Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

Il carattere di servizio pubblico e’ indiscutibile e vantaggioso per tutti i sistemi che hanno deciso di adottarlo, soprattutto in un periodo di crisi. Ma e’ altrettanto vero che i varchi lasciati aperti dalla ritirata dello stato sono spazi appetibili per gruppi di varia natura che potrebbero rispondere a interessi reconditi e a finalita’ subdole.
Il rischio che la vita dei cittadini debba dipendere dalla predisposizione caritatevole di associazioni inficiate da potenziali conflitti di interesse e’ enorme.
E qui sta ora il punto della questione.
Un gruppo di persone scaltre e competenti – con ampia conoscenza delle leggi e del mercato – puo’ riuscire ad impiegare proficuamente buona parte di cio’ che percepisce dall’attivita’ no-profit.
Come? Destinando i fondi raccolti attraverso il servizio erogato al pubblico in attivita’ bancarie a breve, come ad esempio certificati di deposito o pronti contro termine, oppure investendo la liquidita’ di cassa in titoli obbligazionari, facendo maturare degli interessi, che a loro volta accrescono il flusso di denari.

Info:

http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/

https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Finanziarizzazione/Arrighi

Giovanni Arrighi – Il lungo XX secolo. Denaro, potere e le origini del nostro tempo – il Saggiatore (2014)

L’espansione finanziaria non e’ che la modalita’ con cui l’accumulazione capitalistica si trasforma quando l’aumento della produzione di beni non e’ piu’ sufficiente a sostenere i profitti dei paesi al centro del sistema mondiale.
L’espansione finanziaria porta inevitabilmente alla crisi perche’ non puo’ sostenere un processo di accumulazione duraturo; le lezioni della storia insegnano che con la crisi finanziaria crolla l’intera organizzazione economica e politica di un particolare ciclo di sviluppo del capitalismo.

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_lungo_XX_secolo/9788842819035/01360d7a251c1223be
https://www.pandorarivista.it/articoli/egemonia-storia-capitalismo-recensione-a-il-lungo-xx-secolo-di-giovanni-arrighi/
http://tempofertile.blogspot.com/2015/03/giovanni-arrighi-il-lungo-xx-secolo.html

Economia di mercato/Bauman

Zygmunt Bauman – Capitalismo parassitario – Laterza (2009)

Questa nostra societa’ e’ una societa’ di consumatori e anche la cultura, come tutto il resto del mondo visto-e-vissuto dai consumatori, diventa un emporio di prodotti destinati al consumo, ciascuno dei quali si trova in concorrenza con gli altri per conquistare l’attenzione mutevole/vagante dei potenziali consumatori […]
Se il mondo popolato di consumatori somiglia ormai a uno di quei grandi magazzini in cui si vende «tutto cio’ che ti occorre e che riesci a sognare», la cultura si sta trasformando in uno dei suoi reparti.
Anche qui, come in altri reparti, gli scaffali sono stracolmi di merci e vengono riforniti quotidianamente, e le casse sono adornate dalla pubblicita’ delle nuove offerte, destinata a sparire ben presto con le attrattive che promuove.
Sia le merci che i messaggi pubblicitari sono pensati per suscitare voglie e innescare desideri […]
Diversamente dall’era della costruzione delle nazioni, la cultura liquido-moderna non ha «persone» da «coltivare», ma clienti da sedurre.

Info:
https://www.anobii.com/books/Capitalismo_parassitario/9788842090984/01abb5bcf2e0394500
http://www.quilibri.eu/ledera-infestante-del-capitalismo-moderno-la-lucida-analisi-di-zygmunt-bauman/

Capitalismo/Boltanski

Luc Boltanski, Eve Chiapello – Il nuovo spirito del capitalismo – Mimesis (2014)

