Stato/AA.VV.

Facundo Alvaredo, Lucas Chancel, Thomas Piketty, Emmanuel Saez, Gabriel Zucman – Rapporto sulle disuguaglianze nel mondo – La Nave di Teseo (2019)

L’aumento della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza nei diversi paesi ha incentivato gli aumenti della disuguaglianza economica globale.
Ipotizzando che tale tendenza globale rifletta la combinazione di avvenimenti occorsi in Cina, Europa e Stati Uniti, si osserva che fra il 1980 e il 2006 la quota parte di ricchezza detenuta dall’1% dei soggetti piu’ ricchi del mondo e’ passata dal 28% al 33%, mentre quella detenuta dal 75% dei piu’ poveri e’ rimasta intorno al 10% […]
In uno scenario di “ordinaria amministrazione”, entro il 2050 la quota parte di ricchezza detenuta dall’1% dei soggetti piu’ ricchi potrebbe arrivare al 39%, mentre il gruppo dello 0,1% dei soggetti piu’ ricchi potrebbe possedere quasi la stessa ricchezza (il 26%) di quella posseduta da tutta la classe media (il 27%) […]
La riduzione della disuguaglianza economica e reddituale esige importanti modifiche delle politiche fiscali nazionali e globali.
L’istruzione, la governance aziendale e i regimi salariali devono essere ridefiniti in molti paesi.
Anche la trasparenza dei dati e’ fondamentale. Un regime di tassazione progressiva e’ strumento di documentata efficacia per controllare l’incremento della disuguaglianza dei redditi e della ricchezza al vertice della piramide distributiva […]
Il sistema fiscale e’ uno strumento fondamentale per controllare la disuguaglianza economica, ma deve rimuovere molti ostacoli potenziali. L’evasione fiscale e’ uno dei più pericolosi, come hanno recentemente documentato le rivelazioni dei Paradise Papers.
La ricchezza conservata nei paradisi fiscali e’ notevolmente aumentata dagli anni settanta e rappresenta attualmente circa il 10% del PIL mondiale.
La diffusione dei paradisi fiscali rende difficile, in un mondo globalizzato, la quantificazione precisa, nonche’ la tassazione dei patrimoni e dei redditi da capitale.
Il catasto dei terreni e degli immobili esiste da secoli, ma non comprende una quota significativa della ricchezza detenuta attualmente dai nuclei familiari, perche’ i patrimoni sono sempre piu’ spesso costituiti da portafogli di titoli finanziari. Ci sono molte misure tecniche che le autorita’ fiscali dei vari paesi potrebbero adottare per creare un’anagrafe finanziaria globale in grado di combattere in modo efficace le frodi fiscali.

Info:
https://www.lifegate.it/world-inequality-report-2018
https://www.ilsole24ore.com/art/disuguaglianze-26-posseggono-ricchezze-38-miliardi-persone-AEldC7IH?refresh_ce=1
https://www.ribalta.info/lanalisi-piu-completa-delle-disuguaglianze-nel-mondo/

Geoeconomia/Banos

Pedro Banos – Cosi’ si controlla il mondo. I meccanismi segreti del potere globale – Biblioteca Universale Rizzoli (2020)

Anche se spesso non lo percepiamo, viviamo in uno stato di guerra permanente, condotta attraverso i servizi di intelligence (pubblici e privati), la diplomazia e i mezzi di comunicazione (la manipolazione mediatica): il nuovo campo di battaglia, infatti, e’ il cyberspazio.
In questo nuovo panorama quasi bellico, l’economia diventa piu’ importante degli armamenti, che tuttavia servono comunque in supporto alle altre azioni […]
Anche se le differenze territoriali, gli scontri nazionalistici, i conflitti religiosi e la delimitazione delle zone d’influenza continuano a essere i grandi motivi che portano ai conflitti, acquisiscono un peso sempre maggiore fattori economici quali l’appropriazione delle risorse, il controllo dei mercati, quello dei capitali e le sanzioni commerciali.
Ma oltre ai mezzi appena citati con i quali sono portate avanti le guerre attuali – che alcuni definiscono «post-moderne» –, vengono usati con incredibile efficienza strumenti economici e finanziari mirati a indebolire, e in ultima analisi sconfiggere, il nemico: la concessione di prestiti, l’imposizione di sanzioni, i rapporti delle agenzie di rating, gli investimenti di fondi sovrani e venture capital, il controllo dei mercati, il controllo delle Borse, la gestione del debito e altri strumenti bancari in costante evoluzione.
Quando l’economia viene usata come arma per nuocere all’avversario, la guerra diventa economica, ovvero si trasforma in uno scontro che utilizza strumenti economici per raggiungere scopi principalmente economici. In prima battuta la guerra economica non e’ cruenta, anche se alcuni, o molti, dei suoi effetti e delle sue conseguenze, e persino dei suoi meccanismi, possono implicare spargimenti di sangue

