Stato/Khanna

Parag Khanna – La rinascita delle citta stato – Fazi (2017)

Nel pensiero occidentale e’ radicata una grave negligenza teorica, che confonde politica e governance, democrazia e servizi, processo e risultati.
Ma la “volonta’ del popolo” non significa soltanto lasciare che il popolo continui a ripetere i propri desideri senza risultato.
La spettacolare ascesa della Cina rispetto a quella di democrazie come l’India ha dimostrato al mondo che e’ meglio avere un sistema orientato sui servizi a scapito della democrazia che un sistema che concede tutto alla democrazia e nulla ai servizi.
Per essere ammirata, la democrazia deve realizzare qualcosa. Le elezioni sono un sistema di responsabilita’, non un modo per realizzare progetti.
La legittimazione procedurale (input legitimacy) della democrazia non puo’ mai sostituire del tutto la legittimazione dei risultati (output legitimacy) della fornitura dei servizi di base al cittadino.

Info:
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2017/12/15/news/recensione-la-rinascita-delle-citta-stato-parag-khanna-una-fogliata-di-libri-169078/
https://eastwest.eu/it/cultura/parag-khanna-intervista-governo-stato-democrazia

Populismo/Dahrendorf

Ralf Dahrendorf, Antonio Polito – Dopo la democrazia – Laterza (2014)

Il principio piu’ difficile da applicare oltre il livello degli Stati-Nazione e’ il ruolo protagonista dei popoli, la loro sovranita’, la possibilita’ di esprimere la propria opinione e il proprio volere. Si possono trovare modi per garantire il cambiamento senza violenza; si possono trovare mezzi per stabilire un efficace sistema di controlli.
Ma non troveremo modi per far sentire la voce del popolo. […] La verita’ e’ che oggi noi non sappiamo come in futuro il popolo potra’ esprimere la sua volonta’ e in che modo potra’ determinare la decisione politica […]
Una delle perdite maggiori […] e’ proprio il dibattito democratico, la discussione informata e ponderata sulle grandi questioni. Questa funzione, nella democrazia tradizionale, la svolgevano i Parlamenti. Piu’ i Parlamenti si indeboliscono e perdono questo ruolo, meno opportunita’ ci sono per un dibattito democratico, piu’ poteri impropri vengono assunti dai nuovi intermediari.
Il populismo sollecita deliberatamente questo processo, proprio al fine di scavalcare il dibattito e cercare cosi’ di guadagnare consensi sfruttando presunti o reali sentimenti popolari, piu’ o meno profondi. Questa e’ sempre stata la base di ogni politica antidemocratica: usare il popolo contro i diritti del popolo, usare il popolo per scipparlo del suo diritto all’autogoverno.

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2015/09/ralf-dahrendorf-dopo-la-democrazia.html
https://www.anobii.com/books/Dopo_la_democrazia/9788842064411/018aba80648e9ca2f5

Capitalismo/Srniceck

Nick Srniceck, Alex Williams – Inventare il futuro. Per un mondo senza lavoro – Nero (2018)

Nella percezione popolare, il neoliberismo e’ genericamente identificato come una celebrazione del libero mercato, un’impostazione che come corollario prevede la difesa a oltranza del libero scambio, dei diritti di proprieta’ e del libero movimento dei capitali […]
A differenza dell’opinione comune, […] il neoliberismo differisce dal liberalismo classico proprio nell’importante ruolo che attribuisce allo Stato.
In effetti, un compito fondamentale del neoliberismo e’ stato quello di acquisire il controllo dell’apparato statale al fine di utilizzarlo per il conseguimento dei propri obiettivi; mentre cioe’ il liberalismo classico si erge a favore di una sfera naturale che esula dal controllo statale (le leggi naturali dell’uomo e del mercato), i neoliberali capiscono che di «naturale» i mercati hanno poco o nulla […]
Sotto il dominio del neoliberismo, nella creazione dei mercati «naturali» un ruolo fondamentale e’ giocato proprio dallo Stato: il neoliberismo esige cioe’ che sia lo Stato a difendere i diritti di proprieta’ privata, che sempre lo Stato faccia rispettare i contratti, che imponga una legislazione antitrust, che reprima il dissenso sociale, e che mantenga sempre e comunque la stabilita’ dei prezzi. […]
Sarebbe quindi sbagliato credere che l’obiettivo dello Stato neoliberale sia semplicemente tirarsi indietro e non interferire coi mercati: gli interventi senza precedenti delle banche centrali sui mercati finanziari non sono sintomi del collasso dello Stato neoliberale ma, al contrario, gli effetti prodotti dalla sua funzione centrale: creare e sostenere i mercati a tutti i costi. […] Arrivati a questo punto, che le elezioni vengano vinte da partiti di sinistra o di destra conta poco: i dadi sono truccati, il neoliberismo ha vinto.

