Stato/Crouch

Colin Crouch – Postdemocrazia – Laterza (2009)

Il welfare state diventa poco a poco residuale, destinato al povero bisognoso piuttosto che parte dei diritti universali della cittadinanza; i sindacati vengono relegati ai margini della societa’; torna in auge il ruolo dello Stato come poliziotto e carceriere; cresce il divario tra ricchi e poveri; la tassazione serve meno alla redistribuzione del reddito; i politici rispondono in prima istanza alle esigenze di un pugno di imprenditori ai quali si consente di tradurre i propri interessi particolari in linee di condotta politica generali; i poveri smettono progressivamente di interessarsi al processo in qualsiasi forma e non vanno neppure a votare.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/postdemocrazia/
https://www.anobii.com/books/Postdemocrazia/9788842076728/01fad7210efb1e685f
https://ilmanifesto.it/il-paradosso-democratico-di-colin-crouch/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842076728

Stato/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione. Come salvare l’Europa dall’Unione europea – Laterza (2015)

I grandi agglomerati […] sono attualmente considerati i piu’ probabili candidati a colmare il vuoto politico e amministrativo creato dalla perdita di potere a livello nazionale.
Sono diventati i maggiori beneficiari del processo di deterritorializzazione messo in moto dalla globalizzazione, dalla digitalizzazione, dalle privatizzazioni e dalla deregolamentazione.
Alcuni esperti parlano gia’ di rivoluzione metropolitana in Europa. Londra, Parigi, Milano e Francoforte non sono soltanto i motori dell’economia europea e i centri nevralgici del commercio e della finanza, ma assumono via via anche funzioni politiche, sociali e culturali tradizionalmente assolte dagli Stati nazionali. Ospitano inoltre attivita’ di gestione globali e sono generatori primari di innovazione tecnologica. Sono anche importanti sedi di emittenti televisive, stazioni radiofoniche e testate giornalistiche, e influenzano le agende politiche e le tendenze culturali.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97

Stato/Bauman

Zygmunt Bauman – Capitalismo parassitario – Laterza (2009)

La sostanza del capitalismo, ricordava Habermas, e’ l’incontro tra capitale e lavoro. Lo scopo di questo incontro e’ una transazione commerciale: il capitale acquista il lavoro.
Per la riuscita di questa transazione vanno soddisfatte due condizioni: il capitale dev’essere in grado di comprare e il lavoro dev’essere «vendibile », cioe’ sufficientemente attraente per il capitale da essere comprato.
Il compito principale (la «legittimazione«) dello Stato capitalista e’ provvedere a che entrambe le condizioni siano soddisfatte.
Lo Stato deve fare dunque due cose. Primo, sovvenzionare il capitale nel caso quest’ultimo rimanga a corto del denaro necessario per acquistare la forza produttiva del lavoro. E secondo, garantire che valga la pena acquistare il lavoro, cioe’ che la manodopera sia in grado di sopportare le fatiche del lavoro di fabbrica, e dunque che sia forte e in buona salute, non malnutrita, e debitamente istruita alle competenze e alle abitudini comportamentali indispensabili per le occupazioni industriali (spese, tutte queste, che gli aspiranti datori di lavoro capitalistici difficilmente potrebbero permettersi: se dovessero sostenerle loro, il costo dell’assunzione di manodopera diventerebbe esorbitante) […] Ma quello che stava avvenendo in realta’ era una transizione dalla societa’ «solida» dei produttori alla societa’ «liquida» dei consumatori. La fonte primaria di accumulazione capitalistica si trasferiva dall’industria al mercato dei consumi. Per mantenere in vita il capitalismo non era piu’ necessario «rimercificare» il capitale e il lavoro per rendere possibile la transazione di compravendita del lavoro: adesso servivano sovvenzioni statali per consentire al capitale di vendere merci e ai consumatori di comprarle.
Il credito era il congegno magico per assolvere (si sperava) a questo doppio compito: e ora possiamo dire che nella fase liquida della modernita’ lo Stato e’ «capitalista » nella misura in cui garantisce la disponibilita’ continua di credito e la capacita’ continua dei consumatori di ottenerlo.

Info:
https://www.anobii.com/books/Capitalismo_parassitario/9788842090984/01abb5bcf2e0394500
http://www.quilibri.eu/ledera-infestante-del-capitalismo-moderno-la-lucida-analisi-di-zygmunt-bauman/

Stato/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalismo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Il modello politico ed economico che si sta affermando a livello internazionale prevede una riduzione del potere statale e il conferimento della sovranita’ ad entita’ sovranazionali, che governano un’area geografica estesa, con un’unica identita’ monetaria.
L’Europa del trattato di  Maastricht, dell’euro e del federalismo, corrisponde come un abito da sartoria a questa matrice, del tutto funzionale a sua volta agli interessi dei nuovi Signori che non sono i vecchi padroni-proprietari della terra, ma che operano con i loro capitali sui mercati e che gestiscono le piattaforme con cui si definiscono i flussi monetari, gli scambi e le transazioni finanziarie.
I titolari e i gestori dei fondi, siano essi sovrani, istituzionali, privati o pensionistici, sono i nuovi Signori. E proprio perché legati ai fondi possono essere definiti la nuova «Signoria Fondiaria», alla quale non rispondono solo i mercati, ma anche i modelli di organizzazione politica, non più statale.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html