Info:
https://dasapere.it/2020/11/22/pedro-banos-racconta-come-si-controlla-il-mondo/
https://www.startmag.it/mondo/come-la-cina-prova-a-fare-la-parte-del-dragone/

Economia di mercato/Montanari

Tomaso Montanari – Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’e’ – Chiarelettere (2020)

La triste verita’, che molti di noi non vogliono sentirsi dire, e’ che dobbiamo proprio ai governi di centrosinistra lo smontaggio sistematico del progetto della Costituzione.
E’ stato un governo di centrosinistra (quello di Massimo D’Alema) a decidere una guerra illegittima sia per la Carta dell’Onu sia per la nostra Costituzione.
L’avvio della precarizzazione dei rapporti di lavoro, con la sua scia di vite distrutte e poverta’, lo dobbiamo invece alla riforma Treu: cioe’ al governo di Romano Prodi.
L’abbandono del ruolo dello Stato nell’economia (e dunque nella vita dei cittadini) e’ avvenuto in forza delle privatizzazioni incontrollate, e delle spesso altrettanto incontrollate liberalizzazioni, volute da governi di centrosinistra (si pensi alle tanto celebrate «lenzuolate» liberiste di Pier Luigi Bersani, che hanno inferto colpi mortali ai tessuti sociali delle citta’ storiche).
La mancanza di una seria legge contro la concentrazione dei mezzi di informazione e’ frutto di scelte compiute durante la prima legislatura dell’Ulivo.
Il colpo finale alla progressivita’ fiscale, cioe’ la strada aperta alla Flat tax voluta dalla Lega, e’ venuto dalla stessa area politica, attraverso l’opera del ministro Vincenzo Visco.
La federalizzazione dei diritti, che oggi ne impedisce l’uguale attuazione su tutto il territorio nazionale (pensiamo alla sanita’), e’ cominciata con le riforme di Franco Bassanini.
L’infinita stagione della distruzione della scuola e dell’aziendalizzazione dell’universita’ si compie con la firma di Luigi Berlinguer.
E l’espianto di fatto dell’articolo 9 della Costituzione – quello che protegge ambiente e patrimonio culturale – non lo si deve ai ministri berlusconiani Lunardi o Bondi, ma ai governi Renzi e Gentiloni, con lo Sblocca Italia e la riforma di Dario Franceschini.
Infine, il completo abbandono del Mezzogiorno d’Italia a se’ stesso: una delle macrodiseguaglianze piu’ atroci e insopportabili. Un abbandono sancito dalla cinica alleanza tra il Pd e il peggio dei governi regionali del Sud: basti pensare allo scandalo della Campania […]
E’ stata una degenerazione graduale. Il riformismo della stagione dell’Ulivo era deformato da un congenito senso di inferiorita’ degli ex comunisti, ma anche dei cattolici, nei confronti del liberismo americano trionfante: tutti i tradimenti che abbiamo elencato nascono come altrettante dichiarazioni di impotenza nei confronti dello stato delle cose. Una politica in ritirata, una sinistra che dimentica che la sua unica ragione di esistenza e’ cambiare il mondo: non governarlo cosi’ com’e’ […] lenta, fatale trasformazione che ci ha condotti dall’avere un’economia di mercato all’essere una societa’ di mercato, una societa’, cioe’, in cui tutto (i valori sociali, culturali, morali e la stessa persona umana, con il suo corpo e la sua anima) e’ una merce, in cui tutto ha un prezzo e non ha un valore.
E’ qui che siamo, lentamente, diventati disumani.
E’ dunque vano, grottesco, ipocrita addebitare la disumanizzazione all’estrema destra che e’ stata (e potrebbe presto tornare) al governo in Italia: confondiamo l’effetto (Salvini al potere) con la causa (una pluridecennale perdita di umanita’, un drammatico impoverimento materiale e morale)

