Capitalismo/Zuboff

Shoshana Zuboff – Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanita’ nell’era dei nuovi poteri – Luiss (2019)

I prodotti e i servizi del capitalismo della sorveglianza non sono oggetto di uno scambio di beni. Non pongono un rapporto di reciprocita’ costruttivo tra produttore e consumatore.
Sono al contrario “esche” che attirano gli utenti in operazioni nelle quali le loro esperienze personali vengono estratte e impacchettate per gli scopi di altre persone.
Non siamo i “clienti” del capitalismo della sorveglianza.
Un vecchio detto sostiene “se e’ gratis, il prodotto sei tu”, ma anche questa visione e’ sbagliata.
Noi siamo le fonti del fondamentale surplus del capitalismo della sorveglianza: l’oggetto di un’operazione di estrazione della materia prima tecnologicamente avanzata e sempre piu’ inesorabile.
I veri clienti del capitalismo della sorveglianza sono le aziende che operano nel mercato dei comportamenti futuri […]
I capitalisti della sorveglianza sanno tutto di noi, mentre per noi e’ impossibile sapere quello che fanno. […]
Accumulano un’infinita’ di nuove conoscenze da noi, ma non per noi.
Predicono il nostro futuro perche’ qualcun altro ci guadagni, ma non noi.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/11/07/capitalismo-sorveglianza-shoshanna-zuboff-recensione/44246/

Populismo/Urbinati

Nadia Urbinati – Io, il popolo. Come il populismo trasforma la demcrazia – Il Mulino (2020)

Il fascismo al potere non si accontenta di apportare qualche emendamento alla costituzione e di esercitare la sua maggioranza come se fosse il popolo.
Il fascismo e’ un regime a se’ fondato sulla paura, sulla soppressione dell’opposizione politica e civile e sull’uso arbitrario della forza pubblica; vuole plasmare la societa’ e la vita civile secondo i suoi principi e non esita a far uso della violenza […]
Il fascismo e’ tirannia e il suo governo e’ una dittatura.
Il fascismo al potere e’ radicalmente antidemocratico, non solo a parole, ma anche de jure.
Non gli basta schiacciare l’opposizione con la propaganda martellante e quotidiana: usa il potere dello stato e la repressione violenta per ridurre l’opposizione al silenzio.
Vuole consenso, ma non rischia il dissenso: cosi’ abolisce le elezioni e reprime la liberta’ di espressione e di associazione, che sono i pilastri della politica democratica.
Mentre il populismo e’ ambiguo, il fascismo non lo e’ e, come la democrazia, si regge su un nucleo di idee inequivocabili che lo rendono immediatamente riconoscibile […]
In conclusione, il fascismo distrugge la democrazia dopo essersi servito degli strumenti di quest’ultima per rafforzarsi.
Il populismo sfigura la democrazia trasformandola senza distruggerla […]
Propongo di situare il successo del populismo odierno nel contesto della transizione dalla «democrazia dei partiti» alla «democrazia dell’audience» (o «democrazia del pubblico»).
La disintegrazione dei legami di fedelta’ e appartenenza ai partiti e’ andata a vantaggio di una politica di personalizzazione o di candidati che corteggiano il pubblico direttamente.

Info:
http://ilrasoiodioccam-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/05/08/nadia-urbinati-e-il-populismo/
https://www.vaticannews.va/it/osservatoreromano/news/2020-03/la-verita-vi-prego-sul-populismo.html
https://www.fatamorganaweb.unical.it/index.php/2020/01/27/dal-populismo-al-popolo-democrazia-nadia-urbinati/

Geoeconomia/Comin

Gialuca Comin, Donato Speroni – 2030 la tempesta perfetta. Come sopravvivere alla grande crisi – Rizzoli (2012)

E’ un dato di fatto che la globalizzazione, i nuovi assetti geopolitici ed economici, l’emergere delle grandi economie dei Paesi asiatici e latinoamericani, i problemi posti dal climate change e, non ultima, la crisi dei mercati finanziari del 2008 abbiano gia’ trasformato per sempre il ruolo delle imprese.
La ragione e’ chiara per tutti gli attori sociali: in un mondo che ha accelerato la sua trasformazione, non prepararsi ai rischi porta al disastro e, in primo luogo, mette a repentaglio rendimenti e bilanci fino alla stessa esistenza delle imprese.
A tutti e’ posta la sfida di gestire le vulnerabilita’ e le opportunita’ di quella che il sociologo polacco Zygmunt Bauman chiama la «società liquida».
In questa sfida le imprese sono le prime a essere chiamate in causa e a dover rispondere nei confronti di tutti i loro stakeholder, cioe’ di tutti i soggetti (azionisti, dipendenti, consumatori, ma anche cittadini in qualche modo coinvolti dalla presenza delle unita’ produttive sul territorio) che sono portatori di un qualche interesse rispetto all’impresa.

