Europa/Pennacchi

Laura Pennacchi – Democrazia economica. Dalla pandemia a un nuovo umanesimo – Castelvecchi (2021)

Cio’ che da governatore Raghuram Rajan ha detto per l’India – e cioe’ che the export-driven model of economic growth is dead – vale ancor piu’ per l’Europa.
Vi e’ un doppio movimento che spinge in tale direzione.
Da un lato un continente con il piu’ grande, il piu’ sofisticato e il piu’ avanzato mercato interno del mondo non ha buone ragioni per continuare nel modello di crescita trainato dalle esportazioni che lo ha guidato per tutto il secondo dopoguerra.
Dall’altro lato la ritirata della globalizzazione, inevitabilmente accentuata dalla vicenda del coronavirus, mette in dubbio […] la scelta storica europea di basare la propria crescita sull’export.
Tutto cio’ apre rilevanti opportunita’ a un Paese come l’Italia che [..] e’ l’unico Paese europeo ad avere i margini – cioe’ milioni di lavoratori inoccupati e miliardi di investimenti mancati da recuperare – per compensare, contribuendo a ricostruire catene europee nel settore medico-farmaceutico, nell’energia ambientale, nelle Tlc, nel 5G, nel controllo dei dati e cosi’ via, posto che il vantaggio di costo dell’Est Europa e dell’Asia e’ oggi molto inferiore a quello di vent’anni fa e sarebbe primario interesse dei Paesi europei maggiori esportatori (Germania e Olanda in primo luogo) neutralizzare con un’Italia in pieno impiego di lavoro e capitale l’enorme perdita di Pil europeo che provoca il dimezzamento della bilancia con l’estero causato dalla pandemia.
Anche sotto questo profilo appare straordinario il potenziale racchiuso nel Piano Next Generation Eu adottato dall’Europa.

Info:
https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/101090
https://www.castelvecchieditore.com/2021/03/06/democrazia-economica-di-laura-pennacchi/

Stato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia – Laterza (2021)

L’ambizione dello Stato dovrebbe essere quella di fare da catalizzatore in tutta la societa’ e porsi innanzitutto come partner migliore per le imprese, aiutando a orientare il cambiamento affinche’ le sfide poste dalla societa’ vengano raccolte e vinte, offrendo incentivi chiari alle aziende che vogliono contribuire concretamente e mettendoci il denaro necessario per coprire i primi investimenti ad alto rischio da cui il mondo imprenditoriale tende a rifuggire.
Assumendosi parte del rischio, lo Stato si vedrebbe riconoscere il ruolo di investitore attivo – e non piu’ solo quello di prestatore di ultima istanza – e potrebbe partecipare di conseguenza alla condivisione dei guadagni […]
Il modo in cui il governo degli Stati Uniti ha condotto il programma Apollo non potrebbe essere piu’ lontano dal pensiero convenzionale dell’economia che giudica lo Stato incapace di offrirci gli strumenti per affrontare adeguatamente le grandi sfide del nostro tempo […]
Lo ha fatto con un senso di urgenza, con l’intento chiaro e ambizioso di raggiungere un obiettivo veramente straordinario: portare l’uomo sulla Luna e riportarlo sano e salvo sulla Terra in tempi brevi e precisi.
Fra le caratteristiche essenziali del programma Apollo, ne spiccano sei: (1) grande determinazione; (2) assunzione di rischi e innovazione; (3) dinamismo organizzativo; (4) collaborazione e ricadute positive in molteplici settori; (5) orizzonti a lungo termine e bilancio incentrato sui risultati; e (6) partnership dinamica fra pubblico e privato.
Riprendendo questi punti e applicandoli su piu’ vasta scala, possiamo trarre insegnamenti importanti per la politica e trasformarli in principi guida per un nuovo tipo di economia politica orientata alla sfida

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

Capitalismo/Pilling

David Pilling – L’illusione della crescita. Perche’ le nazioni possono essere ricche senza rinunciare alla felicita’ – il Saggiatore (2019)