Info:
https://www.anobii.com/books/Inventare_il_futuro/9788880560098/01b82e055beaceae9c
http://www.exasilofilangieri.it/presentazione-del-libro-inventare-futuro-un-mondo-senza-lavoro-n-srnicek-williams/

Geoeconomia/Luce

Edward Luce – Il tramonto del liberalismo occidentale – Einaudi (2017)

Dall’inizio del secolo, l’Occidente ha perduto molto del suo prestigio. Il nostro modello politico non e’ piu’ l’invidia del mondo.
Nella misura in cui la democrazia occidentale e’ stata messa in discussione, lo stesso e’ accaduto anche al suo potere globale. Relativa la perdita degli Stati Uniti: il loro contribuito al prodotto interno lordo mondiale e’ diminuito, certo, e hanno svalutato la propria credibilita’ globale con l’avventatezza di dichiarare guerra nel falso nome della democrazia.
Ma la perdita geopolitica dell’Europa e’ stata assoluta: e’ a malapena in grado di esercitare potere al di la’ dei propri confini.
In realta’, la stessa apertura dei confini europei rappresenta una minaccia crescente. Nel frattempo, il centro di gravita’ del mondo si sta spostando inesorabilmente verso est.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2018/01/recensione-edward-luce-il-tramonto-del-liberalismo-occidentale-einaudi-prima-parte/
https://www.anobii.com/books/Il_tramonto_del_liberalismo_occidentale/9788806236403/01399bfc38f7d47cf8
https://www.fondazioneluigieinaudi.it/il-liberalismo-al-tramonto-no-semmai-i-liberal/

Stato/Dahrendorf

Ralf Dahrendorf, Antonio Polito – Dopo la democrazia – Laterza (2014)

La democrazia e’ un insieme di istituzioni finalizzate a dare legittimita’ all’esercizio del potere politico fornendo una coerente risposta a tre domande-chiave. La prima e’:
1. come possiamo produrre cambiamenti nelle nostre societa’ senza violenza?
2. come possiamo, attraverso un sistema di «check and balance» (controllare e controbilanciare), controllare quelli che sono al potere in modo da essere certi che non ne abusino?
3. come puo’ il popolo – tutti i cittadini – avere voce nell’esercizio del potere? […]
Le tre risposte […] funzionavano in un contesto particolare, e cioe’ nella forma tradizionale degli Stati-Nazione. Mentre e’ molto difficile capire come possano funzionare in altri e diversi contesti. Direi dunque che la relazione tra la crisi della democrazia e la crisi degli Stati-Nazione e’ centrale […] Le decisioni stanno emigrando dal tradizionale spazio della democrazia […] Decisioni di vitale importanza non sono più assunte a Montecitorio, o a Westminster, e neanche in Capitol Hill, ma altrove. Per i paesi che hanno adottato l’euro, i tassi di interesse sono stabiliti a Francoforte. Se due grandi industrie vogliono fondersi, devono chiedere il permesso a Bruxelles. La decisione di bombardare Belgrado e’ stata presa dalla Nato. Se la Russia possa avere nuovi prestiti internazionali, e’ affare del Fondo monetario […]
Ma le cose diventano perfino piu’ complicate quando le decisioni vengono prese da corporations internazionali, perche’ in quei casi non e’ cosi’ semplice nemmeno individuare dove si e’ deciso.
E’ cio’ che accade quando una grande multinazionale sceglie se investire in Galles o in Normandia, se chiudere impianti in Francia piuttosto che in Italia. […] Non e’ davvero facile immaginare come si possa influire su queste decisioni; e certamente si puo’ dire che esse sono estranee al processo democratico […] Questo complesso di decisioni, prese al di fuori del processo  democratico, fanno oggi apparire la democrazia totalmente impotente. La disponibilita’ universale e immediata di informazioni, che e’ la vera essenza della globalizzazione, consente di by-passare le istituzioni tradizionali della democrazia.

