Oggi in Gran Bretagna la depressione e’ la condizione piu’ trattata dal sistema sanitario nazionale […]
Ritengo che il crescente problema dello stress (e dell’angoscia) nelle societa’ capitaliste vada reinquadrato; anziche’ scaricare sugli individui la risoluzione dei loro problemi psicologici – vale a dire, anziche’ accettare la generalizzata privatizzazione dello stress che ha preso piede negli ultimi trent’anni – quello che dovremmo chiederci e’: com’e’ potuto diventare tollerabile che cosi’ tante persone, e in particolare cosi’ tante persone giovani, siano malate?
La «piaga della malattia mentale» che affligge le societa’ capitaliste lascia intendere che, anziche’ essere l’unico sistema che funziona, il capitalismo sia innatamente disfunzionale; il
prezzo che paghiamo per dare l’impressione che il capitalismo fili liscio e’ davvero molto alto.
L’altro fenomeno che vorrei evidenziare e’ la burocrazia.
Nella loro polemica contro il socialismo, gli ideologi neoliberali hanno volentieri puntato il dito contro quel verticismo burocratico che nelle economie pianificate si e’ tradotto in inefficienza generalizzata e sclerosi istituzionale; col trionfo del neoliberismo la burocrazia e’ stata quindi relegata a retaggio obsoleto, quasi fosse la reliquia di un passato stalinista verso cui nessuno poteva certo provare nostalgia.
Questa interpretazione pero’ non coincide con l’esperienza della maggior parte delle persone che vivono e lavorano sotto il tardo capitalismo, per le quali la burocrazia resta una parte importante della vita di tutti i giorni. La realta’ e’ che, piuttosto che scomparire, la burocrazia ha cambiato aspetto, ed e’ proprio questo suo aspetto inedito e decentralizzato che le ha permesso di proliferare.
Info:
https://open.luiss.it/2018/08/09/prigionieri-della-realta-che-cose-il-realismo-capitalista-secondo-mark-fisher/
https://www.iltascabile.com/recensioni/realismo-capitalista-fisher/
https://www.glistatigenerali.com/filosofia/il-realismo-capitalista-mark-fisher/