Info:
https://www.carmillaonline.com/2020/02/25/dalla-parte-del-torto/
https://www.forchecaudine.com/dalla-parte-del-torto-a-proposito-dellultimo-libro-di-tomaso-montanari/

https://ilmanifesto.it/la-sinistra-che-verra-dopo-una-lunga-notte/

Capitalismo/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia – Laterza (2021)

La crisi del Covid-19 ha rivelato anche la grande fragilita’ del capitalismo.
Le persone che operano nell’ambito della cosiddetta gig economy, ossia l’economia del lavoro a chiamata, non hanno nessuna sicurezza.
I livelli elevati di indebitamento delle imprese – dovuti in parte alla necessita’ di pagare i dividendi, riacquistare azioni proprie e aumentare indirettamente la retribuzione dei dirigenti – hanno privato molte aziende delle risorse con cui poter fronteggiare la situazione.
La strategia di affidarsi a catene di fornitura globali fragili per tagliare i costi e ridurre il potere contrattuale dei lavoratori in loco si e’ rivelata un tallone d’Achille quando la pandemia ha interrotto la produzione a livello globale creando una concorrenza agguerrita anche per beni essenziali come le mascherine.
Alcuni governi, in particolare quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti, erano andati verso un’esternalizzazione talmente spinta verso il settore privato e le societa’ di consulenza che non sono stati in grado di gestire la crisi in modo adeguato […]
Numerosi governi un tempo fautori dell’austerita’ si sono improvvisamente orientati verso la spesa pubblica – indebitandosi e creando deficit di dimensioni tali che un tempo avrebbero causato un’apoplessia ideologica – nel tentativo di fare l’impossibile (il famoso whatever it takes) per tenere vive le rispettive economie nazionali.
Nel fuoco incrociato di un crollo della produzione unito al crollo della domanda – in gran parte indotti dallo Stato per domare il virus –, il modello economico e sociale Thatcher-Reagan ha fallito, e l’economia globale sta lottando contro una depressione storicamente gravissima

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

GreenNewDeal/Pettifor

Ann Pettifor – Il Green New Deal. Cos’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

La valuta europea – l’euro – e’ strutturata per togliere alle banche centrali degli Stati membri la funzione di prestatore di ultima istanza, senza creare una tale funzione a livello europeo.
Senza il supporto della propria banca centrale, gli Stati della zona euro sono obbligati a rivolgersi ai mercati dei capitali privati e globalizzati per soddisfare i propri fabbisogni finanziari. Allo stesso tempo, le rigide “regole del gioco” incorporate nei trattati UE privano i governi di qualsivoglia autonomia economica.
E’ questa mancanza di autonomia la causa principale della crisi economica e sociale, nonche’ dell’instabilita’ politica, che oggi vediamo nell’eurozona. Paesi come la Grecia, l’Italia e persino la Francia o la Germania non hanno il potere di adattare le proprie economie ai mercati, alle condizioni e agli interessi nazionali.
Questa impotenza economica fa infuriare i cittadini e ha portato all’ascesa di quel fenomeno che viene eufemisticamente chiamato “populismo”.
Ma la verita’ e’ che i paesi dell’eurozona non sono gli unici a essere subordinati all’autorita’ privata dei mercati finanziari globalizzati e dollarizzati. Tutti gli Stati democratici sono impotenti di fronte a un sistema monetario globale “governato” dalle forze del mercato privato.
Questo rappresenta un notevole ostacolo per il Green New Deal, perche’ gli attori attivi sui mercati finanziari globalizzati e deregolamentati hanno ben poco interesse ad aiutare gli Stati ad allentare la loro dipendenza dai combustibili fossili e dallo strapotere delle multinazionali che estraggono, distribuiscono e si arricchiscono grazie ai quei combustibili

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor

Societa’/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Popolo potere e profitti. Un capitalismo progressista in un’epoca di malcontento – Einaudi (2020)

Uno dei modi piu’ detestabili con cui viene esercitata l’influenza del denaro e’ quello delle «porte girevoli», per via delle quali i politici ricevono una tangente, non nel presente ma per il futuro, sotto forma di un buon lavoro nel settore privato al termine della loro carica.
Il sistema delle porte girevoli e’ pervasivo e corrosivo.
Il fatto che chi lavora al Tesoro degli Stati Uniti o in altri dipartimenti governativi possa passare velocemente dal servire il paese al lavorare a Wall Street induce a chiedersi se non abbia servito Wall Street fin dall’inizio.
Ma il sistema e’ diffuso anche nel settore della difesa, dove i generali e altri alti ufficiali sembrano spostarsi senza soluzione di continuita’ dal servizio al paese al lavorare per i fornitori dell’esercito.

