Populismo/Mishra

Pankaj Mishra – L’eta’ della rabbia – Mondadori (2018)

Donald Trump ha cavalcato l’onda dei nazionalisti bianchi furiosi con i progressisti globalizzati, dai quali si sentivano presi in giro. Un’analoga forma di insofferenza, per i tecnocrati e i cosmopoliti londinesi, ha portato alla Brexit. I nazionalisti indu’, che appartengono perlopiu’ alla media e piccola borghesia istruita e con qualche esperienza di mobilita’, ce l’hanno con gli indiani anglofoni «pseudolaici», accusati di disprezzare l’induismo e le tradizioni popolari. I nazionalisti cinesi disprezzano l’esigua minoranza dei loro compatrioti tecnocrati che guarda all’Occidente. I radicali islamici, frettolosi autodidatti dell’Islam, dedicano molto tempo ad analizzare le differenze tra chi, secondo loro, e’ un musulmano autentico e chi lo e’ soltanto di nome, dopo essersi arreso alla societa’ dei consumi edonista e senza radici.

Info:
http://www.repubblica.it/cultura/2017/09/12/news/intervista_pankaj_mishra_accettura-175293505/
https://www.anobii.com/books/L%27et%C3%A0_della_rabbia/9788804685944/0181573f7e7c72fcc7

Capitalismo/Jha

Prem Shankar Jha – Il caos prossimo venturo – Neri Pozza (2015)

Il concetto di un «contenitore» per il capitalismo fu ideato da Fernand Braudel e si riferisce a un’unita’ sociale, economica e politica sufficientemente ampia da organizzare e contenere tutte le funzioni interconnesse del capitalismo: finanza, produzione e commercializzazione.
Sebbene le connessioni interne che definiscono tale unita’ siano eminentemente economiche, la necessita’ di un contesto sicuro in cui operare la trasforma anche in una unita’ politica e militare […]
Non e’ la prima volta che il capitalismo fa esplodere il suo «contenitore».
Dai tempi della sua nascita, nelle citta’-stato dell’Italia settentrionale nel XIII secolo, lo ha gia’ fatto almeno tre volte. Nel primo ciclo, Venezia, Firenze e Milano assistettero alla nascita del capitalismo industriale e Genova di quello finanziario […]
La citta’-stato seguito’ a essere il contenitore del capitalismo anche durante il secondo ciclo di espansione, quando i Paesi Bassi e piu’ precisamente Amsterdam ne divennero il fulcro. Ma quando il capitalismo compi’ il suo balzo successivo, divenne troppo grande per rimanere contenuto in una citta’-stato, sia pure di natura ibrida e con alle spalle una nazione come Amsterdam, ed ebbe bisogno di plasmare relazioni economiche tecniche e politiche in un intero stato-nazione per farne il suo contenitore. Quel «contenitore» si rivelo’ essere l’Inghilterra.  Ma alla fine del XIX secolo, il capitalismo era cresciuto troppo anche per il piccolo stato-nazione (cio’ che di fatto era l’Inghilterra) e necessitava ormai di un grande stato-nazione come suo contenitore. Gli Stati Uniti soddisfacevano quella necessita’.
Oggi, il capitalismo e’ diventato troppo grande per qualsiasi stato-nazione e sta trasformando una vasta porzione del pianeta nel suo contenitore […].
Ciascuno dei quattro «lunghi secoli » e’ stato piu’ breve dei precedenti. A seconda degli indicatori che si scelgono, si puo’ affermare che la fase genovese del capitalismo basato sulle citta’-stato e’ durata all’incirca 170-220 anni, quella olandese 120-180 anni, quella britannica 110-130 anni e quella americana 77-100 anni.

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_caos_prossimo_venturo/9788854501614/0116bf78de66ec23c1
http://tempofertile.blogspot.com/2017/06/prem-shankar-yha-il-caos-prossimo.html

Finanziarizzazione/Crouch

Colin Crouch – Il potere dei giganti – Laterza (2014)

Gli ultimi trent’anni sono stati contraddistinti dalla diffusione di un alto livello di indebitamento tra persone con redditi limitati, la cui unica ricchezza era una casa impegnata a garanzia del debito.
L’aumento di valore delle case faceva si che la concessione di prestiti a queste categorie di persone non apparisse eccessivamente rischiosa; le banche cominciarono a sfruttare la possibilita’ di negoziare questi rischi sui mercati secondari, facendoli rientrare nel processo di ripartizione dei rischi […]. Tra questi rischi vi erano anche tranches di mutui privi di adeguata garanzia e debiti da carte di credito: questi titoli venivano impacchettati insieme a rischi meno elevati, creando nuovi titoli, scambiati a loro volta sui mercati secondari, confidando […] che gli acquirenti non si sarebbero presi la briga di analizzarne i contenuti.
In tal modo, mercati secondari gia’ di per se’ instabili hanno “contribuito” a sostenere elevati livelli di consumi, e con essi l’attivita’ economica generale, consentendo a coloro che avevano solo dei redditi modesti di spendere denaro che non possedevano.