Secondo l’Ocse, la disuguaglianza e’aumentata per tre motivi principali.
Sono cresciuti i salari di quelle persone che erano gia’  ben pagate, in particolare banchieri, professionisti e dirigenti d’azienda; ci sono meno opportunita’ occupazionali per le persone con minor livello di istruzione, che sono state espulse in gran numero dal mercato del lavoro; e sono aumentate le famiglie monoparentali.
E’ diminuita la poverta’ fra gli anziani, ma fra i giovani adulti, specialmente quelli con figli, e’ salita drasticamente.
La graduale ripresa dopo la crisi finanziaria ha fatto poco o nulla per intaccare la disuguaglianza.
In genere, quando le economie si riprendono, la disuguaglianza diminuisce a mano a mano che le persone trovano lavoro, ma questa volta il fenomeno e’ stato compensato da una risalita dei prezzi delle attivita’, che avvantaggia in primo luogo quelli che gia’ se la passano meglio.

Info:
https://www.pericopidieconomia.info/2020/08/27/economia-di-mercato-pilling/
https://www.pericopidieconomia.info/2020/09/27/economia-di-mercato-pilling-2/
https://www.pericopidieconomia.info/2020/10/26/lavpro-pilling/

Capitalismo/Banos

Pedro Banos – Cosi’ si controlla il mondo – Rizzoli (2020)

Secondo il rapporto pubblicato il 24 maggio 2016 sulla pagina web Investopedia, le cinque famiglie piu’ ricche del mondo sono:
• I Rothschild […] Le ramificazioni di questa estesa dinastia, che ha fatto della discrezione il suo marchio identificativo, continuano ad accumulare una fortuna immensa, stimata in addirittura 2.000 miliardi di dollari […]
• La dinastia saudita, la cui fortuna si calcola in circa 1.400 miliardi di dollari.
• La famiglia statunitense Walton, che possiede i grandi magazzini Walmart e circa 152 miliardi di dollari. I dipendenti sono oltre 2,2 milioni e sono il piu’ grande datore di lavoro non statale del mondo.
• La famiglia Koch, anch’essa statunitense, con circa 89 miliardi di dollari investiti in numerosi affari.
• La famiglia Mars, statunitense e proprietaria della più grande compagnia privata di snack dolci. La sua fortuna è di circa 80 miliardi di dollari

Info:
https://dasapere.it/2020/11/22/pedro-banos-racconta-come-si-controlla-il-mondo/
https://www.startmag.it/mondo/come-la-cina-prova-a-fare-la-parte-del-dragone/

Stato/AA.VV.

Facundo Alvaredo, Lucas Chancel, Thomas Piketty, Emmanuel Saez, Gabriel Zucman – Rapporto sulle disuguaglianze nel mondo – La Nave di Teseo (2019)

L’aumento della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza nei diversi paesi ha incentivato gli aumenti della disuguaglianza economica globale.
Ipotizzando che tale tendenza globale rifletta la combinazione di avvenimenti occorsi in Cina, Europa e Stati Uniti, si osserva che fra il 1980 e il 2006 la quota parte di ricchezza detenuta dall’1% dei soggetti piu’ ricchi del mondo e’ passata dal 28% al 33%, mentre quella detenuta dal 75% dei piu’ poveri e’ rimasta intorno al 10% […]
In uno scenario di “ordinaria amministrazione”, entro il 2050 la quota parte di ricchezza detenuta dall’1% dei soggetti piu’ ricchi potrebbe arrivare al 39%, mentre il gruppo dello 0,1% dei soggetti piu’ ricchi potrebbe possedere quasi la stessa ricchezza (il 26%) di quella posseduta da tutta la classe media (il 27%) […]
La riduzione della disuguaglianza economica e reddituale esige importanti modifiche delle politiche fiscali nazionali e globali.
L’istruzione, la governance aziendale e i regimi salariali devono essere ridefiniti in molti paesi.
Anche la trasparenza dei dati e’ fondamentale. Un regime di tassazione progressiva e’ strumento di documentata efficacia per controllare l’incremento della disuguaglianza dei redditi e della ricchezza al vertice della piramide distributiva […]
Il sistema fiscale e’ uno strumento fondamentale per controllare la disuguaglianza economica, ma deve rimuovere molti ostacoli potenziali. L’evasione fiscale e’ uno dei più pericolosi, come hanno recentemente documentato le rivelazioni dei Paradise Papers.
La ricchezza conservata nei paradisi fiscali e’ notevolmente aumentata dagli anni settanta e rappresenta attualmente circa il 10% del PIL mondiale.
La diffusione dei paradisi fiscali rende difficile, in un mondo globalizzato, la quantificazione precisa, nonche’ la tassazione dei patrimoni e dei redditi da capitale.
Il catasto dei terreni e degli immobili esiste da secoli, ma non comprende una quota significativa della ricchezza detenuta attualmente dai nuclei familiari, perche’ i patrimoni sono sempre piu’ spesso costituiti da portafogli di titoli finanziari. Ci sono molte misure tecniche che le autorita’ fiscali dei vari paesi potrebbero adottare per creare un’anagrafe finanziaria globale in grado di combattere in modo efficace le frodi fiscali.

