Stato/Crouch

Colin Crouch – Postdemocrazia – Laterza (2009)

I governi rinunciano progressivamente a qualsiasi ruolo distintivo nel servizio pubblico (il che comporta il dovere di garantire ai cittadini un livello elevato di servizi piu’ o meno equi) e chiedono ai loro ministeri di comportarsi come aziende (il che comporta il dovere di fornire un servizio della qualità richiesta dall’aderenza agli obiettivi finanziari) […]
Come l’azienda fantasma, il governo cerca gradualmente di spogliarsi di ogni responsabilita’ diretta nella conduzione dei servizi pubblici […]
Ma nel fare cio’ rinuncia alla sua pretesa a esercitare funzioni speciali esclusive del servizio pubblico. Questo porta alla conclusione ulteriore che i servizi pubblici dovrebbero essere gestiti da persone che provengono dal settore privato perche’ ormai le loro capacita’ sono le uniche che contano.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/postdemocrazia/
https://www.anobii.com/books/Postdemocrazia/9788842076728/01fad7210efb1e685f
https://ilmanifesto.it/il-paradosso-democratico-di-colin-crouch/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842076728

Lavoro/Castronovo

Valerio Castronovo – Le rivoluzioni del capitalismo – Laterza (2007)

[È] innegabile che l’automazione, man mano che ai reparti d’officina s’e’ estesa agli uffici, abbia finito – combinandosi con altri fattori interni ed esterni alle imprese – per spezzare il circolo virtuoso fra crescita economica e aumento dei posti di lavoro, che da due secoli, dalla prima rivoluzione industriale, era una sorta di equazione che si riproduceva costantemente nei periodi di alta congiuntura.
Gia’ da due decenni l’elevazione degli indici di produttivita’ non ha dato piu’ luogo come in passato a un aumento proporzionale dell’occupazione nell’industria manifatturiera. Da quando il sistema informatico a rete ha sostituito quello a catena, agevolando l’adozione di tecnologie  risparmiatrici di lavoro, si e’ reso inutile l’impiego di tante braccia […] Naturalmente non in tutti i settori di attivita’ il saldo occupazionale risulta negativo.
Giacche’ le innovazioni, se hanno distrutto posti di lavoro nelle aziende che fabbricano manufatti, ne hanno invece creato di nuovi nelle imprese che progettano e producono attrezzature o beni e servizi destinati a rimpiazzare quelli obsoleti.
D’altra parte, se l’occupazione e’ andata riducendosi in termini quantitativi, essa e’ migliorata invece sotto il profilo qualitativo in quanto l’introduzione delle tecnologie elettroniche e dell’automazione ricorsiva hanno eliminato i carichi e i ritmi piu’ spossanti della precedente organizzazione del lavoro.

Info:
https://www.anobii.com/books/Le_rivoluzioni_del_capitalismo/9788842047797/01e9a8dbdfb75d1edf

Stato/Crouch

Colin Crouch – Il potere dei giganti – Laterza (2014)

Possiamo […] individuare almeno cinque tipi di gruppi che svolgono un ruolo essenziale nella societa’ civile e si ispirano prevalentemente a valori.
Innanzi tutto vanno ricordati […] i partiti politici, che collegano lo Stato alla societa’ piu’ vasta e sono spesso i veicoli con cui le campagne d’opinione e i temi caldi entrano nel sistema politico I partiti dunque per la societa’ civile hanno importanza vitale e sono canali fondamentali per qualsiasi tentativo di sfidare il potere politico delle imprese […]
In secondo luogo vanno ricordate le religioni, che pur avendo perso il loro antico primato sul terreno dei valori restano tra gli attori principali e godono di proprie risorse, autonome dalle imprese e dallo Stato […]
Il terzo soggetto sono i gruppi di opinione […]
Troviamo poi una categoria di soggetti che tende a confondersi con i gruppi di attivisti: il volontariato. La principale differenza e’ che mentre quei gruppi [di opinione] premono su governi, imprese e altri soggetti, di solito in modo polemico e conflittuale, per costringerli a intervenire e risolvere un determinato problema, le organizzazioni filantropiche e di volontariato scendono in campo in prima persona mettendo a disposizione le risorse necessarie, senza rivolgersi allo Stato o all’impresa […]
Infine, ritengo che facciano parte della societa’ civile anche le professioni, alludendo con questo termine a qualsiasi gruppo professionale che abbia elaborato una serie autonoma di valori riguardo ai modi di svolgere la propria attivita’, spesso in contrapposizione alla logica di massimizzazione del profitto. Per alcune professioni tali valori sono iscritti negli statuti e nei piani formativi, mentre in altri casi emergono dal confronto informale tra gruppi di operatori. L’attivita’ professionale, alla stregua del volontariato, non e’ orientata primariamente alle campagne di opinione e al conflitto, ma allo svolgimento di un lavoro in cambio di denaro. Tuttavia, e’ radicata nei valori e talvolta offre l’occasione di contestare la logica dominante dello Stato e dell’impresa.

