Green New Deal/Bremmer

Ian Bremmer – Il potere della crisi. Come tre minacce e la nostra risposta cambieranno il mondo – Egea (2022)

Nel mondo imprenditoriale alcune tra le piu’ grandi aziende del mondo si sono assunte degli impegni climatici.
Amazon promette di raggiungere la neutralita’ carbonica entro il 2040. Apple si e’ impegnata a diventare climaticamente neutrale lungo l’intera filiera commerciale e produttiva entro il 2030, e tutti i suoi fornitori dovranno impegnarsi a diventare «rinnovabili al 100 per cento per la produzione Apple» nei prossimi dieci anni. Microsoft ha promesso di raggiungere un’impronta carbonica negativa entro il 2030 e affermato che entro il 2050 avra’ rimosso dall’ambiente una quantita’ di carbonio pari alle emissioni prodotte sin dalla sua nascita. Google si è impegnata ad ampliare lo status di neutralita’ carbonica per includere anche la sua catena di approvvigionamento.
Nel settembre 2020 la Business Roundtable, un gruppo di pressione che rappresenta oltre duecento grandi imprese statunitensi, non solo ha appoggiato un piano per tagliare le emissioni statunitensi di gas serra dell’80 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2050, in linea con l’Accordo di Parigi, ma si e’ anche detta a favore della creazione di un mercato per lo scambio delle emissioni di carbonio, un meccanismo che punta a contenere le emissioni carboniose costringendo chi le produce a pagare un prezzo.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-potere-della-crisi-dal-nuovo-libro-di-ian-bremmer/
https://www.agi.it/cultura/news/2022-07-17/libri-bremmer-potere-crisi-scelte-future-17449689/
https://www.viasarfatti25.unibocconi.it/notizia.php?idArt=24613
https://www.linkiesta.it/2022/07/ian-bremmer-il-potere-della-crisi-estratto/
https://fuoricollana.it/il-potere-della-crisi-la-crisi-del-potere/3/
https://www.repubblica.it/cultura/2022/09/28/news/ian_bremmer_politilogo_ucraina_russia_putin-367707969/

Green New Deal/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

I valori dell’Illuminismo che accompagnarono la rivoluzione industriale in Europa furono in larga misura responsabili dello scarso rispetto della natura dell’Occidente, nei due secoli passati; le risorse naturali diventarono un mezzo da adattare ai fini della crescita della ricchezza, materie prime da sfruttare per il ciclo della produzione e del consumo, in una visione della scienza che proseguiva lo spirito faustiano di dominio dell’uomo sulla natura.
La nuova era che si apre oggi con la grande trasformazione energetica inverte questa prospettiva, apre una nuova traiettoria scientifica e una ricollocazione dell’umanita’ nel pianeta.
L’energia rinnovabile autoprodotta localmente dai consumatori in piccoli impianti si sostituisce alle grandi centrali di combustibili fossili; l’eccesso non si spreca, puo’ essere rivenduto in rete, grazie al connubio con le tecniche digitali […]
In direzione opposta alla rivoluzione industriale, questa trasformazione e’ parte del processo che frammenta le grandi concentrazioni industriali in una moltitudine di centri produttivi; la filiera industriale si delocalizza e si decompone in mille segmenti nell’era post-fordista.
L’energia elettrica e’ prodotta localmente, sui tetti delle case, sui pannelli dei capannoni industriali, nelle distese di pale eoliche.
La maggior parte delle grandi aziende di servizi di pubblica utilita’ che hanno prosperato nel monopolio della produzione nel secolo scorso ne soffre […]
Il tema della protezione del pianeta e’ passato, cosi’, dall’attenzione degli ambientalisti a quella dei capi di governo, dei ministri delle Finanze e dell’industria: implica decisioni industriali strategiche, coinvolge il mondo della finanza e della politica.
Si trasforma da problema morale a obiettivo economico-politico. Diventa dominio degli economisti

