Societa’/Allievi

Governare le migrazioni. Si deve, si puo’ – Stefano Allievi – Laterza (2023)

Oggi [in Italia] abbiamo piu’ figli che si prendono cura dei genitori che non genitori che si prendono cura dei propri figli.
Per dirla un po’ piu’ brutalmente: il giro d’affari dei pannoloni sta superando quello dei pannolini, come gia’ accaduto in Giappone.
La percentuale di popolazione attiva e’ in calo costante: oggi – come certifica l’Istat – abbiamo 3 lavoratori attivi ogni 2 non attivi.
Forse gia’ nel 2045, in assenza di cambiamenti significativi (e, anzi, probabilmente prima, anche a seguito delle misure nel frattempo adottate che favoriscono l’ingresso anticipato nell’eta’ pensionabile), la percentuale sara’ di 1 a 1.
L’eta’ mediana (quella al di sotto della quale ricade oltre la meta’ della popolazione) e’ gia’ oggi la piu’ alta d’Europa: 45 anni. Ma sara’ di 52,2 anni gia’ nel 2025.
Domani, praticamente.
E non nascono più bambini […]
Siamo in recessione demografica, quindi. E la recessione demografica porta quasi sempre con se’ il rischio della recessione economica.
Un paese dove non si nasce, muore.
Altrove invece (in Africa, per esempio, proprio di fronte alle nostre coste, sull’altra riva del Mediterraneo) la popolazione sta ancora crescendo, i giovani in eta’ lavorativa sono molti e disponibili a muoversi, e gli under 15 rappresentano oltre il 40% della popolazione.
L’immigrazione si inserisce in questo contesto.

Info:
https://www.ilfoglio.it/politica/2023/09/18/news/come-governare-le-migrazioni-numeri-analisi-e-idee-senza-ideologie-5685499/
https://stefanoallievi.it/articoli/governare-le-migrazioni-non-le-ong/

https://www.neodemos.info/2019/10/29/il-dovere-di-governare-le-migrazioni/

Stato/Mattei

L’economia è politica – Clara E. Mattei – Fuori- scena (2023)

E’ necessario oltrepassare la barriera dei tecnicismi per capire il profondo classismo che e’ insito nelle operazioni di austerita’ monetaria.
La moneta di una nazione e’ forte quando il bilancio dei pagamenti e’ favorevole, ossia quando le esportazioni sono superiori alle importazioni.
Maggiori esportazioni garantiscono un’elevata domanda per la propria moneta e anche maggiori riserve auree che le conferiscono stabilita’.
Per ottenere il pareggio di bilancio, occorre sopprimere il consumo interno, cioe’ inasprire le misure di austerita’ fiscale: minore spesa sociale dello Stato che a sua volta garantira’ minore spesa delle classi popolari […]
Non e’ finita qui. Per raggiungere l’equilibrio della bilancia commerciale, oltre a diminuire le importazioni, occorre anche incrementare le esportazioni. Piu’ export si ottiene aumentando la «competitivita’ delle industrie nazionali», espressione che leggiamo spesso sui giornali […]
Per poter vendere a prezzi inferiori sul mercato internazionale, specialmente quando la valuta e’ piu’ forte, lo Stato deve garantire un tasso di sfruttamento piu’ alto. A questo punto entra in campo quella che chiamo «austerita’ industriale» perche’ sottende tutte le politiche economiche che i governi attuano per modellare i rapporti di produzione a discapito dei lavoratori.