Info:
https://www.lifegate.it/world-inequality-report-2018
https://www.ilsole24ore.com/art/disuguaglianze-26-posseggono-ricchezze-38-miliardi-persone-AEldC7IH?refresh_ce=1
https://www.ribalta.info/lanalisi-piu-completa-delle-disuguaglianze-nel-mondo/

Geoeconomia/Banos

Pedro Banos – Cosi’ si controlla il mondo. I meccanismi segreti del potere globale – Biblioteca Universale Rizzoli (2020)

Anche se spesso non lo percepiamo, viviamo in uno stato di guerra permanente, condotta attraverso i servizi di intelligence (pubblici e privati), la diplomazia e i mezzi di comunicazione (la manipolazione mediatica): il nuovo campo di battaglia, infatti, e’ il cyberspazio.
In questo nuovo panorama quasi bellico, l’economia diventa piu’ importante degli armamenti, che tuttavia servono comunque in supporto alle altre azioni […]
Anche se le differenze territoriali, gli scontri nazionalistici, i conflitti religiosi e la delimitazione delle zone d’influenza continuano a essere i grandi motivi che portano ai conflitti, acquisiscono un peso sempre maggiore fattori economici quali l’appropriazione delle risorse, il controllo dei mercati, quello dei capitali e le sanzioni commerciali.
Ma oltre ai mezzi appena citati con i quali sono portate avanti le guerre attuali – che alcuni definiscono «post-moderne» –, vengono usati con incredibile efficienza strumenti economici e finanziari mirati a indebolire, e in ultima analisi sconfiggere, il nemico: la concessione di prestiti, l’imposizione di sanzioni, i rapporti delle agenzie di rating, gli investimenti di fondi sovrani e venture capital, il controllo dei mercati, il controllo delle Borse, la gestione del debito e altri strumenti bancari in costante evoluzione.
Quando l’economia viene usata come arma per nuocere all’avversario, la guerra diventa economica, ovvero si trasforma in uno scontro che utilizza strumenti economici per raggiungere scopi principalmente economici. In prima battuta la guerra economica non e’ cruenta, anche se alcuni, o molti, dei suoi effetti e delle sue conseguenze, e persino dei suoi meccanismi, possono implicare spargimenti di sangue

Info:
https://dasapere.it/2020/11/22/pedro-banos-racconta-come-si-controlla-il-mondo/
https://www.startmag.it/mondo/come-la-cina-prova-a-fare-la-parte-del-dragone/

Economia di mercato/Montanari

Tomaso Montanari – Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’e’ – Chiarelettere (2020)

