Geoeconomia/Banos

Pedro Banos – Cosi’ si controlla il mondo – Rizzoli (2020)

Il processo di globalizzazione, ideato e fomentato principalmente dal mondo anglosassone – Regno Unito e Stati Uniti –, sta subendo una profonda trasformazione, il cui risultato e’ al momento imprevedibile.
Adesso la Cina, ancora ufficialmente comunista, vuole trasformarsi nella paladina del capitalismo.
Lo sterminato Paese asiatico e’ attualmente la seconda economia mondiale, subito dopo gli Stati Uniti, ma risulta essere la prima in termini di prodotto interno lordo a parita’ di potere d’acquisto e si e’ posta come obiettivo quello di diventare leader mondiale della globalizzazione e del libero scambio […]
Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, con la palese finalita’ di imporsi come dominatrice dell’economia mondiale, la Cina ha scommesso sull’innovazione, come principale propulsore del suo attuale «salto in avanti», e su una serie di accordi commerciali liberi e aperti.
In realta’, quello a cui punta il gigante asiatico e’ creare una «neoglobalizzazione» della quale non solo sarebbe il regista, bensi’ il dominatore indiscusso. Avrebbe la capacita’ di inondare i mercati di tutto il mondo con diverse tipologie di prodotti – dalle manifatture all’alta tecnologia –, ma a un prezzo decisamente inferiore a quello offerto dai Paesi con un livello di sviluppo socioeconomico piu’ alto.
Una simile concorrenza gli apporterebbe incredibili vantaggi che a loro volta favorirebbero i progressi in altri campi – da quello militare convenzionale al cyberspazio, al settore spaziale –, cosa che preoccupa moltissimo i Paesi 
che finora hanno diretto l’orchestra planetaria.
Per conseguire una crescita economica cosi’ ambiziosa, la Cina sta realizzando piani concreti di «connettivita’» fisica e virtuale su scala mondiale allo scopo di creare solidi legami economici in un territorio che copre quasi il 60 per cento del PIL mondiale e riunisce il 75 per cento della popolazione del pianeta. Tra gli altri, la nuova «via della seta» – il trasporto diretto ferroviario dal suo territorio ai Paesi europei – e la via della seta marittima del XXI secolo, che dovrebbe collegare la Cina all’Africa, al Sud America e all’Oceano Atlantico.
Il paradosso di un Paese comunista che punta a trasformarsi in portabandiera del capitalismo piu’ estremo e’ un perfetto esempio dell’influenza che l’economia esercita sulla politica interna e sulla geopolitica.
Resta da vedere la reazione degli Stati Uniti dinanzi a questa «usurpazione», da parte della Cina, della loro opera globalizzatrice. Non possiamo aspettarci che restino a braccia conserte mentre la Cina cerca di impossessarsi economicamente del mondo attraverso la sua «neoglobalizzazione». Senza dubbio, lo scontro con mezzi economici e’ servito e sara’ una battaglia all’ultimo sangue

Info:
https://dasapere.it/2020/11/22/pedro-banos-racconta-come-si-controlla-il-mondo/
https://www.startmag.it/mondo/come-la-cina-prova-a-fare-la-parte-del-dragone/

Societa’/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Popolo potere e profitti. Un capitalismo progressista in un’epoca di malcontento – Einaudi (2020)

Uno dei modi piu’ detestabili con cui viene esercitata l’influenza del denaro e’ quello delle «porte girevoli», per via delle quali i politici ricevono una tangente, non nel presente ma per il futuro, sotto forma di un buon lavoro nel settore privato al termine della loro carica.
Il sistema delle porte girevoli e’ pervasivo e corrosivo.
Il fatto che chi lavora al Tesoro degli Stati Uniti o in altri dipartimenti governativi possa passare velocemente dal servire il paese al lavorare a Wall Street induce a chiedersi se non abbia servito Wall Street fin dall’inizio.
Ma il sistema e’ diffuso anche nel settore della difesa, dove i generali e altri alti ufficiali sembrano spostarsi senza soluzione di continuita’ dal servizio al paese al lavorare per i fornitori dell’esercito.