Info:
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%201.pdf
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%203.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/energia-la-grande-trasformazione-di-valeria-termini/

Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Tre indizi mostrano la trasformazione politica che si sta preparando attraverso il gas e il nuovo quadro aperto dal GNL [gas naturale liquefatto], dopo il via libera di Trump alle esportazioni.
Gli Stati Uniti, resi piu’ indipendenti dalla produzione in Medio Oriente, possono esportare il loro gas per nave nei due principali bacini lontani della domanda, in Europa e nell’Asia-Pacifico.
Sfidano il predominio russo in Europa e i loro carichi di GNL raggiungono l’Asia attraverso i mari cinesi meridionali. Da cio’ nasce un ridimensionamento della centralita’ della regione del Golfo e del Mediterraneo nella strategia statunitense, se non in chiave di contenimento della potenza russa e di un pericoloso interesse militare per i mari cinesi meridionali.
Il secondo indizio e’ nella politica del Qatar, che lascia l’OPEC dopo la barriera politica eretta da Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati Arabi nel grande conflitto per il dominio della regione del Golfo che contrappone il regno saudita all’Iran, cui il Qatar e’ legato da interessi comuni.
E’ un contrasto che non si esaurisce certo nelle differenze religiose e culturali tra sciiti e sunniti, ma vede coinvolte ancora una volta le due potenze mondiali: la Russia, con l’Iran insieme alla Turchia, e gli Stati Uniti, con l’Arabia Saudita e di recente, in parte, Israele.
Infine la Russia, posta di fronte ai nuovi scenari del GNL, si attrezza anche sul terreno delle infrastrutture per il GNL, costruendo nuovi impianti di rigassificazione e liquefazione. Cio’ mostra perche’ la Crimea e il Mediterraneo hanno assunto un ruolo centrale: sono necessarie a Putin anche per ospitare le infrastrutture per gli scambi di gas e contrastare l’arrivo degli americani che rischiano di indebolire il potere russo nella competizione sul gas, sul quale la Russia costruisce il proprio bilancio pubblico.
Nella nuova abbondanza di gas il Mediterraneo gioca un ruolo centrale anche per le scoperte di grandi riserve: il nuovo giacimento di Zohr, in Egitto, si affianca a quelli trovati nei primi anni Duemila nel Mediterraneo Orientale; essi offrono un bacino di risorse che ha superato le esigenze interne dei paesi produttori della sponda meridionale – Israele, Egitto, Giordania – ed e’ pronto per essere esportato […]
Il futuro del gas e’ centrale nella grande trasformazione energetica: il gas e’ il combustibile scelto nella transizione per garantire la continuita’ del servizio energetico, poiche’ le sue emissioni di CO2 nell’atmosfera sono le piu’ contenute tra i combustibili fossili e le fonti rinnovabili non sono ancora del tutto autonome.
Anche i costi relativi giocano a favore del gas tra le fonti fossili; i prezzi del gas sono divenuti estremamente convenienti nei nuovi scenari aperti dallo shale gas negli Stati Uniti e dal trasporto via mare del gas liquefatto, che ha aperto il mercato a una concorrenza globale.

Info:
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%201.pdf
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%203.pdf
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Green new deal/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo! Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

