Europa/ Scheildler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


In Europa, istituzioni non elette e dominate da lobbisti industriali, come la Commissione Europea e l’“Eurogruppo”, determinano una parte considerevole dell’agenda politica; i programmi di austerita’ che impongono autoritariamente sono sulla buona strada per distruggere il progetto di integrazione europea.
La perdita di credibilita’ della democrazia
rappresentativa ha due facce. Da un lato, le correnti antidemocratiche che si affidano a soluzioni autoritarie stanno guadagnando vigore da piu’ parti; l’ascesa di nuovi movimenti e partiti estremisti di destra in tutto il mondo ne e’ un tipico esempio, come pure il trionfo dei fondamentalisti teocratici. Anche gli appelli a una ecodittatura o a un governo mondiale tecnocratico si fanno sempre piu’ forti […]
D’altro canto, in tutto il mondo e’ iniziata la ricerca di nuove forme di democrazia che superino i filtri della rappresentanza, del denaro, del debito e dell’opinione pubblica manipolata; ne sono un esempio il movimento dei “Senza Terra” dell’America Latina, il movimento “15-M” spagnolo, la “Primavera Africana”, le innumerevoli iniziative territoriali negli Stati Uniti nate dal movimento “Occupy” e anche molti movimenti influenzati dal pensiero di Gandhi in India.
La democrazia rappresentativa non e’ piu’ intesa come l’obiettivo finale da raggiungere, ma come una tappa intermedia sulla via dell’autentica autodeterminazione e auto-organizzazione […]
Si tratta quindi di difendere il parlamentarismo dalle forze autoritarie e dal “colpo di Stato delle multinazionali”, costruendo al contempo nuove strutture alla base per superare gradualmente i limiti della democrazia rappresentativa. Questa doppia strategia e’ ancora piu’ importante perche’ la democratizzazione dal basso e’ ancora agli inizi e richiede molto tempo. La democrazia di base e i principi del consenso sono gia’ praticati con successo in molte strutture locali, dai negozi per bambini alle cooperative.
Ma come questi principi possano essere trasferiti a forme organizzative piu’ ampie e’ ancora in gran parte una questione aperta.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

 

Geoeconomia/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

La particolarita’ delle oligarchie occidentali e’ che le loro istituzioni e leggi non sono mutate.
Formalmente, sono ancora delle democrazie liberali, dotate del suffragio universale, di Parlamenti e talvolta di presidenti eletti, nonche’ di una stampa libera.
A sparire sono stati invece i costumi democratici.
Le classi piu’ istruite si ritengono intrinsecamente superiori e le elite, come abbiamo detto, si rifiutano di rappresentare il popolo, al quale non resta che adottare dei comportamenti bollati come populismo.
Ovviamente, sarebbe un errore credere che un sistema del genere possa funzionare in maniera armonica. Il popolo rimane alfabetizzato e la base del suffragio universale, alla quale si sovrappone la nuova stratificazione educativa, e’ tuttora viva. Pertanto, la disfunzione oligarchica delle democrazie liberali necessita di essere regolata e controllata.
Che cosa significa questo? Semplicemente che, essendo le elezioni una procedura ancora in vigore, il popolo deve essere tenuto fuori dalla gestione economica e dalla distribuzione della ricchezza; in sostanza, deve essere ingannato.
Tutto questo richiede un impegno da parte della classe politica, ed e’ persino diventato il lavoro a cui essa riserva la priorita’.
Da qui l’isterizzazione dei problemi razziali o etnici e le chiacchiere inutili su temi seri quali l’ecologia, la condizione femminile e il riscaldamento globale.
Tutto questo ha delle ripercussioni, negative, sulla geopolitica, sulla diplomazia e sulla guerra. Completamente assorbiti dalla loro nuova professione – vincere le elezioni, che ormai non sono altro che delle rappresentazioni teatrali, le quali pero’, come il teatro vero, richiedono impegno e competenze specifiche –, i membri delle classi politiche occidentali non hanno piu’ il tempo di formarsi nella gestione delle relazioni internazionali.
Di conseguenza, si affacciano sulla scena mondiale senza avere gli erudimenti di base necessari. Peggio ancora, abituati a trionfare sui meno istruiti in patria, faticosamente ma il piu’ delle volte con successo (del resto, e’ il loro mestiere), e con cio’ credendosi confermati nella loro superiorita’ intrinseca, si ritrovano a fronteggiare degli avversari reali che difficilmente riescono a impressionare, e i quali, loro si’, hanno avuto il tempo di concepire il mondo senza dover spendere – questo bisogna riconoscerlo – tante energie per prepararsi alle elezioni russe o alle lotte di potere interne al Partito Comunista Cinese.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

