Al marchio e all’azienda viene riservato un vero e proprio culto. Del resto la religione – come suggerisce l’etimologia stessa della parola – lega, coalizza.
Diventata imprenditrice, la religione unisce le pecorelle – non soltanto gli impiegati, ma anche i fornitori e i clienti della ditta – in una reale comunione, sotto forma di puntuali adunate, saloni pubblici o cerimonie. Il motociclista che venera un determinato marchio fino al feticismo e socializza con i suoi simili in occasione di grandi raduni, ne e’ un esempio perfetto.
Insomma, la religione s’impone come una formidabile modalita’ di manipolazione […]
Questa teologia d’impresa si riassume con un grafico ascensionale che testimonia il passaggio della merce dal semplice status di «prodotto» a quello, salvifico, della «religione del marchio» (brand religion).
Secondo questo approccio, un «prodotto» smette di essere designato come tale – un dolciume, un maglione, una consolle per videogiochi, un tavolo… – e viene piuttosto assimilato al suo «concetto di marchio».
Una volta etichettato, il prodotto genera una sensazione o, in gergo tecnico, un «valore emozionale aggiunto». Non e’ piu’ un fazzoletto, non e’ piu’ un orologio, non e’ piu’ un semplice te’, perche’ il fazzoletto, l’orologio e il te’ – una volta associati ai marchi Kleenex, Rolex e Lipton –, irradiano calore, sicurezza familiare, garanzia di fiducia, persino sentimento materno.
Info:
https://www.repubblica.it/venerdi/interviste/2017/01/25/news/il_trionfo_della_mediocrazia_spiegato_dal_filosofo_canadese_alain_deneault-156837500/
http://blog.ilgiornale.it/franza/2018/05/27/la-mediocrazia-un-libro-magistrale-del-canadese-alain-deneault-ne-traccia-il-pensiero-e-spiega-come-i-mediocri-hanno-preso-il-potere/