Immaginiamo di riuscire a realizzare una rapida transizione alle energie pulite continuando a far crescere l’economia mondiale, e che sia possibile continuare a far crescere la domanda di energia all’infinito senza preoccuparci dell’estrazione di materiali che questa crescita comporta, o della pressione che esercita su aree del mondo gia’ sfruttate […]
Uno scenario del genere soddisfa i requisiti della crescita verde, giusto?
Il problema di questa visione e’ che non coglie un punto fondamentale, ineludibile: le emissioni sono solo una parte della crisi […]
Il problema non e’ solo il tipo di energia che usiamo, e’ anche quello che ci facciamo con quest’energia. Anche se avessimo un sistema di energia pulita al 100%, che cosa ci faremmo? La stessa identica cosa che facciamo con i combustibili fossili: radere al suolo ancora piu’ foreste, pescare ancora piu’ pesci, scavare ancora piu’ montagne, costruire ancora piu’ strade, espandere le coltivazioni industriali e riversare ancora piu’ rifiuti nelle discariche: tutte cose che hanno conseguenze ecologiche che il nostro pianeta non e’ piu in grado di sostenere.
Faremo queste cose perche’ il nostro sistema economico esige una crescita esponenziale della produzione e dei consumi […]
Passare all’energia pulita non fara’ nulla per rallentare queste altre forme di dissesto ambientale. Scampare alla padella del disastro climatico non ci sara’ di molto aiuto se finiremo per saltare nella brace del collasso ecologico […]
Il problema che abbiamo di fronte non e’ legato alla tecnologia. E’ legato alla crescita.
Ogni volta, immancabilmente, vediamo che l’imperativo della crescita spazza via tutti i guadagni offerti dalle nostre tecnologie migliori.
Tendiamo a immaginare il capitalismo come un sistema che incentiva l’innovazione. Ed e’ vero. Ma, paradossalmente, i potenziali benefici ambientali dell’innovazione sono limitati dalla logica stessa del capitale. Non dev’essere necessariamente cosi’.
Se vivessimo in un altro tipo di economia, un’economia non organizzata intorno alla crescita, le nostre innovazioni tecnologiche avrebbero l’opportunita’ di funzionare come ci aspettiamo che funzionino. In un’economia post-crescita, i miglioramenti di efficienza ridurrebbero effettivamente il nostro impatto sul pianeta. E una volta liberati dall’imperativo della crescita, saremmo liberi di focalizzarci su tipi di innovazioni differenti, innovazioni pensate per migliorare il benessere umano ed ecologico invece che per accelerare il ritmo dell’estrazione e della produzione

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/

Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Peso crescente del gas tra le fonti fossili di energia.
Oggi sul totale dell’energia consumata nel mondo, quasi 14 miliardi di metri cubi (mmc), il gas copre il 24% (3.848 mmc nel 2018), il petrolio il 34% e il carbone, in forte calo, il 27%.
Per dare una misura del lento ma continuo cambiamento globale, ricordo che in Cina il gas, nonostante sia oggi in forte crescita, copre solo il 7% delle fonti primarie. L’uso del carbone e’ ridimensionato per motivi ambientali e nel nuovo millennio il gas cresce anche a scapito del petrolio, perche’ il prezzo relativo dal gas e’ reso piu’ conveniente dalla grande abbondanza aperta con lo shale gas negli Stati Uniti nella prima decade del 2000, seguita dalle scoperte e dall’estrazione dello shale in Cina e in Australia. Da tre anni lo shale e’ estratto anche in Siberia, nonostante le dichiarazioni contrarie di Putin, e di recente e’ stata autorizzata l’estrazione nei grandi giacimenti dell’Algeria (2019) tra le proteste della popolazione, allertata per motivi ambientali […]
Ma e’ il GNL a rivoluzionare il quadro, a modificare il peso dei diversi paesi produttori e a porre le basi del cambiamento geopolitico che anche attraverso il gas sara’ un portato della grande trasformazione.
Mentre Stati Uniti e Russia continuano a contendersi il primato tra i produttori e il Canada mantiene una posizione stabilmente forte, negli anni Duemila compaiono con il GNL altri contendenti sul mercato globale – Iran, Algeria, Regno Unito, Norvegia, nel 2005  […]
Se i gasdotti avevano creato le condizioni di monopolio naturale per il trasporto e strozzature negli scambi, vincolando la distanza, tutto cambia con il trasporto via mare. I paesi che producevano per la regione limitrofa oggi sono sostituiti da altri e il gas viaggia ovunque, dall’Australia, dagli Stati Uniti, dal Qatar, verso i confini asiatici ed europei […]
La competizione sul gas si fa via via piu’ serrata.
La concentrazione del mercato rimane elevata, ma la concorrenza potenziale tra produttori fa abbassare il prezzo e rende competitivo il gas, combustibile della transizione, a beneficio dei consumatori

