Economia di mercato/Kurz

Il capitale mondo. Globalizzazione e limiti interni del moderno sistema produttore di merce – Robert Kurz. – Meltemi (2022)

A partire dai primi anni Novanta la maggior parte degli attori aziendali, cosi’ come dei loro consulenti e leader di opinione, cerca sempre piu’ apertamente di trasformare il mantello giuridico-formale dell’impresa in un “mantello di fedelta’” e in un riferimento globale, non piu’ incastrato nel contesto nazionale, con un proprio simbolismo e una propria “cultura” (o persino una propria “filosofia”).
Solo per fare un esempio, gia’ all’inizio degli anni Novanta il tradizionale “Made in Germany” dovette cedere il passo a “Made by Mercedes”; da quel momento la “coscienza del marchio” e la “cultura del marchio” (che sono l’oggetto della critica culturale di Naomi Klein) hanno conosciuto uno sviluppo impetuoso non solo nella direzione del feticismo del consumo, caratteristico delle masse addomesticate dal capitalismo, ma anche in quella di una “cultura imprenditoriale”, curata fin nei minimi particolari, in cui si esprime la visione del mondo e il narcisismo del management […]
Suscitando i malumori della Bundesbank, Deutsche Bank ha trasferito la sua divisione specializzata nell’investment da Francoforte a Londra, Mercedes-Benz non rende piu’ pubblici i suoi bilanci a Stoccarda bensi’ a New York, mentre il direttivo di Siemens si e’ riunito gia’ una volta, a titolo dimostrativo, a Singapore.
“Siamo costretti a risolvere i nostri problemi aziendali a spese dell’economia nazionale” – dovette ammettere l’allora capo di BMW Eberhard von Kuenheim.
E in quegli stessi anni anche il presidente di Sony, Nobuyuki Idei, dichiarava con franchezza: Noi non siamo un’impresa giapponese. Siamo un’impresa globale la cui sede e’ in Giappone, ma solo per ragioni storiche. Solo il 30% del nostro volume di affari viene realizzato in Giappone.

Info:
https://sinistrainrete.info/marxismo/22910-massimo-maggini-introduzione-a-il-capitale-mondo.html
https://anatradivaucanson.it/introduzioni/introduzione-a-il-capitale-mondo
https://www.ambienteweb.org/2022/05/21/sinistrainrete-joe-galaxy-il-capitale-mondo-sguardo-su-globalizzazione-complottismi-e-dintorni/
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe

Economia di mercato/Alemanni

Cesare Alemanni – La signora delle merci. Dalle caravelle ad Amazon. Come la logistica governa il mondo – Luiss (2023)

Il futuro delle economie avanzate non avrebbe avuto il colore di milioni di “tute blu” impiegate nella produzione di merci in serie, ma quello di migliaia di “colletti bianchi”, knowledge workers specializzati nel progettare e promuovere linee di prodotto mirate a precisi segmenti di consumatori.
In virtu’ di questa transizione le aziende avrebbero dovuto rinunciare al controllo dell’intero processo produttivo per concentrarsi solo sulle fasi in cui potevano garantire una maggiore efficienza rispetto alla concorrenza, delegando invece all’esterno tutti quei processi in cui non avevano particolari vantaggi rispetto ad aziende specializzate […]
Superati i modelli di produzione di massa, le vocazioni degli occidentali si sono indirizzate verso il progettare e promuovere oggetti, disegnare e comunicare cose.
Le economie avanzate hanno cosi’ sigillato la transizione verso un modello di societa’ “post industriale”, un termine coniato proprio nel 1973, anno zero della trasformazione. Negli ultimi decenni del Novecento ha di conseguenza cominciato a crescere l’importanza di settori come la comunicazione e il marketing e sono diventati sempre piu’ pervasivi termini come brand, identity, value proposition.
Un’enfasi su identita’ e specificita’ dei consumi, valori e differenze che ha un che di schizofrenico dal momento che spesso l’“identita’” dei suddetti brand viene concretamente manufatta negli stessi contesti white label in cui si produce quella dei loro concorrenti.
Marchi che si contendono atleti e celebrita’ a suon di contratti milionari e di narrazioni contrapposte sono in realta’ prodotti spesso nelle stesse fabbriche della Cina meridionale, del Messico o del sud-est asiatico […]
La stessa parola brand, marchio, e’ rivelatrice: quando le aziende smettono di “fare” concretamente oggetti, l’atto di “marchiarli” diviene il loro principale strumento di “produzione” di valore. Un gesto che opera un’apposizione, un transfer quasi alchemico, di valore intangibile. E’ anche a causa di questo processo – legato alla possibilita’ di investire sempre piu’ risorse nella progettazione e nella comunicazione di prodotti – se alcuni brand sono divenuti forze culturali in grado di manipolare estetiche, narrazioni, stili di vita al fine di “plasmare” e fidelizzare profondamente i propri clienti.
E’ sempre grazie a questo processo se, negli ultimi decenni, abbiamo assistito a una proliferazione di offerta senza precedenti e, piu’ in generale, a una crescente differenziazione dei prodotti disponibili sul mercato.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-signora-delle-merci-di-cesare-alemanni/
https://www.iltascabile.com/societa/logistica-signora-delle-merci/
https://www.lastampa.it/tuttolibri/2023/06/03/recensione/la_logistica_fa_girare_il_mondo_intero_se_funziona_non_la_vedi-12835932/
https://www.rivistastudio.com/i-libri-del-mese-67/
https://www.geopolitica.info/la-signora-delle-merci/