Stato/Crouch

Colin Crouch – Il potere dei giganti. Perche’ la crisi non ha sconfitto il neoliberismo – Laterza

Primo [fattore] e’ la tendenza crescente dei governi a subappaltare molte delle loro attivita’ a imprese private, che si trovano cosi’ coinvolte nella definizione di politiche pubbliche. Il secondo e’ lo sviluppo della cosiddetta “responsabilita’ sociale dell’impresa”, un processo in base al quale le aziende si assumono compiti che vanno al di la’ della loro pura attivita’ economica, trovandosi, ancora una volta, a fare politiche pubbliche.
Il terzo fattore e’ quello che abbiamo segnalato all’inizio: la crisi finanziaria degli anni 2008-2009 non ha minimamente messo in discussione il ruolo dei giganti aziendali, specialmente finanziari, nella societa’ contemporanea, ma piuttosto non ha fatto altro che accrescerne il potere.

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2013/09/colin-crouch-il-potere-dei-giganti.html
https://tramedoro.eu/?p=2447
https:/www.pandorarivista.it/articoli/disuguaglianze-intervista-colin-crouch/

Europa/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia. Dalla cittadinanza alla dittatura elettorale – Feltrinelli (2018)

A seguito del crack finanziario del 2008, i paesi sudeuropei erano sull’orlo del fallimento.
Tuttavia, facendo parte dell’eurozona, non potevano né svalutare la moneta né dichiararsi insolventi.
La contrazione dell’economia e’ durata quasi dieci anni.
I tassi di disoccupazione si sono impennati. E’ diventato sempre piu’ chiaro che alcune delle istituzioni piu’ importanti dell’Ue non erano sostenibili nella loro forma attuale.
Per evitare che la crisi dell’euro si ripresenti alla prossima recessione, il continente deve o eliminare la moneta unica o compiere un grande passo, per quanto impopolare, verso una maggiore integrazione politica.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/

Finanziarizzazione/Harvey

David Harvey – Breve storia del neoliberismo – il Saggiatore (2007)

Sempre piu’ libera dalle limitazioni poste da regolamentazioni e barriere che fino ad allora avevano delimitato il suo campo d’azione, l’attivita’ finanziaria poteva prosperare come mai prima di allora, pressoche’ ovunque.
Nei servizi finanziari un’ondata di innovazioni produsse non solo interconnessioni molto sofisticate a livello globale, ma anche nuovi tipi di mercati finanziari, basati su securitizzazioni derivati e tutti i tipi di scambio di futures.
In breve, la neoliberalizzazione ha significato la finanziarizzazione dell’economia, rafforzando l’influenza della finanza su tutte le altre aree economiche, oltre che sull’apparato dello Stato.

Info:
https://www.anobii.com/books/Breve_storia_del_neoliberismo/9788842813767/018355f59cc01714a4
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12763-jason-hickel-breve-storia-del-neoliberismo-con-alcuni-antidoti.html

Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Centri commerciali grandi come paesi, multisala cinematografici per emozionanti visioni tridimensionali, sale bingo dotate di ogni comfort dove giocare e scommettere.
Le cittadelle dello svago e del divertimento, la nuova agora’ del passatempo consumistico, sono la nuova frontiera degli investimenti: un crocevia dove si intrecciano i capitalisti del mattone e quelli dei servizi avanzati. […]
I villaggi turistici sono diventati le chiese laiche del divertimento, aperte ai credenti di ogni razza, fede ed eta’.
Il modello e’ stato copiato e duplicato, tanto che oggi, oltre alle societa’ che gestiscono le reti dei villaggi, esiste anche la florida realta’ delle crociere, una forma mobile del centro turistico, una variante del villaggio, che da stanziale diventa itinerante, un paese della cuccagna in navigazione. Le fortezze recintate per le vacanze spensierate si isolano dal mondo reale, dando maggiore forza all’idea di «utopia concreta e realistica» che realizzano.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo – Feltrinelli (2014)

Quello che il capitale ha appreso e’ che poteva creare la base della sua stessa riproduzione […] attraverso l’uso sistematico e continuo della capacita’ lavorativa per produrre un’eccedenza, oltre a quello di cui il lavoratore aveva bisogno per sopravvivere secondo un dato standard di vita.
Questa eccedenza e’ alla radice del profitto monetario.
La cosa notevole di questo sistema e’ che non sembra basato su truffa, furto, rapina o espropriazione perche’ i lavoratori possono essere pagati secondo il loro valore di mercato “corretto” (il “prezzo corrente”) ma lavorando possono generare il plusvalore di cui il capitale ha bisogno per sopravvivere.
La “correttezza” si basa sull’idea che i lavoratori abbiano un diritto di proprieta’ privata individualizzato sulla loro capacita’ lavorativa che possono fornire al capitale come merce (una merce che per il capitale ha il valore d’uso di poter produrre valore e plusvalore) e che sono “liberi” di cedere quella capacita’ lavorativa a chiunque vogliano.
Ovviamente e’ molto comodo per il capitale che i lavoratori siano “liberati” da qualsiasi accesso alla terra o anche da qualsiasi mezzo di produzione: cosi’ non hanno alcuna alternativa se non vendere la loro forza lavoro per poter vivere […]
I lavoratori, per farla breve, debbono aggiungere piu’ valore di quello che ricevono, perche’ il capitale possa essere creato e riprodotto. Il capitale intasca il valore aggiunto come profitto e puo’ immagazzinare quel valore aggiunto in una crescente concentrazione di potere monetario.