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2013/09/colin-crouch-il-potere-dei-giganti.html
https://tramedoro.eu/?p=2447
https:/www.pandorarivista.it/articoli/disuguaglianze-intervista-colin-crouch/

Capitalismo/De Grossouvre

Henri Grossouvre – Parigi, Berlino, Mosca. Geopolitica dell’indipendenza europea – Fazi (2004)

La globalizzazione liberista mira a distruggere tutte le strutture intermedie dell’esercizio del potere tra il cittadino, divenuto tragicamente individuo, oggetto, consumatore, e il mercato mondiale […]
Questa volonta’ di eliminare i popoli, le nazioni e gli Stati sovrani e’ l’attributo principale del soggetto mondializzatore e/o globalista, quello che incarna o rappresenta il nuovo potere polimorfo emergente su scala planetaria.
E questo significa privare la democrazia del suo campo istituzionale di esercizio, vuol dire piu’ in generale abolire lo spazio politico.

Info:
http://www.archiviostorico.info/Rubriche/Librieriviste/recensioni/parigiberlinomosca.htm
http://www.caffeeuropa.it/pensareeuropa/259gollismo.html

 

Lavoro/Silver

Beverly J. Silver – Le forze del lavoro. Movimenti operai e globalizzazione dal 1870 – Bruno Mondadori (2008)

La mobilitazione delle riserve mondiali di manodopera non solo ha danneggiato direttamente il potere di contrattazione dei lavoratori, ma ha anche contribuito a delegittimare ai loro occhi i sindacati e i partiti politici, poiche’ e’ diventato piu’ difficile per queste organizzazioni creare e distribuire vantaggi per i propri iscritti.
Come se cio’ non bastasse, gli attacchi diretti dai datori di lavoro e dagli stati contro le organizzazioni dei lavoratori (unitamente al collasso dei contratti sociali tipici del dopoguerra) hanno indebolito direttamente il potere associativo di contrattazione, oltre a determinare un’ulteriore erosione del potere di contrattazione legato al mercato, rendendo sempre piu’ difficile per le organizzazioni dei lavoratori difendere ed estendere efficacemente le politiche statali della “rete di protezione sociale”.

Info:
https://www.anobii.com/books/Le_forze_del_lavoro/9788861592117/013ceb1c2bb826dec4
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/lavoratori-di-tutto-il-mondo-intervista-a-beverly-silver-parte-i

Finanziarizzazione/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

Due classi di strumenti finanziari in particolare divennero disponibili per gli investitori grazie alla deregolamentazione, dagli anni Settanta in poi, e furono cruciali per la conseguente crescita esponenziale delle transazioni finanziarie e della redditivita’ della finanza: i derivati, ossia contratti per la consegna futura di strumenti finanziari o di materie prime, che permettevano agli investitori di scommettere sul cambiamento del loro prezzo; e le cartolarizzazioni, pacchetti di strumenti di attivita’ redditizie trasformate in titoli negoziabili (a loro volta suscettibili di essere oggetto di contratti derivati).
Le banche commerciali fecero una svolta decisiva all’inizio degli anni 2000, quando iniziarono a “cartolarizzare” i prestiti vecchi per finanziare nuovi prestiti.