Info:
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/capitalismo-progressista-un-ossimoro
https://www.italypost.it/popolo-potere-profitti-joseph-stiglitz/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/neoliberismo-stiglitz-per-superarlo-serve-un-capitalismo-progressista-che-recida-legami-tra-potere-economico-e-politica/5257897/

Economia di mercato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Grazie al ruolo unico del dollaro USA quale valuta di riserva globale, lo Zio Sam non e’ mai obbligato a prendere in prestito altri soldi che non siano la sua stessa moneta (e mai dovrebbe farlo!).
Questo da’ in qualche modo agli Stati Uniti un vantaggio, ma non significa che gli USA siano il solo paese in grado di portare avanti la propria agenda politica. Qualunque paese dotato di un alto grado di sovranita’ monetaria ha la capacita’ di perseguire un’agenda politica interna finalizzata a mantenere l’economia a un livello di piena occupazione […]
Molte economie avanzate godono di un’elevata sovranita’ monetaria grazie al fatto che hanno molti settori produttivi ad alto valore aggiunto […] e vantano enormi opportunita’ per tutti i soggetti desiderosi di investire nelle loro economie comprando azioni, proprieta’ immobiliari e altro.
Dal momento che per investire in tali asset nazionali e’ necessario ottenere la moneta dei rispettivi paesi, la domanda delle loro valute rimane elevata in tutto il mondo. (In gergo economico, si dice che questi paesi hanno un mercato dei capitali “profondo“).

Info:
http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/il-mito-del-deficit-kelton/
https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/19308-brian-cepparulo-il-mito-del-deficit-stephanie-kelton-e-la-nuova-frontiera-della-mmt.html

Capitalismo/D’Eramo

Marco D’Eramo – Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi – Feltrinelli (2020)

(II parte)

Qui la dottrina del capitale umano e’ portata alle sue piu’ estreme e letterali conseguenze, nel senso che il debito in se’ ti costringe a pensare te stesso in termini di capitale, investimento, ammortamento.
Il potere che si esercita sull’individuo e’ quindi sempre piu’ totale e piu’ economico, nel duplice senso della parola: e’ piu’ basato sull’economia ed e’ meno costoso, necessita di minori sforzi per essere esercitato; il giogo viene sostituito da un guinzaglio “automatico” (o meglio da una sorta di braccialetto elettronico virtuale), il controllo disciplinare della fabbrica e della prigione e’ rimpiazzato dal collare del debito moroso […]
Ma se la forma dominante del potere passa da quella disciplinare a quella del controllo, e lo fa attraverso la relazione debito/credito, allora il settore trainante passa dalla manifattura, dall’industria, alla finanza.
Non che l’industria scompaia, proprio come nei secoli XIX-XX la rivoluzione industriale non aveva fatto scomparire l’agricoltura, l’aveva solo soppiantata come settore trainante e dominante dell’economia e anzi aveva rivoluzionato l’agricoltura stessa industrializzandola. Lo stesso avviene oggi: l’industria continua a esistere, anzi produce un volume di merci sempre maggiore (esattamente come l’agricoltura produce un volume di cibi infinitamente maggiore di un secolo fa), ma non e’ piu’ il settore che definisce l’economia della nostra epoca.
Questo settore e’ la finanza, che ha finanziarizzato l’industria, come l’industria aveva industrializzato l’agricoltura.
La finanza e’ il settore dominante anche perche’ e’ quello che meglio si sposa con la rivoluzione informatica […]
Sotto il giogo di un potere disciplinare, i lavoratori potevano sperare di “spezzare le catene” (come cantavano nei loro cori dell’epoca). Invece, al guinzaglio del debito, sotto una sorveglianza continua, cosa puo’ sperare il debitore se non di non cadere nell’insolvenza, di non diventare moroso: la sua unica, inaudita speranza puo’ essere solo di restare a vita debitore ligio e puntuale; al massimo, puo’ augurarsi non di liberarsi dal guinzaglio, ma che il guinzaglio non tiri troppo.
E infatti, ormai da trent’anni a questa parte, a nessuno viene detto: “Se agisci come ti chiedo, domani starai meglio”. Al contrario, viene somministrata una minaccia continua: “Se non fai come pretendo, starai molto peggio”, fallirai, cadrai in miseria, sarai abbandonato nella tua vecchiaia e non sarai curato quando ti ammalerai. Non c’e’ più “il bastone e la carota” del potere disciplinare (punizioni e premi di produzione in fabbrica), rimane solo il ricatto “o la minestra o la finestra”: se non rispetti lo scadenzario delle consegne cercati un altro lavoro, viene detto al fattorino, al rider della pizza d’asporto anzi, il rapporto di lavoro ideale per il neoliberismo e’ quello dell’autista Uber che si auto sfrutta da solo.
Mirabile esempio di capitalista di se’.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2020/11/recensione-marco-deramo-dominio/
https://www.internazionale.it/opinione/giuliano-milani/2020/11/10/marco-d-eramo-dominio
https://sbilanciamoci.info/i-meccanismi-del-dominio/
https://www.sinistrainrete.info/societa/17891-marco-d-eramo-la-bolla-dell-overtourism-si-e-sgonfiata-ma-tornera-presto-a-crescere.html

