Capitalismo/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale – Chiarelettere (2018)

A proposito della finanza capitalistica dominante, siamo vittime di una colossale lacuna informativa.
I media occidentali sono totalmente allineati con le ragioni dell’elite finanziaria e del suo fondamentalismo di mercato […] Giornali e televisioni hanno convinto la maggior parte degli europei che la stagnazione dei loro redditi, la sottoccupazione diffusa, gli shock finanziari, l’assenza di crescita economica siano come il maltempo o le catastrofi naturali.
Ineluttabili e imprevedibili.
Oppure sono dovuti ai «diavoli del giorno» come il debito pubblico italiano, la concorrenza cinese, i russi padroni delle fonti energetiche, gli immigrati e i rifugiati.
Nei media europei e americani non viene spesa alcuna parola contro la speculazione e il parassitismo di chi scommette sugli spread, non finanzia le imprese industriali e promuove una liberalizzazione e privatizzazione dietro l’altra.
E nel frattempo interi paesi come il Regno Unito, l’Italia e la Grecia vengono degradati e depredati […]
Il punto centrale che si evita di spiegare con parole chiare al largo pubblico e’ questo: la presa del potere da parte della finanza ha creato un sistema nel quale i guadagni dell’economia, i profitti delle imprese, i risparmi dei cittadini non finanziano piu’ nuove idee e nuovi progetti di investimento che creano lavoro e fanno salire stipendi e salari.
Il surplus economico resta all’interno del circuito finanziario e serve a sostenere la securitization, un bizzarro termine che indica la messa in sicurezza dei beni, ma che implica la mercificazione di tutto cio’ che valga qualcosa.
Azioni, obbligazioni, merci, materie prime, mutui, case, proprieta’ varie sono trasformati in prodotti commerciabili che vengono parcellizzati e giocati a dadi quante piu’ volte possibile. Fino a che il gioco va male e tutto esplode, come nella grande crisi del 2008-2010.
E’ stato calcolato che solo il 10-15 per cento dei flussi finanziari totali finisce nell’economia reale e nel sostegno di idee innovative. Il resto rimane nel «capitalismo da casino’» che arricchisce finanzieri, grandi capitalisti, individui e famiglie superfacoltose: l’infausto 0,5 per cento della popolazione che detiene quasi la meta’ della ricchezza mondiale.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Geoeconomia/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Al di fuori del perimetro occidentale, la scelta strategica di maggiore rilievo effettuata dagli Stati Uniti agli albori della pax americana riguardo’ il Medio Oriente.
La decisione di contrastare, invece che di favorire, l’ondata nazionalista che si sollevo’ dopo la Seconda guerra mondiale nei due paesi chiave della regione, l’Iran e l’Egitto, fu gravida di conseguenze negative.
E’ qui che vanno rintracciate le radici della piu’ grave sindrome di politica estera corrente: il binomio terrorismo islamico-crisi mediorientale.
Il mondo di oggi sarebbe piu’ vivibile se nei primi anni Cinquanta del secolo scorso gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non avessero effettuato una serie di scelte sbagliate a proposito del nazionalismo mediorientale e dei potentati della penisola arabica.
Il mancato sostegno a Mohammad Mossadeq in Iran e a Gamal Nasser in Egitto quando questi personaggi sono emersi come i leader delle legittime aspirazioni dei loro popoli ha indirizzato la storia del Medio Oriente nella direzione nefasta che conosciamo. La decisione di rovesciare Mossadeq e di ostacolare Nasser, mobilitando contro di lui la destra islamica e l’associazione fondamentalista dei Fratelli musulmani, ha lasciato nei due maggiori paesi della regione una scia di rancore e di odio che ha alimentato quei sentimenti antioccidentali su cui si basa il reclutamento odierno dei quadri di Al Qaida, Isis e soci.[…]
E si e’ rivelata una follia aggravata da un altro errore strategico: quello compiuto dagli Stati Uniti nel sostenere la monarchia saudita come contrappeso al nazionalismo persiano ed egiziano.
Questa scelta, riconfermata da Donald Trump, ha implicato l’instaurazione di un legame con il fanatismo wahabita sponsorizzato dall’establishment saudita che ha acutizzato molti problemi del Medio Oriente di oggi […]
Questa catena di errori strategici ha contribuito, direttamente o indirettamente, alla nascita della teocrazia khomeinista, alla distruzione dell’Afghanistan, al riarmo dell’Iraq di Saddam Hussein, al terrorismo di Osama Bin Laden e soci, alla tragedia della guerra civile siriana.
L’obiezione che senza queste decisioni non ci sarebbero stati il petrolio per l’Occidente e la sconfitta del comunismo stalinista in Russia non regge di fronte al fatto che ne’ Mossadeq ne’ Nasser erano dei rivoluzionari, e che l’Unione Sovietica non aveva bisogno ne’ del petrolio mediorientale ne’ di una vittoria su uno scacchiere secondario del Terzo mondo.
La partita decisiva della Guerra fredda, infatti, non fu giocata nel Medio Oriente, ma in Europa.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Finanziarizzazione/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Nel 2004 la divisione finanziaria della General Motors ha generato da sola l’80 per cento del reddito totale dell’azienda madre, mentre le divisioni produttive realizzavano grandi perdite.
Non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa e nel resto dell’Occidente capitalistico, a partire dagli anni Ottanta le imprese industriali si sono arrese al capitale-denaro perche’ si sono rese conto che […] produrre denaro per mezzo di denaro rende di piu’ rispetto ad applicare […] il non trascurabile passaggio dal mondo delle merci.
E’ per questo che le imprese, soprattutto le piu’ grandi, si sono convertite in banche, che non finanziano solo l’acquisto o il leasing dei beni che producono, ma forniscono la stessa serie disparata di prestiti che viene offerta dalle banche vere e proprie: dai prestiti per la ristrutturazione delle case ai mutui immobiliari, alle carte di credito, alla consulenza per investire minimizzando le tasse e passare per i paradisi fiscali.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/