Lavoro/Silver

Beverly J. Silver – Le forze del lavoro. Movimenti operai e globalizzazione dal 1870 – Bruno Mondadori (2008)

La mobilitazione delle riserve mondiali di manodopera non solo ha danneggiato direttamente il potere di contrattazione dei lavoratori, ma ha anche contribuito a delegittimare ai loro occhi i sindacati e i partiti politici, poiche’ e’ diventato piu’ difficile per queste organizzazioni creare e distribuire vantaggi per i propri iscritti.
Come se cio’ non bastasse, gli attacchi diretti dai datori di lavoro e dagli stati contro le organizzazioni dei lavoratori (unitamente al collasso dei contratti sociali tipici del dopoguerra) hanno indebolito direttamente il potere associativo di contrattazione, oltre a determinare un’ulteriore erosione del potere di contrattazione legato al mercato, rendendo sempre piu’ difficile per le organizzazioni dei lavoratori difendere ed estendere efficacemente le politiche statali della “rete di protezione sociale”.

Info:
https://www.anobii.com/books/Le_forze_del_lavoro/9788861592117/013ceb1c2bb826dec4
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/lavoratori-di-tutto-il-mondo-intervista-a-beverly-silver-parte-i

Finanziarizzazione/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

Due classi di strumenti finanziari in particolare divennero disponibili per gli investitori grazie alla deregolamentazione, dagli anni Settanta in poi, e furono cruciali per la conseguente crescita esponenziale delle transazioni finanziarie e della redditivita’ della finanza: i derivati, ossia contratti per la consegna futura di strumenti finanziari o di materie prime, che permettevano agli investitori di scommettere sul cambiamento del loro prezzo; e le cartolarizzazioni, pacchetti di strumenti di attivita’ redditizie trasformate in titoli negoziabili (a loro volta suscettibili di essere oggetto di contratti derivati).
Le banche commerciali fecero una svolta decisiva all’inizio degli anni 2000, quando iniziarono a “cartolarizzare” i prestiti vecchi per finanziare nuovi prestiti.

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – La crisi della modernita’ – il Saggiatore (2010)

La crescita fenomenale che si determino’ durante il boom postbellico dipendeva […] da una serie di compromessi e di nuovi posizionamenti da parte dei protagonisti del processo di sviluppo capitalistico.
Lo stato doveva assumere nuovi ruoli (keynesiani) e creare nuovi poteri istituzionali; il capitale aziendale doveva aggiustare in qualche misura la rotta per navigare piu’ tranquillamente nelle acque di una sicura redditivita’; e i lavoratori organizzati dovevano assumere nuovi ruoli e nuove funzioni in relazione al rendimento sul mercato del lavoro e nei processi produttivi.
Il rapporto di forze, teso ma tuttavia saldo, fra la forza lavoro organizzata, il capitale delle grandi aziende e lo stato nazionale, che costitui’ la base del boom postbellico, non fu raggiunto per caso: esso fu il risultato di anni di lotte […]
Il fordismo postbellico deve essere visto, quindi, non tanto come un semplice sistema di produzione in serie quanto come uno stile di vita.
La produzione in serie voleva dire standardizzazione del prodotto e consumo di massa; e cio’ significava un’estetica assolutamente nuova e una mercificazione della cultura che molti neoconservatori […] avrebbero poi considerato dannosa per il mantenimento dell’etica del lavoro e di altre presunte virtu’ capitalistiche.
Anche il fordismo sfrutto’ e contribui’ all’estetica del modernismo – con particolare riferimento alla propensione di quest’ultimo per la funzionalita’ e l’efficienza – in modi molto espliciti, mentre le forme dell’intervento statale (guidato da principi di razionalita’ burocratico-tecnica) e la configurazione del potere politico che davano coerenza al sistema poggiavano sulle nozioni di una democrazia economica di massa tenuta assieme da un equilibrio di interessi speciali.
Il fordismo postbellico era anche un fenomeno internazionale. Il lungo boom del dopoguerra dipendeva fondamentalmente da una massiccia espansione del commercio mondiale e dei flussi degli investimenti internazionali.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_crisi_della_modernit%C3%A0/9788851520366/012ddde8b392d53a07
http://www.leparoleelecose.it/?p=10178