Info:
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%201.pdf
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%203.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/energia-la-grande-trasformazione-di-valeria-termini/

Green New Deal/Morin

Edgar Morin – Svegliamoci! – Mimesis (2022)

Ora, come sappiamo, la crescita tecno-economica, perseguita oltre una soglia accettabile ormai superata da tempo, ha provocato la gigantesca crisi ecologica della biosfera e dell’antroposfera, carattere essenziale della crisi dell’umanita’.
Viceversa, ogni interruzione della crescita, ovvero della regolazione delle societa’ in via di sviluppo, provoca una crisi capace di raggiungere una gravita’ estrema, come accadde con quella del 1929, che ha portato prima il nazismo e poi la guerra. Cosi’ oggi, paradossalmente, dovremmo fermare la crescita per salvare il pianeta e sostenere la crescita per salvare la regolazione delle societa’ moderne.
La maggior parte dei nostri responsabili, incapace di affrontare questa contraddizione, dimentica l’interesse generale a lungo termine, che e’ planetario, per concentrarsi sui propri interessi privati immediati, legati alla crescita economica […]
Il superamento di questa contraddizione non puo’ che venire da una politica che assicuri la decrescita di tutto cio’ che inquina e distrugge e la crescita di tutto cio’ che salvaguarda e rigenera […]
Una politica dell’energia che sostituisca il piu’ rapidamente possibile le energie pulite (solare, eolica, mareomotrice, geotermica) a quelle inquinanti, petrolio e carbone. Una politica dell’acqua che disinquini fiumi, laghi e oceani. Una politica della citta’ che purifichi l’aria dei grandi agglomerati favorendo zone pedonali, trasporti pubblici elettrici, biciclette e che sviluppi quartieri ecologici conviviali. Una politica delle campagne che faccia regredire l’agricoltura industriale, che rende sterili i terreni e standardizza prodotti poveri di vitamine, insipidi e pieni di pesticidi, cosi’ come l’allevamento intensivo, che concentra nelle condizioni più ignobili milioni di polli, maiali e bovini […]
Una politica economica che assicuri una regressione costante dell’onnipotenza del profitto con la redistribuzione delle risorse grazie al progresso dell’economia sociale e solidale, dell’agricoltura sana, dell’alimentazione locale e salubre, del consumo liberato dall’influenza della pubblicita’. Una politica della produzione che favorisca la crescita di prodotti utili e necessari, alle persone come all’autonomia vitale della nazione, e la decrescita di prodotti superflui o dal valore illusorio. Una politica di solidarieta’ che controlli lo sviluppo tecno-economico e sostenga i raggruppamenti solidali; che istituisca un servizio civico di aiuto alle vittime e ai diseredati e case locali della solidarieta’ in tutte le regioni. Una politica dell’istruzione che dia nuovo impulso alla laicita’ e restituisca agli insegnanti la loro grande missione umanista. Una politica mirata alla formazione di menti interrogative, in grado di problematizzare e di dubitare, capaci di autocritica e di critica. Una politica che riformi i programmi di insegnamento integrandovi temi che permettano di comprendere e affrontare i nostri problemi vitali. Una politica di riforma dello Stato mediante la sburocratizzazione e lo sradicamento delle lobby private parassitarie. Una politica civile che rimedi agli aspetti negativi in costante aumento nella nostra civilta’. Perche’ lo sviluppo urbano non ha portato soltanto sviluppo individuale, liberta’ e svaghi. Ha generato anche un’atomizzazione conseguente alla perdita delle antiche solidarieta’ e una schiavitu’ verso le costrizioni organizzative tipicamente moderne