Stato/Rodhes

Capitalismo Woke. Come la moralita’ aziendale minaccia la democrazia – Carl Rodhes – Fazi (2023)

Occorre qui fare attenzione a come utilizziamo la parola “democrazia” […]
Il concetto di democrazia non va confuso con l’idea del moderno Stato liberale democratico […]
Nell’attuale congiuntura storica, «gli impegni dello Stato democratico per l’uguaglianza, la liberta’, l’inclusione e il costituzionalismo sono ora subordinati al progetto di crescita economica, di posizionamento competitivo e di valorizzazione del capitale».
Cio’ non significa che la prosperita’ economica non sia essenziale, ma piuttosto che la direzione di tale subordinazione dovrebbe essere ribaltata al fine di preservare la democrazia.
L’ideale democratico vede la prosperita’ economica al servizio del popolo e non viceversa. Anziche’ su un potere aziendale woke, la vera democrazia si fonda sul credere prima di tutto nella sovranita’ popolare.
Il potere enorme e sempre piu’ crescente delle imprese, con la loro influenza sulla politica contemporanea, rappresenta semmai la regressione a un neofeudalesimo, incui l’autorita’ politica spetta a chi e’ economicamente potente piuttosto che alla volonta’ del popolo […]
Le grandi imprese costituiscono una nuova elite, il cui potere sulla societa’ si sta rapidamente sostituendo a quello del governo democratico. A livello politico, le grosse aziende determinano sempre piu’ le leggi che dovrebbero regolamentarle. Dal punto di vista economico, invece, esercitano il proprio predominio eliminando la concorrenza e assicurandosi grandi contratti governativi.

Info:
https://www.micromega.net/capitalismo-woke/
https://maremosso.lafeltrinelli.it/interviste/capitalismo-woke-libro-carl-rhodes

https://www.centromachiavelli.com/2023/12/23/capitalismo-woke-recensione/
https://www.lafionda.org/2023/11/24/capitalismo-woke/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/12/26/capitalismo-woke-guardiamoci-bene-dalle-cause-che-trasformano-la-moralita-in-profitto/7391473/
https://www.corriere.it/economia/opinioni/23_febbraio_27/risveglio-capitalismo-filosofia-woke-che-addormenta-utili-521a9a10-b698-11ed-9695-a3af2d07bb2a.shtml
https://www.corriere.it/economia/opinioni/23_febbraio_27/risveglio-capitalismo-filosofia-woke-che-addormenta-utili-521a9a10-b698-11ed-9695-a3af2d07bb2a.shtml

Populismo/Parsi

Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2022)

Per molti aspetti, le democrazie contemporanee sono condannate a convivere con il populismo, che rappresenta anche una forma di mediazione tra l’elemento popolare della democrazia e l’elemento liberale, oltre che un vettore delle aspirazioni popolari.
La sua comparsa manifesta un segnale di malessere e insieme un richiamo all’ordine, che si palesa quando si diffonde la percezione che l’equilibrio tra elite e popolo si sia sbilanciato a sfavore del secondo, piu’ suscettibile quindi di apparire nei momenti di tensione, di crisi – vero e proprio indicatore di disagio del corpo sociale e politico – come tipicamente avviene quando si cerca nell’opzione tecnocratica la via d’uscita da una democrazia in affanno.
In tal modo si dimentica che il valore ultimo della democrazia, la sua superiorita’ morale, sta nel procedimento attraverso il quale si formulano le decisioni e le si giudicano e non nella «bonta’» delle decisioni stesse.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Europa/Piketty

Il socialismo del futuro. Cronache – Thomas Piketty – Baldini+Castoldi (2024)