Info:
https://www.pde.it/un-libro-al-giorno/leconomia-e-politica-clara-mattei-fuoriscena/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/15/davvero-le-scelte-economiche-sono-neutrali-e-inevitabili-no-e-un-luogo-comune-il-libro-di-clara-mattei-spiega-che-in-realta-e-tutta-politica/7354313/
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/11/13/leconomia-e-politica-parole-antiche-per-conflitti-del-futuro/7351420/
https://www.sinistrainrete.info/politica-economica/28826-francesco-tucci-ripoliticizzare-l-economia.html

Societa’/Allievi

Governare le migrazioni. Si deve, si puo’ – Stefano Allievi -Laterza (2023)

Gli immigrati regolari rappresentano l’8,5% della popolazione italiana (diventano un paio di punti percentuali in piu’ se calcoliamo che negli ultimi dieci anni – prima del 2013 i ritmi di acquisizione erano molto piu’ bassi – oltre un milione e trecentomila stranieri ha ottenuto la cittadinanza italiana): per oltre la meta’ europei (anche se non sembrerebbe, a osservare il dibattito sul tema, tutto incentrato sugli sbarchi e sulle popolazioni subsahariane).
Parliamo di quasi 6 milioni di persone, in gran parte lavoratori (il tasso di occupazione e’ piu’ alto che tra gli italiani).
Tra loro, 1.300.000 minori (oltre 800.000 presenti nelle nostre scuole), quasi un milione dei quali nato in Italia, anche se in maggioranza senza cittadinanza.
A fronte di questi numeri, gli sbarcati, che hanno monopolizzato l’attenzione delle forze politiche e il dibattito mediatico, sono stati, secondo i dati forniti dallo stesso Ministero dell’Interno, 119.000 nel 2017, 23.000 nel 2018, 11.000 nel 2019, 34.000 nel 2020, oltre 67.000 nel 2021, 105.000 nel 2022, e sono quasi 76.000 nell’ultima statistica disponibile al momento in cui scrivo, aggiornata al 15 luglio 2023, quindi per meta’ anno.

Info:
https://www.ilfoglio.it/politica/2023/09/18/news/come-governare-le-migrazioni-numeri-analisi-e-idee-senza-ideologie-5685499/
https://stefanoallievi.it/articoli/governare-le-migrazioni-non-le-ong/

https://www.neodemos.info/2019/10/29/il-dovere-di-governare-le-migrazioni/

Stato/Armao

Capitalismo di sangue. A chi conviene la guerra – Fabio Armao – Laterza (2024)

La mercatizzazione della politica – questo l’effetto dell’affermarsi del neoliberismo – prevede una serie di innovazioni correlate tra loro:
– partiti sempre piu’ leggeri, privi di cospicui apparati locali permanenti, ridotti in sostanza a poco piu’ che comitati elettorali che si mobilitano sul territorio in prossimita’ delle elezioni […]
– la presenza di leader carismatici ai quali, tuttavia, non si chiede come nel secolo scorso di farsi interpreti presso i propri seguaci di un modello di societa’ quanto, piuttosto, di vendere un marchio alle masse di potenziali elettori: il simbolo della propria lista […]
– l’uso massiccio della pubblicita’, più che della propaganda in senso stretto, il messaggio ideale essendo ormai diventato un tweet seguito da un like […]
– l’adozione del populismo come standard di messaggio politico, semplice e facilmente spendibile proprio perche’, facendo riferimento a una comunita’ indefinita (la gente comune, non la classe operaia o la borghesia), permette a chiunque di sentirsene parte […]
– la mercificazione delle masse, da intendere come un’evoluzione della semplice manipolazione. Adesso, infatti, non si limita a spacciare loro un messaggio falso o, quantomeno, distorto dalla propaganda nel tentativo, comunque, di coinvolgerle poi direttamente […]
Le conseguenze della mercatizzazione della politica sono da tempo evidenti e vanno dalla volatilita’ del voto – lo spostamento frequente e massiccio delle preferenze da un partito all’altro – al drammatico aumento dell’astensionismo.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/IL_FATTO_QUOTIDIANO_27012024.pdf
https://www.micromega.net/author/fabio-armao/ 

https://www.globalist.it/culture/2024/03/25/capitalismo-di-sangue-analisi-su-conflitti-globali-e-crisi-economica/

Societa’/de Benoist

I demoni del bene. Dal nuovo ordine morale all’ideologia di genere – Alain de Benoist – Controcorrente (2015)

