Capitalismo/Bauman

Zigmunt Bauman – Retrotopia – Laterza (2017)

Siamo stati istruiti e addestrati a considerare i negozi come farmacie traboccanti di medicamenti per curare o almeno alleviare ogni malattia e afflizione della nostra vita individuale e collettiva. I negozi e lo shopping acquisiscono pertanto una vera e piena dimensione escatologica.
I supermercati […] sono diventati le nostre cattedrali; e di conseguenza, mi sia consentito di aggiungere, la lista della spesa e’ diventata il nostro breviario, le processioni nei centri commerciali i nostri pellegrinaggi.
Nulla ci emoziona e ci riempie di entusiasmo come acquistare per impulso e scartare oggetti che non ci piacciono piu’ per sostituirli con altri, piu’ invitanti. La pienezza della gioia del consumo equivale alla pienezza della vita. Compro, ergo sono. Comprare o non comprare, questo e’ il problema.
Per i consumatori senza accesso al mercato, i veri poveri di oggi, il non poter acquistare e’ lo stigma odioso e doloroso di una vita incompiuta, la conferma della propria nullita’ e incapacita’.
Non semplicemente l’assenza di ogni piacere, bensi’ l’assenza della dignita’ umana, l’impossibilita’ di dare un senso alla propria vita e, da ultimo, la privazione stessa di umanita’, autostima e rispetto per gli altri.

Info:
https://www.lindiceonline.com/focus/storia/zygmunt-bauman-retrotopia/
http://www.spazioterzomondo.com/2018/04/recensione-zygmunt-bauman-retrotopia-laterza/
https://www.anobii.com/books/Retrotopia/9788858127346/01451cd8783f930df2
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127346

Finanziarizzazione/Chang

Ha-Joon Chang – Economia. Istruzioni per l’uso – il Saggiatore (2016)

Negli ultimi tre decenni e’ emerso un nuovo sistema finanziario nel quale si sono moltiplicati nuovi e complessi strumenti frutto dell’innovazione (o ingegneria, come molti preferiscono chiamarla) finanziaria. Il processo e’ stato largamente favorito dalla deregolamentazione finanziaria, vale a dire l’abolizione o l’attenuazione delle regole esistenti sulle attività finanziarie […]
Il nuovo sistema doveva essere piu’ efficiente e piu’ sicuro del precedente […] fu invece del tutto ignorata la possibilita’ che questi nuovi strumenti finanziari fossero troppo complicati per essere gestiti in sicurezza […]
Il punto e’ che, per quanto abilmente si possa accorpare, strutturare e derivare i prodotti finanziari, questi dipendono in ultima analisi dalla restituzione dei prestiti sottostanti, erogati per un mutuo subprime concesso in Florida, a una piccola azienda di Nagoya o a un tizio di Nantes per l’acquisto dell’auto. Inoltre, continuando a creare prodotti finanziari di ogni genere che collegano i diversi pezzi del sistema, di fatto si intensifica l’effetto che la mancata restituzione di questi prestiti puo’ avere sul sistema stesso.

Info:
http://giustiziaintergenerazionale.it/tag/ha-joon-chang/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/critica-dell%E2%80%99espertocrazia-economica/?printpage=undefined

Economia di mercato/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – La grande frattura, La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla – Einaudi (2016)

La prova definitiva che ha smontato quest’idea tutta repubblicana dell’economia a cascata e’ stata offerta inaspettatamente da un’amministrazione democratica. L’approccio «prima le banche» voluto dal presidente Barack Obama per salvare la nazione da un’altra Grande depressione sosteneva che dando soldi alle banche (invece che ai proprietari di casa che erano stati depredati da quelle stesse istituzioni) l’economia si sarebbe salvata.
Il governo riverso’ miliardi in istituti che avevano portato il paese sull’orlo della rovina, senza definire i termini della restituzione.
Quando il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale procedono a un salvataggio, quasi sempre impongono determinate condizioni per assicurarsi che i soldi vengano impiegati nel modo previsto. Ma in questo caso il governo espresse semplicemente la speranza che le banche mantenessero attiva la linea del credito, linfa vitale dell’economia.
E cosi’ le banche strinsero i cordoni della borsa, pagando bonus immensi ai loro manager benche’ questi le avessero quasi rovinate. Anche allora, sapevamo che gran parte dei profitti delle banche proveniva non da una maggiore efficienza dell’economia, ma da pratiche di sfruttamento fondate sul prestito predatorio, abusi sulle carte di credito e tariffe monopolistiche.
La piena entità dei loro misfatti – per esempio la manipolazione illegale dei tassi di interesse chiave e dei tassi di cambio esteri, che ha danneggiato derivati e mutui per centinaia di migliaia di miliardi di dollari – stava soltanto iniziando a venire alla luce.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/

 

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – La crisi della modernita’ – il Saggiatore (2010)