L’Eurozona ha bisogno di una governance economica: un bilancio comune, imposte comuni, una capacita’ di spesa e d’investimento, una strategia di crescita, un modello di sviluppo equo e duraturo.
Ma perche’ tutto cio’ sia un giorno possibile, deve soprattutto dotarsi di istituzioni democratiche tali da consentirle di prendere decisioni in comune. Non serve a niente parlare di governance dell’Eurozona se non si dice davanti a quale istanza democratica il governo sara’ responsabile. Attualmente, l’organo decisionale principale a livello europeo e’ il Consiglio dei Ministri delle Finanze. Il problema e’ che questo Consiglio e’ il piu’ delle volte incapace di prendere delle decisioni […]
Il problema risiede nella struttura stessa del Consiglio dei Ministri delle Finanze, che e’ una macchina per indirizzare gli interessi nazionali (o erroneamente percepiti come tali) gli uni contro gli altri e per determinare cosi’ uno stato d’inerzia.
Nella misura in cui una sola persona rappresenta un Paese di 80 (la Germania) o di 65 milioni di abitanti (la Francia), e’ quasi impossibile che questa persona accetti serenamente di essere messa in minoranza. E cio’ impedisce qualunque decisione maggioritaria concordata – nonche’ ogni deliberazione pubblica.
Il Consiglio dei Ministri delle Finanze va dunque sostituito con una vera assemblea parlamentare dell’Eurozona, nella quale ciascun Paese sia rappresentato da un certo numero di deputati eletti dai rispettivi parlamenti nazionali, in proporzione alla popolazione e dei differenti gruppi politici […]
Una soluzione alternativa sarebbe quella di fondarsi su una sottoformazione del Parlamento europeo.
[…] Sembra nettamente preferibile posporre l’assemblea parlamentare dell’Eurozona ai parlamenti nazionali: da un lato, perche’ questi dispongono della legittimita’ democratica necessaria per chiamare a collaborare i contribuenti nazionali; dall’altro, perche’ e’ essenziale, per un’innovazione democratica tanto importante, stabilire l’esistenza di un nocciolo duro meglio integrato dell’Unione Europea nel suo insieme, di un nucleo che disponga di istituzioni sue proprie.

Info:
https://www.linkiesta.it/2023/05/thomas-piketty-ezra-klein-socialismo-partecipativo/
https://riccardosorrentino.blog.ilsole24ore.com/2021/08/27/piketty-un-sovranista-illiberale-sinistra/?refresh_ce=1

https://www.pandorarivista.it/articoli/capitale-e-ideologia-di-thomas-piketty/
https://www.micromega.net/piketty-stiglitz-capitalismo-socialismo
https://www.rivistailmulino.it/a/un-futuro-per-la-socialdemocrazia

https://lespresso.it/c/idee/2020/11/1/piketty-per-salvare-il-futuro-diamo-a-tutti-i-giovani-uneredita-di-cittadinanza/45519

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)

L’avvento della globalizzazione ha significato e significa tutt’oggi uno sbilanciamento nei rapporti di potere tra i poli di capitale e mercato e di lavoro e democrazia egualitaria, a vantaggio del capitale e a scapito di chi lo serve.
Tra i suoi effetti si annoverano la soppressione del modello di crescita keynesiano, che presuppone mercati dei capitali contenibili a livello nazionale, e la degradazione della democrazia egualitaria a forza produttiva. I cambiamenti istituzionali necessari a tale obiettivo – quali la “flessibilizzazione” del mercato del lavoro e del lavoro medesimo, con l’indebolimento dei sindacati e della loro capacita’ di sciopero, la protezione delle banche centrali dal rischio di influenza da parte di governi eletti dai cittadini, il risanamento dei conti pubblici, la ristrutturazione dello stato sociale in direzione di politiche attive e di ridimensionamento del suo ruolo, la privatizzazione delle istituzioni e dei servizi pubblici, l’aumento della cosiddetta partecipazione diretta, anche da parte dei cittadini e cosi’ via – trovarono attuazione, pur con velocita’ e priorita’ differenti, piu’ o meno ovunque nelle democrazie capitaliste cosi’ sottomesse a una rivoluzione neoliberale, nella gran parte dei casi per un impulso unanime di entrambe le principali fazioni, centro-destra e centro-sinistra.
Il processo neoliberale di affrancamento del capitalismo dalla democrazia, tuttavia, non avvenne senza resistenza, e la strada che lo separava dal suo ultimo obiettivo fu sempre molto lunga.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Societa’/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