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857591087
https://www.doppiozero.com/edgar-morin-svegliamoci
https://it.gariwo.net/educazione/libri/svegliamoci-la-sfida-della-complessita-25332.html
https://leggeretutti.eu/svegliamoci/

GreenNewDeal/Chomsky

Noam Chomski – Crisi di civilta’. Pandemia e capitalismo – Ponte alle Grazie (2020)

Il governo e’ il problema, non la soluzione […]
Vale la pena soffermarci un momento sul significato di quel precetto. In pratica, significa che il governo non e’ la soluzione quando e’ in gioco il benessere della popolazione, mentre invece e’ certamente la soluzione quando il problema coinvolge la ricchezza privata e il potere delle grosse societa’.
Gli esempi sono innumerevoli, da Reagan in poi, e non c’e’ bisogno di elencarli.
Il mantra del «governo malvagio» e’ affine a quello del tanto decantato «libero mercato», che viene puntualmente distorto per adeguarlo alle pretese del capitale. Le dottrine neoliberiste sono penetrate anche nel settore imprenditoriale privato.
Il modello aziendale esige «efficienza», ossia la massimizzazione del profitto, e al diavolo le conseguenze.
Per quanto riguarda la sanita’ privata, cio’ implica non avere nessuna capacita’ di scorta: appena quel tanto che basta per tirare avanti in condizioni normali, e anche in quel caso giusto l’essenziale, con costi ingenti per i pazienti ma con il bilancio in ordine (e lauti compensi per il management).
E se accade qualcosa di inaspettato, che sfortuna! […]
Le multinazionali dei carburanti fossili sono sul mercato per massimizzare i profitti, non per fare in modo che la societa’ umana sopravviva, un fatto di secondaria importanza. Cercano costantemente nuovi giacimenti petroliferi da sfruttare. Non sprecano certo le loro risorse in energie sostenibili e anzi demoliscono i progetti di energia sostenibile, per quanto redditizi, perche’ possono fare piu’ soldi accelerando la distruzione di massa

Info:
https://www.illibraio.it/news/ebook-e-digitale/chomsky-virus-ebook-1380886/
https://ilmanifesto.it/lo-stato-di-gravita-permanente-secondo-noam-chomsky/

GreenNewDeal/Boitani

Andrea Boitani – L’illusione liberista. Critica all’ideologia di mercato – Laterza (2021)

Scomponendo la crescita mondiale per Paesi, al fine di vedere quali contribuiscano di piu’ all’aumento delle emissioni se guardiamo ai valori pro capite e «se addebitiamo le emissioni al luogo in cui avviene il consumo, allora i nordamericani consumano 22,5 tonnellate di CO2 [e altri gas serra] l’anno pro capite, gli europei occidentali 13,1, i cinesi 6 e gli abitanti del subcontinente indiano solo 2» […]
C’e’ poi una forte disuguaglianza anche nelle emissioni per fasce di reddito: «Il 10% della popolazione mondiale (i maggiori inquinatori) contribuisce grosso modo al 50% delle emissioni di anidride carbonica, mentre il 50% che inquina meno contribuisce a poco piu’ del 10%» […]
Ma quali sono i settori economici che piu’ contribuiscono alle emissioni climalteranti?
Non sorprende che i settori energivori dell’industria, dei trasporti e della climatizzazione residenziale e commerciale contribuiscano per oltre il 73% alle emissioni totali a livello mondiale. Il contributo dei trasporti e’ complessivamente il 16,2 (che sale al 22% se si guarda alla sola CO2). Nella stessa misura pesano il riscaldamento (17,5), l’agricoltura e l’allevamento (18,4). Molto meno i processi industriali legati alla petrolchimica e al cemento (5,2) e i rifiuti (3,2). Interessante che la filiera del cibo, compresa la trasformazione, il confezionamento e il trasporto contribuisca per il 25% circa.
Queste informazioni sono importanti perche’ ci dicono dove dovremmo/potremmo mettere le mani prioritariamente per ridurre le emissioni