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2015/09/ralf-dahrendorf-dopo-la-democrazia.html
https://www.anobii.com/books/Dopo_la_democrazia/9788842064411/018aba80648e9ca2f5

Populismo/Boeri

Tito Boeri – Populismo e stato sociale – Laterza (2017)

[Il populismo] considera la societa’ come composta da due gruppi omogenei, da due blocchi monolitici, tra di loro contrapposti: da una parte il popolo, dall’altra l’elite corrotta (declinata al singolare).
Il pregio di questa definizione e’ che mette in luce come il peggior nemico del populismo sia “tutto cio’ che sta nel mezzo” i cosiddetti corpi intermedi della societa’ civile: dall’associazionismo ai partiti, dalle rappresentanze di interessi (a partire dai sindacati) alle istituzioni di garanzia, dalle autorita’ indipendenti di controllo ai dirigenti indipendenti di amministrazioni pubbliche.
La democrazia dei populisti e’ la democrazia diretta che assegna un potere assoluto alla maggioranza, trasformandosi paradossalmente nella dittatura della maggioranza.

Info:
https://www.ilfoglio.it/economia/2017/07/04/news/populismo-e-stato-sociale-142828/
https://www.anobii.com/books/Populismo_e_stato_sociale/9788858129647/01147533c377354a4d
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-05-30/perche-populismo-minaccia-anche-stato-sociale-195141.shtml?uuid=AEz9euVB

Capitalismo/Judt

Tony Judt – Guasto e’ il mondo – Laterza (2012)

Il materialismo e l’egoismo della vita contemporanea non sono aspetti intrinseci della condizione umana.
Gran parte di cio’ che oggi appare «naturale » risale agli anni Ottanta: l’ossessione per la creazione di ricchezza, il culto della privatizzazione e del settore privato, le disparita’ crescenti fra ricchi e poveri.
E soprattutto la retorica che accompagna tutto questo: l’ammirazione acritica per mercati liberi da lacci e laccioli, il disprezzo per il settore pubblico, l’illusione di una crescita senza fine.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842099819
https://ilmiolibro.kataweb.it/recensione/catalogo/3191/abbiamo-guastato-il-mondo-ma-una-via-di-uscita-ce/?refresh_ce
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__guasto-e-il-mondo-libro.php

Europa/Cesaratto

Sergio Cesaratto – Chi non rispetta le regole. Itaslia e Germania, le doppie morali dell’euro – Imprimatur (2018)

E’ a mio avviso segno di un grave estremismo ideologico assegnare alla Bce il precipuo obiettivo della stabilita’ dei prezzi.
Invece, la Federal Reserve americana ha anche l’obiettivo della piena occupazione, come si conviene a una vera democrazia in cui i cittadini votano per la politica  economica che preferiscono sulla base di quale dei due obiettivi, inflazione o piena occupazione, reputano piu’ importante.
In Europa l’obiettivo della piena occupazione viene delegato alle misure nazionali di flessibilita’ del mercato del lavoro: la deflazione competitiva e’ assurta a pilastro europeo, sul modello del dumping salariale di cui la Germania diede il buon esempio con le riforme Hartz.
Credo che ogni persona colta minimamente avvezza al pensiero keynesiano e alla democrazia sociale non possa che rimanere indignata.

