Capitalismo/Calenda

Carlo Calenda – Orizzonti selvaggi.Capire la paura e ritrovare il coraggio – Feltrinelli (2018)

La liberalizzazione internazionale delle merci e dei capitali avrebbe dovuto essere accompagnata all’interno delle societa’ occidentali da un ruolo attivo dello Stato nella gestione delle trasformazioni necessarie ad affrontarla e nella cura degli sconfitti.
Piu’ ci si apre all’esterno, piu’ bisogna governare il cambiamento all’interno, e questo e’ un compito che solo le istituzioni nazionali possono assolvere.
Invece e’ accaduto il contrario.
L’applicazione delle stesse ricette liberiste all’interno e all’esterno ha moltiplicato l’effetto di “spiazzamento” di ampi strati della societa’.
Per gestire le ondate di cambiamento provenienti dall’innovazione tecnologica e dalla globalizzazione abbiamo bisogno di ripensare il rapporto fra Stato e mercato e tra crescita economica e crescita sociale in seno alle nostre democrazie.
Del resto i casi di successo della globalizzazione sono stati caratterizzati da una presenza forte dello Stato nell’accompagnamento a un’apertura condizionata.
La storia dello sviluppo di Giappone, Corea, Taiwan, Cina e India sta lì a dimostrarlo.

Info:
https://formiche.net/2018/11/orizzonti-selvaggi-recensione-al-libro-carlo-calenda/
https://www.anobii.com/books/Orizzonti_selvaggi/9788807173509/01492fb65e34e746eb

Capitalismo/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Invertire la rotta. Disuguaglianza e crescita economica – Laterza (2018)

Come sostiene la Commissione internazionale per la misurazione della performance economica e del progresso sociale, acquisisce sempre più peso, in tutto il mondo, l’idea che il Pil non sia uno strumento efficace per misurare i risultati economici complessivi.
La cosa veramente importante e’ se la crescita e’ sostenibile, se di anno in anno la maggioranza dei cittadini vede aumentare il proprio tenore di vita. […] Non dobbiamo preoccuparci di come sta andando l’economia in media (come ci induce a fare il Pil), ma di come sta andando l’economia per il cittadino medio, andando a guardare, per esempio, il reddito disponibile mediano.
Le cose che stanno a cuore alla gente sono la salute, l’equita’, la sicurezza, ma le statistiche del Pil non riflettono il declino che sta investendo questi settori. Se si prendono in considerazione questi e altri aspetti del benessere sociale, il quadro della performance economica recente dei paesi ricchi diventa molto più fosco.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/stiglitz-invertire-la-rotta/
https://www.laciviltacattolica.it/articolo/invertire-la-rotta-disuguaglianza-e-crescita-economica/
https://www.anobii.com/books/Invertire_la_rotta/9788886323901/0139e4e7f6ac0e8076
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858130735

Lavoro/Silver

Beverly J. Silver – Le forze del lavoro. Movimenti operai e globalizzazione dal 1970 – Bruno Mondadori (2008)

Il lavoro, la terra e il denaro sono tutti fattori essenziali per la produzione, ma non sono vere merci, perche’ non vengono del tutto prodotti (come la terra) o quantomeno sono prodotti per ragioni diverse dalla vendita sul mercato (come il lavoro e il denaro): «Il lavoro e la terra non sono nient’altro che gli esseri umani stessi, di cui ogni societaì consiste, e l’ambiente naturale nel quale essa esiste.
Includerli nel meccanismo di mercato significa subordinare la sostanza della societa’ stessa alle leggi del mercato»

Info:
https://www.anobii.com/books/Le_forze_del_lavoro/9788861592117/013ceb1c2bb826dec4
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/lavoratori-di-tutto-il-mondo-intervista-a-beverly-silver-parte-i

Europa/Bauman

Zygmunt Bauman – Retrotopia – Laterza (2017)

Il punto, pero’, e’ che riuscire a tenere lontane le sciagure globali barricandosi in casa propria, nella speranza che quel territorio sia sicuro, non e’ meno improbabile che pensare di scampare alle conseguenze di una guerra nucleare acquattandosi in un rifugio per senzatetto.
I problemi globali richiedono soluzioni globali: non c’e’ altro modo di sbarazzarsene.
Molto semplicemente, lasciar marcire il problema, purche’ non sia nel cortile di casa nostra, non funzionera’. La cura radicale, definitiva, non e’ alla portata di un singolo paese – per quanto grande e forte –, e nemmeno di un insieme di paesi come l’Unione europea: e questo e’ vero a prescindere dal fatto che confiniamo «i migranti » in campi appositamente costruiti in Europa, Africa o Asia oppure li lasciamo scomparire nelle acque del Mediterraneo o del Pacifico.

