Europa/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

L’Italia e’ un altro esempio di come i numeri magici [del Trattato di Maastricht] non funzionano. Per gli ultimi venti anni il deficit di bilancio dell’Italia e’ stato inferiore a quello della Germania, superando raramente il limite del 3% fissato per l’adesione all’euro.
In realta’ l’Italia ha avuto un surplus di bilancio primario fin dal 1991, con la sola eccezione del 2009. E tuttavia l’Italia ha un rapporto debito/PIL elevato e in aumento: 133% nel 2015, molto al di sopra del tetto del 60%.
Il rapporto e’ meno influenzato dal numeratore (il deficit di bilancio) che dalla mancanza d’investimenti pubblici e privati che determinano il denominatore (la crescita del PIL).
Dopo tre anni consecutivi di austerita’, il PIL e’ cresciuto di solo l’1% nel 2015 (0,1% nel 2014, 0,9% nel 2016). (In effetti, gli anni dell’austerità sono stati responsabili di una notevole caduta nel PIL: –2,8% nel 2012, –1,7% nel 2013).
Dunque, perche’ l’economia e’ in fase di stagnazione?
La risposta e’ complicata, ma in parte e’ il risultato di scarsi investimenti in aree che aumentano il PIL, come la formazione professionale, nuova tecnologia e ricerca e sviluppo.
A peggiorare le cose, una stretta prolungata nella spesa pubblica ha indebolito la domanda nell’economia italiana e fatto scendere l’incentivo a investire.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

Europa/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – L’euro. Come una moneta comune minaccia il futuro dell’Europa – Einaudi (2017)

Il mandato della Bce e’ controllare l’inflazione, e non la disoccupazione.
Fintanto che c’e’ inflazione in Europa in generale e in Germania in particolare, non solo la Bce presta scarsa attenzione alla sofferenza dei paesi afflitti da alti livelli di disoccupazione, ma non si preoccupa neppure del tasso medio di disoccupazione […]
Il risultato di una Bce concentrata unicamente sull’inflazione e’ che la crescita e la stabilita’ sono inferiori rispetto alle potenzialita’ della regione, e questo fa sorridere, visto e considerato che il presunto obiettivo del quadro economico dell’eurozona era quello di promuovere la crescita e la stabilita’ […] I principi in voga ai tempi della fondazione dell’eurozona – come per esempio che l’unica cosa di cui una banca centrale dovesse occuparsi era l’inflazione, e che cioì sarebbe bastato a garantire crescita e stabilita’ – sono stati oggi ampiamente sconfessati sia dagli economisti accademici sia dai politici, anche negli ambienti dell’Fmi. Eppure alla Bce queste idee sono scolpite nella pietra e tuttora condivise in molti potentati dell’eurozona.

Info:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/stiglitz-e-possibile-salvare-l-euro/
https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-07-06/stiglitz-italexit-e-l-ultima-spiaggia-l-italia-e-meglio-restare-ma-l-euro-va-riformato-154718.shtml?uuid=AEpvLEIF&refresh_ce=1
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/stiglitz-39-39-39-italia-sufficientemente-grande-ha-176313.htm

 

Europa/Ferguson

Niall Ferguson – Il grande declino. Come crollano le istituzioni e muoiono le economie – Mondadori (2013)

Cio’ che non va […] sono proprio quelli che una volta erano i quattro pilastri delle societa’ dell’Europa occidentale e dell’America del Nord – il governo rappresentativo, il libero mercato, il governo della legge e la societa’ civile – e che a partire dal XVI secolo sono stati il vero volano dell’espansione e dell’egemonia mondiale dell’Occidente, intaccati oggi da meccanismi degenerativi che li stanno sgretolando […] Sulla prima sta scritto «democrazia».
Sulla seconda, «capitalismo».
Sulla terza, «rule of law» (regola o governo della legge).
Sulla quarta, «societa’ civile ».
Insieme, costituiscono le componenti fondamentali della nostra civilta’.

