Economia di mercato/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – La grande frattura. La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla – Einaudi (2016)

Il denaro puo’ essere usato per comprare due tipi di cose: beni prodotti e beni fissi (come la terra).
Quando il denaro va ai primi, la domanda di quei beni aumenta e probabilmente anche la produzione (a meno che non vi sia uno strozzamento temporaneo di quest’ultima).
Ma quando il denaro va ai beni fissi, l’effetto e’ uno solo: il valore di quell’asset cresce, ma non la sua quantita’. Negli ultimi anni, le autorita’ monetarie non hanno tenuto bene il timone della moneta. Le piccole imprese che avevano un disperato bisogno di liquidi sono rimaste a secco, mentre il denaro andava ad aumentare i valori azionari del mercato interno e i prezzi degli asset a livello globale.
Il risultato e’ che ampie porzioni dei supposti stimoli derivanti dalle politiche monetarie sono finite nelle bolle dei prezzi degli asset, portando per esempio a un aumento del prezzo della terra.
Un incremento del credito si manifesta allora come un aumento di ricchezza, ma non dovremmo confondere le cose: il paese non ne esce piu’ ricco. La quantità di asset e’ esattamente la stessa.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/

Economia di mercato/Chang

Ha.Joon Chang – Economia. Istruzioni per l’uso – il Saggiatore (2016)

I produttori piu’ importanti sono oggi le grandi corporation che danno lavoro a centinaia di migliaia e talvolta anche a milioni di lavoratori in decine di paesi.
Le 200 corporation piu’ grandi producono circa il 10 per cento dei beni e dei servizi mondiali. Si stima che il 30-50 per cento del commercio internazionale di beni industriali sia in realta’ costituito da scambi intraziendali o dal passaggio di input e output all’interno della stessa impresa multinazionale o transnazionale, con operazioni in piu’ paesi.
Il fatto che la fabbrica di motori Toyota a Chonburi, in Thailandia, «venda» i suoi prodotti agli impianti di assemblaggio Toyota in Giappone o in Pakistan puo’ essere considerato un export thailandese verso questi paesi, ma non si tratta di vere transazioni di mercato.
I prezzi dei prodotti scambiati in questo modo sono dettati dalle sedi centrali giapponesi, non dalla concorrenza di mercato.

Info:
http://giustiziaintergenerazionale.it/tag/ha-joon-chang/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/critica-dell%E2%80%99espertocrazia-economica/?printpage=undefined

Economia di mercato/Klein

Naomi Klein – No logo – BUR (2010)

Molte multinazionali cercano oggi di svincolarsi dai prodotti materiali per arrivare a un significato piu’ profondo del marchio, capace di trasmettere valori quali spirito d’individualita’, atleticita’, natura incontaminata e senso di appartenenza alla collettivita’.
Questo atteggiamento sprezzante nei confronti dei prodotti tangibili ha fatto si’ che il settore marketing, che si occupa appunto dell’identita’ del marchio, consideri il proprio lavoro come qualcosa che non ha nulla a che fare con la fabbrica e che addirittura entra in competizione con il processo produttivo

Info:
https://www.anobii.com/books/No_Logo/9788884900074/017732114b39814fc1
http://www.musil.it/letture/NoLogo/NoLogo-recensione.htm

 

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – Breve storia del neoliberismo – il Saggiatore (2007)

Sorge […] la questione, molto dibattuta, se questa nuova configurazione di classe [capitalista] debba essere considerata transnazionale o se possa ancora essere intesa come un’entità che rientra nei confini dello stato-nazione […]
Per semplificare le cose, [se] ha ancora senso parlare di interessi della classe capitalista statunitense o britannica o coreana, perche’ interessi aziendali come quelli di Murdoch, di Carlos Slim o del Salim Group traggono vantaggio da specifici apparati statali che al tempo stesso appoggiano. Tuttavia ciascuno di loro puo’ esercitare – e in genere di fatto lo esercita – un potere di classe in più di uno stato simultaneamente […]
Questi individui possiedono inoltre, grazie a organizzazioni come il World Economic Forum di Davos, gli strumenti per scambiarsi idee, associarsi, consultarsi con i leader politici. Esercitano un’immensa influenza sugli affari globali e possiedono una liberta’ d’azione che a nessun cittadino comune e’ concessa.