La merce e’ […] “una cosa misteriosa” perche’ incarna simultaneamente un valore d’uso (soddisfa un particolare bisogno) e un valore di scambio (posso usarla come mezzo di baratto per procurarmi altre merci).
Questa dualita’ rende la merce sempre ambigua per noi. Dobbiamo consumarla o scambiarla?
Ma poiche’ proliferano i rapporti di scambio e si formano i mercati che determinano i prezzi, una merce tipicamente si cristallizza sotto forma di denaro.
Con il denaro il mistero della merce assume un altro aspetto, perche’ il valore d’uso del denaro e’ il fatto che esso rappresenta il mondo del lavoro sociale e del valore di scambio.
Il denaro […] diventa il mezzo con cui noi tipicamente confrontiamo e misuriamo, sia prima che dopo lo scambio, il valore di tutte le merci.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_crisi_della_modernit%C3%A0/9788851520366/012ddde8b392d53a07
http://www.leparoleelecose.it/?p=10178

Finanziarizzazione/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

Il prezzo e’ diventato l’indicatore del valore: se una merce e’ comprata e venduta sul mercato, deve avere un valore.
Cosi’, invece di una teoria del valore che determina il prezzo, abbiamo una teoria del prezzo che determina il valore […] L’idea che il prezzo determini il valore e che i mercati siano i più bravi a determinare i prezzi ha ogni specie di nefaste conseguenze.
Per riassumere, ve ne sono quattro principali.
Primo, questa teoria incoraggia coloro che estraggono valore nella finanza e in altri settori dell’economia […]
Nell’attuale modo di pensare, il trading finanziario, i prestiti rapaci, le bolle dei prezzi immobiliari aggiungono tutti valore per definizione, perche’ il prezzo determina il valore: se c’e’ un affare da concludere, c’e’ valore […]
Il pensiero che il valore e’ eguale al prezzo incoraggia le societa’ a mettere al primo posto i mercati finanziari e gli azionisti, e dare il minimo possibile agli altri portatori di interessi.
Si ignora cosi’ la realta’ della creazione di valore – come processo collettivo […]
Secondo, il convenzionale discorso svaluta e impaurisce gli effettivi e i potenziali creatori di valore che sono fuori dal settore privato. Non e’ facile sentirsi bene quando ti viene costantemente detto che sei spazzatura e/o parte del problema. Questa e’ spesso la situazione per la gente che lavora nel settore pubblico, siano infermiere, impiegati o insegnanti […]
Terzo, questo racconto del mercato confonde i politici.
In generale, i politici di tutte gli schieramenti vogliono aiutare le loro comunita’ e il loro paese, e pensano che il modo di farlo e’ di avere maggior fiducia nei meccanismi del mercato, riducendo la politica solo a una questione di rabberciamenti marginali.
La cosa importante e’ di essere considerato progressista, ma anche “business-friendly”, favorevole all’impresa […] Non avendo una chiara visione del processo collettivo della creazione di valore, il settore pubblico viene cosi’ “catturato” – incantato da storie sulla creazione di ricchezza che hanno portato a politiche fiscali regressive che aumentano l’ineguaglianza […]
Quarto e ultimo punto, la confusione tra profitti e rendite e’ evidente nei modi in cui misuriamo la crescita stessa: il PIL. Infatti, e’ qui che il confine della produzione viene a perseguitarci di nuovo: se qualsiasi cosa che ha un prezzo e’ valore, allora la contabilita’ nazionale, per il modo in cui e’ calcolata, non sara’ capace di distinguere la creazione di valore dalla estrazione di valore e dunque politiche che hanno per obiettivo la prima possono semplicemente portare alla seconda. Questo e’ vero non solo per l’ambiente, dove porre rimedio all’inquinamento aumentera’ certamente il PIL (per il pagamento dei servizi di pulizia), mentre un ambiente piu’ pulito non lo farebbe necessariamente (in realta’, se porta a produrre meno cose, potrebbe diminuire il PIL), ma anche, come abbiamo visto, per il mondo della finanza.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

E’ doveroso osservare che, mentre la finanza internazionale e’ cresciuta a dismisura, l’assistenza ai poveri e agli anziani e’ in ritirata.
Lo spazio vuoto viene lasciato a nuovi interpreti dell’aiuto sociale: enti, istituzioni volontarie, filantropi.
E’ il cosiddetto terzo settore, quello del no-profit, ad occuparsi dell’indigenza. È stato definito il mondo della sussidiarieta’: laddove lo stato non arriva piu’ con le proprie forze, ecco che puo’ giungere in soccorso il pompiere volontario, la guardia ecologica, l’assistente di anziani o la bambinaia negli asili nido. Un mondo nuovo, appena regolamentato, ma in forte ascesa. […]
E cosi’ cio’ che fino a qualche anno fa era un diritto per i cittadini (e quindi un dovere per l’amministrazione) oggi si presenta come un’opportunita’ aleatoria, una missione che puo’ o potrebbe essere demandata a istituzioni esterne, dove il pubblico incontra il privato senza per questo pesare sulle casse dello stato.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Capitalismo/Srniceck

Nick Srniceck – Inventare il futuro – Produzioni Nero (2018)

Quello che ha differenziato la sinistra dalla destra e’ stato il suo esplicito desiderio di futuro, concepito come un miglioramento della situazione presente in termini materiali, sociali e politici, a differenza della destra le cui forze politiche (con poche notevoli eccezioni) sono sempre state caratterizzate dalla difesa della tradizione e dalla loro natura essenzialmente reazionaria.
Questa situazione si e’ capovolta con l’ascesa del neoliberismo e di figure politiche – come per esempio Margaret Thatcher – molto brave nell’utilizzare efficacemente proprio la retorica della modernizzazione e di conseguenza del futuro. Impadronendosi di questi termini, e piegandoli alla costruzione di un nuovo senso comune egemonico, il neoliberismo ha coniato una visione del futuro che da allora domina la sfera pubblica: il risultato e’ che sollevare la questione del futuro all’interno della sinistra viene oggi considerato sconveniente.[…] Il disagio che la sinistra radicale prova nei confronti della modernita’ tecnologica, assieme all’incapacita’ socialdemocratica di immaginare un mondo alternativo, ha fatto si’ che il tema del futuro sia stato oggi completamente ceduto alla destra.
Quella che una volta era una delle principali qualita’ della sinistra – la capacita’ di suggerire un futuro migliore in grado di scaldare gli animi e scuotere le coscienze – si e’ oggi deteriorata.

Info:
https://www.anobii.com/books/Inventare_il_futuro/9788880560098/01b82e055beaceae9c
http://www.exasilofilangieri.it/presentazione-del-libro-inventare-futuro-un-mondo-senza-lavoro-n-srnicek-williams/

Capitalismo/Mishra

Pankaj Mishra – L’eta’ della rabbia – Mondadori (2018)

Il mondo non ha mai visto un accumulo di ricchezze piu’ grande, né una cosi’ diffusa fuoruscita dalla deprivazione materiale.
I frutti della creativita’ umana – dagli smartphone alla ricostruzione con le cellule staminali – continuano a crescere. Ma questi standard del progresso, ampi e abituali, nascondono quanto e’ squilibrata la distribuzione delle opportunita’: per esempio, tra il 1988 e il 2011 quasi meta’ dell’incremento del reddito mondiale e’ finita nelle tasche del decimo piu’ ricco dell’umanita’ e, anche nei paesi ricchi, continua a crescere il divario delle aspettative di vita a seconda della classe sociale.
In un mondo economicamente stagnante, che a tutti offre un sogno di autonomia individuale ma nessun sogno realizzabile di cambiamento politico, il richiamo del nichilismo attivo non puo’ che crescere.

Info:
http://www.repubblica.it/cultura/2017/09/12/news/intervista_pankaj_mishra_accettura-175293505/
https://www.anobii.com/books/L%27et%C3%A0_della_rabbia/9788804685944/0181573f7e7c72fcc7

Capitalismo/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – La grande frattura. La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla – Einaudi (2016)

Ci sono quattro importanti ragioni per cui la disuguaglianza sta soffocando la ripresa.
La piu’ immediata e’ che il ceto medio e’ troppo debole per sostenere i consumi che storicamente hanno guidato la nostra crescita economica […]
In secondo luogo, a causa dell’erosione del ceto medio a partire dagli anni Settanta – un fenomeno interrotto soltanto brevemente nel corso degli anni Novanta –, le persone che ne fanno parte non riescono piu’ a investire nel loro futuro, studiando e facendo studiare i loro figli e avviando imprese o migliorando quelle esistenti.
Terzo, la debolezza del ceto medio limita il gettito fiscale, specie  perché coloro che sono piu’ in alto sono abilissimi quando si tratta di eludere il pagamento delle imposte e ottenere sgravi fiscali dal governo […]
Quarto, la disuguaglianza va di pari passo con piu’ frequenti e piu’ gravi cicli economici di crescita e recessione, il che rende la nostra economia piu’ volatile e vulnerabile.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/

Capitalismo/Castronovo

Valerio Castronovo – Le rivoluzioni del capitalismo – Laterza (2007)

Stando alle previsioni della Banca Mondiale, dovremmo assistere, nello spazio di una generazione, all’ascesa dell’Asia in vetta alla classifica in termini di prodotto interno lordo a parita’ di potere d’acquisto, con la Cina al vertice (dinnanzi agli Stati Uniti), il Giappone e altri cinque paesi asiatici nel gruppo di testa (India, Indonesia, Corea del Sud, Thailandia e Taiwan).
E ciò segnerebbe una svolta epocale […] Ma quel che farà pendere il piatto della bilancia a favore dell’Estremo Oriente sara’ senz’altro l’ascesa della Cina.

Info:
https://www.anobii.com/books/Le_rivoluzioni_del_capitalismo/9788842047797/01e9a8dbdfb75d1edf