Si constata anche una febbrile attivita’ mirante a sostituire con un rapporto orizzontale tutto cio’ che, in precedenza, aveva un carattere verticale.
A cominciare dalle relazioni genitori-figli che, avendo abbandonato ogni rapporto d’autorita’, si basano ormai sulla seduzione (il bambino diventa un «partner»).
«Il problema», dice il pediatra Aldo Naouri, «e’ che la seduzione e’ tutto il contrario dell’educazione».
Quando gli si apre la strada della contrattazione, il bambino comprende infatti che si e’ pronti a dargli delle spiegazioni, il che lo rafforza nell’illusione della sua onnipotenza e nel suo egocentrismo.
Il terrore di «traumatizzare» i bambini, aggiunge Naouri, non e’ che un comodo alibi della pigrizia dei genitori e del loro sfrenato desiderio di piacere ai loro bambini.
La societa’ in cui il bambino e’ re fabbrica degli adulti tanto dispotici quanto incompiuti […]
Poiche’ si presume che i genitori abbiano sempre torto, sono i bambini, consumatori e prescrittori n. 1 di merci – oggi, piu’ della meta’ delle decisioni di acquisto in famiglia sono prese dai bambini – ad assumere il potere.
La modernita’ ha promosso il matrimonio d’amore e l’idea che bisogna «fare tutto per i propri figli».
Grande novita’ in una cultura in cui si riteneva, tradizionalmente, che le relazioni erotiche non avessero granche’ a che vedere con il conjugo e che spettava ai genitori attendersi qualcosa dai loro figli, piuttosto che il contrario. Oggi, un professore citato in giudizio per aver dato uno schiaffo a un alunno insolente raccoglie 60.000 firme in suo favore, ma e’ lui, e non l’alunno che l’aveva ingiuriato, a incorrere in una pena detentiva.

Info:
https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/01/22/news/i-banali-demoni-del-bene-51782/
https://www.barbadillo.it/38725-libri-i-demoni-del-bene-di-de-benoist-critica-al-pensiero-unico-e-al-gender/

https://ilmangiacarte.wordpress.com/2021/05/20/demoni-del-bene/
https://ilpensierostorico.com/de-benoist-demoni-del-bene/

Geen New Deal/Feltri

10 rivoluzioni nell’economia globale (che in Italia ci stiamo perdendo) – Stefano Feltri – Utet (2024)

Qual e’ l’ultima persona al mondo a cui affidare la gestione di un negoziato sulla crisi climatica e l’uscita dall’economia delle fonti fossili? L’amministratore delegato di una compagnia petrolifera di uno stato che vive di esportazione di petrolio.
E invece a preparare la conferenza annuale sul cambiamento climatico dell’ONU numero ventotto, a Dubai, e’ stato proprio Sultan Al-Jaber che guida l’azienda di energie rinnovabili Masdar, specializzata in tecnologie solari ed eoliche a zero emissioni, ma dirige anche la ben piu’ importante ADNOC, cioè la compagnia di stato degli Emirati Arabi Uniti che prevede di investire 150 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni nel suo business principale: il petrolio […]
Basta guardare i numeri per capire la bizzarria della scelta di mettersi nelle mani degli Emirati: a inizio anni duemila, gli Emirati producevano circa 2,2 milioni di barili di petrolio al giorno. Nel 2024 la produzione stimata e’ di circa 3,2 milioni, un aumento del cinquanta per cento nel ventennio durante il quale il resto del mondo ha preso consapevolezza della crisi climatica e della necessita’ di ridurre le emissioni di anidride carbonica che contribuiscono a far salire la temperatura […]
All’inizio dei negoziati della Conferenza, a dicembre 2023, documenti riservati rivelati dal Centre for Climate Reporting e dalla BBC, hanno confermato che gli Emirati e Al-Jaber volevano usare il vertice sul clima come occasione per fare accordi per nuovi investimenti petroliferi, per esempio in Brasile. E poi ancora operazioni sul gas naturale liquefatto in Mozambico, Canada e Australia. Investimenti della ADNOC, cioe’ l’azienda nazionale guidata proprio da Al-Jaber.