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_grande_declino/010fe0a2795ac23026
https://www.leggereacolori.com/letti-e-recensiti/libri-mondadori/recensione-di-il-grande-declino-di-niall-ferguson/
http://lanostrastoria.corriere.it/2013/10/28/niall-ferguson-loccidente-in-declino-riscopra-le-virtu-antiche/?refresh_ce-cp

Europa/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione. Come salvare l’Europa dall’Unione Europea – Laterza (2015)

Per l’intera durata della crisi, Berlino ha agito pensando ai cittadini tedeschi non a quelli europei, dipingendo le proprie politiche come virtuose e quelle altrui come difettose.
La maggior parte degli europei non vuole prendere lezioni dai tedeschi in tema di moralità: vuole vedere la Germania contribuire a far uscire l’Europa dalla crisi – una crisi della quale anche la Germania e’ in parte responsabile.
Come abbiamo visto, la  Germania si e’ rivelata una potenza egemone recalcitrante e poco dotata.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97

Europa/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

I fondi avvoltoio approfittano delle incertezze politiche europee, dell’incapacita’ delle istituzioni comunitarie di darsi una struttura unitaria e armonica in termini fiscali e produttivi. Il Vecchio Continente è paragonabile ad un ammasso di orologi ognuno dei quali segna la sua ora, mentre si cerca di unirli e unificarli sotto l’egida di un mastro orologiaio che fatica a dare un ritmo unico.
Gli stati europei viaggiano a velocità diverse, hanno differenti produttività e perseguono modelli di sviluppo e di welfare contrastanti.
Su questa diversità – che gli spread tra i titoli di stato evidenziano – gli avvoltoi trovano carne da azzannare.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Europa/Cesaratto

Sergio Cesaratto – Chi non rispetta le regole. Itaslia e Germania, le doppie morali dell’euro – Imprimatur (2018)

E’ a mio avviso segno di un grave estremismo ideologico assegnare alla Bce il precipuo obiettivo della stabilita’ dei prezzi.
Invece, la Federal Reserve americana ha anche l’obiettivo della piena occupazione, come si conviene a una vera democrazia in cui i cittadini votano per la politica  economica che preferiscono sulla base di quale dei due obiettivi, inflazione o piena occupazione, reputano piu’ importante.
In Europa l’obiettivo della piena occupazione viene delegato alle misure nazionali di flessibilita’ del mercato del lavoro: la deflazione competitiva e’ assurta a pilastro europeo, sul modello del dumping salariale di cui la Germania diede il buon esempio con le riforme Hartz.
Credo che ogni persona colta minimamente avvezza al pensiero keynesiano e alla democrazia sociale non possa che rimanere indignata.

Info:
https://sinistrainrete.info/europa/12212-sergio-cesaratto-chi-non-rispetta-le-regole.html
https://www.anobii.com/books/Chi_non_rispetta_le_regole/9788868307042/01cbbe8b20591e9949

Europa/Jacobs

Michael Jacobs, Mariana Mazzucato – Ripensare il capitalismo – Laterza (2017)

L’Europa soffre di una crescita troppo bassa e di una disoccupazione troppo alta. Vale in particolare, ma non esclusivamente, per i paesi del Sud dell’Eurozona.
Le istituzioni europee, e in particolare la Banca centrale europea, alla fine del 2015 sono riuscite finalmente a riportare sotto controllo le turbolenze finanziarie (anche se la situazione in Grecia potrebbe generare nuova incertezza), ma contro la stagnazione economica la loro azione e’ risultata molto meno efficace.
Non c’e’ nessun segnale che lasci pensare che l’Europa possa tornare a una crescita solida e alla piena occupazione nel prossimo decennio […] Alla radice della stagnazione europea c’e’ una carenza di investimenti e solo con il traino di questi ultimi si potra’ realizzare una ripresa sostenuta (e sostenibile).
Gli investimenti sono necessari per curare i problemi rappresentati dalla carenza di domanda e dalla disoccupazione nel breve periodo, ma anche per introdurre tecnologie innovative e incrementare il prodotto potenziale nel lungo periodo […]
C’e’ bisogno di un approccio a due vie per realizzare un incremento significativo degli investimenti in Europa: la prima e’ utilizzare la Banca europea per gli investimenti (Bei) e le banche per lo sviluppo nazionali per contribuire a catalizzare investimenti privati; l’altra e’ rallentare il ritmo degli sforzi di risanamento dei conti pubblici, per evitare che gli investimenti pubblici continuino a scendere.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/ripensare-capitalismo-mazzucato-jacobs/
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12017-lorenzo-cattani-note-su-ripensare-il-capitalismo-di-m-mazzucato-e-m-jacobs.html
https://www.anobii.com/books/Ripensare_il_capitalismo/9788858127445/0151bee1e81a684e52
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127445

Europa/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione. Come salvare l’Europa dall’Unione Europea – Laterza (2015)