La triste verita’, che molti di noi non vogliono sentirsi dire, e’ che dobbiamo proprio ai governi di centrosinistra lo smontaggio sistematico del progetto della Costituzione.
E’ stato un governo di centrosinistra (quello di Massimo D’Alema) a decidere una guerra illegittima sia per la Carta dell’Onu sia per la nostra Costituzione.
L’avvio della precarizzazione dei rapporti di lavoro, con la sua scia di vite distrutte e poverta’, lo dobbiamo invece alla riforma Treu: cioe’ al governo di Romano Prodi.
L’abbandono del ruolo dello Stato nell’economia (e dunque nella vita dei cittadini) e’ avvenuto in forza delle privatizzazioni incontrollate, e delle spesso altrettanto incontrollate liberalizzazioni, volute da governi di centrosinistra (si pensi alle tanto celebrate «lenzuolate» liberiste di Pier Luigi Bersani, che hanno inferto colpi mortali ai tessuti sociali delle citta’ storiche).
La mancanza di una seria legge contro la concentrazione dei mezzi di informazione e’ frutto di scelte compiute durante la prima legislatura dell’Ulivo.
Il colpo finale alla progressivita’ fiscale, cioe’ la strada aperta alla Flat tax voluta dalla Lega, e’ venuto dalla stessa area politica, attraverso l’opera del ministro Vincenzo Visco.
La federalizzazione dei diritti, che oggi ne impedisce l’uguale attuazione su tutto il territorio nazionale (pensiamo alla sanita’), e’ cominciata con le riforme di Franco Bassanini.
L’infinita stagione della distruzione della scuola e dell’aziendalizzazione dell’universita’ si compie con la firma di Luigi Berlinguer.
E l’espianto di fatto dell’articolo 9 della Costituzione – quello che protegge ambiente e patrimonio culturale – non lo si deve ai ministri berlusconiani Lunardi o Bondi, ma ai governi Renzi e Gentiloni, con lo Sblocca Italia e la riforma di Dario Franceschini.
Infine, il completo abbandono del Mezzogiorno d’Italia a se’ stesso: una delle macrodiseguaglianze piu’ atroci e insopportabili. Un abbandono sancito dalla cinica alleanza tra il Pd e il peggio dei governi regionali del Sud: basti pensare allo scandalo della Campania […]
E’ stata una degenerazione graduale. Il riformismo della stagione dell’Ulivo era deformato da un congenito senso di inferiorita’ degli ex comunisti, ma anche dei cattolici, nei confronti del liberismo americano trionfante: tutti i tradimenti che abbiamo elencato nascono come altrettante dichiarazioni di impotenza nei confronti dello stato delle cose. Una politica in ritirata, una sinistra che dimentica che la sua unica ragione di esistenza e’ cambiare il mondo: non governarlo cosi’ com’e’ […] lenta, fatale trasformazione che ci ha condotti dall’avere un’economia di mercato all’essere una societa’ di mercato, una societa’, cioe’, in cui tutto (i valori sociali, culturali, morali e la stessa persona umana, con il suo corpo e la sua anima) e’ una merce, in cui tutto ha un prezzo e non ha un valore.
E’ qui che siamo, lentamente, diventati disumani.
E’ dunque vano, grottesco, ipocrita addebitare la disumanizzazione all’estrema destra che e’ stata (e potrebbe presto tornare) al governo in Italia: confondiamo l’effetto (Salvini al potere) con la causa (una pluridecennale perdita di umanita’, un drammatico impoverimento materiale e morale)

Info:
https://www.carmillaonline.com/2020/02/25/dalla-parte-del-torto/
https://www.forchecaudine.com/dalla-parte-del-torto-a-proposito-dellultimo-libro-di-tomaso-montanari/

https://ilmanifesto.it/la-sinistra-che-verra-dopo-una-lunga-notte/

Capitalismo/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia – Laterza (2021)