Info:
https://www.anobii.com/books/Breve_storia_del_neoliberismo/9788842813767/018355f59cc01714a4
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12763-jason-hickel-breve-storia-del-neoliberismo-con-alcuni-antidoti.html

Economia di mercato/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – La grande frattura. La disuguaglianza e i modi di sconfiggerla – Einaudi (2016)

Vi sono, in realta’, importanti differenze in termini di strategie di crescita, che rendono altamente probabili esiti del tutto diversi.
La prima riguarda il modo stesso di concepire la crescita, che non vuol dire semplicemente innalzare il Pil.
La crescita deve essere sostenibile: se si basa sul degrado ambientale, su consumi sfrenati finanziati attraverso il debito, sullo sfruttamento di risorse naturali sempre piu’ esigue, senza reinvestirne i proventi, non e’ sostenibile.
La crescita deve essere anche inclusiva e deve poterne beneficiare quanto meno la maggioranza della popolazione.
La cosiddetta teoria del trickle down, quella dell’effetto a cascata, non funziona: un aumento del Pil, in realta’, puo’ comportare un peggioramento della situazione economica per la maggior parte dei cittadini.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/

 

Lavoro/Srniceck

Nick Srniceck, Alex Williams – Inventare il futuro. Per un mondo senza lavoro – Produzioni Nero (2018)

Il lavoro e’ un fenomeno comune a tutte le societa’, ma all’interno del sistema capitalista acquisisce qualita’ storicamente uniche.
Nelle societa’ precapitaliste, nonostante il lavoro fosse necessario, le persone avevano accesso comune alla terra, praticavano forme di agricoltura di sussistenza e avevano la disponibilita’ dei mezzi necessari quantomeno a sopravvivere […] L’avvento del capitalismo cambio’ tutto: attraverso il processo conosciuto come accumulazione originaria, i lavoratori precapitalisti furono sradicati dalla loro terra ed espropriati dei mezzi di sussistenza
[…] La nuova figura sociale del proletariato venne dunque definita proprio dalla mancanza di accesso ai mezzi di produzione e di sussistenza e dal bisogno di lavoro salariato per sopravvivere […] Il proletariato e’ semplicemente quel gruppo di persone costrette a vendere la propria forza lavoro per sopravvivere, che esse abbiano un impiego fisso o meno, e la storia del capitalismo e’ la storia della trasformazione della popolazione mondiale in proletariato tramite l’espropriazione progressiva della forza lavoro rurale.
[…] Con l’avvento del proletariato e’ emersa pero’ anche una nuova forma di disoccupazione; […] privato dei mezzi di sussistenza, sulla scena della storia irrompe per la prima volta un nuovo «surplus di popolazione » composto da persone incapaci di trovare un’occupazione retribuita.

Info:
https://www.anobii.com/books/Inventare_il_futuro/9788880560098/01b82e055beaceae9c
http://www.exasilofilangieri.it/presentazione-del-libro-inventare-futuro-un-mondo-senza-lavoro-n-srnicek-williams/

Economia di mercato/Cottarelli

Carlo Cottarelli – I sette peccati capitali – Feltrinelli (2018)

[Primo] la corruzione danneggia il meccanismo della concorrenza che e’ fondamentale per un’economia di mercato: emergono non le imprese piu’ efficienti, ma quelle che corrompono di piu’.
Secondo, la corruzione distorce la spesa pubblica: vanno avanti non i progetti prioritari, ma quelli che convogliano piu’ tangenti.
Terzo, i controlli che la lotta alla corruzione rende necessari finiscono per aumentare la burocrazia e danneggiano le imprese, soprattutto le piccole e medie che hanno meno risorse da spendere in adempimenti burocratici.