Economia di mercato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

Contrariamente ai buoni propositi dei pionieri di internet, gli effetti della rete stanno progressivamente centralizzando internet, ponendo un’enorme concentrazione di potere di mercato nelle mani di pochi.
La sola Google detiene il 70% delle ricerche online negli Stati Uniti e il 90% in Europa. Facebook ha piu’ di 1,5 miliardi di utenti, un quarto della popolazione mondiale, un abisso davanti ai suoi concorrenti. Amazon ha ora circa la meta’ del mercato dei libri negli Stati Uniti, per non parlare degli e-book. Sei aziende (Facebook, Google, Yahoo, AOL, Twitter e Amazon) rappresentano il 53% del mercato pubblicitario digitale (le sole Google e Facebook hanno il 39%). Una tale preminenza implica che i giganti del web possono imporre le loro condizioni agli utenti e alle aziende clienti.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

 

Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

A questo siamo arrivati? Alla spettacolarizzazione dell’aiuto, alla globalizzazione della solidarieta’, per incitare governi e privati a donazioni generose.
Ci siamo mai chiesti quante e quali sono queste associazioni della carita’ universale?
Le industrie della solidarieta’ e affini – ci informano dall’Onu, dove molte si registrano – sono poco meno di 4000.
Ma il vero numero e’ molto più alto, se si pensa che solo negli Stati Uniti le organizzazioni umanitarie sono oltre 10000.
Tutte queste realta’ si reggono e si mantengono grazie al circuito dei contributi volontari e non sono tenute per legge alla comunicazione dei bilanci.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – La crisi della modernita’ – il Saggiatore (2010)

Il boom postbellico fu mantenuto nel periodo 1969-73 grazie a una politica  monetaria straordinariamente disinvolta da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna.
Il mondo capitalistico traboccava di fondi in eccedenza e aveva pochi sbocchi produttivi per gli investimenti: ne conseguiva una forte inflazione. Il tentativo di porre un freno all’inflazione crescente, nel 1973, rivelo’ una grande eccedenza di capacita’ produttiva nelle economie occidentali e porto’ a un crollo mondiale nei mercati immobiliari […] e a gravi difficolta’ per le istituzioni finanziarie.
A cio’ si aggiunse la decisione dell’OPEC di alzare i prezzi del petrolio e la decisione dei paesi arabi di bloccare le esportazioni di petrolio ai paesi occidentali durante la guerra arabo-israeliana del 1973 […]
La grave recessione del 1973, aggravata dallo shock petrolifero strappo’ il mondo capitalistico dal torpore soffocante della «stagflazione» (produzione stagnante e alta inflazione) e avvio’ tutta una serie di processi che minarono il compromesso fordista.
Gli anni settanta e ottanta sono poi stati un difficile periodo di ristrutturazione economica e di riaggiustamento sociale e politico […] Il mercato del lavoro, per esempio, ha conosciuto una radicale ristrutturazione.
In presenza di una forte instabilità del mercato, di un’accresciuta concorrenza e di margini di profitto decrescenti, i datori di lavoro hanno sfruttato il diminuito potere sindacale e le sacche di lavoratori in eccedenza (disoccupati o sotto-occupati) per promuovere regimi di lavoro e contratti di lavoro molto piu’ flessibili […]
Ma ancora piu’ importante e’ stato l’apparente abbandono dell’occupazione regolare a favore di lavori a tempo parziale, o temporanei, o in subappalto.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_crisi_della_modernit%C3%A0/9788851520366/012ddde8b392d53a07
http://www.leparoleelecose.it/?p=10178

Finanziarizzazione/Stiglitz

Joseph E, Stiglitz – La grande frattura. La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla – Einaudi (2016)