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2013/09/colin-crouch-il-potere-dei-giganti.html
https://tramedoro.eu/?p=2447
https:/www.pandorarivista.it/articoli/disuguaglianze-intervista-colin-crouch/

Stato/Bauman

Zygmunt Bauman – Capitalismo parassitario – Laterza (2009)

La sostanza del capitalismo, ricordava Habermas, e’ l’incontro tra capitale e lavoro. Lo scopo di questo incontro e’ una transazione commerciale: il capitale acquista il lavoro.
Per la riuscita di questa transazione vanno soddisfatte due condizioni: il capitale dev’essere in grado di comprare e il lavoro dev’essere «vendibile », cioe’ sufficientemente attraente per il capitale da essere comprato.
Il compito principale (la «legittimazione«) dello Stato capitalista e’ provvedere a che entrambe le condizioni siano soddisfatte.
Lo Stato deve fare dunque due cose. Primo, sovvenzionare il capitale nel caso quest’ultimo rimanga a corto del denaro necessario per acquistare la forza produttiva del lavoro. E secondo, garantire che valga la pena acquistare il lavoro, cioe’ che la manodopera sia in grado di sopportare le fatiche del lavoro di fabbrica, e dunque che sia forte e in buona salute, non malnutrita, e debitamente istruita alle competenze e alle abitudini comportamentali indispensabili per le occupazioni industriali (spese, tutte queste, che gli aspiranti datori di lavoro capitalistici difficilmente potrebbero permettersi: se dovessero sostenerle loro, il costo dell’assunzione di manodopera diventerebbe esorbitante) […] Ma quello che stava avvenendo in realta’ era una transizione dalla societa’ «solida» dei produttori alla societa’ «liquida» dei consumatori. La fonte primaria di accumulazione capitalistica si trasferiva dall’industria al mercato dei consumi. Per mantenere in vita il capitalismo non era piu’ necessario «rimercificare» il capitale e il lavoro per rendere possibile la transazione di compravendita del lavoro: adesso servivano sovvenzioni statali per consentire al capitale di vendere merci e ai consumatori di comprarle.
Il credito era il congegno magico per assolvere (si sperava) a questo doppio compito: e ora possiamo dire che nella fase liquida della modernita’ lo Stato e’ «capitalista » nella misura in cui garantisce la disponibilita’ continua di credito e la capacita’ continua dei consumatori di ottenerlo.

Info:
https://www.anobii.com/books/Capitalismo_parassitario/9788842090984/01abb5bcf2e0394500
http://www.quilibri.eu/ledera-infestante-del-capitalismo-moderno-la-lucida-analisi-di-zygmunt-bauman/

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Breve storia del neoliberismo – il Saggiatore (2007)

La svolta neoliberista e’ stata accompagnata dalla nascita di gruppi di sostegno e di ONG, cosi’ come dal dibattito sui diritti in generale; tali strutture sono aumentate in modo spettacolare piu’ o meno a partire dal 1980.
In molti casi le ONG hanno occupato il vuoto lasciato dello stato nel campo dei provvedimenti di natura sociale. Si compie cosi’ un processo che corrisponde a una privatizzazione da parte delle ONG.
In alcuni casi cio’ ha contribuito ad accelerare ulteriormente il ritiro dello stato dai provvedimenti sociali. Le ONG quindi funzionano come «cavalli di Troia del neoliberismo globale». Inoltre, le ONG non sono istituzioni intrinsecamente democratiche: tendono a essere elitarie, inattendibili (eccetto che verso i propri donatori) e per definizione distanti da coloro che cercano di proteggere o aiutare, indipendentemente dalle loro buone intenzioni o dal loro spirito progressista.
Spesso nascondono i loro programmi e preferiscono negoziare direttamente con lo stato e il potere di classe o esercitare la propria influenza su di essi.
Spesso controllano la loro clientela, invece di rappresentarla. Affermano e presumono di parlare per conto di coloro che non possono parlare per se stessi e anche di definire gli interessi di coloro per cui parlano (come se la gente fosse incapace di farlo da se), ma la legittimita’ del loro ruolo e’ sempre aperta al dubbio.

Info:
https://www.anobii.com/books/Breve_storia_del_neoliberismo/9788842813767/018355f59cc01714a4
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12763-jason-hickel-breve-storia-del-neoliberismo-con-alcuni-antidoti.html

Capitalismo/Bauman

Zygmunt Bauman – Capitalismo parassitario – Laterza (2009)

Rosa Luxemburg aveva scritto il suo tudio sull’«accumulazione del capitale», dove sosteneva che il capitalismo non puo’ sopravvivere senza le economie «non capitalistiche» esso e’ in grado di progredire, seguendo i propri principi, fintanto che vi sono «terre vergini» aperte all’espansione e allo sfruttamento; ma non appena le conquista per poterle sfruttare, le priva della loro verginita’ precapitalistica e cosi’ facendo esaurisce le fonti del proprio nutrimento.
Il capitalismo, per dirla crudamente, e’ in sostanza un sistema parassitario. Come tutti i parassiti, puo’ prosperare per un certo periodo quando trova un organismo ancora non sfruttato del quale nutrirsi. Ma non puo’ farlo senza danneggiare l’ospite, distruggendo quindi, prima o poi, le condizioni della sua prosperita’ o addirittura della sua sopravvivenza.

