Lavoro/Bottini

Aldo Bottini, Alberto Orioli – Il lavoro del lavoro – Il Sole 24 Ore (2023)

In Europa ancora il 44% dei cittadini (dati Eurobarometro) ritiene che il compito principale per una donna sia occuparsi della casa e della famiglia.
Il mito e la condanna a una vita da «angelo del focolare» trova eco anche in questa nostra contemporaneita’ con le nuove espressioni di caregiver o breadwinner legate al ruolo femminile anche se sembra cosi’ lontana da quello schema archetipico.
E manca, tra l’altro, una reale valorizzazione economica di quel ruolo.
Per l’Istat di fatto le donne che lavorano nel complesso sono impegnate per 60 ore alla settimana tra ore di lavoro esterne e ore di lavoro per la famiglia.
L’altra faccia di questo squilibrio e’ che le donne soffrono di una poverta’ di tempo.
E se questo surmenage venisse remunerato si e’ stimato che sarebbe, nel complesso, di un valore oscillante tra il 10 e il 39% del Pil globale.
E a proposito di empowerment economico, se il lavoro femminile fosse pari a quello degli uomini (in quantita’ e qualità) il Pil del mondo salirebbe del 26 per cento […]
Unione europea e’ all’avanguardia nel mondo per la parita’ di genere: 14 tra i primi 20 Paesi al mondo per l’attuazione della parita’ di genere sono Stati membri dell’UE […] L’Italia e’ un po’ sotto la media europea, con un punteggio generale di 63,5.
Le disuguaglianze di genere sono piu’ marcate nei settori del potere (48,8 punti), del tempo (59,3 punti) e della conoscenza (61,9 punti). Ma e’ il lavoro il vero scandalo: l’Italia ha il punteggio piu’ basso di tutti gli Stati membri della Ue e si ferma a 63,3 (il suo punteggio piu’ alto e’ invece nel settore della salute con 88,4 punti).
L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere ha stimato che se i progressi nella riduzione del gender gap proseguono alla velocita’ di quelli di oggi ci vorranno 60 anni per il raggiungimento della effettiva parita’. Con uno scandalo ulteriore: le donne hanno scolarita’ superiori a quelle degli uomini e in genere risultati scolastici piu’ brillanti. Dunque, sono talenti, capitale umano pregiato, competenze che l’Italia tende a sprecare o a usare nel modo piu’ inefficiente creando sacche di sottoccupazione (con ruoli inferiori ai titoli di studio e ai curricula) […]
Si chiama child penalty: i figli, in un Paese che manda deserte le gare per aumentare gli asili nido al Sud con i fondi del Pnrr, finiscono per rappresentare un ostacolo alla piena occupazione delle donne.
L’11% delle madri non ha mai lavorato oppure, alla nascita dei figli, abbandona il lavoro nell’11% dei casi con il primogenito, percentuale che sale al 17% con due figli e al 19% con tre o piu’.
C’e’ una triste controprova di questo ostacolo: le donne single in media guadagnano piu’ degli uomini single.
E’ evidente che il superamento del gender gap passa anche da una diversa concezione e fruizione degli strumenti di welfare e di sostegno alla famiglia. La conciliazione tra tempo di lavoro e tempo di vita per ogni donna non e’ solo un tema da convegno, e’ la turbinosa gestione della quotidianita’. Almeno fino a quando non lo diventera’ del pari anche per gli uomini. E sconta, tra l’altro, una zavorra culturale che e’ tutta in una risposta data dagli italiani a un sondaggio di World Value Survey. All’affermazione «Un bambino in età prescolare soffre se la mamma lavora» l’81,4% degli italiani dichiara di essere d’accordo. In Europa in media quella percentuale scende al 55,6 per cento.
Il «che fare?» e’ tutto in quei 25 punti di scarto.

 

Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Molti pensatori di sinistra intendono il capitalismo in modo troppo ristretto, come un mero sistema economico.
Concentrandosi sulle contraddizioni interne all’economia, le loro analisi equiparano la crisi capitalistica a disfunzioni economiche, come depressioni, bancarotte a catena e crolli del mercato. In questo modo si precludono una comprensione completa delle tendenze alla crisi del capitalismo, trascurando le sue contraddizioni e le sue forme di crisi non-economiche […] Un esempio […] e’ la contraddizione socio-riproduttiva della societa’ capitalista.
I marxisti hanno giustamente individuato il segreto dell’accumulazione nella «sede nascosta» della produzione di merci, dove il capitale sfrutta il lavoro salariato. Ma non hanno sempre compreso appieno che questo processo si basa sulla sede ancora piu’ nascosta del lavoro di cura non retribuito, spesso svolto da donne, che forma e rinnova esseri umani pronti a nutrire le file della «forza lavoro».
Profondamente dipendente da queste attivita’ socio-riproduttive, il capitale non attribuisce loro alcun valore (monetizzato), le tratta come gratuite e infinitamente disponibili e compie pochi sforzi, nel caso migliore, per sostenerle.
Lasciato a se’ stesso, quindi, il sistema capitalista, data la sua incessante spinta verso un’accumulazione illimitata, rischia sempre di destabilizzare gli stessi processi di riproduzione sociale da cui dipende.
Un altro esempio […] e’ la contraddizione ecologica.
Da un lato, l’accumulazione del capitale dipende dalla natura, sia come «rubinetto» che fornisce input materiali ed energetici alla produzione di merci sia come «scarico» per smaltire gli scarti di quest’ultima.
Dall’altro, il capitale non riconosce i costi ecologici che genera, di fatto dando per scontato che la natura possa rigenerarsi autonomamente all’infinito.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
https://jacobinitalia.it/#facebook
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-cannibale/