Economia di mercato/Harvey

David Harvey . L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza – Feltrinelli (2011)

La “globalizzazione” e’ stata agevolata anche da una profonda riorganizzazione del sistema dei trasporti, che ha ridotto i costi della movimentazione delle merci.
La containerizzazione, un’innovazione vitale, ha permesso di assemblare parti e componenti fabbricati in Brasile per produrre auto “made in Detroit”.
I nuovi sistemi di comunicazione hanno consentito di organizzare in maniera efficiente la catena di produzione delle merci nello spazio globale (le imitazioni delle griffe parigine, prodotte negli sweatshops di Hong Kong, potevano essere inviate quasi immediatamente a Manhattan).
Le barriere artificiali al commercio, come i dazi e i contingenti di importazione, sono state gradualmente ridotte.
Soprattutto, e’ stata creata una nuova architettura finanziaria per favorire il flusso internazionale di capitale liquido verso le destinazioni dove poteva essere impiegato nella maniera piu’ redditizia.
La deregolamentazione della finanza, cominciata alla fine degli anni settanta, ha accelerato dopo il 1986 ed e’ diventata inarrestabile negli anni novanta.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2012/05/recensione-david-harvey-l%E2%80%99enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-feltrinelli/
http://contropiano.org/contropianoorg/aerosol/vetrina-pubblicazioni/2011/07/05/l-enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-02315
http://www.millepiani.org/recensioni/l-enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza

Europa/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Riscrivere l’economia europea. Le regole per il futuro dell’Unione – il Saggiatore (2020)

Il Patto di stabilita’ e crescita non solo impediva ai paesi in crisi di spendere in disavanzo per stimolare la propria economia, ma li costringeva addirittura a varare provvedimenti recessivi.
La frenata dell’economia di questi paesi provocava a sua volta una riduzione del gettito fiscale e un aumento della spesa pubblica (per sussidi di disoccupazione e assistenza sociale). E il limite del 3 per cento di disavanzo rispetto al Pil costringeva quei governi ad aumentare le tasse o ridurre la spesa, aggravando ulteriormente la recessione.
Questi errori macroeconomici hanno finito per compromettere anche il progetto europeo, nel momento in cui i cittadini hanno iniziato a dubitare della bonta’ di politiche e strutture che non avevano portato la promessa prosperita’.
Si puo’ dire che le politiche e le strutture europee abbiano accentuato la frenata dell’economia […]
L’incapacita’ di reagire efficacemente alla crisi, inoltre, ha reso piu’ difficile affrontare alcuni problemi che potrebbero presentarsi in futuro. Per esempio, ha indebolito la solidarieta’ europea. Le continue reprimende ai paesi in crisi, accusati dagli altri, Germania in prima fila, di essere pigri e spendaccioni, hanno alimentato risentimenti e divisioni […]
La realta’ e’ che l’Europa, prima o poi, si trovera’ a dover affrontare un altro forte shock, e non c’e’ ragione di credere che sapra’ affrontarlo meglio.

Info:
https://www.linkiesta.it/2020/05/nobel-stigliz-come-riscrivere-economia-europea/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/al-capezzale-dell-europa/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/riscrivere-leconomia-europea/