Si puo’ cosi’ distinguere una critica artistica da una critica sociale.
La prima, associata all’invenzione di uno stile di vita bohemien […], attinge soprattutto alle due prime fonti di indignazione a cui abbiamo precedentemente accennato: da una parte la disillusione e la mancanza di autenticita’, e dall’altra l’oppressione, che caratterizzano il mondo borghese legato all’ascesa del capitalismo.
Questa critica mette in evidenza la perdita di senso, e in particolare la perdita del senso del bello e della grandezza, conseguenza della standardizzazione e della mercificazione generalizzata che coinvolgono non solo gli oggetti quotidiani ma anche le opere d’arte (il mercato culturale della borghesia) e gli esseri umani. Insiste sulla volonta’ oggettiva del capitalismo e della societa’ borghese di irreggimentare, dominare e sottomettere gli uomini a un lavoro prescritto, avendo come scopo il profitto ma facendo ipocritamente appello alla morale, a cui contrappone la liberta’ dell’artista, il suo rifiuto di una contaminazione dell’estetica attraverso l’etica, il rifiuto di ogni forma di sottomissione nel tempo e nello spazio e nelle sue espressioni piu’ estreme, di ogni forma di lavoro.
La critica artistica si fonda sull’opposizione […] tra attaccamento e distacco, stabilità e mobilità. Da una parte i borghesi, che possiedono terre, fabbriche, donne, radicati nell’avere, obnubilati dal pensiero della conservazione dei loro beni, continuamente preoccupati di come riprodurli, sfruttarli, accrescerli […].
La seconda critica, di ispirazione socialista e poi marxista, attinge soprattutto alle ultime due fonti di indignazione che abbiamo identificato: l’egoismo degli interessi privati nella societa’ borghese e la miseria crescente delle classi popolari all’interno di una societa’ con una ricchezza senza precedenti […] Fondandosi sulla morale, e spesso su una tematica di ispirazione cristiana, la critica sociale rifiuta, talvolta con violenza, l’immoralita’ o il neutralismo morale, e l’individualismo degli artisti, che puo’ diventare egoismo ed egotismo.

Info:
http://www.edc-online.org/it/pubblicazioni/articoli-di/luigino-bruni/11716-il-nuovo-spirito-del-capitalismo.html
https://www.anobii.com/books/Il_nuovo_spirito_del_capitalismo/9788857524047/016a4f8341ba1b20a0

Capitalismo/Crouch

Colin Crouch – Il potere dei giganti – Laterza (2014)

“neoliberismo”. Termine che comprende numerosi filoni e “marchi”, accomunati da un’idea di fondo: che la liberta’ dei mercati (dei luoghi, cioe’, in cui gli individui massimizzano i propri interessi materiali) sia il mezzo migliore per appagare le aspirazioni dell’uomo, e che i mercati siano sempre preferibili agli Stati e alla politica, i quali nel migliore dei casi sono inefficienti, nel peggiore mettono a repentaglio la liberta’.

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2013/09/colin-crouch-il-potere-dei-giganti.html
https://tramedoro.eu/?p=2447
https:/www.pandorarivista.it/articoli/disuguaglianze-intervista-colin-crouch/

Finanziarizzazione/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

Sembra che alle banche commerciali sia stata a tutti gli effetti concessa una licenza per stampare moneta, grazie alla loro abilita’ di creare denaro nel processo di prestito, e di prestarlo a tassi di interesse più elevati di quelli che pagano per prenderlo a prestito.
Ma il prestito rimane una fonte rischiosa di profitto, se quelli a cui si presta non restituiscono il denaro. E poiche’ le banche possono dare in prestito solo se le famiglie o le imprese desiderano prendere a prestito, e’ una fonte di profitto estremamente prociclica, che sale e scende assieme al livello delle attivita’ d’investimento.
Percio’, sin dal principio, i banchieri commerciali hanno cercato di fare di piu’ con il denaro che creavano – e con gli ulteriori fondi che ricevono dai depositanti – oltre a prestarlo ad eventuali mutuatari. Hanno adocchiato il redditizio mondo dei mercati finanziari – la compravendita di azioni e obbligazioni, per conto dei clienti e per proprio conto – come una fonte ulteriore di profitto.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

Economia di mercato/Castronovo

Valerio Castronovo – Le rivoluzioni del capitalismo – Laterza (2007)

Quel che e’ avvenuto negli ultimi anni ha modificato profondamente il quadro di riferimento delle economie piu’ avanzate e, di conseguenza, anche la natura e i termini dei loro rapporti con i paesi in via di sviluppo.
La sempre piu’ accesa competizione su scala mondiale ha determinato il decentramento di una quota consistente di attivita’ produttive e di investimenti diretti, dai paesi piu’ avanzati caratterizzati tanto da una maggior rigidita’ del mercato del lavoro quanto da una piu’ accentuata dinamica salariale, verso alcune aree periferiche a piu’ basso costo del lavoro dove e’ possibile inoltre utilizzare in modo assai piu’ duttile e prolungato, per l’assenza di vincoli sindacali, sia le prestazioni della manodopera che le potenzialita’ degli impianti, e far conto talora su particolari esenzioni in materia fiscale […]
Si e’ venuta cosi’ formando una sorta di economia transnazionale. Insieme ai capitali, anche i processi produttivi da qualche tempo non conoscono piu’ frontiere. […]
Si calcola che in parecchie regioni (come, per esempio, in India, Cina o Malaysia) il costo del lavoro sia da otto a dieci volte inferiore a quello corrente nei principali paesi dell’Europa occidentale e nel nord America. In piu’ c’e’ da considerare la convenienza a impiantare dei propri complessi in territori dove si vanno delineando, per via di una notevole massa di domanda ancora insoddisfatta, rilevanti prospettive di allargamento del mercato. In queste aree, infatti, si registrano oggi i piu’ intensi saggi di incremento nella commercializzazione di beni di consumo durevoli rispetto ai paesi ricchi dove invece essi procedono piu’ a rilento o si scontrano con livelli progressivi di saturazione.