Lavoro/Schwab

Klaus Schwab – La quarta rivoluzione industriale – Franco Angeli (2016)

Quali nuove opportunita’ potrebbero esistere per le donne in un mercato del lavoro trasformato dalla quarta rivoluzione industriale?
Sebbene sia difficile mappare le competenze e le abilita’ attese in settori non ancora creati, possiamo ragionevolmente presumere che aumentera’ la domanda di competenze che consentano ai lavoratori di progettare, costruire e lavorare insieme a sistemi tecnologici, o in aree che colmano le lacune lasciate da questi innovazioni tecnologiche.
Poiche’ gli uomini tendono ancora a dominare le professioni di informatica, matematica e ingegneria, una maggiore domanda di competenze tecniche specializzate puo’ esacerbare le disuguaglianze di genere.
Tuttavia, puo’ crescere la domanda per ruoli che le macchine non possono soddisfare e che si basano su caratteristiche e capacita’ intrinsecamente umane come l’empatia e la compassione. Le donne sono prevalenti in molte di queste occupazioni, inclusi psicologi, terapisti, allenatori, organizzatori di eventi, infermieri e altri fornitori di assistenza sanitaria

Info:
https://www.salesforce.com/it/blog/2019/08/che-cosa-quarta-rivoluzione-industriale.html
https://www.uniba.it/it/docenti/ciuffreda-antonio/attivita-didattica/la-quarta-rivoluzione-industriale.pdf

Societa’/Patel

Raj Patel, Jason W. Moore – Una storia del mondo a buon mercato. Guida radicale agli inganni del capitalismo – Feltrinelli (2018)

Affinche’ il profitto governasse la vita, doveva accadere una significativa transizione di stato intellettuale: la separazione concettuale tra Natura e Societa’ […]
E’ importante chiarire che questo e’ sempre stato opera di alcuni umani, quelli incaricati di conquistare e commercializzare un mondo che valuta solo i dollari.
Potremo anche essere tutti sulla stessa barca quando si arriva al cambiamento climatico, pero’ solo certuni ne sono al timone. Questa precisazione e’ importante per due grosse ragioni.
Primo, ci aiuta ad attribuire la responsabilita’ e a individuare le classi e i rapporti che ci guadagnano da questa separazione.
Secondo e piu’ significativo, la “separazione dalla natura” degli umani ha preso corpo attorno a un’esclusione realmente immensa.
L’ascesa del capitalismo non ci ha regalato solo l’idea che la societa’ fosse relativamente indipendente dalla rete della vita ma anche che quasi tutte le donne, le Popolazioni indigene, gli schiavi e i popoli colonizzati di qualsiasi terra non fossero totalmente umani e pertanto non fossero membri in pieno della societa’.
Non erano umani, o lo erano appena appena.
Facevano parte della Natura ed erano trattati come emarginati dalla societa’, erano deprezzati, resi economici.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/una-storia-del-mondo-a-buon-mercato/
https://www.perunaltracitta.org/2019/04/15/una-storia-del-mondo-a-buon-mercato/?print=pdf
https://www.unilibro.it/libro/patel-raj-moore-jason-w-/storia-mondo-buon-mercato-guida-radicale-inganni-capitalismo/9788807173417

Populismo/Montanari

Tomaso Montanari – Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’e’ – Chiarelettere (2020)

C’e’ anche la totale inconsapevolezza del ruolo dell’Occidente nell’innesco delle migrazioni: perche’ sono il nostro colonialismo, il nostro schiavismo (circa dodici milioni di neri africani rapiti e venduti come schiavi lungo tre secoli), la nostra predazione delle loro risorse, la nostra industria delle armi e le guerre che essa alimenta, la nostra distruzione dell’ambiente e del clima che hanno trasformato la loro casa in un inferno; sono tutte queste nostre azioni che li fanno fuggire da casa loro.
Le loro migrazioni sono causate dalla nostra ingiustizia, e poi si scontrano con il muro della nostra avarizia.
La rimozione, la negazione di tutto questo cancella ogni traccia della cultura di sinistra: anzi, contribuisce in modo decisivo a costruire l’egemonia di un pensiero unico. Di destra […]
L’umiliazione del corpo delle donne sfocia in una reificazione cosi’ insistita e disumanizzante da costituire il contesto culturale in cui vanno letti e interpretati i dati mostruosi del femminicidio: se il corpo della donna e’ un oggetto da guardare e usare, si puo’ anche rompere, gettare via, spegnere come un gioco elettronico.
La privazione della dignita’ della persona come anticamera della distruzione: e’ questo il paradigma della riduzione a cose (e dunque della marginalizzazione e, nei casi estremi, dell’eliminazione fisica) dei corpi dei carcerati, dei disabili, dei malati, dei poveri e dei migranti.
E, in prospettiva, di noi tutti, sudditi del neofeudalesimo del mercato.

Info:
https://www.carmillaonline.com/2020/02/25/dalla-parte-del-torto/
https://www.forchecaudine.com/dalla-parte-del-torto-a-proposito-dellultimo-libro-di-tomaso-montanari/
https://www.pressenza.com/it/2020/08/la-sinistra-che-non-ce-dalla-parte-del-torto-di-tomaso-montanari/
https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2020/01/23/dalla-parte-del-torto-per-la-sinistra-che-non-ce/