Info:
https://www.lindiceonline.com/focus/storia/zygmunt-bauman-retrotopia/
http://www.spazioterzomondo.com/2018/04/recensione-zygmunt-bauman-retrotopia-laterza/
https://www.anobii.com/books/Retrotopia/9788858127346/01451cd8783f930df2

Capitalismo/Srniceck

Nick Srniceck, Alex Williams – Inventare il futuro Produzioni Nero (2018)

Sotto il dominio del neoliberismo, nella creazione dei mercati «naturali» un ruolo fondamentale e’ giocato proprio dallo Stato: il neoliberismo esige cioe’ che sia lo Stato a difendere i diritti di proprieta’ privata, che sempre lo Stato faccia rispettare i contratti, che imponga una legislazione antitrust, che reprima il dissenso sociale, e che mantenga sempre e comunque la stabilita’ dei prezzi.
Quest’ultimo ruolo in particolare si e’ fatto sempre piu’ urgente dopo la crisi del 2008, fino ad assumere la forma di un completo controllo della produzione del denaro tramite le banche centrali.
Sarebbe quindi sbagliato credere che l’obiettivo dello Stato neoliberale sia semplicemente tirarsi indietro e non interferire coi mercati: gli interventi senza precedenti delle banche centrali sui mercati finanziari non sono sintomi del collasso dello Stato neoliberale ma, al contrario, gli effetti prodotti dalla sua funzione centrale: creare e sostenere i mercati a tutti i costi.

Info:
https://www.anobii.com/books/Inventare_il_futuro/9788880560098/01b82e055beaceae9c
http://www.exasilofilangieri.it/presentazione-del-libro-inventare-futuro-un-mondo-senza-lavoro-n-srnicek-williams/

Populismo/Müller

Jan-Werner Müller – Cos’e’ il populismo? – Universita’ Bocconi (2017)

L’ideologia dominante del populismo riposa sull’assunto che il popolo sia sempre e comunque nel vero, che sia vox Dei. Ovviamente, siccome il popolo non parla da se ma qualcuno deve parlare in suo nome e rivendicare la sua veridicita’ e giustezza sopra le parti che lo compongono, per comprendere il populismo dobbiamo tenerlo sempre associato alla leadership personale e alla sua rivendicazione di rappresentanza. […]
Un leader che, in questo modo, contesta la leadership esistente (appunto l’establishment) con l’intento di scalzarla e prenderne il posto, non solo per via elettorale (com’e’ ovvio che sia in democrazia) ma prima ancora e soprattutto per via di opinione, o entrando in diretto contatto con il suo popolo.
Il populismo e’ una sfida alla democrazia rappresentativa nel nome della rappresentanza diretta del popolo e insieme una strategia o un meccanismo di sostituzione o avvicendamento della leadership.

Info:
https://giornatedilettura.wordpress.com/2018/04/12/che-cose-il-populismo-la-risposta-di-jan-werner-muller-recensione-di-vittorio-panicara/
https://www.anobii.com/books/Cos%27%C3%A8_il_populismo/9788883502620/016bf048de71cc1e17

Economia di mercato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

Aziende come Google, Facebook e Amazon – e le nuove aziende dell’“economia condivisa” (sharing economy) come Airbnb e Uber – amano definirsi come “piattaforme”. Non fanno parte di un mercato tradizionale, dove un’azienda produce un bene o un servizio e lo vende a potenziali consumatori.
Essi operano, invece, in quello che gli economisti chiamano mercato a due facce, sviluppando la domanda e l’offerta del mercato, e operando come cardine, connettore o guardiano.
Da una parte c’e’ il servizio offerto agli utenti.
Dall’altra, c’e’ un mercato che si offre ad altre imprese – dalle vendite, agli spazi pubblicitari, alle informazioni sul comportamento degli utenti […]
Per esempio, non dovremmo pensare che Google offra servizi gratis ai propri utenti. Sono invece gli utenti che danno a Google gli input necessari per il suo processo di produzione: la loro opinione sugli annunci pubblicitari e, cosa piu’ importante, i loro dati personali. In cambio, essi ottengono ricerche online e altri servizi.
Il grosso degli utili di Google proviene dalla vendita di spazio pubblicitario e dalla vendita dei dati degli utenti.
Se c’e’ qualcosa di gratis online, tu non sei il cliente sei il prodotto.
I modelli di business di Facebook e Google sono costruiti sulla mercificazione dei dati personali, trasformando con l’alchimia di un mercato a due facce le nostre amicizie, i nostri interessi, i nostri pareri e le nostre preferenze in proposizioni vendibili.
La cosiddetta “economia condivisa” e’ basata sulla medesima idea.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

