Finanziarizzazione/Galli

Giorgio Galli, Francesco Bordicchio – Arricchirsi impoverendo – Mimesis (2018)

La classifica dei cento maggiori gruppi mostra l’evoluzione dal capitalismo manifatturiero a quello finanziario: al primo posto per fatturato (926.837 miliardi di euro) e’ Unicredit; al secondo Intesa Sanpaolo (673.4729); al terzo la pur in difficoltà Montepaschi (218.882); al quarto Ubibanca (132.433). Eni (energia) e’ solo al quinto posto (127.220), seguita da Enel, pure energia (84.889). La Fiat e’ solo settima, anche se al primo posto per numero di dipendenti (205.112), con Unicredit comunque seconda (con 164.938) […]
Un altro fenomeno che, insieme alla finanziarizzazione, caratterizza il capitalismo italiano nel corso della crisi, cioe’ la deindustrializzazione: dal 2007 al 2015, l’Italia perde quasi un quarto della propria produzione industriale, a seguito delle grandi aziende vendute o portate all’estero, dalla Pirelli (diventata cinese nel 2015), all’Alitalia (passata agli Emirati nel 2014), all’Ansaldo, a Indesit, Italcementi, Ferrari, Parmalat […] oltre a marchi di prestigio, dalla moda a Bulgari.
Insomma, le multinazionali italiane, al cui vertice si collocano i detentori di ricchezza per novemila miliardi di cui si è detto, si finanziarizzano e si delocalizzano, in un Paese che si sta impoverendo.

Info:
https://www.unilibro.it/libro/galli-giorgio-bochicchio-francesco/arricchirsi-impoverendo-multinazionali-capitale-finanziario-crisi-infinita/9788857543932

Finanziarizzazione/Canfora

Luciano Canfora, Gustavo Zagrebelsky – La maschera democratica dell’oligarchia – Laterza (2015)

Vorrei richiamare l’attenzione su questo punto, che secondo me e’ il segno piu’ caratteristico dell’epoca in cui viviamo.
In altri tempi, si poteva dire che potere e denaro fossero mezzi, non fini.
La politica serviva ad altre cose, per esempio a rovesciare i rapporti di classe o a equilibrarli, a promuovere la cultura, ad alleanze e guerre di espansione, alla conquista di altri paesi e alla «civilizzazione» del proprio o di altri popoli.
Il denaro, a sua volta, veniva considerato uno strumento, per cose buone o per cose cattive, ma in ogni caso era finalizzato a qualcos’altro; gli Stati drenavano denaro con il prelievo tributario per fare guerre, per espandere i confini, per la gloria delle case regnanti, per alimentare lo splendore delle corti regie, e cosi’ via.
Il denaro che produce denaro, come accade tipicamente nell’usura, e’ stato nei secoli oggetto di condanna o, almeno, di sospetto.
Ma con la finanziarizzazione dell’economia, per di piu’ in dimensione mondiale, il meccanismo del denaro che produce se stesso, il denaro investito al fine di produrre altro denaro, come nell’albero degli zecchini di Collodi, ha finito d’essere un mezzo ed e’ diventato un fine […]
C’e’ da osservare che – rispetto a tutte le altre possibili materie dell’esperienza umana – denaro e potere hanno questa caratteristica, in qualche modo diabolica: che non bastano mai. La tendenza e’ accumulare all’infinito: accumulare denaro, accumulare potere, finche’ ce n’e’. E quando non ce n’e’ piu’, produrlo per accumularlo.

Info:
http://www.nuovomille.it/cultura-e-societa/la-maschera-democratica-delloligarchia
https://www.gruppolaico.it/2015/09/16/la-maschera-democratica-delloligarchia/
http://tempofertile.blogspot.com/2015/03/luciano-canfora-gustavo-zagrebelsky-la.html

Finanziarizzazione/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Nel 2004 la divisione finanziaria della General Motors ha generato da sola l’80 per cento del reddito totale dell’azienda madre, mentre le divisioni produttive realizzavano grandi perdite.
Non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa e nel resto dell’Occidente capitalistico, a partire dagli anni Ottanta le imprese industriali si sono arrese al capitale-denaro perche’ si sono rese conto che […] produrre denaro per mezzo di denaro rende di piu’ rispetto ad applicare […] il non trascurabile passaggio dal mondo delle merci.
E’ per questo che le imprese, soprattutto le piu’ grandi, si sono convertite in banche, che non finanziano solo l’acquisto o il leasing dei beni che producono, ma forniscono la stessa serie disparata di prestiti che viene offerta dalle banche vere e proprie: dai prestiti per la ristrutturazione delle case ai mutui immobiliari, alle carte di credito, alla consulenza per investire minimizzando le tasse e passare per i paradisi fiscali.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Finanziarizzazione/Formenti

Carlo Formenti – La variante populista – Derive Approdi (2016)