Info:
https://www.anobii.com/books/Diciassette_contraddizioni_e_la_fine_del_capitalismo/9788807105098/01fd0894dd446aabd4
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/3569-david-harvey-qdiciassette-contraddizioni-e-la-fine-del-capitalismoq.html

Economia di mercato/Chang

Ha-Joon Chang – 23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo – il Saggiatore (2012)

Per costruire una fabbrica ci vogliono mesi, se non anni, mentre per accumulare il know how tecnologico e organizzativo per una societa’ di livello mondiale servono decenni.
Le attivita’ finanziarie, invece, possono essere movimentate e riorganizzate in minuti, se non secondi. Questo estremo divario ha creato grossi problemi, perche’ il capitale finanziario e’ «impaziente» e alla ricerca di guadagni di breve periodo.
Nel breve periodo questo crea instabilita’ economica, perche’ il capitale liquido si muove per il mondo in tempi molto brevi e in modi «irrazionali» […]
La cosa piu’ grave e’ che, nel lungo periodo, cio’ porta a una debole crescita di produttivita’, perche’ gli investimenti di lungo periodo vengono tagliati per soddisfare il capitale impaziente.

Info:
https://www.anobii.com/books/23_cose_che_non_ti_hanno_mai_detto_sul_capitalismo/9788842817765/012bbaa6060194138a
http://www.mangialibri.com/libri/23-cose-che-non-ti-hanno-mai-detto-sul-capitalismo

Finanziarizzazione/Jha

Prem Shankar Jha – Il caos prossimo venturo – Neri Pozza (2007)

La crescente attenzione per le plusvalenze ha mutato radicalmente il modo in cui vengono valutati i risultati aziendali.
I tradizionali indicatori di solidita’ di un’azienda, come il ritorno sul capitale investito, l’entita’ degli accantonamenti aziendali, il rapporto tra attivi e passivi, i piani di  espansione e modernizzazione e la quota di mercato sono stati sostituiti dal singolare concetto di shareholder value (valore per l’azionista), ossia la capitalizzazione di mercato.

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_caos_prossimo_venturo/9788854501614/0116bf78de66ec23c1
http://tempofertile.blogspot.com/2017/06/prem-shankar-yha-il-caos-prossimo.html

Capitalismo/Crouch

Colin Crouch – Il potere dei giganti. Perche’ la crisi non ha sconfitto il neoliberismo – Laterza (2014)

Perche’ le banche si sono rivolte ai governi chiedendo di salvarle con somme di denaro ingenti, se gli stessi governi asseriscono di essere molto meno efficienti delle imprese sul mercato, e di dover ridurre al minimo i propri interventi sul mercato?
E perche’ i governi hanno accettato le richieste delle banche?
E’ vero o no che le grandi banche sono “troppo grandi per fallire”, e che quando hanno problemi i governi e i contribuenti devono correre in loro aiuto?
Se e’ vero, non significa forse ammettere che il funzionamento del mercato va incontro a limiti molto seri, e che il neoliberismo vacilla nei suoi presupposti di fondo?

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2013/09/colin-crouch-il-potere-dei-giganti.html
https://tramedoro.eu/?p=2447
https:/www.pandorarivista.it/articoli/disuguaglianze-intervista-colin-crouch/

Economia di mercato/Mathieu

Vittorio Mathieu – Filosofia del denaro. Dopo la morte di Keynes – Armando (1985)

Il valore del denaro: ovvero quella ricchezza di cui il denaro e’ “deposito”.
Il denaro, poiche’ comanda un servizio (ancora indeterminato), e’ lavoro potenziale, capacita’ di ottenere prestazioni.
La ricchezza e’ capacita’ di far lavorare, ottenendo da altri prestazioni ancora da determinare. A differenza di un contratto, in cui il firmatario si impegna a una prestazione determinata, il denaro rende il suo possessore beneficiario di prestazioni che si sa, bene o male, a quanto ammonteranno, ma non si sa in che cosa consistano, né da chi saranno fornite. Tuttavia il denaro ha valore perche’ questa strana obbligazione esiste: se nessuno si presentasse a farvi fronte, il mio denaro potrei buttarlo via.
Il denaro e’ misura di ogni valore, cioe’ di ogni ricchezza, perche’ e’ capacita’ di far lavorare altri per convenienza.

Stato/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione.Come salvare l’Europa dall’Unione europea – Laterza (2015)

Anche se si sente spesso affermare che la democrazia, a differenza dell’economia, puo’ essere gestita soltanto dagli Stati nazionali con i loro ‘demoni’ cristallizzati e con sistemi di rappresentanza funzionali, il modello di democrazia rappresentativa incentrato sullo Stato, con la sua dipendenza formale da parlamenti, partiti ed elezioni, non funziona ed e’ sempre piu’ impopolare.
La fiducia pubblica nei parlamenti e nei  parlamentari e’ minima l’adesione ai partiti politici e’ in drastico calo, mentre aumenta l’eta’ media dei tesserati […]
Gli elettori possono ancora scegliere liberamente i propri rappresentanti, ma questi ultimi non sono liberi di dare un nuovo corso alle politiche del loro paese […].
Non sorprende dunque che si stia sviluppando una rappresentanza democratica extrastatale, all’interno e intorno a vari gruppi di interesse e di pressione, nel luogo di lavoro o in ambito aziendale, fra i movimenti sociali, le associazioni e i gruppi di sostegno.
Anche le comunita’ locali stanno diventando importanti attori democratici. Le elezioni delle assemblee regionali in Catalogna o in Lombardia per molti cittadini oggi contano molto piu’ delle elezioni parlamentari nazionali. Esponenti politici di spicco si candidano a sindaco in grandi citta’ come Parigi, Londra o Varsavia. Anche le elezioni, i partiti e i parlamenti – i pilastri della democrazia incentrata sullo Stato – stanno diventando meno essenziali per il funzionamento della democrazia.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97