Info:
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/i-sette-peccati-capitali-dell-economia-italiana/
http://www.opinione.it/economia/2018/03/28/maurizio-bonanni_carlo-cottarelli-libro-i-sette-peccati-capitali-economia-italiana-feltrinelli/

Economia di mercato/Mathieu

Vittorio Mathieu – Filosofia del denaro. Dopo la morte di Keynes . Armando (1985)

[Se] riprendiamo il concetto di ricchezza come capacita’ di ottenere prestazioni, l’ufficio del denaro nel conservarla risultera’ comprensibile, e il modo di farlo piu’ chiaro.
La ricchezza non e’, essenzialmente, la disponibilita’ fisica di beni scarsi, bensi’ un rapporto con altri uomini conferito dal possesso di denaro grazie a cui la disponibilita’ di beni puo’ realizzarsi […]
La ricchezza economica, dunque (che non e’ l’unica forma di ricchezza) e’ una capacita’ di far lavorare altri su uno specifico fondamento, che e’ la “convenienza”. Per questo  presuppone un bisogno (i beni devono essere “scarsi”) che induca a riconoscere quella convenienza.
Non cosi’ i beni non scarsi. Questi sottraggono bensi’, grazie alla loro utilita’ diretta, il proprietario all’indigenza, ma non inducono altri a lavorare per lui e quindi […] non costituiscono ricchezza.
A far lavorare gli altri servono solo, per via indiretta, i beni scarsi, perche’ sono appetiti a causa della loro scarsita’.

Economia di mercato/Giovannini

Enrico Giovannini – L’utopia sostenibile – Laterza (2018)

Nell’Antropocene, cioe’ nell’era in cui attualmente viviamo, la prospettiva si e’ rovesciata: e’ l’uomo, con i suoi comportamenti, a determinare lo stato e l’evoluzione dell’intero Pianeta ed e’ quindi l’uomo a doversi assumere la responsabilita’ globale di “gestire il mondo” […]
Gia’ nel 1987 il […] rapporto Brundtland individuava nell’ambiente, nell’economia, nelle istituzioni e nelle questioni sociali i quattro pilastri su cui si fonda il concetto di sostenibilita’. Eppure per molto tempo gran parte delle persone ha interpretato la sostenibilita’ come un problema esclusivamente legato alle questioni ambientali.
Si e’ trattato, purtroppo, di un gravissimo errore concettuale, con drammatiche conseguenze sulle politiche economiche e sociali condotte in tutto il mondo, e non certo perche’ la questione ambientale non sia vitale per la sopravvivenza del genere umano.

Info:
https://www.letture.org/l-utopia-sostenibile-enrico-giovannini/
https://www.pandorarivista.it/articoli/lutopia-sostenibile-enrico-giovannini/
https://www.avvenire.it/economia/pagine/sviluppo-sostenibile-nella-carta-litalia-in-ritardo-sullagenda
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858130766

Economia di mercato/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – La grande frattura, La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla – Einaudi (2016)

La prova definitiva che ha smontato quest’idea tutta repubblicana dell’economia a cascata e’ stata offerta inaspettatamente da un’amministrazione democratica. L’approccio «prima le banche» voluto dal presidente Barack Obama per salvare la nazione da un’altra Grande depressione sosteneva che dando soldi alle banche (invece che ai proprietari di casa che erano stati depredati da quelle stesse istituzioni) l’economia si sarebbe salvata.
Il governo riverso’ miliardi in istituti che avevano portato il paese sull’orlo della rovina, senza definire i termini della restituzione.
Quando il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale procedono a un salvataggio, quasi sempre impongono determinate condizioni per assicurarsi che i soldi vengano impiegati nel modo previsto. Ma in questo caso il governo espresse semplicemente la speranza che le banche mantenessero attiva la linea del credito, linfa vitale dell’economia.
E cosi’ le banche strinsero i cordoni della borsa, pagando bonus immensi ai loro manager benche’ questi le avessero quasi rovinate. Anche allora, sapevamo che gran parte dei profitti delle banche proveniva non da una maggiore efficienza dell’economia, ma da pratiche di sfruttamento fondate sul prestito predatorio, abusi sulle carte di credito e tariffe monopolistiche.
La piena entità dei loro misfatti – per esempio la manipolazione illegale dei tassi di interesse chiave e dei tassi di cambio esteri, che ha danneggiato derivati e mutui per centinaia di migliaia di miliardi di dollari – stava soltanto iniziando a venire alla luce.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/