Info:
https://www.anobii.com/books/Le_rivoluzioni_del_capitalismo/9788842047797/01e9a8dbdfb75d1edf

Capitalismo/Crouch

Colin Crouch – Il potere dei giganti. Perche’ la crisi non ha sconfitto il neoliberismo – Lsterza (2014)

[Il] neoliberismo ha conquistato il predominio trionfando su quella che era stata – in alcuni, ma non in tutti i paesi del mondo sviluppato – una stagione trentennale di riduzione delle disparita’ sociali ed economiche e di crescente attenzione a bisogni sociali e obiettivi collettivi basate soprattutto sull’intervento dello Stato nazionale democratico.
A livello politico, la vittoria del neoliberismo si tradusse nella sconfitta storica del centrosinistra sul piano sia delle idee che della forza organizzativa, e nella vittoria della destra e della sua preferenza per le individualita’ forti, ricche e potenti, contro qualsiasi idea di interesse collettivo che andasse al di la’ del semplice mantenimento dell’ordine […]
Che cosa rimaneva di quella che si era abituati a chiamare “sinistra? […]
[La] recente debacle bancaria e finanziaria ha messo a sua volta in crisi il modello neoliberista.
Come tutti i modelli, anche il neoliberismo si sta esaurendo […] La crisi finanziaria ha effettivamente frenato il restringimento del ruolo dello Stato promosso dal neoliberismo, diffondendo la convinzione che la deregolamentazione del settore finanziario fosse andata troppo in la’ […]
Comincia ad aver senso chiedersi: “Che cosa rimane della destra?

Finanziarizzazione/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

L’idea della microfinanza non ha in se’ alcuna colpa. Anzi. Piuttosto e’ l’uso distorto e irresponsabile che alcuni operatori hanno fatto di questo strumento a gettare un’ombra sulla sua diffusione e sull’aumento della poverta’ e dell’indebitamento tra le famiglie nullatenenti delle aree più povere del pianeta. […] A battere le mani all’idea di Yunus, in prima fila, c’erano soprattutto i neoliberisti della comunita’ di sviluppo internazionale, perche’, […] celebrando l’auto-aiuto e l’imprenditoria individuale […] si vengono a screditare implicitamente tutte le forme di iniziativa collettiva come i sindacati, le associazioni di categoria, i movimenti sociali, le cooperative, la spesa sociale, le visioni politiche di sviluppo a favore dei poveri e, soprattutto, i movimenti collettivi tesi ad assicurare una piu’ equa redistribuzione della ricchezza e del potere. […] La microfinanza sarebbe cosi’ diventata il business per gli utenti di basso profilo.
Potremmo dire il modello low cost dei prestiti. […]
[Ma] la vera ricchezza si crea dalla terra, dal lavoro e dalla produzione. La pretesa che possa essere ancora una volta la finanza, pur sotto la veste del microprestito, a creare la ricchezza e’ un mito da sfatare.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Capitalismo/Srniceck

Nick Srniceck, Alex Williams – Inventare il futuro – Produzioni Nero (2018)

Gli imperativi del neoliberismo spingono [tutti] verso un continuo processo di automiglioramento in ogni aspetto della propria esistenza: la formazione permanente, l’onnipresente necessita’ di essere costantemente pronti a qualsivoglia impiego e il perenne bisogno di sapersi reinventare, sono tutti elementi che delineano la nuova soggettivita’ neoliberale.
Il soggetto competitivo cammina inoltre sulla linea che separa il pubblico dal privato, dal momento che la nostra vita personale e’ schiava delle logiche della competizione tanto quanto la nostra vita professionale: in una condizione del genere, sorprende poco il proliferare di una tensione diffusa a tutti gli strati della societa’.
La societa’ neoliberale ha in effetti esacerbato la diffusione di una lunga serie di psicopatologie: stress, ansia, depressione e disturbi dell’attenzione sono le sempre piu’ comuni reazioni psicologiche al mondo che ci circonda.

Info:
https://www.anobii.com/books/Inventare_il_futuro/9788880560098/01b82e055beaceae9c
http://www.exasilofilangieri.it/presentazione-del-libro-inventare-futuro-un-mondo-senza-lavoro-n-srnicek-williams/