Info:
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/capitalismo-progressista-un-ossimoro
https://www.italypost.it/popolo-potere-profitti-joseph-stiglitz/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/neoliberismo-stiglitz-per-superarlo-serve-un-capitalismo-progressista-che-recida-legami-tra-potere-economico-e-politica/5257897/

Economia di mercato/Lazzarato

Maurizio Lazzarato – La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista – Derive Approdi (2012)

Da quando e’ scoppiata, la «crisi dei debiti sovrani» fornisce uno spettacolo esilarante del proprio funzionamento.
Le regole economiche di «razionalita’» che i «mercati», le agenzie di rating e gli esperti impongono agli Stati per uscire dalla crisi del debito pubblico sono le stesse che hanno prodotto le crisi del debito privato (d’altra parte all’origine della prima).
Le banche, i fondi pensione e gli investitori istituzionali esigono dagli Stati il riordino dei bilanci pubblici, quando ancora detengono miliardi di titoli spazzatura, che sono il risultato di una politica di sostituzione di salari e reddito con un sistema di credito.
Le agenzie di rating, dopo aver dato un giudizio di triplice A a titoli che oggi non valgono piu’ niente […] hanno la pretesa, contro qualunque buon senso, di detenere il giusto giudizio e la buona misura economica.
Gli esperti (professori di economia, consulenti, banchieri, funzionari di Stato ecc.) – la cui cecita’ sui disastri che la presunta autoregolazione dei mercati e della concorrenza ha prodotto sulla societa’ e sul pianeta, e’ direttamente proporzionale alla loro servitu’ intellettuale – sono stati catapultati dentro governi «tecnici», che ricordano irresistibilmente i «comitati d’affari della borghesia»
Piu’ che di «governi tecnici» si tratta di «tecniche di governo» autoritarie e repressive che segnano una rottura persino con il «liberalismo» classico.
Ma al colmo del ridicolo stanno probabilmente i media.
L’«informazione» dei telegiornali e i talk-show ci spiegano che «la crisi e’ colpa vostra, perche’ andate troppo presto in pensione, perche’ spendete troppo in cure mediche, perche’ non lavorate cosi’ a lungo e cosi’ bene come si dovrebbe, perche’ non siete abbastanza flessibili, perche’ consumate troppo. Insomma, avete la colpa di vivere ben al di sopra dei vostri mezzi».
La pubblicita’, invece, che viene regolarmente a chiudere il becco ai discorsi colpevolizzanti di economisti, esperti, giornalisti e uomini politici, afferma esattamente il contrario: «Siete del tutto
innocenti, non avete alcuna responsabilita’! Nessun
errore e nessuna colpa macchia la vostra anima. Tutti, senza eccezione, meritate i paradisi della nostra merce.
E’ un vostro dovere consumare in modo compulsivo»

Info:
https://www.deriveapprodi.com/prodotto/la-fabbrica-delluomo-indebitato/
https://www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/maurizio-lazzarato-la-fabbrica-dell%E2%80%99uomo-indebitato
https://www.perunaltracitta.org/2015/06/06/la-fabbrica-delluomo-indebitato/

 

Populismo/Urbinati

Nadia Urbinati – Io il popolo. Come il populismo trasforma la democrazia – Il Mulino (2020)

Movimenti populisti hanno fatto la loro comparsa in quasi tutte le democrazie, dal Venezuela all’Ungheria, dagli Stati Uniti all’Italia.
Ogni serio tentativo di comprensione della politica contemporanea deve quindi fare i conti con questo fenomeno […]
Oggi, nel XXI secolo, gli studiosi, gli osservatori politici e i cittadini attratti dal populismo sono piu’ numerosi e il loro interesse e’ principalmente politico.
Essi concepiscono il populismo non semplicemente come un sintomo di disaffezione nei confronti delle istituzioni e dei partiti esistenti, ma anche come una legittima richiesta di potere da parte della gente comune, di cittadini che negli anni hanno assistito all’erosione dei propri redditi e della propria influenza politica.
Lo considerano anzi come un’opportunita’ per ringiovanire la democrazia, e perfino come un grimaldello di cui la sinistra potrebbe servirsi per scardinare il sistema capitalistico e sconfiggere la destra (che tradizionalmente e’ stata meglio disposta verso le retoriche e le strategie populiste

Info:
http://ilrasoiodioccam-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/05/08/nadia-urbinati-e-il-populismo/
https://www.vaticannews.va/it/osservatoreromano/news/2020-03/la-verita-vi-prego-sul-populismo.html
https://www.fatamorganaweb.unical.it/index.php/2020/01/27/dal-populismo-al-popolo-democrazia-nadia-urbinati/

Stato/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze – La Nave di Teseo (2020)

Tra le critiche tradizionalmente rivolte dai regimi comunisti (soprattutto russi e cinesi) alle istituzioni parlamentari occidentali, due meritano un’attenzione particolare.
La prima e’ che la parita’ dei diritti politici e’ un’illusione, dal momento che i mezzi d’informazione sono prigionieri del potere economico, che in questo modo puo’ assumere il controllo ideologico delle menti, consentendo il persistere delle disuguaglianze.
La seconda e’ strettamente legata alla prima: l’uguaglianza politica rimane teorica, se il finanziamento dei partiti politici consente ai piu’ ricchi di esercitare la loro influenza sui programmi e sulle politiche adottate.
Il timore di un sostanziale controllo del processo politico da parte dei piu’ ricchi si e’ presentato in modo particolarmente accentuato negli Stati Uniti a partire dal decennio 1990-2000, quando la Corte suprema ha in pratica quasi cassato le limitazioni all’impiego del denaro privato in politica.

