Geoeconomia/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)


Chi sono i guastafeste?
Leader che non si riconoscono nell’ordine internazionale, non s’illudono – come Xi – di guidarne prima o poi uno alternativo, anzi trovano conveniente cavalcare l’instabilita’ per contare.
In un ordine bipolare avrebbero poco spazio. Nel mondo frammentato di oggi, prosperano.
Alcuni – come Putin, gli ayatollah iraniani, il nordcoreano Kim Jong-un – la destabilizzazione la fomentano attivamente. Per altri – il turco Erdogan, i sauditi, le monarchie del Golfo – l’incertezza internazionale e’ un dato del paesaggio, che consente loro di giocare con disinvoltura le proprie carte.
Li accomunano la razionalità e la sintesi lucida degli interessi in gioco che motivano le loro decisioni.
A volte sbagliano i calcoli, ma non agiscono d’istinto […]
I guastafeste hanno oggi un’occasione, piu’ di ieri.
Mentre svanisce del tutto l’illusione di un ordine unipolare a guida americana, cosi’ come si allontana l’idea di un mondo bipolare dominato dalla sola competizione tra Cina e Stati Uniti, si rafforza invece una tendenza opposta. La tendenza al pulviscolo, alla frammentazione, esacerbata dalla pandemia, dalla deglobalizzazione imposta dal virus, cosi’ come dalla guerra in Ucraina che rende piu’ cruento e ideologico lo scontro tra democrazie occidentali e autocrazie revisioniste.
E’ in questo contesto che i guastafeste prendono coraggio e decidono di sfidare l’ordine costituito. Come Putin, il 24 febbraio 2022. O come l’Iran e Hamas, il 7 ottobre 2023.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Geoeconomia/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)

Sono due i nodi principali che le diplomazie europee non sembrano riuscire a sciogliere.
Uno e’ di prospettiva e l’altro di metodo.
Il primo: siamo abituati a declinare la «questione africana» in chiave soprattutto emergenziale, vale a dire che ne affrontiamo i problemi – il terrorismo jihadista, lo sfruttamento delle risorse, i flussi migratori – solo quando bussano anche alla nostra porta.
Mancano una visione olistica, d’insieme e una vera pianificazione non solo contingente. Altri, molto più spregiudicati, occupano gli spazi che lasciamo liberi e ne traggono vantaggio, spesso scaricando le conseguenze su di noi.
Il secondo nodo e’ la carenza di pragmatismo, a cui fa da contraltare l’insistenza nel voler riproporre in Africa modelli che non possono funzionare al di fuori del mondo occidentale. «Condizionalita’»: ecco la parola che piu’ di tutte fa venire l’orticaria ai leader africani quando siedono al tavolo con i grandi d’Europa.
Non c’e’ finanziamento, cooperazione commerciale o di sicurezza di uno Stato europeo che non la contenga.
Clausole di ogni genere come precondizione perche’ la collaborazione possa svilupparsi. Il rispetto dei diritti umani. Le riforme economiche e sociali. La lotta alla corruzione, l’indipendenza del sistema giudiziario. O ancora, la tutela dell’ambiente e della biodiversita’.
Intendiamoci: cause sacrosante. Ma spesso decontestualizzate e ridotte a lacciuoli legali e formule di maniera, a cui appendere l’intesa politica con gli Stati africani.
E’ un problema e iniziamo solo oggi, in ritardo, ad accorgercene.
Alle orecchie dei capi di Stato e di governo africani tutte queste «condizionalita’» suonano come imposizioni, peraltro intrise di una lezione morale poco praticabile: se volete lavorare con noi, dovete diventare come noi […]
Il caso della Tunisia e’ eloquente: per mesi l’Europa ha cercato di trattare con Kais Saied, l’eccentrico presidente tunisino a capo di un Paese divenuto epicentro dei traffici di migranti nel Mediterraneo.
E piu’ di una volta le richieste di Bruxelles sul rispetto delle minoranze e le riforme del lavoro, in un Paese che ragiona con categorie completamente diverse, hanno rischiato di far saltare il tavolo. Per il rais di Tunisi, come del resto per i tanti leader del Global South che abbiamo citato, sono consigli non richiesti o, peggio ancora, imposizioni di Stati occidentali che si atteggiano a detentori della verita’.