Info:
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/21400-andrea-boitani-l-illusione-liberista.html
https://www.genteeterritorio.it/lillusione-liberista/
https://www.lavoce.info/archives/91181/l-illusione-liberista/
https://www.soloriformisti.it/quel-diavolo-del-liberismo/
https://www.eticaeconomia.it/lillusione-liberista/

GreenNewDeal/Rifkin

Jeremy Rifkin – Un Green New Deal globale – Mondadori (2019)

Generare elettricita’ da fonti di energia centralizzate come il carbone, il petrolio e il gas naturale, la cui estrazione, trasporto e trasformazione in energia elettrica in rete richiedono grandi capitali […] ha inevitabilmente portato alla nascita di aziende gigantesche verticalmente integrate per creare economie di scala e restituire profitti agli investitori.
Le nuove energie verdi, invece, sono distribuite anziche’ centralizzate.
Il sole splende ovunque, come ovunque soffia il vento, il che significa che essi possono essere intercettati dappertutto, sui tetti e sul terreno, favorendo la nascita di milioni di micrositi di produzione di energia.
Il passaggio dai combustibili fossili all’energia verde significa «power to the people», in senso sia figurato sia letterale, perche’ consente a centinaia di milioni di persone di divenire produttori della propria energia ed elettricita’ dove lavorano e vivono.
E’ l’inizio della grande democratizzazione del potere nelle comunita’ di tutto il mondo

Info:
https://www.vita.it/it/article/2019/10/15/jeremy-rifkin-un-green-new-deal-globale-per-dare-forza-alleconomia-soc/152979/
https://www.piegodilibri.it/recensioni/un-green-new-deal-globale-jeremy-rifkin/
https://www.techeconomy2030.it/2020/04/24/3-lezioni-dal-libro-di-jeremy-rifkin-un-green-new-deal-globale/

 

GreenNewDeal/Pettifor

Ann Pettifor – Il Green New Deal. Cos’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

Alexandria Ocasio-Cortez e il suo team hanno elaborato una propria versione del Green New Deal: un «piano per risolvere allo stesso tempo tre problemi critici: la minaccia rappresentata dal cambiamento climatico per la sicurezza, la poverta’ e le disuguaglianze sociali e di razza in America».
Uno dei pilastri del GND americano e’ il Job Guarantee, o Piano di lavoro garantito, che consiste nel dare «a ogni disoccupato americano che lo voglia, un lavoro nella costruzione di infrastrutture ad alta efficienza energetica» […]
Il Green New Deal e’, dunque, un piano.
Non e’ una idea, ne’ una proposta, ma un piano globale per arginare il crollo dei sistemi di supporto vitale della Terra.
E’ globale nella misura in cui coloro che l’hanno progettato comprendono che e’ la Terra nel complesso, in tutta la sua diversita’, che ha bisogno di un “new deal” […]
Il GND riconosce che in futuro dovremo ricavare energia solo da fonti rinnovabili. Dobbiamo anche espandere e sostenere gli ecosistemi che assorbono enormi quantita’ di anidride carbonica dall’aria e immagazzinano questo carbonio negli alberi, nei suoli e negli oceani.
Ma le societa’ devono anche porre fine alla loro dipendenza da un sistema economico globalizzato che alimenta il collasso climatico e incoraggia le emissioni tossiche; un sistema economico che genera al contempo squilibri ecologici e disuguaglianze insieme a ingiustizie economiche, politiche e sociali. Questo sistema e’ il capitalismo globalizzato e finanziarizzato […]
A condizione che siano gestiti dalla mano visibile dell’autorita’ pubblica, i sistemi monetari potrebbero contribuire a finanziare la costosa transizione radicale da un’economia basata sui combustibili fossili a un’economia basata sulle energie rinnovabili.
Esattamente come il sistema monetario ha contribuito, in passato, a finanziare le guerre o la ripresa dalle crisi finanziarie.

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor