Il “primo” spirito del capitalismo, associato come si e’ visto alla figura del borghese, era in linea con le forme del capitalismo, essenzialmente familiare, di un’epoca in cui il gigantismo non era ancora ricercato, tranne in alcuni rari casi. I dipendenti conoscevano personalmente proprietari e padroni; il destino e la vita dell’azienda erano fortemente associati a quelli di una famiglia.
Il “secondo” spirito, che si organizza attorno alla figura centrale del direttore (o del dirigente salariato) e dei quadri, e’ invece legato a un capitalismo di grandi imprese, gia’ sufficientemente importanti perche’ la burocratizzazione e l’impiego di una dirigenza esterna e sempre piu’ acculturata ne costituiscano un elemento centrale […]
Il “terzo” spirito dovra’ essere invece isomorfo a un capitalismo globalizzato che metta in opera nuove tecnologie, per citare solo i due aspetti a cui si fa piu’ spesso riferimento per definire il capitalismo attuale […] si puo’ pensare che la formazione di un terzo spirito del capitalismo e la sua incarnazione in alcuni dispositivi, dipenderanno in larga misura dall’interesse delle multinazionali, oggi dominanti, alla salvaguardia di una zona pacifica al centro del sistema mondo, nella quale mantanere un vivaio di quadri (che permettono di conservare l’adesione di coloro da cui dipende la realizzazione del profitto) dove essi possano formarsi, crescere figli e vivere in sicurezza.
Info:
http://www.edc-online.org/it/pubblicazioni/articoli-di/luigino-bruni/11716-il-nuovo-spirito-del-capitalismo.html
https://www.anobii.com/books/Il_nuovo_spirito_del_capitalismo/9788857524047/016a4f8341ba1b20a0