Info:
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https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content

 

Geoeconomia/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo, Francesco Bechis – Solferino (2024)


Lo stare al mondo si traduce ancora prevalentemente nella difesa coriacea e a tratti un po’ dogmatica dei singoli interessi nazionali.
Ora che il disimpegno americano e le sfide di Russia e Cina imporrebbero all’Europa di proiettare potenza e di assumere un ruolo come blocco, di rafforzare l’autonomia strategica in settori chiave come la difesa, l’innovazione e il digitale, l’energia, succede l’opposto.
Sono piuttosto gli Stati membri, alcuni piu’ di altri, a servirsi dell’Unione per aumentare il loro peso nazionale e la loro proiezione esterna, in sostanza a sovrapporre il proprio interesse nazionale all’interesse europeo. Il risultato e’ lo stallo.
Il rischio concreto, spesso confermato dai fatti, e’ l’irrilevanza dell’Europa nel suo complesso sullo scenario globale.
Questa visione riduttiva, molto identitaria ed eccessivamente pragmatica finisce per muovere tutti i grandi Paesi europei […]
E’ un metodo che persiste, nonostante tutto, favorito anche dalla bolla nella quale per molto tempo si e’ cullata l’Europa. Quel triplice sogno dell’era merkeliana, gia’ piu’ volte ricordato e ormai tramontato, di garantire la resilienza del continente, delegando la sicurezza agli americani, le forniture energetiche ai russi, i mercati ai cinesi.

Info:
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Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo, Francesco Bechis – Solferino (2024) 


E’ del tutto evidente che, se vuole svolgere un ruolo, l’Europa deve riformarsi in profondita’ e aumentare la propria capacita’ di reazione.
Evidente, ma non praticabile, almeno a breve, perche’ qualunque disegno riformatore dei Trattati richiede l’unanimita’ degli Stati membri. Il voto all’unanimita’ e’ una zavorra che l’Europa non puo’ piu’ permettersi, pena la perdita di qualsiasi credibilita’.
Migranti, aiuti all’Ucraina, rifinanziamento del bilancio: quante volte negli ultimi anni e’ bastato un solo pollice verso, dell’Ungheria di Viktor Orban o perfino della piccola Malta, per mettere nel congelatore qualsiasi decisione?
Rinviare, procrastinare, in definitiva, non decidere affatto. Per quanto limitativo sia lo status quo, l’Europa resta ostaggio del suo «comma 22»: una riforma del sistema non e’ in vista, per colpa di quegli stessi veti che la ingolfano quotidianamente.

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Geoeconomia/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)