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Capitalismo/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano – il Saggiatore (2019)

Il neoliberismo non e’ soltanto il modello piu’ recente del capitalismo industriale.
E’ profondamente diverso da tutti i modelli precedenti sotto tre aspetti.
In primo luogo, e’ un modello che invece del raggiungimento di accordi paternalistici coi sindacati, ne persegue l’annientamento. Questo e’ vero tanto a Shanghai quanto in Virginia. Di conseguenza, il neoliberismo sconvolge inesorabilmente il contesto fisico, sociale e istituzionale […]
In secondo luogo, e’ transnazionale. Crea un mercato globale e industrie ripartite su scala mondiale, insieme a meccanismi di controllo che sono al di sopra degli stati nazionali. Di conseguenza, per la prima volta nella storia moderna, gli stati nazionali sono stati riprogettati per agire per conto di un’elite sovranazionale, la cui ricchezza e’ principalmente finanziaria.
In terzo luogo, il neoliberismo e’ stato modellato intorno alla crescita della tecnologia informatica e la tecnologia informatica sconvolge i meccanismi che sono stati alla base del capitalismo per due secoli e mezzo: la capacita’ di mantenere i prezzi sensibilmente piu’ alti dei costi di produzione e la capacita’ di creare nuovi posti di lavoro per tutti quelli che avevano perso il lavoro per colpa delle macchine.

Info:
https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-futuro-migliore/
https://ilmanifesto.it/la-rivolta-dei-fiocchi-di-neve/
https://www.pulplibri.it/manifesto-ottimista-per-ripartire-oggi/

Geoeconomia/Banos

Pedro Banos – Cosi’ si controlla il mondo. I meccanismi segreti del potere globale – BUR (2020)

La Cina, il maggior importatore di petrolio al mondo, punta a utilizzare per le contrattazioni la sua moneta, lo yuan (l’unita’ base del renminbi), che sarebbe totalmente convertibile in oro nelle Borse di Shanghai e Hong Kong.
Il petroyuan potrebbe dunque diventare un nuovo valore di riferimento nel mercato petrolifero asiatico, consentendo agli esportatori di greggio di bypassare gli Stati Uniti, e di conseguenza permetterebbe a Paesi come Russia, Iran e Venezuela di aggirare le sanzioni statunitensi.
Tale iniziativa si unisce alla recente ammissione del renminbi nel paniere di valute utilizzate per il calcolo dei diritti speciali di prelievo, cosa che rappresenta un importante schiaffo all’egemonia del dollaro nelle transazioni monetarie internazionali.
Queste azioni vanno inserite nel quadro dell’attuale braccio di ferro economico tra Cina e Stati Uniti.
Non resta che assistere alla reazione della Casa Bianca di fronte a queste innegabili minacce finanziarie che potrebbero essere emulate da altri Paesi e mercati, mettendo, come gia’ anticipato, gli Stati Uniti in serie difficolta’

Info:
https://dasapere.it/2020/11/22/pedro-banos-racconta-come-si-controlla-il-mondo/
https://www.startmag.it/mondo/come-la-cina-prova-a-fare-la-parte-del-dragone/

Lavoro/Urbinati

Nadia Urbinati – Pochi contro molti. Il conflitto politico nel XXI secolo – Laterza (2020)

Il salvataggio dell’industria automobilistica operato dal presidente Barack Obama siglando la trattativa con l’allora amministratore delegato di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne ha portato dopo dieci anni esatti a questa conclusione: cinquecentomila lavoratori in sciopero (ottobre 2019) hanno denunciato salari risibili a fronte del proprio impegno ad accettare politiche di austerita’ per salvare i posti di lavoro e l’industria automobilistica americana.
Dieci anni che hanno visto crescere i profitti della multinazionale General Motors del 30% e i salari dei metalmeccanici del 4%; che hanno visto indebolirsi l’organizzazione sindacale perche’ le aziende dell’auto rimpiazzano sistematicamente i lavoratori sindacalizzati con gli stranieri o i cittadini piu’ bisognosi.
La distanza tra le parti e’ incolmabile: chi tiene in mano il gioco fa e viola promesse a suo piacimento (lo si e’ visto bene con la vicenda dell’Ilva, gestita dalla multinazionale ArcelorMittal) perche’ non teme il conflitto.
E mentre la distanza aumenta, diminuisce la percezione della rappresentativita’ del sistema politico.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/pochi-contro-molti-il-conflitto-politico-nel-xxi-secolo-di-nadia-urbinati/
https://www.cattolicanews.it/pochi-contro-molti-la-democrazia-ha-bisogno-del-conflitto
https://legrandcontinent.eu/it/2020/11/24/i-pochi-contro-i-molti/
https://www.economiaitaliana.it/it/articolo.php/Pochi-contro-molti-alle-radici-del-conflitto-del-Ventunesimo-secolo-?LT=CULT&ID=41094