La crisi del Covid-19 ha rivelato anche la grande fragilita’ del capitalismo.
Le persone che operano nell’ambito della cosiddetta gig economy, ossia l’economia del lavoro a chiamata, non hanno nessuna sicurezza.
I livelli elevati di indebitamento delle imprese – dovuti in parte alla necessita’ di pagare i dividendi, riacquistare azioni proprie e aumentare indirettamente la retribuzione dei dirigenti – hanno privato molte aziende delle risorse con cui poter fronteggiare la situazione.
La strategia di affidarsi a catene di fornitura globali fragili per tagliare i costi e ridurre il potere contrattuale dei lavoratori in loco si e’ rivelata un tallone d’Achille quando la pandemia ha interrotto la produzione a livello globale creando una concorrenza agguerrita anche per beni essenziali come le mascherine.
Alcuni governi, in particolare quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti, erano andati verso un’esternalizzazione talmente spinta verso il settore privato e le societa’ di consulenza che non sono stati in grado di gestire la crisi in modo adeguato […]
Numerosi governi un tempo fautori dell’austerita’ si sono improvvisamente orientati verso la spesa pubblica – indebitandosi e creando deficit di dimensioni tali che un tempo avrebbero causato un’apoplessia ideologica – nel tentativo di fare l’impossibile (il famoso whatever it takes) per tenere vive le rispettive economie nazionali.
Nel fuoco incrociato di un crollo della produzione unito al crollo della domanda – in gran parte indotti dallo Stato per domare il virus –, il modello economico e sociale Thatcher-Reagan ha fallito, e l’economia globale sta lottando contro una depressione storicamente gravissima

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

GreenNewDeal/Pettifor

Ann Pettifor – Il Green New Deal. Cos’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

La valuta europea – l’euro – e’ strutturata per togliere alle banche centrali degli Stati membri la funzione di prestatore di ultima istanza, senza creare una tale funzione a livello europeo.
Senza il supporto della propria banca centrale, gli Stati della zona euro sono obbligati a rivolgersi ai mercati dei capitali privati e globalizzati per soddisfare i propri fabbisogni finanziari. Allo stesso tempo, le rigide “regole del gioco” incorporate nei trattati UE privano i governi di qualsivoglia autonomia economica.
E’ questa mancanza di autonomia la causa principale della crisi economica e sociale, nonche’ dell’instabilita’ politica, che oggi vediamo nell’eurozona. Paesi come la Grecia, l’Italia e persino la Francia o la Germania non hanno il potere di adattare le proprie economie ai mercati, alle condizioni e agli interessi nazionali.
Questa impotenza economica fa infuriare i cittadini e ha portato all’ascesa di quel fenomeno che viene eufemisticamente chiamato “populismo”.
Ma la verita’ e’ che i paesi dell’eurozona non sono gli unici a essere subordinati all’autorita’ privata dei mercati finanziari globalizzati e dollarizzati. Tutti gli Stati democratici sono impotenti di fronte a un sistema monetario globale “governato” dalle forze del mercato privato.
Questo rappresenta un notevole ostacolo per il Green New Deal, perche’ gli attori attivi sui mercati finanziari globalizzati e deregolamentati hanno ben poco interesse ad aiutare gli Stati ad allentare la loro dipendenza dai combustibili fossili e dallo strapotere delle multinazionali che estraggono, distribuiscono e si arricchiscono grazie ai quei combustibili

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor

Societa’/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Popolo potere e profitti. Un capitalismo progressista in un’epoca di malcontento – Einaudi (2020)

Uno dei modi piu’ detestabili con cui viene esercitata l’influenza del denaro e’ quello delle «porte girevoli», per via delle quali i politici ricevono una tangente, non nel presente ma per il futuro, sotto forma di un buon lavoro nel settore privato al termine della loro carica.
Il sistema delle porte girevoli e’ pervasivo e corrosivo.
Il fatto che chi lavora al Tesoro degli Stati Uniti o in altri dipartimenti governativi possa passare velocemente dal servire il paese al lavorare a Wall Street induce a chiedersi se non abbia servito Wall Street fin dall’inizio.
Ma il sistema e’ diffuso anche nel settore della difesa, dove i generali e altri alti ufficiali sembrano spostarsi senza soluzione di continuita’ dal servizio al paese al lavorare per i fornitori dell’esercito.

Info:
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/capitalismo-progressista-un-ossimoro
https://www.italypost.it/popolo-potere-profitti-joseph-stiglitz/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/neoliberismo-stiglitz-per-superarlo-serve-un-capitalismo-progressista-che-recida-legami-tra-potere-economico-e-politica/5257897/