La sfida revisionista di Russia e Cina all’ordine mondiale a guida americana trova infatti nell’Italia uno dei piu’ avvincenti campi di battaglia, perche’ essa e’ insieme il crocevia tra l’Europa settentrionale e quella centrorientale e il perno strategico del fianco sud della Nato, Paese chiave nelle geometrie del Mediterraneo.
Se l’obiettivo delle due potenze e’ simile, le sfide sono diverse.
La Cina lavora sul lungo periodo: non vuole destabilizzare l’attuale ordine mondiale, ma sostituirlo con un ordine alternativo di cui si immagina egemone, e quindi utilizza l’intelligence per ridurre piu’ in fretta il gap tecnologico e industriale che la separa dall’Occidente e per proiettarsi in aree geopolitiche dov’era assente (si pensi al Medio Oriente).
Alla Russia questa egemonia e’ e restera’ preclusa, sicche’ Putin non ha interesse a creare un nuovo ordine. La «sua» Russia prospera piuttosto sulla destabilizzazione dell’ordine attuale.
Da noi, quest’ambizione dello zar si traduce in una sottile ma pervicace opera di influenza politica, soprattutto nel tentativo costantemente riproposto – e finora fortunatamente fallito – di manovrare i meccanismi del consenso, d’influire sull’opinione pubblica.
La promozione di un terzaforzismo che faccia leva sulle crepe e le incongruenze del blocco euro-atlantico viene perseguita nella convinzione che il nostro Paese sia particolarmente permeabile a questi messaggi. In effetti parlano da se’ i sondaggi sulla guerra in Ucraina: se la stanchezza dell’Occidente per il sostegno alla resistenza di Kiev si fa sentire ovunque, e’ da noi che per prima ha fatto breccia. E con essa si incunea con piu’ facilita’ la propaganda russa: corre nella bolla social, rimbalza sul web e i media, trova posto nei salotti dei talk show.
L’Italia non e’ dunque un campo neutrale nello scontro di interessi e ambizioni che vede contrapposti l’Occidente e i suoi rivali […]
Serve considerare con realismo la politica internazionale, per muoversi in questo caos, e con realismo definire il proprio interesse nazionale, partendo da una collocazione chiara. Per l’Italia la scelta occidentale non ha alternative: siamo con l’Europa, con gli Stati Uniti, con la Nato.
L’ambiguita’ ha un prezzo troppo alto. Attenzione, fare questa scelta di fondo non significa rifiutarsi di cooperare con gli altri: non abbiamo bisogno, e per fortuna il rischio e’ remoto, di quello «scontro tra civilta’» preconizzato quasi trent’anni fa dal politologo Samuel Huntington. Ben vengano gli scambi commerciali con la Cina, le interlocuzioni con il Sud del mondo, restino aperti i canali con chi milita in campi avversi, purche’ non si confondano i piani e sia chiaro il punto di fondo della nostra appartenenza.
Con gli alleati si puo’ essere in disaccordo su singole questioni, ma si condividono i valori fondamentali; con i competitor si possono condividere singole iniziative e opportunita’, ma i principi restano diversi […]
Scegliere il campo, distinguere la sicurezza dalla convenienza, alzare la guardia contro le minacce. Ecco i presupposti per promuovere e difendere il proprio interesse nazionale in un mondo sospeso e turbolento, segnato dal ritorno alla great power competition, la competizione tra grandi potenze.

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Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)

Il 24 febbraio 2022, il guastafeste Putin non ha solo imposto una battuta d’arresto ai piani di Cina e Stati Uniti. Anche l’Europa paghera’ lo scotto.
Intanto, con l’abbandono per il futuro prevedibile di ogni assetto di sicurezza condiviso e collaborativo sul continente: si prospetta invece una lunga fase di contrapposizione, una «nube tossica» difficilmente dissolvibile anche quando in Ucraina le armi dovessero a un certo punto tacere. Il conflitto condizionera’ a lungo gli scambi politici ed economici e le scelte europee […]
Tornano stringenti gli impegni presi con la Nato, il vincolo del 2 per cento del Pil in spese militari. Ora che la Russia e’ tornata a rimettere in discussione la carta geografica europea, suona come una necessita’ oggettiva e non piu’ come un’imposizione velleitaria di amministrazioni americane in ritiro dallo scenario europeo […]
La guerra impone oneri pesanti anche perche’ ha costretto l’Europa a una brusca sterzata nelle politiche energetiche. Venuto meno il «trittico» merkeliano – sicurezza appaltata all’America, mercati alla Cina, energia alla Russia –, si e’ reso necessario aprire nuove strade.
Nel breve periodo, questo e’ gia’ stato fatto con un importante colpo di reni della politica europea, che ha abbandonato le forniture russe e cercato altri partner energetici. Nel caso italiano: Algeria, Azerbaigian, Qatar.
Piu’ a medio-lungo termine, altri nodi verranno al pettine. Su tutti, il costo di una onerosissima transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili, che rischia di far passare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle tecnologie green cinesi.

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