Info:
https://www.startmag.it/mondo/feltri-economia/
https://appunti.substack.com/p/dieci-rivoluzioni

https://www.settimananews.it/libri-film/raccontare-il-cambiamento/

Stato/Dardot

La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista. Nuova edizione – Pierre Dardot, Christian Laval – Derive Approdi (2019)

La buona governance e’ quella che rispetta le condizioni di gestione stabilite dai Programmi di aggiustamento strutturale, e in primo luogo l’apertura ai flussi commerciali e finanziari, ed e’ dunque strettamente legata ad una politica di integrazione nel mercato mondiale.
Cosi’ si sostituisce gradualmente alla categoria desueta e svalutata di «sovranita’». Uno Stato non dovra’ piu’ essere giudicato in base alla capacita’ di assicurare la sua sovranita’ su un territorio (come nella concezione occidentale classica), ma in base al rispetto delle norme giuridiche e della «buona prassi» economica della governance.
La governance degli Stati modella su quella dell’impresa una sua caratteristica fondamentale. Come i manager delle imprese sono stati sottoposti alla sorveglianza degli azionisti nel quadro della corporate governance a dominante finanziaria, cosi’ i dirigenti degli Stati sono sottoposti al controllo della comunita’ finanziaria internazionale, di organismi specializzati, di agenzie di rating […]
Sono i creditori del paese e gli investitori esteri che giudicano la qualita’ dell’azione pubblica, ovvero della conformita’ ai loro interessi finanziari.
Se gli investitori stranieri rispettano le regole della corporate governance, si aspettano che i dirigenti locali adottino da parte loro le regole della state governance.
Quest’ultima consiste nel mettere gli Stati sotto il controllo di una serie di organismi sovragovernativi e privati, i quali determinano gli obiettivi e i mezzi della politica da portare avanti. Sotto questo aspetto, gli Stati sono considerati «unita’ produttive» come le altre, in una vasta rete di poteri politico-economici sottoposti a norme simili.
La governance e’ stata spesso descritta come la nuova modalita’ di esercizio del potere, che coinvolge istituzioni pubbliche e giuridiche internazionali e nazionali, associazioni, Chiese, imprese, think thanks, universita’ […]
L’impresa, con l’appoggio degli Stati locali, diviene uno dei fondamenti dell’organizzazione della governance dell’economia mondiale. A governare l’agenda dello Stato sono ormai gli imperativi, le urgenze e le logiche delle aziende private.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-nuova-ragione-del-mondo-di-pierre-dardot-e-christian-laval/
https://ilmanifesto.it/la-trappola-del-capitale-umano
https://www.dianoia.it/public/rcs/rcs_21_34.pdf
htps://www.leparoleelecose.it/?p=13014

Societa’/Bottini

Il lavoro del lavoro – Aldo Bottini, Alberto Orioli – Il Sole 24 Ore (2023)