Il «tempo reale» e l’ubiquita’ che caratterizzano oggi le operazioni finanziarie sarebbero impensabili in assenza delle tecnologie che hanno consentito di integrare tutte le maggiori borse del mondo in un unico, immenso mercato globale […]. [Questo] processo di «tecnicizzazione» dei mercati finanziari ha svolto un ruolo decisivo nell’ascesa della «finanza creativa», favorendo la creazione di titoli speculativi ad alto rischio come hedge fund, future e derivati, che si possono definire come vere e proprie scommesse sull’andamento futuro di determinati mercati – materie prime, alimenti e altro – sulle oscillazioni dei tassi di cambio fra monete e dei tassi di interesse dei titoli di Stato, nonche’ su molti altri eventi economici ma anche sociali (si scommette persino sul tasso di mortalita’ di determinate categorie sociali o popolazioni. […]
Di qui una serie di effetti a catena: una quota crescente del credito concesso dalle banche e’ stato utilizzato per acquistare titoli a elevato rendimento e a elevato rischio, invece che per effettuare investimenti produttivi, e l’enorme massa di denaro
che le banche hanno cosi’ creato dal nulla ha finito per sovrastare quello emesso dalle banche centrali.

Info:
https://sinistrainrete.info/teoria/9639-alessandro-visalli-la-variante-populista-di-formenti.html
https://www.lacittafutura.it/cultura/la-variante-populista-secondo-formenti

 

Finanziarizzazione/Formenti

Carlo Formenti – La variante populista – Derive Approdi (2016)

[Il processo di finanziarizzazione] non sarebbe potuto avvenire senza il contributo e la partecipazione attiva del potere politico. Negli anni Ottanta del secolo scorso i governi Reagan e Thatcher non si limitarono a condurre una guerra senza quartiere contro i sindacati: furono promotori di una politica sistematica di deregulation dei mercati che contribui’ a definire la cornice istituzionale e legislativa della finanziarizzazione; una politica che ha trovato zelanti eredi nei governi delle «sinistre» convertite al liberismo: vedi la decisione del presidente democratico George Clinton di abrogare, nel 1999, la legge Glass Steagall (quella introdotta dopo la crisi del ’29 per impedire la commistione fra attivita’ bancarie tradizionali e attivita’ speculative), vedi le scelte di politica economica sistematicamente favorevoli agli interessi della City di Londra da parte del New Labour di Tony Blair, vedi infine l’operato dei governi italiani di centrosinistra che hanno promosso la liberalizzazione dei mercati finanziari e le privatizzazioni di imprese pubbliche, spacciandole senza pudore come passi avanti verso la modernizzazione e «democratizzazione»

Info:
https://sinistrainrete.info/teoria/9639-alessandro-visalli-la-variante-populista-di-formenti.html
https://www.lacittafutura.it/cultura/la-variante-populista-secondo-formenti

Finanziarizzazione/Chang

Ha-Joon Chang – Economia. Istruzioni per l’uso – il Saggiatore (2016)

Purtroppo, l’avvento della «nuova finanza» negli ultimi tre decenni ha trasformato il sistema finanziario in una forza negativa.
Le imprese finanziarie sono diventate molto abili nel generare alti profitti per se stesse anche a costo di creare bolle di cui
si nasconde l’insostenibilita’ mediante cartolarizzazioni, strutturazione e altre tecniche.
Quando la bolla scoppia, queste societa’ usano sapientemente il proprio peso economico e l’influenza politica per ottenere sussidi e salvagente economici dalle casse pubbliche, che poi devono essere rifornite dalla gente comune attraverso aumenti di imposta e tagli di spesa.
Questo scenario ha assunto proporzioni gigantesche dopo la crisi finanziaria globale del 2008, ma negli ultimi tre decenni si era gia’ ripetuto su scala ridotta decine di volte in tutto il mondo.

Info:
http://giustiziaintergenerazionale.it/tag/ha-joon-chang/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/critica-dell%E2%80%99espertocrazia-economica/?printpage=undefined

Finanziarizzazione/Boitani

Andrea Boitani – Sette luoghi comuni sull’economia – Laterza (2015)