Info:
https://www.anobii.com/books/Capitalismo_parassitario/9788842090984/01abb5bcf2e0394500
http://www.quilibri.eu/ledera-infestante-del-capitalismo-moderno-la-lucida-analisi-di-zygmunt-bauman/

Economia di mercato/Chang

Ha-Joon Chang – Economia. Istruzioni per l’uso – il Saggiatore (2016)

L’economia e’ una questione politica. Non e’, e non potra’ mai essere, una scienza. Non tratta verita’ oggettive che si possano stabilire indipendentemente da valutazioni di carattere politico, e spesso, etico. Pertanto, quando ci si trova di fronte a una questione politica, bisogna porsi l’antica domanda «cui bono?» (a chi giova?), resa celebre dallo statista e oratore romano Marco Tullio Cicerone […]
Valutazioni politiche ed etiche sono presenti persino in processi apparentemente sganciati da ogni valore, come la definizione dei confini del mercato.
Decidere che cosa deve rientrare nell’ambito del mercato e’ un esercizio profondamente politico. Non appena vi facciamo entrare qualcosa (per esempio l’acqua), si puo’ applicare la regola «un dollaro, un voto» alle decisioni che la riguardano, rendendo piu’ facile ai ricchi influenzarne gli esiti.

Info:
http://giustiziaintergenerazionale.it/tag/ha-joon-chang/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/critica-dell%E2%80%99espertocrazia-economica/?printpage=undefined

Europa/Ferguson

Niall Ferguson – Il grande declino. Come crollano le istituzioni e muoiono le economie – Mondadori (2013)

[L’] Europa presenta piu’ elementi di debolezza che di forza.
Sia perché il Vecchio Continente piu’ di altri deve affrontare problemi di non poco conto tanto sul versante dell’occupazione che su quello della stabilita’ monetaria; sia perche’ si e’ rallentato il processo di integrazione dell’Unione europea, in quanto non sussistono per ora, fra i vari partner della Comunita’, condizioni di sostanziale equilibrio tali da rendere possibile un’effettiva armonizzazione delle loro politiche economiche

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_grande_declino/010fe0a2795ac23026
https://www.leggereacolori.com/letti-e-recensiti/libri-mondadori/recensione-di-il-grande-declino-di-niall-ferguson/
http://lanostrastoria.corriere.it/2013/10/28/niall-ferguson-loccidente-in-declino-riscopra-le-virtu-antiche/?refresh_ce-cp

Stato/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalismo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Il modello politico ed economico che si sta affermando a livello internazionale prevede una riduzione del potere statale e il conferimento della sovranita’ ad entita’ sovranazionali, che governano un’area geografica estesa, con un’unica identita’ monetaria.
L’Europa del trattato di  Maastricht, dell’euro e del federalismo, corrisponde come un abito da sartoria a questa matrice, del tutto funzionale a sua volta agli interessi dei nuovi Signori che non sono i vecchi padroni-proprietari della terra, ma che operano con i loro capitali sui mercati e che gestiscono le piattaforme con cui si definiscono i flussi monetari, gli scambi e le transazioni finanziarie.
I titolari e i gestori dei fondi, siano essi sovrani, istituzionali, privati o pensionistici, sono i nuovi Signori. E proprio perché legati ai fondi possono essere definiti la nuova «Signoria Fondiaria», alla quale non rispondono solo i mercati, ma anche i modelli di organizzazione politica, non più statale.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Lavoro/Harvey

David Harvey – Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo – Feltrinelli (2014)

[Riguardo alla] relazione fra cambiamento tecnologico, futuro del lavoro e ruolo del lavoro in rapporto al capitale […] bisogna che il potere d’acquisto, delle “famiglie” cessi di dipendere dal volume,di lavoro che l’economia consuma. E’ necessario che la popolazione, anche se fornisce un numero decrescente di ore di lavoro, guadagni di che acquistare il volume crescente di ricchezza prodotta: la riduzione della durata del lavoro non deve comportare la diminuzione del potere d’acquisto […] Segmenti sempre piu’ ampi della popolazione mondiale saranno considerati ridondanti e inutili come lavoratori produttivi, dal punto di vista del capitale, e avranno grandi difficolta’ a sopravvivere, sia materialmente che psicologicamente.
Alienati da ogni prospettiva di un’esistenza dotata di significato nel regno del lavoro necessario come definito dal capitale, dovranno cercare altrove per costruirsi una vita dotata di significato. Dall’altra parte, la produzione aumentera’, ma da dove potra’ arrivare il corrispondente aumento della domanda?

Info:
https://www.anobii.com/books/Diciassette_contraddizioni_e_la_fine_del_capitalismo/9788807105098/01fd0894dd446aabd4
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/3569-david-harvey-qdiciassette-contraddizioni-e-la-fine-del-capitalismoq.html