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – La crisi della modernita’ – il Saggiatore (2010)

La crescita fenomenale che si determino’ durante il boom postbellico dipendeva […] da una serie di compromessi e di nuovi posizionamenti da parte dei protagonisti del processo di sviluppo capitalistico.
Lo stato doveva assumere nuovi ruoli (keynesiani) e creare nuovi poteri istituzionali; il capitale aziendale doveva aggiustare in qualche misura la rotta per navigare piu’ tranquillamente nelle acque di una sicura redditivita’; e i lavoratori organizzati dovevano assumere nuovi ruoli e nuove funzioni in relazione al rendimento sul mercato del lavoro e nei processi produttivi.
Il rapporto di forze, teso ma tuttavia saldo, fra la forza lavoro organizzata, il capitale delle grandi aziende e lo stato nazionale, che costitui’ la base del boom postbellico, non fu raggiunto per caso: esso fu il risultato di anni di lotte […]
Il fordismo postbellico deve essere visto, quindi, non tanto come un semplice sistema di produzione in serie quanto come uno stile di vita.
La produzione in serie voleva dire standardizzazione del prodotto e consumo di massa; e cio’ significava un’estetica assolutamente nuova e una mercificazione della cultura che molti neoconservatori […] avrebbero poi considerato dannosa per il mantenimento dell’etica del lavoro e di altre presunte virtu’ capitalistiche.
Anche il fordismo sfrutto’ e contribui’ all’estetica del modernismo – con particolare riferimento alla propensione di quest’ultimo per la funzionalita’ e l’efficienza – in modi molto espliciti, mentre le forme dell’intervento statale (guidato da principi di razionalita’ burocratico-tecnica) e la configurazione del potere politico che davano coerenza al sistema poggiavano sulle nozioni di una democrazia economica di massa tenuta assieme da un equilibrio di interessi speciali.
Il fordismo postbellico era anche un fenomeno internazionale. Il lungo boom del dopoguerra dipendeva fondamentalmente da una massiccia espansione del commercio mondiale e dei flussi degli investimenti internazionali.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_crisi_della_modernit%C3%A0/9788851520366/012ddde8b392d53a07
http://www.leparoleelecose.it/?p=10178

Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

A questo siamo arrivati? Alla spettacolarizzazione dell’aiuto, alla globalizzazione della solidarieta’, per incitare governi e privati a donazioni generose.
Ci siamo mai chiesti quante e quali sono queste associazioni della carita’ universale?
Le industrie della solidarieta’ e affini – ci informano dall’Onu, dove molte si registrano – sono poco meno di 4000.
Ma il vero numero e’ molto più alto, se si pensa che solo negli Stati Uniti le organizzazioni umanitarie sono oltre 10000.
Tutte queste realta’ si reggono e si mantengono grazie al circuito dei contributi volontari e non sono tenute per legge alla comunicazione dei bilanci.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Stato/Crouch

Colin Crouch – Postdemocrazia – Laterza -(2009)

Via via che le funzioni dello Stato sono appaltate ai privati, lo Stato comincia a perdere la competenza di fare cose che in precedenza gli riuscivano benissimo; man mano perde addirittura contatto con le conoscenze necessarie a comprendere il funzionamento di certe attivita’.
E’ costretto dunque a subappaltare ancora di piu’ e a pagare consulenti per farsi dire come fare il suo lavoro. Il governo diviene una sorta di idiota istituzionale, poiche’ le sue mosse sempre mal informate sono anticipate e quindi sminuite dagli scaltri soggetti che agiscono nel mercato.
Da questo discende la raccomandazione politica centrale dell’ortodossia economica contemporanea: lo Stato farebbe meglio a non fare nulla, salvo garantire la liberta’ dei mercati.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/postdemocrazia/
https://www.anobii.com/books/Postdemocrazia/9788842076728/01fad7210efb1e685f
https://ilmanifesto.it/il-paradosso-democratico-di-colin-crouch/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842076728

Finanziarizzazione/Stiglitz

Joseph E, Stiglitz – La grande frattura. La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla – Einaudi (2016)

La disuguaglianza che affligge la nostra societa’ – i livelli estremi che ha raggiunto, le forme in cui si manifesta – non e’ inevitabile; non e’ il risultato di leggi inesorabili dell’economia o della fisica; e’ una questione di scelte le quali, a loro volta, dipendono dalla politica.
Abbiamo pagato questa disuguaglianza a caro prezzo, soprattutto nel decennio scorso, con la crisi e le sue conseguenze. Ma e’ un prezzo che continueremo a pagare in futuro – e sara’ sempre piu’ alto – se non riusciremo a modificare le politiche che ci hanno portati fin qui. […]
Tra gli eventi scatenanti che hanno portato a una maggiore disuguaglianza possiamo citare l’inizio della deregulation del settore finanziario e la sempre minore progressivita’ del sistema fiscale.
La deregulation ha portato all’eccessiva finanziarizzazione dell’economia.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/