Fino agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso, le banche erogavano prestiti a imprese e famiglie, finanziandoli con i depositi ricevuti dalla clientela in proporzioni rigidamente regolamentate (dovevano garantire una certa riserva obbligatoria). I prestiti generavano interessi piu’ alti di quelli pagati sui depositi e questa differenza remunerava il rischio sopportato dalle banche.
Negli USA e poi in altri paesi si era pero’ diffuso un altro modo di fare banca, che consentiva a chi erogava prestiti di distribuire il rischio, invece di tenerselo.
Cosi’, la banca erogava (per esempio) mutui, garantiti dall’ipoteca sugli immobili; poi «cartolarizzava» i mutui, cioe’ li radunava insieme e li poneva collettivamente come garanzia di titoli obbligazionari da essi «derivati», che collocava presso investitori alla ricerca di alti rendimenti.
Mediante questa cartolarizzazione, le banche erano in grado di recuperare dal mercato i fondi prestati, con la conseguente possibilita’ di erogare nuovi mutui o altri prestiti.
Il credito, quindi, poteva espandersi molto piu’ rapidamente di quanto fosse possibile nei decenni precedenti. Allo stesso tempo, crescevano i debiti delle banche, giacche’ tutti i titoli «derivati» emessi non erano altro che debiti nei confronti degli investitori.
Spesso le banche, soprattutto 
americane, affidavano le operazioni di cartolarizzazione a una societa’ «veicolo» appositamente creata, che – trovandosi al di fuori del settore bancario ufficiale – poteva sfuggire alla regolazione e accrescere liberamente l’indebitamento.
In questo modo, un intero nuovo mondo di finanza creativa si era potuto sviluppare, in maniera accelerata, negli anni Novanta e nei primi anni del nuovo secolo.
Con la possibilita’ di trasferire il rischio, per le banche si riduceva l’incentivo a esercitare severi controlli di solvibilita’ dei mutuatari. Anzi, si creava l’incentivo opposto: quello a prestare a condizioni sempre piu’ favorevoli a soggetti sempre meno capaci di ripagare il debito.
Cosi’ sono nati e si sono diffusi i famosi e famigerati mutui subprime, cioe’ mutui concessi a famiglie con redditi bassi e incerti.
La diffusione di questi mutui era favorita dal continuo aumento del prezzo delle abitazioni (a sua volta spinto da un continuo aumento della domanda di case), che forniva la garanzia ipotecaria alla banca concedente e, indirettamente, a tutti coloro che acquistavano titoli «derivati» dai mutui.
Si era venuto a creare, insomma, un singolare equilibrio poggiante sulla convinzione che il castello di carta finanziario non potesse crollare perche’ il sottostante castello di legno, acciaio e cemento aumentava costantemente di valore. In realta’, la possibilita’ di distribuire il rischio finiva per rendere facile moltiplicarlo e diffonderlo in modo assai poco trasparente.

Info:
https://www.anobii.com/books/Sette_luoghi_comuni_sull%27economia/9788858124581/012e4b7607f103e80f
https://www.lavoce.info/archives/tag/i-sette-luoghi-comuni-sulleconomia/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858124581

Finanziarizzazione/Zizek

Slavoj Zizek – Come un ladro in pieno giorno. Il potere all’epoca della postumanita’ – Ponte alle Grazie (2019)

Il paradosso delle politiche finanziarie di Stati Uniti e Unione Europea e’ che enormi contributi di denaro non riescono ad attivare la produzione, dal momento che per la maggior parte spariscono nelle operazioni del capitale fittizio.
Questo e’ il motivo per cui si dovrebbe respingere
l’interpretazione liberale standard di Hayek dell’esplosione del debito (i costi di mantenimento del welfare state): i dati dimostrano chiaramente che la maggior parte di esso se ne va per alimentare il capitale finanziario e i suoi profitti.

Info:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2019/03/16/zizek-e-la-discrezione-non-oppressiva_d6041a60-8893-4969-9332-a8cd1bf07ba9.html
https://ilmanifesto.it/il-gusto-del-paradosso-e-della-liberta/

Finanziarizzazione/Formenti

Carlo Formenti – La variante populista. Lotta di classe nel neoliberismo – Derive Approdi (2016)

Questa cupola e’ incarnata da una triplice cinquina: da un lato le cinque societa’ di intermediazione immobiliare – JP Morgan, Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc Usa – e le cinque banche – Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp- Merril Linch, Bnp Parisbas – che, al primo trimestre del 2011, controllavano il 90% dei titoli derivati, per un ammontare di 466.000 miliardi di dollari; dall’altro lato, i cinque colossi hi-tech -Microsoft, Apple, Google, Facebook e Amazon – che, con le loro piattaforme tecnologiche e con i loro modelli di business, hanno dato e continuano a dare un contribuito strategico ai processi di finanziarizzazione e concentrazione monopolistica.

Info:
https://sinistrainrete.info/teoria/9639-alessandro-visalli-la-variante-populista-di-formenti.html
https://www.lacittafutura.it/cultura/la-variante-populista-secondo-formenti

Finanziarizzazione/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – La grande frattura. La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla – Einaudi (2016)

Il settore finanziario, che oggi funziona perlopiu’ come un mercato speculativo invece che come strumento per promuovere una reale produttivita’ economica, e’ il settore di ricerca della rendita per eccellenza.
Il rent seeking, tuttavia, va oltre la speculazione.
Il settore finanziario estrae rendite anche dal controllo che esercita sui mezzi di pagamento, ossia dalle esorbitanti commissioni sulle carte di credito e di debito e anche da quelle meno note imposte ai commercianti e trasferite poi sui consumatori.
l denaro che l’industria finanziaria sottrae agli americani poveri e della classe media tramite pratiche di prestito predatorie puo’ essere ugualmente considerato come rendita.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/