Lavoro/Harvey

David Harvey – La crisi della modernita’ – il Saggiatore (2010)

La conversione del lavoro in lavoro salariato significa  «separazione del lavoro dal suo prodotto, della forza lavoro soggettiva dalle condizioni oggettive del lavoro».
Questo e’ un tipo di scambio di mercato molto diverso.
Quando comprano la forza lavoro, i capitalisti la trattano necessariamente in termini strumentali. Il lavoratore e’ visto come «mano» piuttosto che come persona intera […] e il lavoro retribuito e’ un «fattore» (si noti la reificazione) della produzione.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_crisi_della_modernit%C3%A0/9788851520366/012ddde8b392d53a07
http://www.leparoleelecose.it/?p=10178

Populismo/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia – Feltrinelli (2018)

Molta retorica populista ha un fondo nostalgico.
Negli Stati Uniti, come e’ noto, Donald Trump ha promesso di “rendere di nuovo grande l’America”. In Inghilterra, lo slogan principale della campagna per uscire dall’Unione Europea era un impegno a “riprendere il controllo […]
Tuttavia, malgrado le varie sfumature di significato racchiuse da questi slogan, non c’e’ dubbio che un elemento centrale del loro fascino sia la nostalgia per un’eta’ dell’oro dell’economia, in cui la gente non aveva problemi finanziari e il lavoro era sicuro […]
La nostalgia per il passato economico, pero’, non riguarda solo il denaro; riguarda anche la diminuzione delle speranze […] Proprio come le nazioni non sembrano piu’ in grado di decidere da sole, cosi’ anche i cittadini hanno la sensazione di essere giocattoli in balia di trasformazioni economiche incontrollabili. Via via che i posti di lavoro un tempo stabili vengono delocalizzati all’estero o resi superflui dalla tecnologia, via via che gli stabilimenti storici chiudono i battenti e i sindacati perdono potere, ecco che il lavoro non fornisce piu’ agli individui una posizione solida nella societa’.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/

Stato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Lo stato innovatore – Laterza (2014)

Solo dopo che lo Stato aveva ultimato il complicato lavoro preparatorio, il genio e l’«avventatezza » di Steve Jobs sono riusciti a produrre profitti e successi in gran quantita’ solo perche’ la Apple ha potuto cavalcare l’onda di imponenti investimenti pubblici nelle tecnologie «rivoluzionarie » che sono alla base dell’iPhone e dell’iPad: internet, il Gps, gli schermi tattili e le tecnologie di comunicazione.
Senza queste tecnologie finanziate dallo Stato, Jobs e la sua «avventatezza» non avrebbero avuto nessuna onda da cavalcare […]
Insomma, «perseguire quello che amate» senza perdere l’«avventatezza» e’ molto piu’ facile se vivete in un paese in cui lo Stato si fa carico dello sviluppo delle tecnologie piu’ rischiose, effettua gli ingenti e audaci investimenti iniziali e poi sostiene queste tecnologie fino alla fase in cui gli operatori privati sono in grado di «entrare in gioco e spassarsela».
E con buona pace dei profeti del «libero mercato», che continuano a mettere in guardia dal pericolo che sia lo Stato a decidere chi vince e chi perde, possiamo dire che sono state le politiche del governo americano a gettare le basi per gli strumenti che hanno consentito alla Apple di diventare protagonista in uno dei settori high-tech piu’ dinamici del XXI secolo.

Info:
https://www.anobii.com/books/Lo_Stato_innovatore/9788858113332/01b596b6e85e38699c
https://www.pandorarivista.it/articoli/lo-stato-innovatore-di-mariana-mazzucato/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/lo-stato-innovatore/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858113332