Info:
https://www.vogue.it/people-are-talking-about/vogue-arts/2012/02/tempesta-perfetta-comin-speroni

Stato/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

I sistemi elettorali sono mezzi. Di per se’, nulla dicono sui fini: dipende da come vengono utilizzati.
Cosi’ come il proporzionale puo’ generare partecipazione o degenerare in partitocrazia, allo stesso modo il sistema maggioritario puo’ assumere le caratteristiche della democrazia d’indirizzo o d’investitura.
Indirizzo e investitura producono entrambi una premiership personalizzata, ma altro e’ che la scelta del leader avvenga in esito alla costruzione dell’identita’ politica di un collettivo organizzato (modello dell’indirizzo), altro che l’identita’ del gruppo si esaurisca nella scelta del leader (modello dell’investitura).
In Italia e’ fin da subito la seconda prospettiva a prevalere […]
Gli effetti della trasformazione maggioritaria, amplificati dal sistema dei media, sono pervasivi.
Lo scontro tra i leader degli schieramenti contrapposti diventa il fulcro di campagne elettorali incentrate sulla personalita’ dei contendenti piu’ che sui programmi da realizzare.
L’aspetto, la storia, il privato dei candidati diventano decisivi elementi di valutazione della loro credibilita’.
Per chi si candida, l’avere un profilo pubblico, l’avere esperienza politica, diventa, improvvisamente, un handicap. L’esserne totalmente a digiuno un vantaggio. Chi ha saputo ben coltivare le proprie cose private si trasforma, per cio’ solo, nel piu’ appetibile dei candidati a occuparsi della cosa pubblica. L’importante e’ che si presenti bene.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Finanziarizzazione/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

L’acquisto di azioni proprie e’ un modo di trasferire denaro dalla societa’ agli azionisti.
La societa’ acquista parte delle azioni dagli azionisti esistenti.
In termini di finanza e di economia, queste operazioni sono come dividendi: gli azionisti ricevono, e la societa’ paga, un medesimo importo.
La sola differenza e’ che i dividendi sono pagati a tutti gli azionisti in pari misura, mentre gli acquisti di azioni vengono pagati solo a quelli che vogliono vendere: e per di piu’, gli acquisti di azioni evitano qualsiasi tassazione sui dividendi imposta dai governi che desiderano un maggior reinvestimento degli utili.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

Economia di mercato/Formenti

Carlo Formenti – Utopie letali – Jaca Book (2013)

La cultura di Internet e’ stata caratterizzata, fin dagli esordi, da cinque grandi promesse: 1) una democratizzazione dell’economia che avrebbe consentito alle startup di competere alla pari con le corporation e avrebbe appiattito le gerarchie aziendali, rafforzato la capacita’ di autogestione dei knowledge workers, ampliato i margini di autonomia di freelance e indipendenti, ridotto le barriere all’ingresso nei settori a piu’ elevato contenuto di innovazione; 2) un’illimitata possibilita’ di accedere liberamente a informazioni e conoscenze, che avrebbe favorito l’ascesa al potere della «classe creativa»; 3 ) un processo di empowerment dei consumatori, sempre piu’ in grado di controllare e condizionare le politiche commerciali e produttive delle imprese; 4) una messa in trasparenza dei meccanismi di funzionamento del potere politico, che si sarebbe esposto al controllo dei cittadini attraverso nuove forme di democrazia diretta, partecipativa e deliberativa; 5) un potenziamento del ruolo dei movimenti sociali, i quali, grazie alla nuova capacita’ di organizzazione e mobilitazione ottenuta dalla Rete, avrebbero svolto un ruolo strategico nell’arena politica del XXI secolo.
Ebbene: queste promesse non si sono realizzate; o si sono realizzate in modo parziale, a causa di processi che hanno operato in direzione opposta.

Info:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-prefazione-a-utopie-letali-di-carlo-formenti/
http://www.inchiestaonline.it/libri-e-librerie/valerio-romitelli-le-utopie-letali-che-si-aggirano-per-il-mondo-secondo-carlo-formenti/
http://www.inchiestaonline.it/libri-e-librerie/valerio-romitelli-le-utopie-letali-che-si-aggirano-per-il-mondo-secondo-carlo-formenti/

Capitalismo/Mason

Paul Mason – Postcapitalismo. Una guida al nostro futuro – il Saggiatore (2016)

E’ necessario esaminare criticamente quattro elementi, che all’inizio hanno consentito al neoliberismo di prosperare, ma che in seguito hanno cominciato a distruggerlo.
Questi quattro elementi sono:
1. La moneta fiduciaria, che ha permesso di rispondere a ogni rallentamento dell’economia con un allentamento del credito, e all’intero mondo sviluppato di vivere a credito.
2. La finanziarizzazione, che ha compensato con il credito la stagnazione dei redditi della forza lavoro nei paesi sviluppati.
3. Gli squilibri globali e i rischi, che ancora permangono, legati all’enormità dei debiti e delle riserve valutarie in paesi importanti.
4. Le tecnologie informatiche, che ha permesso a tutto il resto di accadere, ma non e’ chiaro se in futuro contribuira’ alla crescita.
Il destino del neoliberismo dipende dal persistere di questi quattro elementi.
Il destino di lungo termine del capitalismo e’ legato a quello che succedera’ in caso contrario.