In alcune serie Tv, soprattutto in quelle che vedono protagonisti i team investigativi, c’e’ spesso, tra i protagonisti, una persona disabile ma abilissima al computer, addetta alla ricerca informatica e sovente risolutrice, in sequenze al cardiopalma, delle situazioni piu’ difficili; poi ci sono agenti, detective o analisti appartenenti al mondo Lgbt+ le cui vicissitudini familiar-sessuali intervallano il racconto delle loro gesta sul campo ne’ piu’ ne’ meno come accade per i loro colleghi etero […]
In definitiva, e’ il portato ideale della cultura della diversity e dell’inclusione, nata negli anni ’80 tra Usa e Canada, e approdata con non poco ritardo anche in Europa e da noi in Italia.
Oggi molte aziende hanno il diversity e inclusion manager: dati alla mano – pre-pandemia – si stima che nel 2019 oltre un quinto delle imprese (il 20,7%, pari a oltre 5.700 unita’) abbia adottato almeno una misura non obbligatoria per legge con l’obiettivo di gestire e valorizzare le diversita’ tra i lavoratori legate a genere, eta’, cittadinanza, nazionalita’ e/o etnia, convinzioni religiose o disabilita’.
E’ coinvolto il 34% delle imprese di grandi dimensioni (con almeno 500 dipendenti) e il 19,8% delle imprese piu’ piccole (50-499 dipendenti) […]
L’obiettivo principale delle azioni di diversity management e’ quello di migliorare al massimo l’ambiente lavorativo eliminando innanzitutto forme di discriminazione, molestie o intimidazioni […]
Gran parte del lavoro e’ volto anche a superare pregiudizi, a stabilire un linguaggio che eviti settarismi o stereotipi, a evitare errori di percezione e di valutazione che possano danneggiare i buoni rapporti interni all’impresa e il clima lavorativo. Obiettivo finale: la pace sociale e una sorta di ricerca della felicita’ aziendale come paradigma gestionale che diventa precondizione per migliorare al massimo la reputazione del marchio e attrarre talenti […] Con la consapevolezza che ogni azione di ottimizzazione interna ha una proiezione all’esterno e contribuisce a configurare l’immagine dell’azienda e dei suoi marchi presso gli stakeholder e soprattutto presso i consumatori.
E quindi da un’idea di onere si passa a una prospettiva di opportunita’. La vigilanza dei social media e della comunita’ della rete diventa molto rilevante ai fini della valutazione di queste azioni e aumenta il valore dei programmi sul diversity e inclusion management.

Info:
https://www.ilsole24ore.com/art/il-lavoro-lavoro-AEtnOaWD
https://www.ilriformista.it/il-lavoro-del-lavoro-dallo-smart-working-ai-rider-il-libro-guida-per-non-cadere-nella-trappola-tra-nostalgia-e-cambiamento-360872/

Green New Deal/Chomsky

Minuti contati: Crisi climatica e Green New Deal globale – Noam Chomsky, Robert Pollin – Ponte alle Grazie (2020)

I metodi convenzionali dell’agricoltura industriale dipendono largamente dal ricorso a fertilizzanti sintetici, irrigazione, pesticidi ed erbicidi.
L’utilizzo del solo fertilizzante azotato e’ aumentato dell’800% in sessant’anni, tra il 1961 e il 2019. Nello stesso periodo, questa pratica agricola ha contribuito in modo significativo all’aumento del 30% della disponibilita’ alimentare pro capite a livello globale.
A differenza di queste pratiche agricole industriali, l’agricoltura biologica si basa sulla rotazione delle colture, sulla fertilizzazione del suolo con il concime animale e il compostaggio, e sul controllo biologico dei parassiti. Piu’ specificamente, si piantano legumi che fissano l’azoto nel terreno (anziche’ ricorrere all’ammoniaca per migliorare il tenore di azoto), si privilegia il ricorso ai predatori naturali di insetti (anziche’ ai pesticidi sintetici), si ruotano le colture per disorientare i parassiti e rinnovare il suolo, e si utilizzano sostanze naturali per tenere sotto controllo le malattie e gli infestanti.
L’impronta di carbonio dell’agricoltura biologica e’ minima, in quanto non dipende dall’utilizzo di fertilizzanti a base di ammoniaca o da altri prodotti derivati da combustibili fossili […]
In linea generale, e’ ragionevole pensare che per soddisfare il fabbisogno alimentare mondiale con metodi di coltivazione biologici occorrera’ piu’ terra. Cio’, a sua volta, rafforza la necessita’ di abbandonare l’attuale utilizzo prevalente dei terreni agricoli in tutto il mondo a scopo di allevamento del bestiame.
Se il mondo dovra’ abbandonare l’agricoltura industriale per passare all’agricoltura biologica, con quel che ne consegue in termini di pressione sull’uso dei suoli, sara’ necessario ridurre in modo significativo la quantita’ di generi alimentari che vengono coltivati ma poi sprecati. Secondo le stime, tra il 35 e il 50% del cibo prodotto a livello globale viene scartato, degradato o consumato dai parassiti invece di essere mangiato.
I paesi in via di sviluppo in genere perdono piu’ del 40% del cibo dopo il raccolto o durante la lavorazione, a causa di infrastrutture di stoccaggio e trasporto inadeguate. Nei paesi ad alto reddito, pur non riscontrandosi questo spreco di cibo a livello di produzione, si stima che piu’ del 40% del cibo viene sprecato a livello di distribuzione e consumo al dettaglio. Ne e’ testimonianza la grande quantita’ di cibo che avanza nei ristoranti o che viene gettato nel cassonetto della spazzatura nelle residenze domestiche.