L’aggettivo “liberale”, qui aggiunto a “democrazia”, serve a esprimere la tutela delle minoranze che modera la forza del principio maggioritario.
Nel caso della Russia, invece, in cui il governo viene votato e sostenuto, malgrado le imperfezioni che imbavagliano le minoranze, ho voluto mantenere il concetto di democrazia ma apponendovi come aggettivo qualificativo “autoritario” anziché “liberale”.
Riguardo all’Occidente, pero’, il malfunzionamento del meccanismo di rappresentanza della maggioranza rende ormai impossibile continuare a utilizzare il termine “democrazia”. Al contrario, nulla ci impedisce di mantenere il termine “liberale”, giacche’ nell’Ovest la protezione delle minoranze e’ divenuta un’ossessione. Il più delle volte pensiamo a coloro che sono oppressi, i neri o gli omosessuali, ma la minoranza meglio protetta nel mondo occidentale e’ senza dubbio quella dei ricchi, a prescindere che essi rappresentino l’1 per cento della popolazione, lo 0,1 o lo 0,01 per cento.
In Russia, invece, non sono protetti ne’ gli omosessuali ne’ gli oligarchi, percio’ le nostre democrazie liberali stanno diventando delle “oligarchie liberali”.
Tutto cio’ cambia, dunque, il significato ideologico della guerra. Annunciata dal pensiero dominante come la lotta delle democrazie liberali dell’Occidente contro l’autocrazia russa, questa diventa piuttosto un confronto tra le oligarchie liberali occidentali e la democrazia autoritaria russa […]
Possiamo gia’ individuare alcuni aspetti importanti:
– Ci troviamo effettivamente dinanzi al confronto di due sistemi ideologicamente contrapposti, anche se l’opposizione non e’ quella che ci e’ stata presentata.
E’, per cosi’ dire, sociologicamente normale che i partiti che rappresentano la classe operaia o la piccola borghesia dominante (in Francia il Rassemblement National e La France Insoumise, in Germania l’AfD, negli Stati Uniti Donald Trump) siano sospettati di simpatizzare per Putin. Le elite al potere temono che gli strati piu’ bassi della societa’ si orientino verso la Russia, i cui valori democratici autoritari ricordano un tratto caratteristico dei populismi occidentali.
– E’ facile comprendere per quale motivo le oligarchie liberali abbiano adottato le sanzioni economiche come strumento per condurre la guerra: sono infatti gli strati piu’ bassi della societa’ occidentale a patire maggiormente l’inflazione e il calo del tenore di vita.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

Capitalismo/Palermo

Il mito del mercato totale. Critica delle teorie neoliberiste – Giulio Palermo – Manifestolibri (2004)

[Consideriamo] qualche dato sui grandi successi economici e sociali del capitalismo nella realizzazione concreta di questi alti principi di razionalita’ ed efficienza.
Sul nostro pianeta, ormai quasi tutto capitalista, circa meta’ della popolazione (tre miliardi di persone) vive – o forse sarebbe piu’ corretto dire “sopravvive” – con meno di due dollari al giorno.
Le persone che vivono con meno di un dollaro al giorno sono invece un miliardo e trecento milioni. Un miliardo e trecento milioni e’ anche il numero di persone (tutte nei paesi in via di sviluppo) che non ha accesso a fonti d’acqua potabile (quasi un terzo della popolazione totale di questi paesi). Due miliardi di persone, un terzo dell’umanita’, non hanno accesso all’elettricita’.
Due miliardi di individui soffrono di anemia. 790 milioni di persone dei paesi poveri soffrono di sottoalimentazione cronica, di esse i due terzi risiedono in Asia e nell’area del Pacifico. Ogni anno 30 milioni di persone muoiono di fame (eppure le derrate alimentari crescono ad un tasso superiore a quello della popolazione e non sono mai state cosi’ abbondanti come oggi).
Per ogni dollaro di sussidio ricevuto, i paesi in via di sviluppo spendono 13 dollari per ripagare il debito.
Sette milioni di bambini muoiono ogni anno a causa della crisi del debito pubblico del loro paese. Quasi un miliardo di persone non sa leggere, ne’ scrivere il proprio nome [dati Banca Mondiale 1999, Jubilee 2000, Ramonet 1998, Pnud 2000, Unicef 1999, World Resources Institute 2001 ] […]
Per assicurare a tutta la popolazione mondiale l’accesso al soddisfacimento dei bisogni di base (cibo, acqua potabile, istruzione e assistenza sanitaria) basterebbe prelevare meno del 4% dal patrimonio dei 225 individui piu’ ricchi del mondo (cosa che difficilmente comporterebbe un pur minimo cambiamento nel tenore di vita di questa elite di ultramiliardari) [Milanovic 2002 e Ramonet 1998, su dati della Banca Mondiale] […]
La democrazia funziona attraverso il principio “una testa, un voto”, il mercato attraverso il principio “un dollaro, un voto […] ogni volta che diciamo che “il mercato rispetta la volonta’ di tutti”, dovremmo sempre aggiungere “in base alla loro capacità di spesa”.
E dovremmo anche ricordarci che mai nella storia dell’umanita’ le disuguaglianze sono state cosi’ pronunciate come nel capitalismo (il quale, tuttavia, secondo una concezione tanto diffusa quanto infondata, continua ad essere considerato sinonimo di democrazia.