La disuguaglianza che affligge la nostra societa’ – i livelli estremi che ha raggiunto, le forme in cui si manifesta – non e’ inevitabile; non e’ il risultato di leggi inesorabili dell’economia o della fisica; e’ una questione di scelte le quali, a loro volta, dipendono dalla politica.
Abbiamo pagato questa disuguaglianza a caro prezzo, soprattutto nel decennio scorso, con la crisi e le sue conseguenze. Ma e’ un prezzo che continueremo a pagare in futuro – e sara’ sempre piu’ alto – se non riusciremo a modificare le politiche che ci hanno portati fin qui. […]
Tra gli eventi scatenanti che hanno portato a una maggiore disuguaglianza possiamo citare l’inizio della deregulation del settore finanziario e la sempre minore progressivita’ del sistema fiscale.
La deregulation ha portato all’eccessiva finanziarizzazione dell’economia.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/

Lavoro/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

Una semplice considerazione: la politica dei centri commerciali e delle  societa’ che abbassano i prezzi conducono parallelamente a una riduzione delle paghe dei loro lavoratori. Il modello del low cost soddisfa i portafogli delle classi meno agiate, ma contestualmente e’ funzionale a creare queste fasce di popolazione di basso, se non bassissimo, reddito […]
La compressione dei prezzi e dei costi ha ricadute sociali enormi e alla fine impoverisce individui, famiglie e comunita’. Lo stile di vita di intere generazioni slitta dalla decenza alla mera sopravvivenza, con un potere d’acquisto che viene eroso giorno dopo giorno: questa e’ l’insidia che nasconde la «walmartizzazione» dell’economia.
All’orizzonte si profila la nascita di una nuova servitu’ della gleba, moderna, che cresce all’ombra dei grattacieli e delle corporation.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Lavoro/Giovannini

Enrico Giovannini – L’utopia sostenibile – Laterza (2018)

Il futuro del lavoro e’ uno dei grandi dibattiti della nostra epoca.
Non c’e’ dubbio che l’accelerazione del progresso tecnologico sia destinata a distruggere moltissimi posti di lavoro, obbligando le persone a riqualificarsi per altre mansioni nel corso della loro vita.
Sulle dimensioni di questo “terremoto del lavoro” gli esperti discutono molto […] Il concetto stesso di lavoro e la sua ripartizione tra le diverse fasce di popolazione potrebbero richiedere una profonda modificazione dei tempi delle prestazioni e della sua organizzazione, con il possibile diffondersi di diverse forme di part-time, di alternanza tra lavoro e formazione, di nuove e piu’ flessibili forme organizzative.
Parallelamente, i pubblici poteri dovranno farsi carico di un maggiore impegno in termini di formazione continua e ammortizzatori sociali e alcuni esperti ritengono che le societa’ saranno costrette ad andare verso forme di reddito minimo garantito, anche se non dobbiamo dimenticare che il lavoro non e’ solo remunerazione, ma anche status nella societa’, interazione con le altre persone e (per molti, anche se non per tutti) soddisfazione nell’impiego del proprio tempo.

Info:
https://www.letture.org/l-utopia-sostenibile-enrico-giovannini/
https://www.pandorarivista.it/articoli/lutopia-sostenibile-enrico-giovannini/
https://www.avvenire.it/economia/pagine/sviluppo-sostenibile-nella-carta-litalia-in-ritardo-sullagenda
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858130766

Economia di mercato/Tirole

Jean Tirole – Economia del bene comune – Mondadori (2017)

Dopo il clamoroso fallimento economico, culturale,  sociale e ambientale delle economie pianificate, dopo la caduta del Muro di Berlino e la mutazione economica della Cina, l’economia di mercato e’ diventata il modello dominante, se non esclusivo, di organizzazione delle nostre societa’.
Anche nel «mondo libero», il potere politico ha perso influenza a beneficio sia del mercato sia di nuovi attori.
Le privatizzazioni, l’apertura alla concorrenza, la globalizzazione, il ricorso sempre piu’ sistematico alle aste nell’assegnazione delle opere pubbliche restringono il margine d’intervento statale, per il quale l’apparato giudiziario e le autorita’ indipendenti di regolamentazione, organi estranei al primato della politica, sono diventati attori imprescindibili.

Info:
https://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2017-05-27/incentivi-bene-comune—193337.shtml?uuid=AEhxGePB&refresh_ce=1
https://www.linkiesta.it/it/article/2017/06/03/jean-tirole-trump-ha-ucciso-laccordo-sul-clima-e-la-prova-che-non-funz/34473/