Info:
https://www.eunews.it/2017/05/13/il-postcapitalismo-secondo-paul-mason/85281
https://ilmanifesto.it/paul-mason-nelle-spire-del-postcapitalismo/
https://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2015/09/postcapitalismo/
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/postcapitalismo-di-paul-mason/

Populismo/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Popolo, potere e profitti – Einaudi (2020)

Guardando in giro per il mondo, vediamo infatti che l’offerta e’ ampia: Le Pen in Francia, Morawiecki in Polonia, Orban in Ungheria, Erdogan in Turchia, Duterte nelle Filippine e Bolsonaro in Brasile.
Per quanto ognuno diverso dall’altro, tutti condividono il disprezzo per la democrazia (Orban ha parlato con orgoglio della virtu’ delle democrazie illiberali) e per lo Stato di diritto, per la liberta’ di comunicazione, per una magistratura indipendente.
Tutti credono negli «uomini forti» – in se stessi – sposando un culto della personalita’ che in buona parte del resto del mondo e’ ormai fuori moda.
E tutti cercano di dare la colpa dei propri problemi a chi viene da fuori: sono tutti nazionalisti cosiddetti «nativisti», che celebrano le virtu’ innate del loro popolo.
Questa generazione di autocrati o aspiranti autocrati sembra condividere ampiamente una rozzezza che in alcuni casi diventa aperto razzismo e misoginia.

Info:
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/capitalismo-progressista-un-ossimoro
https://www.italypost.it/popolo-potere-profitti-joseph-stiglitz/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/neoliberismo-stiglitz-per-superarlo-serve-un-capitalismo-progressista-che-recida-legami-tra-potere-economico-e-politica/5257897/

Geoeconomia/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

In sintesi, l’Asia orientale e’ diventata negli ultimi decenni un’area di relazioni pacifiche e di interazione economica paragonabili per intensita’ e diffusione a quelle vigenti nell’Europa occidentale.
Ma il peso relativo di ciascuna di queste due zone di pace nel bilancio globale e’ ormai alquanto differente: il Pil dell’Asia orientale e’ oltre il doppio di quello dell’eurozona, 24 trilioni di dollari contro 11,6 nel 2017. E la sua popolazione di 2,3 miliardi di persone supera di quasi sette volte quella europea.
Una delle prove piu’ solide di quanto stiamo affermando consiste nell’andamento decrescente delle spese militari dei paesi della regione lungo l’arco temporale della piu’ intensa crescita del Pil cinese. Se la Repubblica popolare fosse stata percepita come un pericolo da cui guardarsi, di certo i paesi limitrofi non avrebbero quasi dimezzato le spese per la difesa dal 1990 al 2015, passate dal 3,35 all’1,84 per cento del loro Pil.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Europa/Marsili

Lorenzo Marsili, Yanis Varoufakis – Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo – Laterza (2017)

Nel 1998 i capi di Stato e di governo dell’Eurozona si incontrano ad Amsterdam per definire lo Statuto e la composizione della Banca centrale europea […]
Viene deciso che l’azione principale della BCE deve essere diretta esclusivamente alla lotta all’inflazione, mentre la sua capacita’ di intervento a sostegno dell’economia e dei bilanci nazionali viene fortemente limitata.
Anzi, viene esplicitamente vietata, perche’ bisogna lasciare gli Stati in balia dei mercati e dei loro umori: perche’ i mercati la sanno piu’ lunga, mentre dell’intervento pubblico non ci si puo’ fidare […]
Alla Banca centrale europea viene chiesto di tenere a bada l’inflazione, senza curarsi delle ricadute che le sue politiche potrebbero avere sull’occupazione.
Tutte scelte, queste, perfettamente in linea con un fondamentalismo di mercato che vede nell’inflazione il nemico da combattere (perche’ l’inflazione svaluta il valore del capitale) e nell’occupazione una variabile destinata ad aggiustarsi da se’ attraverso l’abbassamento del costo del lavoro.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858128282
https://www.sns.it/it/evento/terzo-spazio
https://www.estetica-mente.com/recensioni/libri/lorenzo-marsili-yanis-varoufakis-terzo-spazio-oltre-establishment-populismo/73210/
http://www.mangialibri.com/libri/il-terzo-spazio