Europa/ Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)

L’Unione europea degli ultimi tre decenni puo’ essere intesa come un microcosmo locale di quella che Rodrik (2011) ha definito “iperglobalizzazione”: il prototipo continentale di un capitalismo integrato a livello mondiale, che ha la propria matrice nel Washington consensus.
La Ue degli anni novanta era sinonimo di un mercato unico senza frontiere di beni e servizi, della manodopera e dei capitali; di una politica economica vincolata a regole, fatte valere da un tribunale internazionale, la Corte di giustizia dell’Unione europea, competente su tutto il territorio; di tassi di cambio piu’ che fissi sotto forma di una moneta comune, l’euro, gestiti da un istituto sovranazionale, la Banca centrale europea, con altrettante competenze […]
Questa economia svuotata di dimensione politica, e privata degli strumenti della politica stessa, era ed e’ governata da una miscela di tecnocrazia – la Bce, lo pseudo organo esecutivo della Ue e della Commissione europea – e di quella che potremmo definire nomocrazia, attraverso la Corte di giustizia dell’Unione europea; il tutto e’ retto da una costituzione composta da due accordi tra i ventotto paesi, incomprensibili al cittadino comune: una costituzione tanto concreta, quanto concretamente immodificabile, dal momento che i trattati riconoscono a ciascun contraente il diritto di veto a qualsiasi cambiamento.
Vietando controlli di qualunque tipo sui capitali, tanto all’interno come all’esterno dell’Unione, gli accordi permettono al cosiddetto “progetto europeo” di integrarsi perfettamente al sistema finanziario globale guidato dagli Stati Uniti.
Che questa costruzione patisse un “deficit di democrazia”, come si disse allora con un eufemismo, non era un mistero.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Tempi Nuovi (2021)

Negli studi politici il concetto di «populismo» e’ oggetto di un dibattito pluridecennale […]
Secondo alcuni parliamo di un’ideologia, secondo altri si tratta di uno stile politico, una strategia, una mentalita’ caratteristica o uno stato d’animo.
E ancora, per alcuni il populismo e’ semplicemente l’altra faccia della partecipazione democratica, addirittura la democrazia al suo meglio. Per altri, al contrario, e’ una strategia di potere che sfigura la democrazia […]
Un punto su cui non c’e’ dissenso, o quasi, tra gli studiosi e’ il fatto che tutti i fenomeni compresi sotto l’etichetta del populismo condividono una visione del «popolo» come insieme organico, coeso e indifferenziato al proprio interno.
Il popolo populista non e’ il risultato di una somma di individui […] bensi’ una comunita’ d’appartenenza, dotata di grande potere d’integrazione simbolica dei suoi componenti. Non coincide, inoltre, con la popolazione di un paese, ma esprime solo una parte di essa: la parte autentica, l’unica legittima.
Coloro che non appartengono al popolo, coloro che non corrispondono alla sua immagine ideale, coloro che non ne coltivano i valori, sono «non popolo», sono gli «altri». Questi «altri» che si contrappongono al «noi» sono una minaccia, una trappola, un ostacolo da rimuovere. Sono i «nemici» del popolo […]
L’appello al popolo e’ un appello all’identita’. Da cui possiamo concludere che il populismo e’ sempre una forma di politica delle identita’. Piu’ precisamente, e’ «una forma esclusoria della politica delle identita’».
Come tale, prospera in particolare dove l’asse del conflitto politico si sposta dalle preoccupazioni per la redistribuzione del reddito e della ricchezza verso le questioni culturali e valoriali.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_DOMANI.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
https://www.osservatore.ch/il-nuovo-vento-conservatore-e-la-destra-antidemocratica_66328.html