Info:
https://sinistrainrete.info/europa/12212-sergio-cesaratto-chi-non-rispetta-le-regole.html
https://www.anobii.com/books/Chi_non_rispetta_le_regole/9788868307042/01cbbe8b20591e9949

Capitalismo/Boltanski

Luc Boltanski, Eve Chiapello – Il nuovo spirito del capitalismo – Mimesis (2014)

Se e’ vero che dal periodo della sua formazione il capitalismo e’ cambiato, la sua “natura” […] non si e’ radicalmente trasformata; di conseguenza anche le fonti di indignazione che hanno continuamente alimentato la sua critica sono rimaste pressappoco identiche nel corso degli ultimi due secoli.
Sono essenzialmente di quattro ordini: a) il capitalismo fonte di disillusione e di inautenticita’ di oggetti, persone, sentimenti e piu’ in generale del genere di vita che gli e’ associato; b) il capitalismo fonte di oppressione, poiche’ si oppone alla liberta’, all’autonomia e alla creativita’ degli esseri umani, che sotto il suo impero sono sottoposti da una parte al dominio del mercato come forza impersonale che fissa i prezzi, designa gli uomini e i prodotti-servizi desiderabili e rifiuta gli altri, dall’altra alle forme di subordinazione della condizione salariale (disciplina d’azienda, stretta sorveglianza da parte dei capi e inquadramento attraverso regolamenti e procedure); c) il capitalismo fonte di miseria per i lavoratori e di disuguaglianze di dimensioni prima sconosciute; il capitalismo fonte di opportunismo e di egoismo che, favorendo solo gli interessi particolari, distrugge i legami sociali e di solidarieta’ comunitari, soprattutto le forme minime di solidarieta’ tra ricchi e poveri.

Info:
http://www.edc-online.org/it/pubblicazioni/articoli-di/luigino-bruni/11716-il-nuovo-spirito-del-capitalismo.html
https://www.anobii.com/books/Il_nuovo_spirito_del_capitalismo/9788857524047/016a4f8341ba1b20a0

Capitalismo/Jacobs

Michael Jacobs, Mariana Mazzucato – Ripensare il capitalismo – Laterza (2017)

Privatizzazione, partenariati finanziari pubblicoprivato,  esternalizzazione dell’erogazione di servizi pubblici e altre strategie recenti quasi immancabilmente sono state propagandate come misure per introdurre i vantaggi dei mercati competitivi e della scelta del consumatore in attivita’ dove precedentemente la facevano da padrone le burocrazie statali.
Ma quasi mai il risultato e’ stato questo.
Uno degli scopi principali delle riforme neoliberiste era depoliticizzare l’economia. Queste speranze sono andate quasi sempre deluse, per due ragioni molto diverse tra loro.
La prima e’ che molti dei beni e servizi coinvolti hanno le caratteristiche tipiche dei beni collettivi e di cittadinanza. Quando un bene e’ collettivo, e’  impossibile, sia in teoria sia in pratica, che rimanga unicamente confinato a un contesto di mercato. In una societa’ democratica, questo significa che c’e’ un dibattito costante sulla sua qualita’ e la sua erogazione.
La seconda ragione, tuttavia, e’ che il neoliberismo, di fatto, non ha assunto la sua forma di mercato […]
Raramente si e’ avuta una piena concorrenza del genere immaginato dalla teoria neoclassica; la scelta del consumatore e’ stata possibile solo in certi casi; il coinvolgimento dello Stato non e’ diminuito, ha soltanto cambiato forma […]
Un numero ristretto di aziende di enormi dimensioni domina i nuovi settori privatizzati ed esternalizzati, e settori come le banche ormai vengono considerati vitali per l’economia e hanno acquisito di conseguenza uno status, in certo qual modo, di bene collettivo.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/ripensare-capitalismo-mazzucato-jacobs/
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12017-lorenzo-cattani-note-su-ripensare-il-capitalismo-di-m-mazzucato-e-m-jacobs.html
https://www.anobii.com/books/Ripensare_il_capitalismo/9788858127445/0151bee1e81a684e52
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127445