Info:
https://lecopost.it/cultura-sostenibile/minuti-contati/
https://duels.it/industria-culturale/con-minuti-contati-noam-chomsky-e-robert-pollin-ci-avvertono-il-nostro-tempo-sta-per-scadere/

https://politicaassociazione.it/dati/8/chomsky-minuti-contati.pdf
https://www.sololibri.net/Minuti-contati-Chomsky-Pollin.html

Stato/Gorz

Ecologia e libertà – André Gorz – Orthotes (2015)

Se le persone non cantano piu’ ma acquistano milioni di dischi in cui dei professionisti cantano per loro; se non sanno piu’ come mangiare ma pagano medici e industrie farmaceutiche per farsi curare dagli effetti di un’alimentazione malsana; se non sanno piu’ crescere i propri figli ma noleggiano educatrici munite di ‘diploma di Stato’; se non sanno aggiustare ne’ una radio ne’ un rubinetto, curare una slogatura o guarire senza medicinali da un’influenza, coltivare l’insalata ecc., tutto questo accade perchw’ la Scuola ha una missione inconfessata: fornire alle industrie, al commercio, alle professioni e allo Stato lavoratori, consumatori, clienti e utenti fatti su misura.
La funzione istituzionale della Scuola e’ quella di prolungare e avvalorare – non certo di contrastare o correggere – l’azione disintegratrice, regressiva, deculturizzante della societa’ e dello Stato […]
La ragione per cui essa e’ cio’ che e’ deriva dal fatto che la Scuola partecipa attivamente al processo generale di espulsione di sapere, cultura ed autonomia dal lavoro, dal rapporto che gli uomini intrattengono tra loro e con la natura, dallo spazio abitato e dal tempo di non-lavoro […]
La distruzione delle capacita’ autonome si inscrive dunque in un processo – pianificato o meno che sia – che tende ad assicurare al capitale (o allo Stato quando vi subentra) il dominio sul lavoratore sia nel lavoro che nel consumo. Mettendo i lavoratori nell’impossibilita’ di produrre alcunche’, sia in famiglia sia in gruppi allargati, di quel che consumano o desiderano, il capitale (o lo Stato) li costringe a soddisfare la totalita’ dei loro bisogni attraverso il consumo di merci (cioe’ tramite l’acquisto di beni e servizi prodotti istituzionalmente); allo stesso tempo, esso si assicura il controllo di questo consumo.Questa distruzione delle capacita’ autonome, cosi’ come la tendenza all’uniformita’ culturale che ne discende, si accompagna necessariamente ad una distruzione della societa’ civile da parte dello Stato.

Info:

https://www.orthotes.com/wp-content/uploads/2020/03/gorz-avallone-manitesto-29-09-2015.pdf
https://www.orthotes.com/wp-content/uploads/2020/03/gorz-fadini-iride17-11-2016.pdf
https://www.orthotes.com/wp-content/uploads/2020/03/gorz-musolino-commonware-12-10-2015.pdf
https://www.rivistadiscienzesociali.it/andre-gorz-ecologia-e-liberta-recensione-di-giovanni-coppolino-bille/
https://materialismostorico.blogspot.com/2015/09/ripubblicato-ecologia-e-liberta-di.html
https://ilmanifesto.it/dentro-i-limiti-naturali-del-profitto