Dopo il fallimento della Lehman Brothers, la Germania ha dichiarato che la garanzia virtuale offerta ad altre istituzioni finanziarie doveva essere fornita da ciascun paese tramite interventi distinti, non dall’Europa nell’ambito di un’azione comune.
Cio’ ha messo a dura prova le economie piu’ fragili dell’eurozona e ha contribuito a far esplodere la crisi dell’euro. Durante la crisi, la Germania ha sempre fatto abbastanza per prevenire il crollo della moneta unica, ma poco per attenuare le differenze strutturali tra le economie piu’ forti e quelle piu’ vulnerabili.
Per esempio, ha acconsentito alla creazione del meccanismo europeo di stabilita’ che prevede l’iniezione diretta di capitali nelle banche, ma i fondi proposti erano inadeguati e soggetti a rigide condizioni. In parole povere, le politiche tedesche miravano piu’ a punire che ad assistere.
Il trattato sul fiscal compact, per esempio, impone sanzioni severe ai paesi che non riducono il debito in eccesso del 5 per cento l’anno. Obbliga inoltre gli Stati membri a condividere i loro piani di bilancio con le istituzioni dell’Unione.
Alcuni critici […] sostengono che i tagli ai bilanci stanno facendo calare la domanda e salire la disoccupazione, indeboliscono la fiducia dei consumatori e frenano la crescita. Una strategia alternativa consisterebbe nel rinunciare al metodo punitivo rigorista e nel sollevare i paesi colpiti dalla crisi dagli oneri eccessivi dei tassi di interesse, che ne ostacolano la crescita.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97

Europa/Calenda

Carlo Calenda – Orizzonti selvaggi. Capire la paura e ritrovare il coraggio – Feltrinelli (2018)

L’Europa ha preso la sua attuale forma istituzionale nel periodo “dell’Occidente trionfante” e anche per questo ne ha seguito la parabola, con effetti amplificati.
Il trattato di Maastricht del ’92, l’adozione dell’euro (1999-2002) e l’allargamento ai paesi dell’Est (2004) hanno rappresentato la fase ascendente; la bocciatura del progetto di costituzione europea (2005), il trattato di Lisbona (2007), la crisi dei debiti sovrani (2010-11), la Brexit (2016) e la crisi migratoria quella discendente.
L’Europa e’ oggi l’anello piu’ debole dell’Occidente.
Priva di un’identita’ – che la sua governance “morbida”, lenta e consensuale prima e l’allargamento poi le hanno impedito di trovare – l’Ue appare oggi inadatta ad affrontare un’epoca di relazioni economiche e politiche dure. Semplicemente l’Unione Europea forse non e’ equipaggiata per stare a galla nel mare agitato dalla paura e dal nazionalismo.

Info:
https://formiche.net/2018/11/orizzonti-selvaggi-recensione-al-libro-carlo-calenda/
https://www.anobii.com/books/Orizzonti_selvaggi/9788807173509/01492fb65e34e746eb

Europa/Ferguson

Niall Ferguson – Il grande declino. Come crollano le istituzioni e muoiono le economie. – Mondadori (2013)

Il Vecchio Continente si presenta diviso da profonde differenze non solo fra Est e Ovest e fra i membri dell’Unione europea. Esistono anche notevoli divari all’interno dei paesi occidentali, tanto che la loro geografia economica sembra una sorta di pelle di leopardo a varie chiazze di diversa intensita’.
Ad alcune zone particolarmente floride o in forte ascesa (come i lander tedeschi di Hassen, della Baviera e del Baden-Wlirttemberg, i dipartimenti francesi del Nord-Pas de Calais, del Rhone-Alpes, dell’Alsazia, e dell’Ile de France, le regioni olandesi del Brabante settentrionale e dell’Overijssel, il circondario londinese e le contee dell’Inghilterra meridionale, i paesi baschi spagnoli e le regioni italiane del nord) fanno da contrappunto parecchie aree marginali talora assai estese (soprattutto in Grecia, Portogallo, Irlanda, nel sud dell’Italia e della Spagna, ma anche in taluni territori francesi e nell’ex Germania orientale). E c’è poi una vasta galassia di regioni in posizione intermedia o in perenne bilico fra i due poli estremi.

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_grande_declino/010fe0a2795ac23026
https://www.leggereacolori.com/letti-e-recensiti/libri-mondadori/recensione-di-il-grande-declino-di-niall-ferguson/
http://lanostrastoria.corriere.it/2013/10/28/niall-ferguson-loccidente-in-declino-riscopra-le-virtu-antiche/?refresh_ce-cp