Economia di mercato/ D’Eramo

Marco D’Eramo – Il selfie del mondo. Indagine sull’eta’ del turismo – Feltrinelli (2020)

La transizione di fase, cosi’ si puo’ definire una soglia precisa che separa una citta’ turistica in senso stretto da una citta’ che vive anche di turismo:
Finche’ l’afflusso di visitatori non supera questa soglia, i turisti usufruiscono di servizi e prestazioni pensati per i residenti. Oltre questa soglia invece, i residenti sono costretti a usufruire dei servizi pensati per i turisti.
Il superamento della soglia di transizione ha conseguenze impreviste e irreversibili.
Questo e’ chiaro nei ristoranti. Sotto la soglia, i turisti mangiano in ristoranti che cucinano per i locali, oltre quella soglia i residenti dovranno mangiare in trattorie mirate al mercato turistico.
Trent’anni fa era praticamente impossibile mangiare male a Roma e Firenze. Oggi e’ difficilissimo mangiare bene […]
Nei termini dell’economia mainstream: il mercato per la domanda dei residenti non coincide con il mercato per la domanda dei turisti, ma i due mercati si sovrappongono nel tempo e nello spazio ed entrano in conflitto o divergono.
Se il residente ha bisogno di riparare le scarpe, mentre il turista ha fame di uno snack, e se i turisti spendono piu’ dei residenti, il risultato e’ che scompare la bottega artigiana del ciabattino e si moltiplicano i fast-food […]
Ormai le tecniche per riplasmare la citta’ turistica sono state perfezionate, testate e in un certo senso standardizzate, tanto che ovunque assisti allo stesso riarredo urbano “tipico, caratteristico, regionale”: l’industria turistica “ha messo a punto i procedimenti di condizionamento che permettono di consegnare i centri storici e i quartieri antichi gia’ pronti per il consumo culturale […]
E’ questa messa in scena a dare alla citta’ turistica la sua inconfondibile teatralita’.
Ogni citta’ deve “recitare” se stessa: Roma deve mettere in scena la romanita’, Parigi deve corrispondere all’idea che un americano si fa di Parigi. Il bistrot diventa la caricatura del bistrot. Nello stesso modo, Trastevere e’ la caricatura del romanaccio

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-selfie-del-mondo-marco-deramo/
http://www.spazioterzomondo.com/2017/06/marco-deramo-il-selfie-del-mondo-indagine-sulleta-del-turismo-feltrinelli/

Societa’/Crouch

Colin Crouch – Combattere la postdemocrazia – Laterza (2020)

Per il liberalismo e’ essenziale che nessun regime di governo sia permanente.
Non possono mai mancare ne’ la discussione, ne’ la certezza che entro qualche anno si tengano
regolarmente nuove elezioni. La minoranza di oggi deve avere la possibilita’ di diventare la maggioranza di domani; un partito attualmente al governo deve sapere che esiste la concreta possibilita’ che domani non sia piu’ al governo, e dev’essere dunque disposto a condividere con gli altri partiti un consenso trasversale sul valore di una competizione aperta ed equa […]
In sintesi, la democrazia liberale e’ una forma di governo in cui la cittadinanza 
e il suffragio universale degli adulti sono accompagnati da una serie di istituzioni che hanno il compito di tutelare l’incertezza, la varieta’ e la possibilita’ del cambiamento anche contro la volonta’ di chi ha democraticamente vinto le elezioni.
E’ particolarmente importante che i tribunali e il potere giudiziario siano al riparo da interferenze politiche e che il governo sia subordinato alla legge, a quello che i tedeschi chiamano Rechtstaat, lo “stato di diritto”

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139882https://www.arci.it/il-libro-combattere-la-postdemocrazia-di-colin-crouch/
https://www.ilfoglio.it/cultura/2020/02/09/news/postdemocrazia-no-300300/