiatico di ogni tendenza alla costruzione, in concorrenza fra loro, di imperi oltremare nonche’ di una corsa agli armamenti anche lontanamente paragonabile a quella che caratterizzava gli stati europei.
Anche fra gli stati asiatici c’era competizione […] Si trattava di un tipo di competizione, pero’, che indirizzava il percorso di sviluppo piu’ verso la costruzione dello stato e dell’economia nazionale che nella direzione opposta presa dallo sviluppo europeo[…] L’“estroversione” della lotta per il potere in Europa era una caratteristica fondamentale della specifica combinazione di capitalismo, militarismo e ambizione territoriale che e’ stata la forza propulsiva della globalizzazione del sistema statale europeo […] La dinamica opposta […] ha caratterizzato il sistema dell’Asia orientale – nella quale invece la crescente “introversione” della lotta per il potere generava una combinazione di forze economico-politiche non motivate a perseguire un’espansione territoriale senza limiti –

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747